Amnesty International presenta ulteriori prove di gravi violazioni dei diritti umani nel conflitto tra Israele ed Hezbollah e chiede nuovamente un'inchiesta Onu



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COMUNICATO STAMPA                                              CS 125-2006

AMNESTY INTERNATIONAL PRESENTA ULTERIORI PROVE DI GRAVI VIOLAZIONI DEI
DIRITTI UMANI NEL CONFLITTO TRA ISRAELE ED HEZBOLLAH E CHIEDE NUOVAMENTE
UN'INCHIESTA ONU

Amnesty International ha pubblicato oggi un nuovo, conclusivo rapporto
sulle violazioni del diritto internazionale umanitario commesse nel corso
del recente conflitto tra Israele ed Hezbollah, rinnovando la richiesta
che tali violazioni siano oggetto di un'inchiesta promossa dall'Onu,
approfondita e indipendente.

Il rapporto di Amnesty International si concentra sugli attacchi lanciati
da Israele in cui sono stati uccisi dei civili e sull'impatto sulla
popolazione civile libanese di altri attacchi israeliani; esamina,
inoltre, le denunce sull'uso di civili come 'scudi umani' da parte di
Hezbollah.

'C'e' urgente bisogno di un'inchiesta completa e imparziale, promossa
dall'Onu, che preveda anche forme di riparazione per le vittime. Ogni
altra cosa rappresenterebbe non solo un grosso tradimento nei confronti
delle vittime civili, oltre 1000 delle quali sono state uccise, ma anche
la ricetta di un ulteriore bagno di sangue impunito' - ha dichiarato
Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di
Amnesty International. 'Sono passati oltre tre mesi dal cessate il fuoco
e, a quanto ci risulta, nessuna parte ha neanche avviato un'indagine sulle
gravi violazioni commesse nel corso del conflitto'.

Il rapporto dell'organizzazione per i diritti umani si e' basato su
ricerche compiute sul campo nei mesi di luglio, agosto e settembre e su
prove raccolte attraverso interviste con le vittime, incontri con
autorita' di governo e responsabili militari di Israele e Libano, cosi'
come con figure di primo piano di Hezbollah, informazioni di fonte non
governativa, dichiarazioni ufficiali e notizie di stampa.

La conclusione cui e' giunta Amnesty International e' che le forze
israeliane hanno compiuto attacchi sproporzionati e indiscriminati, come
nel caso dei bombardamenti di artiglieria sul Libano meridionale.
Particolarmente preoccupante e' stato l'uso massiccio contro zone civili,
negli ultimi giorni del conflitto, delle bombe a grappolo, che hanno
lasciato un'eredita' letale, ancora oggi in grado di provocare morti tra
la popolazione civile libanese. Altri attacchi dimostrano che Israele ha
ampiamente mancato di adottare le misure precauzionali necessarie per
evitare vittime tra i civili.

Inoltre, dichiarazioni pubbliche di dirigenti israeliani e volantini
lanciati in territorio libanese lasciano intendere che le forze israeliane
hanno effettivamente considerato i civili che si spostavano nel Libano
meridionale come un obiettivo militare. Ogni attacco portato avanti per
attuare questa politica e' configurabile come un attacco indiscriminato o
anche, a seconda delle circostanze, come un attacco diretto contro i
civili.

Il rapporto di Amnesty International esamina anche le denunce di Israele
secondo cui Hezbollah avrebbe usato i civili come 'scudi umani'. Le prove
raccolte dall'organizzazione per i diritti umani lasciano intendere che,
in alcuni casi, Hezbollah ha nascosto razzi Katiuscia all'interno dei
villaggi e li ha lanciati da aree civili. Tuttavia, nei casi esaminati non
sembra fossero presenti civili né paiono confermate le denunce israeliane
secondo cui Hezbollah avrebbe impedito alla popolazione civile di
abbandonare le zone sotto attacco.

Amnesty International ricorda comunque che in un suo precedente rapporto
aveva concluso che Hezbollah aveva compiuto attacchi indiscriminati e
attacchi diretti contro i civili, lanciando razzi contro il nord di
Israele.

