[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 636



 ==============================
NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
==============================
Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 636 del 18 novembre 2017

In questo numero:
1. L'associazione "Respirare" a sostegno della Carovana delle donne per il disarmo nucleare
2. Carovana delle donne per il disarmo nucleare
3. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
4. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" del 25 novembre
5. Franco Restaino: Il femminismo, avanguardia filosofica di fine secolo. Carla Lonzi (parte seconda e conclusiva)

1. SOLIDARIETA'. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" A SOSTEGNO DELLA CAROVANA DELLE DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE

L'associazione "Respirare" dichiara il suo pieno sostegno all'iniziativa della Carovana delle donne per il disarmo nucleare che da lunedi' 20 novembre a domenica 10 dicembre 2017 attraversera' l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu.
L'iniziativa e' promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale.
Grande e' la nostra gratitudine per le donne che hanno promosso questa iniziativa, iniziativa che pienamente condividiamo e ci e' vieppiu' grata giacche' gia' in anni lontani prendemmo intensamente parte al movimento antinucleare e alla vittoriosa lotta contro l'allora costruenda centrale atomica di Montalto di Castro, e la consapevolezza di allora ci anima ancora; e giacche' sappiamo che una e la stessa e' la lotta per la pace, per il disarmo, per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera: e a questa lotta da decenni anche noi dedichiamo - nei limiti delle nostre capacita' - non piccola parte dei nostri pensieri e delle nostre energie.
Che l'iniziativa della Carovana delle donne per il disarmo nucleare possa ottenere l'esito sperato: che anche l'Italia finalmente ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' in cammino.

