[Nonviolenza] Una persona, un voto. 65



 

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UNA PERSONA, UN VOTO

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Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 65 del primo aprile 2017

 

In questo numero:

1. Fermare il femminicidio, sconfiggere il maschilismo, liberare l'umanita'

2. In corso il XXV congresso del Movimento Nonviolento

3. Pasquale Pugliese e Mao Valpiana: Noi siamo le nostre relazioni. Relazione introduttiva al XXV congresso del Movimento Nonviolento

4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

5. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile

6. "Il cuore della democrazia". Una richiesta ai gruppi dirigenti dei movimenti politici democratici

7. Quattro bozze di lettere: ai parlamentari, agli enti locali, ai mass-media, a movimenti e associazioni

8. Breve litania della nonviolenza

9. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare

 

1. LE ULTIME COSE. FERMARE IL FEMMINICIDIO, SCONFIGGERE IL MASCHILISMO, LIBERARE L'UMANITA'

 

Il maschilismo e' la prima radice di tutte le violenze.

Solo sconfiggendo il maschilismo si puo' riuscire ad abolire la guerra e il razzismo, ogni oppressione ed ogni violenza, ogni menzogna ed ogni ingiustizia.

Il movimento di liberazione delle donne e' la corrente calda e l'esperienza storica decisiva della nonviolenza in cammino.

 

2. INCONTRI. IN CORSO IL XXV CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo]

 

Congresso nazionale del Movimento Nonviolento

"Coerenza, continuita', convinzione. La nonviolenza oggi"

Si svolge da venerdi' 31 marzo a domenica 2 aprile il XXV Congresso nazionale del Movimento Nonviolento. Fondato nel 1962 da Aldo Capitini, il Movimento celebra i suoi 55 anni con questo importante incontro di tre giorni a Roma, cui parteciperanno nonviolenti da tutta Italia.

Il primo appuntamento e' venerdi' 31 marzo alle ore 16,30 al cippo dedicato a Giacomo Matteotti (lungotevere Arnaldo da Brescia, angolo via degli Scialoja) per una commemorazione del deputato socialista e antimilitarista assassinato dai fascisti, con la testimonianza di Daniele Lugli.

Poi alle ore 18  nella sede del Partito Radicale in via di Torre Argentina 76, ci sara' il convegno "Migrazioni e conflitti. Politiche per la citta' aperta", un dialogo tra il senatore Luigi Manconi, il presidente emerito Daniele Lugli ed il vignettista Mauro Biani, moderato da Mao Valpiana direttore di Azione nonviolenta.

Sabato primo aprile mattina il Congresso si svolgera' nella Sala dei Salesiani in via Marsala 42, e l'apertura sara' affidata al sociologo e docente emerito Franco Ferrarotti. Seguiranno i saluti istituzionali (gia' pervenuti quelli del Vaticano, del Senato, della Regione e del Comune Roma Capitale), dei politici (presenti deputati del Pd, di Sinistra italiana e del Movimento 5 stelle, esponenti dei Verdi) e dei molti ospiti che si sono gia' annunciati (tra cui il Sindaco di Messina Renato Accorinti, il critico Goffredo Fofi, le pacifiste e femministe storiche Lidia Menapace e Giancarla Codrignani, i giornalisti e ricercatori Enrico Piovesana e Lorenzo Guadagnucci, i rappresentanti dell'Anpi e dell'Aned, e i portavoce di Rete della Pace, del Tavolo interventi civili di pace, della Rete per il Disarmo, della Conferenza nazionale degli Enti di Servizio civile, ecc.).

Temi centrali del dibattito tra gli aderenti al Movimento saranno: le campagne contro le spese militari e per la difesa nonviolenta, la crisi della politica, le migrazioni e i conflitti, le iniziative per la legalita', l'ambiente, i diritti; la costruzione dell'Europa come potenza di pace, il rilancio del movimento pacifista e contro la guerra; gli strumenti dell'azione nonviolenta e la crescita della cultura della nonviolenza; le politiche territoriali per le citta' accoglienti e aperte.

Dopo l'introduzione "Noi siamo le nostre relazioni" del presidente Mao Valpiana e del segretario Pasquale Pugliese, i lavori proseguiranno con tre Commissioni di lavoro sui temi: Esperienze educative per la nonviolenza; Un'altra difesa e' possibile; La forza preziosa dei piccoli gruppi.

