W il governo - no alla guerra



Perche' mai il governo Prodi dovrebbe cadere su Kabul?
Perche' mai
dovremmo bollare come "sfascisti" gli otto senatori "obiettori"
dell'Unione che hanno annunciato il loro NO a chi vorrebbe spacciare
per "operazione di pace" il disastro provocato dall'ennesima guerra?

Sganciarsi da ISAF ovviamente non e' robetta. Significherebbe affermare
non una semplice "discontinuita'" ma una vera INVERSIONE DI ROTTA nella
nostra politica internazionale.
Ritirare le truppe dall'Afghanistan
attesterebbe, in concreto, che:
1- l'Italia "diserta" dall'UNICA,
PREVENTIVA e PERMANENTE "guerra" al terrorismo internazionale
dichiarata, dopo l'11 settembre 2001, dall'America di Bush;
2- l'Italia
non combatte "guerre" contro il terrorismo ma intende contrastarlo solo
come "fenomeno criminale", con interventi di polizia internazionale (in
senso proprio ed effettivo) e con il sostegno ai movimenti democratici
di base, ovunque nel mondo: l'Italia "ripudia la guerra" e - di
conseguenza - ripudia anche la guerra al terrorismo;
3- l'Italia, che
con il governo Berlusconi si e' fatta trascinare nelle avventure
belliche afghana ed iraqena, non si fara' in alcun modo trascinare
nella nuova avventura bellica  iraniana, che l'Amministrazione Bush sta
fomentando;
4- il governo italiano intende rispettare la nostra
Costituzione pacifista, fresca di recente conferma popolare con la
vittoria del NO al referendum del 25-26 giugno; ed intende rispettare
il suo stesso programma, che si pone come rappresentante della
"vocazione pacifica" del popolo italiano;
5- il governo Prodi e' stato
votato da un popolo che non intende essere coinvolto in nessuna impresa
bellica: non sara' tanto stupido - il governo -  da pensare di poter
sopravvivere raggirando e disprezzando la volonta' popolare. Le bugie,
comunque camuffate, hanno le gambe corte. Si potrà straparlare della
missione in Afghanistan come di un "intervento umanitario": la verita'
prima o poi verra' a galla, questo e' certo.

Qual'e'  la  verita'
sulla situazione dell'Afghanistan si incarica oggi di ricordarcelo
Lucio Caracciolo, il direttore di "LIMES", nell'editoriale pubblicato
in prima pagina su "Repubblica".


"Gli americani hammo capito che
l'Afghanistan non sara' una success story. L'obiettivo e' di impedire
che il fallimento diventi totale e soprattutto visibile. Sul piano
militare, occorre riportare a casa il maggior numero di soldati
possibile. E caricare sulle forze NATO, guidate dai britannici, una
parte crescente del fardello della campagna anti-taliban e della
repressione delle insorgenze locali...
La coalizione di "Enduring
Freedom" (a guida americana - ndr) non riesce a sfondare. Sicche' la
NATO dovrebbe installarsi in province tutt'altro che bonificate (nel
Sud in luglio, all'Est in ottobre), anche perche' sono tra le piu'
ricche di oppio (e di taliban). La differenza tra "Enduring Freedom" -
la campagna antiterroristica di marca USA - e ISAF - la missione di
stabilizzazione NATO con copertura ONU cui partecipiamo anche noi -
rischia di evaporare"...

A questo punto la domanda sorge spontanea:
sta forse scritto da qualche parte nel programma dell'Unione che
dobbiamo togliere le castagne dal fuoco agli americani buttandoci a
capo fitto  nel disastroso conflitto perseguito da Bush?

Ammettiamolo. Sull'Afghanistan sono oggi in tanti a sbagliare, tutti
quelli, incluso Zapatero, che non hanno il coraggio di richiamare la
prepotente ed arrogante America a piu' miti consigli.
In fondo a questo
precipizio di connivenza e di vigliaccheria con la strategia di Bush
c'e' la guerra contro l'Iran, che forse sara' combattuta anche con
microatomiche, e quindi la deflagrazione dello "scontro di civilta'".
Vogliamo l'israelizzazione del mondo, quando ognuno, entrando in un
qualsiasi bar, dovra' chiedersi: sara' visitato oggi dal kamikaze
islamico di turno?
Se si', non abbiamo che da rispettare "impegni"
internazionali sbagliati, chiamare pace le guerre, operazioni
umanitarie i bombardamenti dei civili, seminare "giacimenti d'odio",
spacciare per "esportazione della democrazia" le mire delle
multinazionali petrolifere.
Avanti tutta cosi' verso il precipizio!


Il governo dovrebbe cadere per via delle "eretiche" posizioni di
Bulgarelli, di Malabarba e degli altri senatori "obiettori"?
Suvvia,
conosciamo bene i nostri polli dell'Unione!
La classe dirigente del
centro-sinistra (comunque migliore di Berlusconi e soci) e' furba e
scafatissima, addestrata da decenni di inciucismo: cultura del
compromesso senza principi e della mediazione parolaia ed
opportunistica.
Per come ho imparato a  vederla ragionare e muoversi,
sono convinto che sapra' inventarsi l'escamotage piu' "ossimorico" pur
di restare abbarbicata alle poltrone conquistate con fatica e a caro
prezzo (nostri, non loro).
Dal suo punto di vista, la posta in gioco e'
quella di ridimensionare il peso politico della sinistra radicale: se
quest'ultima trangugia il rospo "missioni di guerra", vuol dire che e'
proprio disposta a far passare di tutto e di piu'...
In ogni caso,
visto che, per l'Unione, si tratta di venire incontro alle istanze dei
"poteri forti" e non dei bisogni popolari, nel centro-destra stesso si
troveranno subito i sostituti dei recalcitranti "antiamericani".
La
classe politica in blocco e' piu' di la' (con Montezemolo) che di qua
(con Cipputi).
Quanto a Fausto Bertinotti, quello che temo e' che
ripeta la "sceneggiata" del 1998: sopporta, sopporta, trangugia,
trangugia le travi, alla fine rompe con Prodi su una "stronzata" che la
sua gente, il suo elettorato non puo', a ragione, capire.
Osservandolo
cosi' beatamente preso dal suo ruolo istituzionale, cui sacrifica la
sostanza delle cose (vedi la spilletta alla parata militare), propendo
per credere che e' proprio destinato a fare una fine paradossale:
verra' ricordato con gratitudine nei salotti vespiani come colui che ha
portato a conclusione la parabola del comunismo italiano....