2. INIZIATIVE. CAROVANA DELLA DONNE PER IL DISARMO NUCLEARE
[Riceviamo e diffondiamo]

Carovana delle donne per il disarmo nucleare da lunedi' 20 novembre a domenica 10 dicembre 2017 promossa dalla Wilpf
Evento nazionale di avvio della Carovana: 19 novembre, ore 10, Livorno, piazza della Repubblica.
La Wilpf Italia ha partecipato, come una delle componenti della societa' civile unite in Ican (Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari), Premio Nobel per la Pace 2017, al lungo percorso diplomatico che si e' concluso con la stesura del Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu (122 paesi). Ora il Trattato e' aperto alle firme e ratifiche da parte degli Stati, ed entrera' in vigore alla 51ma ratifica: ha gia' ottenuto 53 firme e tre ratifiche. Gli Stati nucleari e quelli Nato (ad eccezione dell'Olanda) non hanno partecipato alla Conferenza Onu di New York che ha portato al Trattato, e anche l'Italia era assente.
*
Antefatti: nel nostro paese si e' avviata una Campagna "Bando delle armi nucleari: Italia ripensaci" perche' l'Italia aderisca al Trattato. Il 14 settembre 2017 e' stato inviato alle Istituzioni - Presidente della Repubblica, Presidenti di Camera e Senato, Capo del Governo - una specifica petizione promossa da Disarmisti Esigenti, Wilpf Italia, Comitato No Guerra No Nato, Pax Christi, Ipri-Ccp, Pressenza, Ldu, Accademia Kronos, Energia felice, Fermiamo chi scherza col Fuoco Atomico (Campagna Osm-Dpn), PeaceLink, La Fucina per la Nonviolenza di Firenze, Chiesa Valdese di Firenze, Comitato per la pace, la convivenza, la solidarieta' "Danilo Dolci" di Trieste, Mondo senza guerre e senza violenza.
Nella Petizione (https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminuclearine) si chiede al Governo italiano di firmare il Trattato, avviando previamente il necessario processo di denuclearizzazione del territorio italiano che ospita circa 70 bombe nucleari Usa, stoccate nelle basi militari di Ghedi ed Aviano, e che accoglie, nei suoi 11 porti nucleari, sottomarini a propulsione nucleare con bombe nucleari a bordo. E questo in violazione dell'art. 2 del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) firmato dall'Italia nel 1976. La Petizione ora e' aperta alle firme a livello individuale o collettivo. L'orologio dell'apocalisse nucleare segna due minuti e mezzo alla mezzanotte: e' urgente informare, sensibilizzare e mobilitare la gente perche' comprenda che l'impegno su queste tematiche e' di vitale importanza per ottenere la sicurezza dei territori, per tutelare la salute della cittadinanza nonche' per esigere una economia di pace che e' l'unica che puo' garantire la realizzazione dei diritti oggi negati.
Ruolo delle Donne: il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) sottolinea l'importanza della partecipazione delle donne per l'implementazione del Trattato stesso e questo anche in ragione del fatto che le donne sono le prime vittime delle radiazioni nucleari. Si aggiunge poi il grande potere trasformativo delle donne quando esse agiscono in nome dei diritti collettivi che si ispirano alla giustizia sociale, alla pace e alla tutela dell'ambiente. La Carovana delle donne per il disarmo nucleare sara' un evento inclusivo aperto alla partecipazione di tutti coloro che vogliono impegnarsi per il pieno rispetto della nostra Costituzione, a partire dall'art. 11 che nell'affermare il ripudio della guerra richiede che l'Italia svolga un ruolo attivo nella promozione di politiche di pace.
Durata della Carovana da lunedi' 20 novembre a domenica 10 dicembre 2017: periodo durante il quale nei diversi territori che aderiscono alla Carovana si svolgeranno autonome iniziative di informazione, sensibilizzazione, mobilitazione attorno alla mozione citata.
Partenza: lunedi' 20 novembre 2017 "Giornata Internazionale dei diritti dell'infanzia": il nostro obiettivo e' quello di evidenziare che vogliamo garantire un futuro alle giovani generazioni perche' possano vivere in un mondo liberato della minaccia nucleare.
Chiusura: domenica 10 dicembre 2017 "Giornata Internazionale dei Diritti Umani": il nostro obiettivo e' quello di evidenziare che il disarmo nucleare e' indispensabile per garantire la sicurezza dell'intera umanita' e che le ingenti spese militari devono essere impegnate per investimenti sociali rivolti a garantire il pieno godimento dei diritti (istruzione, sanita', casa, sicurezza dei territori, tutela dell'ambiente, lavoro). In quella data si chiede che una delegazione della Carovana venga ricevuta dal Presidente della Repubblica, in quanto garante della Costituzione.
Partenza congiunta da vari luoghi: non avendo fondi a disposizione, abbiamo pensato alla partenza congiunta della Carovana da alcuni luoghi simbolici: Ghedi e Aviano (le basi militari dove sono stoccate bombe nucleari Usa), Livorno e Pisa (porto nucleare in sinergia con Camp Darby e Hub militare di Pisa), Trieste (porto nucleare), Napoli (porto nucleare e VI Flotta), alcuni siti della Sicilia e della Sardegna e naturalmente tutte le altre realta' territoriali che vorranno partecipare.
La Carovana si muovera' all'interno del proprio territorio durante il periodo 20 novembre - 10 dicembre, con azioni specifiche di cui sotto diamo alcune indicazioni.
*
Attivita'
- Conferenza stampa;
- Incontri con: Comandante della base militare, Presidente dell'autorita' portuale, Sindaco e Prefetto e consegna della Petizione, del Trattato di proibizione delle armi nucleari, Studio dell'Onu sugli effetti delle radiazioni nucleari;
- Presidi cittadini e raccolta di firme per la petizione (https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminuclearine);
- Conferenze, presentazioni di libri sulla tematica, proiezioni di filmati, ecc.;
- Incontri con gli studenti sul tema del pericolo nucleare, presentazione del libro di Carlo Cassola, "La rivoluzione disarmista";
- FlashMob;
- Attivita' di arte per la pace con un focus specifico sul disarmo nucleare e la tutela dell'ambiente;
- Partecipazione alla manifestazione di NonUnaDiMeno in occasione del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
*
Materiali
- Striscione con la scritta "Carovana delle donne per il disarmo nucleare. 20 novembre - 10 dicembre 2017";
- Mostra "Esigete il disarmo nucleare" (esiste in due versioni: 13 pannelli grandi in Pvc oppure 13 locandine plastificate);
- Testo della petizione;
- Testo del Trattato di interdizione delle armi nucleari;
- Libro di Carlo Cassola, "La rivoluzione disarmista", in occasione del centenario della nascita.
*
Per informazioni: Antonia Sani: antonia.baraldi.sani at gmail.com e Giovanna Pagani: gioxblu24 at gmail.com

3. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

4. REPETITA IUVANT. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" DEL 25 NOVEMBRE

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".
Ovunque si realizzino iniziative.
Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.
Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.
Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le violenze.