Pur essendo un'organizzazione minoritaria, il Movimento Nonviolento in questi anni di crisi del movimento pacifista e' diventato sempre di piu' punto di riferimento e di servizio di un'area piu' ampia, svolgendo un ruolo importante nella campagna nazionale Un'altra difesa e' possibile per l'istituzione della Difesa civile non armata e nonviolenta, con una proposta di legge giunta gia' all'attenzione della Commissione Difesa della Camera.

Nel drammatico scenario internazionale e nazionale, nel quale non si e' mai speso tanto per preparare e fare le guerre, il compito del Movimento Nonviolento oggi e' di far entrare il tema essenziale della costruzione della pace con mezzi pacifici nell'agenda della politica.

La domenica 2 aprile sara' dedicata ancora al dibattito cui seguiranno l'approvazione delle mozioni e l'elezione dei nuovi organi del Movimento.

Tutti i lavori saranno seguiti da Radio Radicale e trasmessi in diretta streaming sui social del Movimento Nonviolento.

Per informazioni: www.azionenonviolenta.it  tweet: @movnonviolento pagina FB: Movimento Nonviolento

Durante il Congresso, contatti stampa: 3482863190 e 3389463352

 

3. DOCUMENTAZIONE. PASQUALE PUGLIESE E MAO VALPIANA: NOI SIAMO LE NOSTRE RELAZIONI. RELAZIONE INTRODUTTIVA AL XXV CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

 

La nostra memoria

Dedichiamo questa relazione a Piero Pinna, cofondatore, con Aldo Capitini ed altri pochi amici, del nostro Movimento. Piero ci ha lasciati un anno fa e questo e' il primo congresso che celebriamo in sua compresenza e sentiamo il suo sguardo benevolo accompagnarci.

Pur con la riconoscenza che dobbiamo ai pionieri della nonviolenza, non vogliamo rimanere imbrigliati nella nostalgia del passato, sappiamo che tocca a noi ora scrivere pagine nuove da mettere su quel conto che la nonviolenza ha aperto in ogni paese, in cui ciascuno puo' depositare via via impegni e iniziative.

Vogliamo farlo a partire da questo congresso, che sapra' dire parole nuove ma nel solco di una storia dalla quale discendiamo.

Usiamo proprio le parole di Pinna: "La cosa fondamentale non e' la conoscenza del metodo come il possesso di uno strumento, ma cio' che e' nell'animo, cioe' l'apertura allo spirito della nonviolenza. Che e' questo spirito? Capitini lo condensa in una formula: "Nonviolenza e' apertura [cioe' interesse, appassionamento, amore] all'esistenza, alla liberta' e allo sviluppo di ogni essere"; apertura radicata nel "sentimento dell'unita' amorevole di tutti", operante verso tutte le persone "nella loro individualita' singola e distinta". E' per un verso la determinazione di non danneggiare alcuna creatura vivente, dall'altro verso la volonta' di assecondarne lo sviluppo nel bene, nel meglio. Un modo di fare dunque radicalmente altro da quello corrente, dominato dall'egoismo, dalla divisione e dalla violenza".

Questo e' l'orizzonte. Ringraziamo Pietro Pinna per tutto quello che ci ha insegnato, per la "coerenza, continuita', convinzione" che ha testimoniato con la sua vita.

Cosi' come vogliamo ringraziare anche Nanni Salio, che se ne e' andato troppo presto. Di lui ci manchera' la lucidita', la capacita' di analisi, la lungimirante visione, e ancora la "coerenza, continuita', convinzione". Nanni ci aveva salutati in apertura e chiusura del nostro precedente XXIV congresso di Torino.

Ringraziamo anche Fulvio Cesare Manara, che pure ci ha lasciati nel 2016, studioso raffinato, umile, appassionato; a lui dobbiamo moltissimo per i suoi lavori divulgativi e gli insegnamenti su Gandhi e la nonviolenza.

Ricordiamo Piero, Nanni, Fulvio, perche' sono doni vivi dati a noi, ed e' nostro debito trasmetterne lo spirito; consapevoli della loro compresenza nel nostro lavoro di questi due giorni.

