R: APPELLO Vogliamo l'inchiesta su Fallujah di Rainews24 in prima serata sulla Rai



I MILITARI ITALIANI PRESENTI IN IRAQ FUNZIONANO COME SUPPORTO LOGISTICO AMERICANO
NELLA LORO BASE CI SONO ARMAMENTI DI CUI FOSFORO BIANCO
L'OPINIONE PUBBLICA DEVE SAPERE IL CONTRARIO
PULTROPPO LìINFORMAZIONE AIUTA LA MENSOGNA
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Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it]Per conto di Elisabetta
Inviato: domenica 13 novembre 2005 14.04
A: pace at peacelink.it
Oggetto: APPELLO Vogliamo l'inchiesta su Fallujah di Rainews24 in prima serata sulla Rai

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Vogliamo l'inchiesta su Fallujah di Rainews24 in prima serata sulla Rai

La bugia mediatica della guerra in Iraq non può più essere nascosta. Per questa ragione chiediamo che la Rai trasmetta in prima serata l'inchiesta esclusiva realizzata da Rainews24 dal titolo "Falluja. La strage nascosta". Tv italiane ed estere stanno richiedendo l'inchiesta per trasmetterla. Vorremmo che la tv pubblica permettesse ai cittadini italiani di venire a conoscenza dei documenti e filmati esclusivi dell'inchiesta.

http://www.articolo21.info/appelli_form.php?id=54

http://www.articolo21.info/index.php
Tra gli organizzatori figurano:
Sabina Guzzanti, Marco Travaglio, Antonio Ricci (autore di Striscia la notizia), Federico Orlando, Giuseppe Giulietti, Sergio Lepri, Roberto Zaccaria, Vincenzo Vita, Enzo Carra, Pietro Folena, Franco Giordano, Elettra Deiana, Mauro Bulgarelli, Luana Zanella, Andrea Lulli, Michele Venturi, Giuseppe Caldarola.