5. RIFLESSIONE. FRANCO RESTAINO: IL FEMMINISMO, AVANGUARDIA FILOSOFICA DI FINE SECOLO. CARLA LONZI (PARTE SECONDA E CONCLUSIVA)
[Riproponiamo ancora una volta il seguente saggio di Franco Restaino, che riprendiamo dalla rivista telematica "Per amore del mondo", n. 2 (nel sito www.diotimafilosofe.it), precedentemente apparso nel volume Le avanguardie filosofiche in Italia nel XX secolo, a cura di P. Di Giovanni, Franco Angeli, Milano 2002, pp. 269-286]
 
Con queste ultime tematiche entriamo in quello che costituisce lo sviluppo piu' significativo e innovativo del pensiero di Carla Lonzi, preparato da alcuni brevi scritti e attuato nel saggio piu' lungo e organico dal titolo La donna clitoridea e la donna vaginale, del 1971. In questi ultimi scritti teorici l'autrice prende di petto le questioni centrali relative alla sessualita': dalla maternita' all'aborto, dalla critica dell'eterosessualita' "vaginale" imposta dal dominio patriarcale come unica e "naturale" pratica sessuale alla rivendicazione di una sessualita' libera e polimorfa come pratica di autonomia femminile e di liberazione da quel dominio.
Le tesi di fondo di questo aspetto centrale e radicale del pensiero di Carla Lonzi compaiono in forma piu' breve nello scritto Sessualita' femminile e aborto, e in forma piu' lunga e piu' riccamente argomentata nel saggio La donna clitoridea e la donna vaginale. Entrambi gli scritti sono dell'estate 1971.
Il tema dell'aborto, nel primo dei due saggi, viene affrontato in maniera radicale e originale, nel senso che l'autrice rifiuta la rivendicazione politica, rivolta sostanzialmente ai maschi, di legalizzazione dell'aborto, e perviene a proposte che coinvolgono soltanto il mondo femminile, al quale spetta di mettere in pratica quella liberta' sessuale che renda obsoleto il problema della legalizzazione dell'aborto da parte di un parlamento maschile.
Carla Lonzi va subito al cuore del problema con un interrogativo rivolto alle donne e con una risposta articolata che pone le premesse delle conclusioni originali e atipiche, in quel momento, rispetto alla generale richiesta di legalizzazione dell'aborto da parte del movimento femminista: "Le donne abortiscono perche' restano incinte. Ma perche' restano incinte? E' perche' risponde a una loro specifica necessita' sessuale che effettuano i rapporti col partner in modo tale da sfidare il concepimento? La cultura patriarcale non si pone questa domanda poiche' non ammette dubbi sulle leggi 'naturali'. Evita solo di chiedersi se in questo ambito cio' che e' 'naturale' per l'uomo lo e' altrettanto per la donna. (...) Ma noi sappiamo che quando una donna resta incinta, e non lo voleva, cio' non e' avvenuto perche' lei si e' espressa sessualmente, ma perche' si e' conformata all'atto e al modello sessuale sicuramente prediletti dal maschio patriarcale, anche se questo poteva significare per lei restare incinta e quindi dover ricorrere a una interruzione della gravidanza" (pp. 68-69). Le donne sono quindi costrette all'aborto perche' sono costrette a una pratica sessuale, imposta dal sistema patriarcale come unica "naturale", che porta alla gravidanza.
E perche' il sistema patriarcale ha imposto tale pratica sessuale? Questa e' l'altra domanda chiave la cui risposta porta l'autrice alle tesi piu' radicali sulla sessualita'. Secondo la Lonzi alla base della imposizione patriarcale della eterosessualita' vaginale sta il piacere dell'uomo, ricercato e attuato alle spese di quello della donna, esclusa dal piacere in questa pratica: "Nel mondo patriarcale (...) l'uomo ha imposto il suo piacere. Il piacere imposto dall'uomo alla donna conduce alla procreazione ed e' sulla base della procreazione che la cultura maschile ha segnato il confine tra sessualita' naturale e sessualita' innaturale, proibita o accessoria e preliminare. (...) Noi dobbiamo assolutamente intervenire con la coscienza che la natura ci ha dotate di un organo sessuale distinto dalla procreazione e che e' sulla base di questo che noi troveremo la nostra autonomia dall'uomo come nostro signore e dispensatore delle volutta' alla specie inferiorizzata, e svilupperemo una sessualita' che parta dal nostro fisiologico centro del piacere, la clitoride" (p. 69).
