Acqua fredda-bollente: non ringrazio



lunedì 3 luglio 2006 (07h43) :
Acqua fredda-bollente: non ringrazio
Oggetto: libertà on line

http://www.bellaciao.org/it/article.php3?id_article=14119

Cara Lidia, sono una di quelle che non scorda il passato e spera nel
futuro.Ma veniamo al presente.

Non sono tra quell* che ringrazi perchè schierat* a tuo favore. Non
metto in dubbio che avrai ricevuto critiche pesanti (improperi?) da
parte di molti altri. Il tuo esserti messa a disposizione nel passato
al dialogo e al confronto anche aspro tra il movimento e la politica
istituzionale, ci ha abituato ad interlocquire con te, direttamente.Non
è cosa da poco.

Nel mio piccolo, ho dovuto ricevere, in proporzione alle tue ben
diverse legittimazioni parlamentari, condanne di-per averti
sostenuta-mitizzata-con faciloneria e superficialità, dal momento che
poi, basta un tuo silenzio di giorni per sentirmi profondamente
delusa-tradita- e trascinare nella polemica insidiosa tutto il
cucuzzaro...

Non è nel mio stile lanciare "improperi", al punto che a volte quello
che scrivo viene addirittura letto e capito senza l?ironia con cui
avevo intenzione di intervenire, i fischi per fiaschi a farla breve.

Altri hanno pensato che tante belle addormentate nel bosco, maschi
femmine trans,avevano avuto la lezione che si meritavano: la delusione
nel credere alla democrazia, al governo del popolo e dei rappresentanti
da loro eletti.

Del linciaggio politico da sinistra, che tu non ti aspettavi, non
voglio neanche parlarne, tanto solo numericamente e qualitativamente è
schiacciante.

Forse è vero pure che io come molti "non" della mia età,ho vissuto la
politica solo di recente, solo esattamente dal luglio del 2001.

A partire da Genova.

Prima facevo parte di quei milioni di persone che la politica la
subivano indirettamente tramite i media e si difendevano con qualche
sporadica passeggiata pacifista e interlocuzione lavorativo-famigliare.

Da Genova mi sono montata la testa.

Mi è montata la rabbia, non ho sentito più ragione dei miei acciacchi e=

mi sono "confusa" nel movimento per la pace. Ho appreso via via ad
ascoltare, riconoscere, intervenire, tacere, espormi,
manifestare,ragionare, lottare.E non solo in mio nome, con tutto quello
che significa agire politicamente dentro un partito e nel movimento.
Sei stata una compagna di cammino a cui guardare, senza età ed
appartenenze.

Ho trovato spesso , pochi per la verità, altri in cui ritrovarmi con
tanta certezza e affetto.

Ma purtroppo cara Lidia, io sono una attenta ai dettagli...

E questa tua fretta, dopo il complotto disgraziato che ti ha messo
fuori uso nella rete, di ringraziare uno ad una le sostenitrici del tuo
agire, del tuo prudente silenzio, dichiarato poi dalle colonne di
Liberazione e oggi, ripeto, prima delle tue spiegazioni-considerazioni
che ci annunci, la circolarità dei tuoi ringraziamenti, oltretutto
personali, individuali, in lista, in liste dove noi tutti leggiamo,
bene tutto questo mi fa ancora una volta ripensare ai miei trascorsi
scolastici, di lontana memoria ma freschi sulla pelle. Respinta per
condotta. Era il 1965. Fummo in 18 ad essere bocciati. Sono passati 40
anni e ahimè, vedo ancora metodi di giudizio scolastico,
esclusione-inclusione, affidabili o meno, respinti-rimandati-promossi.

Io, noi, da chi e da che cosa?

E questi famosi ponti, cosa sono diventati arieti d'ssalto al palazzo,o
peggio-meglio, vogliamo creare un bel fossato ( questo ci fa notare la
"sinistra")?

I ponti sono tutti in costruzione, la strada è in salita e lo sappiamo
da un pezzo, sulla testa credimi non ho mai messo caschi (da scema
imprudente) al massimo sotto al palazzo mi puoi vedere con uno
scolapasta sulla testa, ma l'acqua fredda-bollente, ahimè, arriva...

Doriana Goracci

*ho inviato ieri questa lettera a Lidia Menapace di seguito la sua risposta=
.

* Cara Doriana rispondo anche a te, come a tutti/e quelli che mi hanno
scritto. Non mi lamento per i giudizi pesanti e senza un minuto di
dubbio che hanno investito la mia decisione, so che capita, a me è
capitato spesso, il più delle volte mie proposte (occuparsi dei paesi
neutrali per fare un argine contro l'uso della guerra, favorire
l?obiezione di coscienza anche dei militari volontari per avere dentro
l?esercito possibili alleati ecc.ecc.) sono state considerate sciocche
o inutili e si è preferito discutere di posizioni non traducibili in
azione politica.