RAINEWS24 LA VERITA' SU FALLUJA

di Arcangelo Ferri*

La preparazione dell'inchiesta di Rainews24 sull'uso del fosforo bianco da parte dell'esercito Usa a Falluja (trasmessa l'8 novembre) è durata alcuni mesi.
La modalità di questa investigazione giornalistica si è fondata soprattutto sulla ricerca di riscontri alle voci che circolavano in Iraq - e fuori dall'Iraq, compresi gli Stati Uniti. Questa è stata la stringente indicazione del direttore Morrione; nel rispetto di questa regola da vecchio manuale giornalistico, hanno lavorato l'inviato Sigfrido Ranucci e il curatore Maurizio Torrealta. Alle spalle e a sostegno, l'impegno di tutta la redazione, tecnici e impiegati compresi.
Una volta si diceva che il New York Times pubblicasse le notizie solo con un doppio riscontro della veridicità delle stesse. L'inchiesta del canale all-news della Rai si è articolata su testimonianze dirette (di veterani americani che hanno combattuto a Falluja) e indirette, video e fotografie (e comparazione degli stessi) documenti, pareri di esperti. Il complesso di questi sei elementi è andato in una sola direzione: a Falluja è stato fatto un uso massiccio dell'agente chimico fosforo bianco, in gergo militare «Willy Pete».
Toni Fontana ha colto immediatamente il paradosso, nell'attacco del suo articolo di inquadramento della nostra inchiesta sull'Unità: «nella guerra combattuta per distuggere le armi di distruzione di massa di Saddam, l'esercito americano ha fatto largo uso di agenti chimici che hanno provocato la morte di civili».
Vorrei comunque aggiungere che siamo stati la prima emittente a trasmettere la smentita del Pentagono, pubblicandola anche sul nostro sito, e gli unici, fino ad oggi, ad ospitare in diretta un confronto tra uno dei marines intervistati nell'inchiesta e un portavoce del Pentagono, confronto mandato in onda da un gruppo di emittenti americane.
Nei giorni successivi alla trasmissione dell'inchiesta, siamo stati letteralmente assaliti da richieste di interviste e di documentazione da parte di televisioni, radio, quotidiani e periodici di tutto il mondo. Bbc, France 2, Al Jazeera, network Usa, New York Times, Washington Post, El Pais, Le Figaro. Solo per citarne alcuni. Grazie all'attenzione che è cresciuta nel mondo su questa vicenda, l'11 novembre si è appreso dell'esistenza di una prova incontrovertibile a sostegno dell'inchiesta: la pubblicazione, avvenuta già nel numero di aprile 2005 della rivista dell'artiglieria americana Field Artillery del rapporto di due ufficiali e un sottufficiale statunitensi sulla battaglia di Falluja.
Tutti e tre i militari hanno combattuto lì, e hanno scritto tra l'altro ai loro superiori: «... Abbiamo lanciato contro gli insorti attacchi "shake and bake" (scuoti e cuoci) usando il fosforo bianco per stanarli ed esplosivi per neutralizzarli».
In Italia, soltanto il Tg3 si è occupato dell'inchiesta di Rainews24, anche attraverso una puntata di Primo Piano, ma uno dei maggiori telegiornali ne ha dato notizia senza descriverne - neppure sommariamente - i contenuti, offrendo invece agli ascoltatori la smentita integrale del Pentagono nella quale (sic) si ammetteva di non aver visto il programma.
I quotidiani nazionali che hanno dato il rilievo che noi riteniamo avrebbe meritato un'inchiesta di questo tipo si contano sulle dita di una mano. L'Unità primo tra questi, non deflettendo dalla linea di rappresentare fatti e notizie scomodi per il potere.
Grazie allo spazio concesso da questo giornale, due considerazioni, dopo i fatti.
La prima: forse saremo smentiti dalle circostanze, ma sembra, dal punto di vista di Rainews24, di rivivere su scala più grande quanto accadde nel 2001. Trasmettemmo un'intervista tv inedita di Paolo Borsellino, nella quale il giudice faceva considerazioni estremamente gravi sui rapporti tra mafia, finanza e politica, e per molti mesi il sistema tv tacque silente (anche una grande agenzia di stampa prima ci chiese il testo, poi non lo pubblicò) - finché ne parlarono Marco Travaglio e Michele Santoro. Per inciso, Santoro ha dichiarato in tribunale di ritenere che questo fu uno dei motivi alla base della sua estromissione dalla Rai.
La seconda: forse più che concentrarci sulla digitalizzazione dell'informazione e sui salti quantici di tutte le tecnologie che velocizzano e migliorano la possibilità di trasmettere e ricevere informazioni, dovremmo interrogarci su quanto e come sia ancora possibile in questo Paese per i giornalisti, per gli inviati, lavorare alla ricerca della verità, e perché su temi di questa rilevanza non si aprano grandi filoni di dibattito, come sta accadendo all'estero.
Per concludere, un precedente storico.
L'handling dell'uso del fosforo bianco (o degli agenti chimici di sterminio) ha sempre provocato lo scatto della censura. Naturalmente il riferimento non è all'uso che ne hanno fatto le dittature (quella mussoliniana in Etiopia, quella nazista a Guernica, Varsavia, Coventry, Londra, Saddam Hussein in Iraq).
In un documento del gruppo di censura della stampa del «Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force» (forze di occupazione alleate in Europa nel 1945) si intimava al 21° gruppo di armate di: «far cessare qualsiasi menzione delle bombe al fosforo bianco come armi dirette contro le persone» (15.2.1945). Il riferimento implicito era al bombardamento di Dresda. Un alto ufficiale dell'esercito Usa ha chiesto a Rainews24: «ma voi che esperienza avete di fosforo bianco?». Per fortuna, nessuna. Ma non occorre essere una gallina per accorgersi che un uovo è marcio.

*Caporedattore di Rainews24 (da l'Unità - 13 novembre 2005)