Prima di passare, nel saggio successivo sulle due categorie di donna, alle tesi piu' generali e radicali fondate sulla distinzione tra sessualita' vaginale imposta e sessualita' clitoridea libera, la Lonzi conclude le sue considerazioni su sistema patriarcale, sessualita' vaginale, concepimento e aborto, evidenziando le conseguenze ultime, sulla donna, della sessualita' "naturale" imposta dal piacere maschile: "Il concepimento dunque e' frutto di una violenza della cultura sessuale maschile sulla donna, che viene poi responsabilizzata di una situazione che invece ha subito. Negandole la liberta' di aborto l'uomo trasforma il suo sopruso in una colpa della donna. Concedendole tale liberta' l'uomo la solleva della propria condanna attirandola in una nuova solidarieta'" (p. 70). Queste due ultime frasi indicano una profonda consapevolezza, da parte di una donna "liberata", della complessita' del problema relativo al concepimento, alla gravidanza, all'aborto, e preannunciano la proposta di autonomia "radicale" della donna, e delle sue pratiche sessuali e di piacere, dal dominio patriarcale: dominio che non si limita a "provocare" gravidanze non volute dalla donna, ma giunge alla colpevolizzazione della donna e addirittura alla perpetuazione di quel dominio sia negandole sia concedendole la liberta' di abortire. Sia il concepimento sia l'aborto, nel sistema patriarcale, appaiono "gestiti" dall'uomo: "Sotto questa luce la legalizzazione dell'aborto chiesta al maschio ha un aspetto sinistro poiche' la legalizzazione dell'aborto e anche l'aborto libero serviranno a codificare le volutta' della passivita' come espressione del sesso femminile e a rafforzare cio' che sottintendono e cioe' il mito dell'atto genitale concluso dall'orgasmo dell'uomo nella vagina" (p. 71).
E' a questa situazione, perdurante da migliaia di anni, che la Lonzi si ribella a nome di tutte le donne schiavizzate dal sistema patriarcale; ed e' a questa situazione che essa contrappone una possibile via d'uscita proprio a partire dalla sfera della sessualita', affermando che la donna "gode di una sessualita' esterna alla vagina, dunque tale da poter essere affermata senza rischiare il concepimento" (p. 70). La donna puo' e deve mirare, per liberarsi dal dominio patriarcale che trova il suo fondamento nella sfera della sessualita', a una civilta' in cui si pratichi una libera sessualita' polimorfa; una sessualita' cioe' non vincolata all'eterosessualita' vaginale con finalita' o conseguenze procreative, ma tale per cui "da luogo della violenza e della volutta' [maschile] la vagina diventa, a discrezione, uno dei luoghi per i giochi sessuali. In tale civilta' apparirebbe chiaro che i contraccettivi spettano a chi intendesse usufruire della sessualita' di tipo procreativo, e che l'aborto non e' una soluzione per la donna libera, ma per la donna colonizzata dal sistema patriarcale" (p. 75).
*
Dalle premesse poste nel breve saggio su Sessualita' femminile a aborto muove lo sviluppo organico del pensiero di Carla Lonzi realizzato nel piu' noto saggio La donna clitoridea e la donna vaginale. In esso l'autrice perviene a conclusioni radicali, alla esaltazione di un libertarismo sessuale della donna, alquanto "inattuale" nel momento in cui venne proposto, ma in linea con alcune delle posizioni piu' radicali e piu' avanzate che a livello internazionale venivano proposte anche se non largamente condivise (9). Soltanto qualche anno dopo, con l'emergere pubblico del dibattito sull'omosessualita' femminile e con la rivendicazione di questa quale vera pratica di liberazione dal sistema patriarcale, le tesi di Carla Lonzi avrebbero avuto una qualche eco (10).