Ho pensato allora che forse sarebbe stato possibile trovare tra
movimenti e posizioni istituzionali una relazione, come appunto tra
mete avanzate e difficile e intricato cammino per approssimarle, con
reciproca comprensione e autonomia.

Già quello che scrissi dopo il 2 giugno sulla reciproca libertà tra
movimenti e istituzioni andava in quella direzione, ma non mi pare
abbia avuto esito. Scriverò su Carta che mi ha messo a disposizione
spazio una riflessione un po' meno convulsa e affrettata di quanto ho
fin qui buttato giù. Mi spiace che molte e molti debbano pentirsi per
essermi stati vicino, ma non posso davvero fare nulla, se non
raccomandare che in futuro abbiano un atteggiamento più laico nei miei
confronti.

Davvero sono convinta che -nel contesto dato e non nella dimensione più
sciolta da condizionamenti come avviene nei movimenti- la decisione
giusta, provvisoria ma importante, sia quella che ho preso: da parte
dei movimenti naturalmente tutta l' autonomia di criticarla anche
aspramemte, purchè senza discredito: anche tra quelli dello stesso
gruppo parlamentare che sono così duramente divisi si è deciso di avere=

rispetto reciproco.

La cosa migliore sarebbe forse una buona e reale analisi: il movimento
(che peraltro si è espresso con sfumature di opinione non da poco) e la
popolazione (che quasi non si è espressa, se non per dichiarare
preoccupazione per una eventuale caduta del governo) ci impongono di
esaminare dove stiamo: le ragioni della pace hanno fatto molti passi
indietro nell'opinione e il "pensiero militare" molti passi avanti e
sarebbe il caso di chiedersi come mai e se una certa visione
conservativa del movimento non abbia alla fine provocato una perdita di
ascolto, di eco, di azione.

Insomma c'è molto più da fare che stracciarsi le vesti. Se ero una
icona, comumque sono contenta che ci siano degli iconoclasti che la
rompono, le icone fanno male anche a chi è ritenuta esserlo

ciao grazie lidia

Di : Doriana Goracci
lunedì 3 luglio 2006


lunedì 3 luglio 2006 (07h43) :
Acqua fredda-bollente: non ringrazio
Oggetto: libertà on line

http://www.bellaciao.org/it/article.php3?id_article=14119

Cara Lidia, sono una di quelle che non scorda il passato e spera nel
futuro.Ma veniamo al presente.

Non sono tra quell* che ringrazi perchè schierat* a tuo favore. Non
metto in dubbio che avrai ricevuto critiche pesanti (improperi?) da
parte di molti altri. Il tuo esserti messa a disposizione nel passato
al dialogo e al confronto anche aspro tra il movimento e la politica
istituzionale, ci ha abituato ad interlocquire con te, direttamente.Non
è cosa da poco.

Nel mio piccolo, ho dovuto ricevere, in proporzione alle tue ben
diverse legittimazioni parlamentari, condanne di-per averti
sostenuta-mitizzata-con faciloneria e superficialità, dal momento che
poi, basta un tuo silenzio di giorni per sentirmi profondamente
delusa-tradita- e trascinare nella polemica insidiosa tutto il
cucuzzaro...

Non è nel mio stile lanciare "improperi", al punto che a volte quello
che scrivo viene addirittura letto e capito senza l?ironia con cui
avevo intenzione di intervenire, i fischi per fiaschi a farla breve.

Altri hanno pensato che tante belle addormentate nel bosco, maschi
femmine trans,avevano avuto la lezione che si meritavano: la delusione
nel credere alla democrazia, al governo del popolo e dei rappresentanti
da loro eletti.

Del linciaggio politico da sinistra, che tu non ti aspettavi, non
voglio neanche parlarne, tanto solo numericamente e qualitativamente è
schiacciante.

Forse è vero pure che io come molti "non" della mia età,ho vissuto la
politica solo di recente, solo esattamente dal luglio del 2001.

A partire da Genova.

Prima facevo parte di quei milioni di persone che la politica la
subivano indirettamente tramite i media e si difendevano con qualche
sporadica passeggiata pacifista e interlocuzione lavorativo-famigliare.

Da Genova mi sono montata la testa.

