Che i movimenti pacifisti non litighino fra di loro...



Compagne e compagni pacifisti,
pensavo in questi giorni al forte contrasto che si sta creando fra chi,
come me e tutti coloro che hanno firmato il mio appello, crede che la Pace
sia un metodo di vita non negoziabile, e chi invece ritiene che sia meglio
accettare il compromesso di oggi per poi continuare a lottare dopo.
Nell'esperienza sindacale, come in quella politica, si parte sempre dal
presupposto che ogni accordo raggiunto non è un traguardo, ma un punto di
partenza e questo ovviamente giustificherebbe l'operato del governo e
della sua esponente di sinistra.
Ma in questo grande "gioco" di ruolo e strategia che è la politica
internazionale e quella interna, ognuno deve appunto giocare i suoi ruoli.
Noi, come movimento pacifista, non possiamo giocare lo stesso ruolo dei
politici. Noi non possiamo, in quanto manifestazione "fondamentale" del
valore per cui lottiamo ossia la Pace in quanto pacifisti, dichiarare che
abbiamo ceduto per un compromesso.
Il nostro movimento deve essere integro e fermo nella difesa del suo
metodo e del suo fine. La Pace senza se e senza ma deve restare il nostro
modo di essere e la Pace nel mondo deve restare il nostro scopo. La prima
è la via per raggiungere la seconda, come ci insegna Gandhi.
Allo stesso tempo il politico, un ruolo molto difficile ed improprio per
chi è pacifista come noi, è costretto al compromesso.
Ma lui, il pacifista politico (o meglio prestato alla politica) come Lidia
Menapace ma anche come gli otto senatori che hanno deciso di votare no, ma
anche come tutti i parlamentari di Rifondazione, dei Comunisti Italiani,
dei Verdi ecc. ecc., può e deve avere come fermo punto che se un
compromesso ha raggiunto questo è solo un punto di partenza verso
risultati molto più forti e di rottura.
Per fare questo, e non lasciarci travolgere dai politici "veri", ha
bisogno di UNA FORTE BASE NEL MOVIMENTO PACIFISTA. Una base che non può
cedere, che non può dire "Va bene il compromesso". Noi, come base dobbiamo
tirare sempre più verso la Pace la corda del compromesso, rappresentando
che noi non cederemo mai. Solo così il pacifista politico troverà forza e
potrà avere sempre più voce nel consesso politico.
Per questo motivo invito tutti a evitare rotture o dialoghi fra sordi fra
noi stessi del movimento pacifista.
Noi dobbiamo sempre essere fermi e convinti della Pace senza se e senza ma
così chi ci rappresenta avrà sempre più forza nel sostenere le ragioni
della Pace (che sono ragioni universali, ma il Bene attrae sempre meno del
Male). Sosteniamo quindi l'operato di chi dissente, ma sopratutto
sosteniamo la Pace, che deve regnare prima di tutto fra di noi.
Mettiamoci d'accordo quindi, e cerchiamo di dare un indirizzo unitario al
nostro movimento. Altrimenti non potremo certo difendere i nostri valori
di fronte ai maghi del compromesso, che potrebbero dire che non solo i
nostri parlamentari hanno ceduto, ma anche noi.
Grazie,
Ettore Lomaglio Silvestri


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IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE

Per sottoscrivere la petizione:
http://www.petitionspot.com/petitions/outAfghanistan

Appello pubblicato su:
http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_17058.html
http://www.bellaciao.org
http://www.osmdpn.it