Il saggio della Lonzi si presenta anche con aspetti "didattici", nel senso che spiega in termini elementarissimi, con estrema chiarezza, la "meccanica" fisiologica della sessualita' femminile, dei suoi organi, dei suoi modi e dei suoi diversi tipi di piacere e di orgasmo, utilizzando anche illustrazioni sui dettagli fisiologici e anatomici, per muovere verso un discorso teorico e di rivendicazione culturale e politica di estrema radicalita'.
Premesso che "il sesso femminile e' la clitoride, il sesso maschile e' il pene"; che "la vagina e' la cavita' del corpo femminile che accoglie lo sperma dell'uomo e lo inoltra nell'utero affinche' avvenga la fecondazione dell'ovulo"; che "il momento in cui il pene dell'uomo emette lo sperma e' il momento del suo orgasmo"; che "nell'uomo dunque il meccanismo del piacere e' strettamente connesso al meccanismo della riproduzione"; la Lonzi individua e indica subito la "differenza" essenziale tra la sessualita' maschile e quella femminile: "Nella donna meccanismo del piacere e meccanismo della riproduzione sono comunicanti [cioe' la clitoride e' vicina ma non identica alla vagina], ma non coincidenti" (p. 77). Ma questa differenza e' stata negata dalla pratica eterosessuale vaginale imposta dal sistema patriarcale, che ha negato autonomia e legittimita' al piacere clitorideo, condannandolo come innaturale o come infantile (Freud) e in alcuni casi negandolo alla radice (la Lonzi aveva fatto riferimento, in pagine precedenti, alle pratiche di clitoridectomia in alcune aree del mondo islamico).
Ora, continua la Lonzi, "la donna si chiede: su quale base si e' postulato che il piacere clitorideo esprime una personalita' femminile infantile e immatura? Forse perche' esso non risponde al modello sessuale procreativo. Ma il modello procreativo non e' quello in cui si e' cristallizzato il rapporto eterosessuale - anche quando il fine procreativo viene accuratamente evitato - secondo la netta preferenza del pene-egemone? Dunque il piacere clitorideo deve il suo discredito al fatto di non essere funzionale al modello genitale maschile" (p. 81). La donna e' stata costretta, nel sistema patriarcale di ultramillenaria durata, ad accettare e a introiettare anche sul piano psichico il primato, anzi il carattere esclusivo, della eterosessualita' vaginale, funzionale al piacere e al dominio maschili. La via della liberazione della donna passa per il rifiuto di questa eredita' codificata da tutte le forme di ideologia e divenuta patrimonio psichico della stessa donna, passa per la "conquista" della sessualita' clitoridea, unanimemente condannata e demonizzata nel sistema patriarcale: "Per godere pienamente dell'orgasmo clitorideo la donna deve trovare un'autonomia psichica dall'uomo. Questa autonomia psichica risulta cosi' inconcepibile per la civilta' maschile da essere interpretata come un rifiuto dell'uomo, come presupposto di una inclinazione verso le donne. Nel mondo patriarcale dunque le viene riservato in piu' l'ostracismo che si ha per tutto cio' che si sospetta un'apertura all'omosessualita'" (p. 83).
A questo punto Carla Lonzi puo' proporre la contrapposizione che da' il titolo al saggio e che costituisce l'alternativa di fronte alla quale le donne devono operare la loro scelta essenziale: per o contro il sistema patriarcale, per o contro la liberta' della donna e la liberazione da quel sistema: "Dal punto di vista patriarcale la donna vaginale e' considerata quella che manifesta una giusta sessualita' mentre la clitoridea rappresenta l'immatura e la mascolinizzata, per la psicoanalisi freudiana addirittura la frigida. Invece il femminismo afferma che la vera valutazione di queste risposte al rapporto col sesso che opprime e' la seguente: la donna vaginale e' quella che, in cattivita', e' stata portata a una misura consenziente per il godimento del patriarca mentre la clitoridea e' una che non ha accondisceso alle suggestioni emotive dell'integrazione con l'altro, che sono quelle che hanno presa sulla donna passiva, e si e' espressa in una sessualita' non coincidente col coito" (pp. 83-84).