Le altre conclusioni del rapporto sono le seguenti:
- le forze israeliane hanno compiuto attacchi contro ambulanze e le
organizzazioni umanitarie sono state costrette ad abbandonare i tentativi
di soccorso o di fornire assistenza umanitaria, persino dopo aver ricevuto
il via libera dalle autorita' israeliane;
- gli attacchi israeliani contro le infrastrutture libanesi e
l'imposizione del blocco aereo-navale sembra siano stati intesi come una
forma di punizione collettiva, oltre che come un tentativo di danneggiare
le operazioni di Hezbollah;
- convogli di civili sono stati bombardati dalle forze israeliane mentre
fuggivano dai villaggi e dalle citta' del Libano meridionale, eseguendo
gli ordini di Israele di evacuare quelle zone;
- i civili, soprattutto i bambini, continuano a morire e a rimanere feriti
a causa del massiccio uso da parte di Israele delle bombe a grappolo in
aree civili; tuttora in Libano ci sono ancora un milione di ordigni
inesplosi;
- le autorita' israeliane hanno regolarmente espresso rammarico per le
vittime civili ma non hanno dato spiegazioni, se non inadeguate, su
singoli attacchi: quale fosse il bersaglio designato, quali considerazioni
sulla proporzionalita' dell'attacco fossero state fatte, quali misure
precauzionali fossero state prese. Nei casi in cui Israele ha dichiarato
di aver fatto vittime civili per errore, non ha fornito alcuna indicazione
su chi fosse stato o sarebbe stato chiamato a risponderne;
- nessuna indagine sulle violazioni del diritto umanitario commesse da
Hezbollah pare sia stata condotta ne' da quest'ultimo né dal governo
libanese;
- le inchieste completate da quattro esperti indipendenti sui diritti
umani dell'Onu e l'attuale Commissione d'inchiesta istituita dal Consiglio
dell'Onu sui diritti umani risultano ristrette negli obiettivi e condotte
in un quadro di significative limitazioni di tempo e risorse.

Amnesty International chiede all'Onu di istituire una commissione
internazionale che sia in grado di indagare sulle prove di violazioni del
diritto umanitario commesse da parte sia di Hezbollah che di Israele e che
preveda forme di riparazione per le vittime. L'organizzazione per i
diritti umani chiede inoltre un embargo sulle armi nei confronti di
entrambe le parti e un'immediata moratoria sulle bombe a grappolo.

Ulteriori informazioni

Una delegazione di Amnesty International, guidata dalla Segretaria
generale Irene Khan, visitera' Libano, Israele e i Territori Occupati dal
2 all'11 dicembre. La delegazione incontrera' autorita' di governo,
esponenti politici e rappresentanti della societa' civile per discutere le
problematiche sollevate dal conflitto tra Israele ed Hezbollah e la
perdurante crisi dei diritti umani nei Territori Occupati. Ulteriori
dettagli verranno resi noti a ridosso della partenza della delegazione.

Il rapporto e' disponibile in lingua inglese all'indirizzo:
http://web.amnesty.org/library/index/engmde020332006
Sono inoltre disponibili gli altri, recenti rapporti:
Sotto tiro: gli attacchi di Hezbollah contro il nord di Israele:
http://www.amnesty.it/pressroom/comunicati/CS101-2006.html
Deliberata distruzione o 'danni collaterali'? Gli attacchi di Israele
contro le
infrastrutture civili:
http://www.amnesty.it/pressroom/comunicati/CS93-2006.html

FINE DEL COMUNICATO Roma, 21 novembre 2006
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Paola Nigrelli
Ufficio Stampa
Amnesty International - Sezione Italiana
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Tel. 06 44.90.224 fax 06 44.90.222
cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it
Internet: www.amnesty.it

23 e 24 settembre 2006 - Giornate dell'Attivismo
prima edizione - a supporto della campagna "Invisibili",
per i diritti dei minori migranti nei centri di detenzione
in Italia.

Aderisci anche tu e scrivi con noi: MAI PIU' INVISIBILI!

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http://www.amnesty.it/attivismo/maipiuinvisibili/index.html
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