Mi è montata la rabbia, non ho sentito più ragione dei miei acciacchi e=

mi sono "confusa" nel movimento per la pace. Ho appreso via via ad
ascoltare, riconoscere, intervenire, tacere, espormi,
manifestare,ragionare, lottare.E non solo in mio nome, con tutto quello
che significa agire politicamente dentro un partito e nel movimento.
Sei stata una compagna di cammino a cui guardare, senza età ed
appartenenze.

Ho trovato spesso , pochi per la verità, altri in cui ritrovarmi con
tanta certezza e affetto.

Ma purtroppo cara Lidia, io sono una attenta ai dettagli...

E questa tua fretta, dopo il complotto disgraziato che ti ha messo
fuori uso nella rete, di ringraziare uno ad una le sostenitrici del tuo
agire, del tuo prudente silenzio, dichiarato poi dalle colonne di
Liberazione e oggi, ripeto, prima delle tue spiegazioni-considerazioni
che ci annunci, la circolarità dei tuoi ringraziamenti, oltretutto
personali, individuali, in lista, in liste dove noi tutti leggiamo,
bene tutto questo mi fa ancora una volta ripensare ai miei trascorsi
scolastici, di lontana memoria ma freschi sulla pelle. Respinta per
condotta. Era il 1965. Fummo in 18 ad essere bocciati. Sono passati 40
anni e ahimè, vedo ancora metodi di giudizio scolastico,
esclusione-inclusione, affidabili o meno, respinti-rimandati-promossi.

Io, noi, da chi e da che cosa?

E questi famosi ponti, cosa sono diventati arieti d?assalto al
palazzo,o peggio-meglio, vogliamo creare un bel fossato ( questo ci fa
notare la "sinistra")?

I ponti sono tutti in costruzione, la strada è in salita e lo sappiamo
da un pezzo, sulla testa credimi non ho mai messo caschi (da scema
imprudente) al massimo sotto al palazzo mi puoi vedere con uno
scolapasta sulla testa, ma l'acqua fredda-bollente, ahimè, arriva...

Doriana Goracci

*ho inviato ieri questa lettera a Lidia Menapace di seguito la sua risposta=
.

* Cara Doriana rispondo anche a te, come a tutti/e quelli che mi hanno
scritto. Non mi lamento per i giudizi pesanti e senza un minuto di
dubbio che hanno investito la mia decisione, so che capita, a me è
capitato spesso, il più delle volte mie proposte (occuparsi dei paesi
neutrali per fare un argine contro l'uso della guerra, favorire
l?obiezione di coscienza anche dei militari volontari per avere dentro
l?esercito possibili alleati ecc.ecc.) sono state considerate sciocche
o inutili e si è preferito discutere di posizioni non traducibili in
azione politica.

Ho pensato allora che forse sarebbe stato possibile trovare tra
movimenti e posizioni istituzionali una relazione, come appunto tra
mete avanzate e difficile e intricato cammino per approssimarle, con
reciproca comprensione e autonomia.

Già quello che scrissi dopo il 2 giugno sulla reciproca libertà tra
movimenti e istituzioni andava in quella direzione, ma non mi pare
abbia avuto esito. Scriverò su Carta che mi ha messo a disposizione
spazio una riflessione un po' meno convulsa e affrettata di quanto ho
fin qui buttato giù. Mi spiace che molte e molti debbano pentirsi per
essermi stati vicino, ma non posso davvero fare nulla, se non
raccomandare che in futuro abbiano un atteggiamento più laico nei miei
confronti.

Davvero sono convinta che -nel contesto dato e non nella dimensione più
sciolta da condizionamenti come avviene nei movimenti- la decisione
giusta, provvisoria ma importante, sia quella che ho preso: da parte
dei movimenti naturalmente tutta l' autonomia di criticarla anche
aspramemte, purchè senza discredito: anche tra quelli dello stesso
gruppo parlamentare che sono così duramente divisi si è deciso di avere=

rispetto reciproco.

La cosa migliore sarebbe forse una buona e reale analisi: il movimento
(che peraltro si è espresso con sfumature di opinione non da poco) e la
popolazione (che quasi non si è espressa, se non per dichiarare
preoccupazione per una eventuale caduta del governo) ci impongono di
esaminare dove stiamo: le ragioni della pace hanno fatto molti passi
indietro nell'opinione e il "pensiero militare" molti passi avanti e
sarebbe il caso di chiedersi come mai e se una certa visione
conservativa del movimento non abbia alla fine provocato una perdita di
ascolto, di eco, di azione.

Insomma c'è molto più da fare che stracciarsi le vesti. Se ero una
icona, comumque sono contenta che ci siano degli iconoclasti che la
rompono, le icone fanno male anche a chi è ritenuta esserlo

ciao grazie lidia

Di : Doriana Goracci
lunedì 3 luglio 2006

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