Tutto il saggio ruota su questa contrapposizione, affrontata con l'analisi dei suoi aspetti fisiologici, psichici, sociali (l'istituzione matrimonio e la necessita', per la donna liberata, di uscirne). Largo spazio e' dedicato alla critica della psicoanalisi nelle versioni di Freud e di Reich. La Lonzi non accetta l'identificazione di donna clitoridea e di donna omosessuale. Il rifiuto dell'eterosessualita' fondata e codificata sulla penetrazione vaginale non e' il rifiuto dell'eterosessualita'. La Lonzi insiste anzi sul fatto che la vagina, per quanto sia organo erogeno "moderato", costituisce uno dei possibili luoghi di "giochi" erotici e sessuali con l'uomo. L'autrice non rifiuta il rapporto sessuale della donna con l'uomo, ma il carattere "passivo" di tale rapporto, per cui "per provare l'orgasmo durante il coito la donna deve avere dell'uomo un'idea che trascenda l'idea che essa ha di se stessa e convincersi di stare con un uomo all'altezza dell'alta idea che essa ha dell'uomo" (p. 108).
La Lonzi mira a una liberazione della donna che comporti non piu' la passivita' nel rapporto sessuale con l'uomo ma la liberta' di iniziativa, la "rinegoziazione" del rapporto eterosessuale: "Nella seduta amorosa la donna non deve aspettare dall'uomo delle maldestre iniziative sulla clitoride che la disturbano, ma deve mostrare lei stessa quale e' la carezza ritmica preferita che, ininterrotta, la porta al punto del godimento. Il rapporto con una donna che vuole il piacere clitorideo come piacere sessuale in proprio non presuppone una tecnica e gesti erotici inusitati, ma un diverso rapporto tra soggetti che riscoprono le loro fonti del piacere e i gesti ad esse convenienti. L'uomo deve sapere che la vagina e', per la donna, una zona moderatamente esogena e adatta ai giochi sessuali, mentre la clitoride e' l'organo centrale della sua eccitazione e del suo orgasmo" (p. 113).
Va da se' che tutte le forme di erotismo e di autoerotismo devono essere a disposizione della donna liberatasi dal dominio patriarcale. Nello scritto precedente la Lonzi aveva indicato nella libera sessualita' polimorfa l'orizzonte della nuova donna liberata. In questo piu' organico saggio ripropone in forme piu' riccamente sviluppate questo tema, esteso a tutti gli esseri umani, compresi i bambini (nel Manifesto di un anno prima aveva scritto: "Sono un diritto dei bambini e degli adolescenti la curiosita' e i giochi sessuali", p. 16): "Il sesso e' una funzione biologica essenziale dell'essere umano e vive di due momenti: uno personale e privato che e' l'autoerotismo, uno di relazione che e' lo scambio erotico con un partner" (p. 113). Anche l'autoerotismo e' quindi una delle forme "essenziali" di quella funzione biologica che e' il sesso, e anche in questa sfera la donna e' stata "inferiorizzata" dal sistema patriarcale: "L'interdizione all'autoerotismo ha colpito duramente la donna poiche' non solo l'ha privata o l'ha disturbata in questa realizzazione di se', ma anche l'ha consegnata inesperta e colpevolizzata al mito dell'orgasmo vaginale che per lei e' diventato 'il sesso'" (ivi).
Nella parte finale del saggio Carla Lonzi evita di presentare la donna clitoridea, liberata dal sistema patriarcale, come qualcosa di eccezionale, di eroico, da esaltare; anzi ritiene che la donna clitoridea debba essere la donna "normale" in una civilta' nella quale sia stato sconfitto il sistema patriarcale senza per questo mirare a un idealizzato e utopico sistema matriarcale. Una donna normale di fronte a un uomo normale: entrambi esseri sessuati, ma con le loro "differenze" da valorizzare e non da mortificare al servizio dell'uno/a o dell'altro/a: "La donna clitoridea non ha da offrire all'uomo niente di essenziale, e non si aspetta niente di essenziale da lui. Non soffre della dualita' e non vuole diventare uno. Non aspira al matriarcato che e' una mitica epoca di donne vaginali glorificate. La