Questo
governo comunque teniamocelo ben stretto. Al momento, e' il peggiore di
tutti ... tranne gli eventuali altri (a cominciare da quelli della Casa
delle Liberta')!

Ai nostri deputati "pacifisti", Menapace in testa,
consiglierei - si parva licet - di soprassedere sui ricatti dalemiani:
calma e gesso, sta bluffando!
In questo poker perde la mano chi ha la
maggiore preoccupazione per il proprio cadreghino...

Alfonso navarra -
cell. 349-5211837

(Ultima ora dal sito di  Repubblica: a conferma di
quanto scrivevo, ecco che sulle cose che contano per il potere "vero"
sta arrivando il soccorso di Berlusconi a D'Alema...)



ESTERI
D'Alema a Mosca per una riunione dei ministri degli Esteri del G8
esprime "il più grande rispetto" per il 'no' di alcuni senatori
D'Alema: "Sull'Afghanistan si gioca
la credibilità della maggioranza"
Berlusconi propone una mozione della Cdl per appoggiare la missione
L'Udc: "Noi siamo d'accordo ma a quel punto si voti anche il decreto"


Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema
MOSCA - Continuano le
fibrillazioni della maggioranza sul rifinanziamento della missione in
Afghanistan, mentre Berlusconi parla di una mozione parlamentare della
Cdl su cui potrebbero convergere i voti del centrosinistra.

"E' in
gioco la credibilità di una maggioranza politica che non può che
contare su una maggioranza parlamentare anche nelle scelte di politica
estera", ha detto Massimo D'Alema, in una conferenza stampa a Mosca,
dove oggi ha partecipato alla riunione dei ministri degli Esteri del
G8.

Il Consiglio dei ministri domani approverà il decreto legge sul
rifinanziamento delle missioni italiane all'estero, necessario per far
fronte alle immediate esigenze di copertura finanziaria, e
contemporaneamente esaminerà un disegno di legge sulla medesima materia
che dovrebbe permettere, una volta convertito in legge dal Parlamento,
di non dover tornare sull'argomento con la presentazione periodica di
decreti ad hoc.

Secondo D'Alema la maggioranza "deve essere in grado
di sostenere la politica estera del governo" anche perché "non è
pensabile" una maggioranza di governo che non ha la capacità di
sostenere i provvedimenti di politica estera del governo". Verso i
senatori della maggioranza che hanno annunciato un voto contrario, il
ministro degli Esteri, ha espresso "il più grande rispetto" per
posizioni che nascono da "ragioni di coscienza". Ma ha osservato che se
queste posizioni dovessero venire portate "fino all'estremo" il governo
al Senato "non avrebbe una maggioranza per sostenere un provvedimento
importante ed equilibrato di politica estera".

Per quanto riguarda,
invece, la possibilità che parlamentari dell'opposizione, in
particolare dell'Udc, votino con la maggioranza, D'Alema ha spiegato di
considerarlo "normale" perché un parlamentare deve votare per i
provvedimenti che ritiene giusti. "Ho votato sempre a favore delle
missioni, salvo quella in Iraq, quando ero all'opposizione", ha detto
D'Alema.

"Il governo deve avere una maggioranza propria - ha ripetuto
il titolare della Farnesina - dopo di che tutti i voti che sostengono
scelte così delicate e impegnative come quelle contenute nel
provvedimento che il Consiglio dei ministri approverà sono benvenuti".
Insomma "un consenso parlamentare più ampio sarà un fatto certamente
positivo. Non riuscirei a capire - ha concluso D'Alema - il voto
contrario di chi condividesse i contenuti del provvedimento".

E
Berlusconi con una mossa a sorpresa rilancia e annuncia che "la Casa
delle Libertà sarà unita nel proporre una mozione parlamentare che
ribadisca la continuità del nostro impegno nell'ambito della missione
Onu". Mozione sulla quale, dice l'ex premier, "ci aspettiamo che
possano convergere i senatori e i deputati di maggioranza che in
passato hanno sostenuto il diritto-dovere dell'Italia di essere
presente, quando un intervento di pace si svolge sotto l'egida delle
Nazioni Unite".

Insomma il Cavaliere si prepara a dare battaglia:
"Non permetteremo certo che i nostri soldati in Afghanistan vengano
abbandonati a se stessi - dice - né che si determinino le condizioni
per un altro vergognoso disimpegno come quello annunciato per l'Iraq".
Ma l'Udc lo incalza. "Bene la mozione comune - ha detto Michele Vietti
portavoce del partito - però penso che le
altre forze del
centrodestra, con lo stesso spirito, non avranno alcuna contrarietà a
sostenere i nostri militari votando il decreto che presenterà il
governo".

(29 giugno 2006)