donna non e' la grande-madre, la vagina del mondo, ma la piccola clitoride per la sua liberazione. Essa chiede carezze, non eroismi; vuole dare carezze, non assoluzione e adorazione. La donna e' un essere umano sessuato. (...) Non e' piu' l'eterosessualita' a qualsiasi prezzo, ma l'eterosessualita' se non ha prezzo" (p. 118). E quel che fa la differenza, nei due tipi di sessualita' ed eterosessualita', e' la passivita' o l'assenza di questa: "La passivita' non e' l'essenza della femminilita', ma l'effetto di un'oppressione che la rende inoperante nel mondo. La donna clitoridea rappresenta il tramandarsi di una femminilita' che non si riconosce nell'essenza passiva" (p. 134).
*
Qui possiamo dar termine al nostro contributo, che voleva essere prevalentemente informativo e che per tale motivo ha abbondato in riferimenti testuali numerosi e talvolta lunghi. Il pensiero di Carla Lonzi e' legato a un momento iniziale e radicale del femminismo, italiano e internazionale. Esso presenta forti momenti di originalita' e tratta temi che negli anni successivi avrebbero avuto sviluppi teorici riccamente diversificati, sia in Italia sia fuori d'Italia. Non e' un pensiero conosciuto o studiato nella filosofia fatta secondo il genere maschile. Non e' questo, pero', un limite di quel pensiero, ma di quella filosofia, che tarda ancora a prendere atto del fatto che il pensiero delle donne, dopo la Lonzi e grazie anche ad essa, ha raggiunto livelli di approfondimento e di ampiezza tematica, sia sul piano teorico sia su quello storiografico, che potrebbero portare nuova linfa ad una filosofia nel suo complesso vivacchiante da un po' di anni senza dare segni di una qualche originalita' (11).
*
Note
9. La tematica relativa alla differenza tra pratiche sessuali centrate sulla vagina e quelle centrate sulla clitoride veniva proposta in un brevissimo scritto di Anne Koedt, circolato in forma di ciclostilato nel 1968 e pubblicato nel 1970 in una dimensione piu' lunga, dal titolo The Myth of the Vaginal Orgasm. Lo si trova nelle pp. 64-66 del volume gia' citato a cura di B. A. Crow, Radical Feminism, oltre che nelle pp. 333-343 del volume curato da M. Schneir, The Vintage Book of Feminism, Vintage, London 1994 (in questo volume lo scritto viene inquadrato nel dibattito aperto nel 1966 dal celebre libro inchiesta di W. H. Masters, V. E. Johnson, Human Sexual Response, nel quale per la prima volta si rendeva noto al grande pubblico che Freud e tutta la tradizione sessuologica avevano sbagliato nell'individuare la fonte del piacere e dell'orgasmo femminili nella vagina anziche' nella clitoride, fonte di piacere, secondo Freud, soltanto per la bambina e l'adolescente, la cui sessualita' avrebbe raggiunto la piena maturita' soltanto con il piacere e l'orgasmo vaginali; Freud concludeva anche che la frigidita' femminile dipendeva dal non voler abbandonare la fase clitoridea e dal rifiutare il rapporto con il maschio nella fase della penetrazione vaginale). Lo scritto di A. Koedt e' rivolto principalmente a confutare le tesi di Freud, e in questo compito e' stato molto efficace e fortunato in ambito femminista.
10. Su questo dibattito e sulla bibliografia relativa mi permetto di rinviare al gia' citato vol. di F. Restaino, A. Cavarero, Le filosofie femministe.
11. Su questa sordita' della filosofia "maschile" rispetto ai contributi teorici provenienti dalla filosofia "femminile" e femminista mi permetto di rinviare al mio articolo Femminismo e filosofia: contro, fuori o dentro?, in "Rivista di storia della filosofia", LVI, 2001, n. 3, pp. 455-472.

==============================
NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
==============================
Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 636 del 18 novembre 2017

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Gli unici indirizzi di posta elettronica utilizzabili per contattare la redazione sono: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com