Come scriveva Alexander Langer in Minima personalia: "Tra le maggiori fortune che mi sono state date in sorte, considero i rapporti con le tante e diverse persone che ho potuto incontrare e conoscere [...] vivo come una delle mie maggiori ricchezze gli incontri gia' familiari o nuovi che siano che la vita mi dona"... cosi' e' anche per il nostro Movimento, che vive attraverso le relazioni che ha saputo costruire, e che oggi vogliamo valorizzare.

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Tre anni intensi

Questi ultimi tre anni che ci separano dal congresso di Torino sono stati tra i piu' densi d'inziativa politica del Movimento Nonviolento. Il 25 aprile del 2014, all'Arena di pace e disarmo, straordinaria manifestazione politica, lanciavamo la campagna "Un'altra difesa e' possibile" raccogliendo intorno ad essa le sei Reti che la sostengono, il lavoro dei comitati locali e le cinquantamila firme dei cittadini che hanno consentito alla proposta di legge di approdare al Parlamento, dove ha raccolto anche le firme dei 74 deputati, che hanno cosi' avviato l'iniziativa parlamentare ed ottenuto l'incardinamento nelle Commissioni parlamentari. Poi il lancio della seconda fase, con gli Stati generali della difesa civile non armata e nonviolenta, a Trento il 3 e 4 novembre 2016, fino alle ventunomila cartoline indirizzate ai deputati che abbiamo da poco consegnato al Presidente della Commissione difesa con la richiesta della calendarizzazione della discussione. In tre anni abbiamo fatto un lavoro importante raggiungendo tutti gli obiettivi. Ora dobbiamo definire e lanciare la terza fase della Campagna, fino al conseguimento del risultato.

Pur essendo da sempre un'organizzazione piccola sul piano meramente quantitativo, il Movimento Nonviolento in questi anni di crisi del "movimento pacifista" e' diventato sempre di piu' punto di riferimento e di servizio di un'area piu' ampia, svolgendo un ruolo di equilibrio rispetto alle diverse anime della campagna Un'altra difesa e' possibile e di traino rispetto a contenuti e passaggi organizzativi: svolgiamo il ruolo di coordinamento della Campagna e la segreteria organizzativa e' presso la nostra sede nazionale.

E' in questo ambito che abbiamo favorito la promozione dell'Osservatorio sulle spese militari italiane; abbiamo deciso di sostenere la nascita e il lavoro di MILeX perche' convinti che la ricerca della verita' sui numeri e i costi della spesa militare sia gia' pratica di nonviolenza.

Segnaliamo anche la nostra partecipazione attiva all'edizione 2016 del Festival Filosofia di Modena con la mostra "Senza Offesa". Strategie di opposizione nonviolenta. Oltre all'orgoglio di essere stati riconosciuti come interlocutori filosofici del Festival, ci resta la bella mostra sulla nostra storia ora a disposizione di tutto il Movimento per ulteriori suoi utilizzi didattici. Questo nostro ruolo anche "filosofico", cioe' di elaborazione e divulgazione del pensiero nonviolento, intrecciato con la prassi, l'abbiamo svolto anche contribuendo fattivamente al giro dell'amico Giuliano Pontara di presentazione in Italia del suo recente lavoro Quale pace?.

Infine i documenti politici del Movimento - dalle ragioni di dissenso rispetto alla marcia Perugia-Assisi 2016, alle nostre riflessioni in merito di referendum costituzionale - hanno avuto un'importante circolazione in rete e sono stati considerati elemento di riflessione in ambiti piu' larghi.

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Il movimento per la pace

Ancor oggi nel cosiddetto generico "movimento per la pace" c'e' chi ha nostalgia delle grandi manifestazioni che per decenni hanno rincorso le guerre senza riuscirne a fermare nessun cacciabombardiere, a partire da quella storica del 15 febbraio del 2003, quando milioni di persone scesero in piazza contemporaneamente in tutto il pianeta per dire "No alla guerra in Iraq", al punto che il "New York Times" defini' quel movimento la seconda "superpotenza". Fu il momento di massima forza del movimento per la pace, globalmente inteso, ma anche di massima debolezza, non riuscendo a ritardare di un giorno l'invasione pretestuosa dell'Iraq, dimostrando l'inefficacia dell'impegno solo reattivo.

Oggi questo movimento e' obbligato a confrontarsi con cio' che papa Francesco chiama "terza guerra mondiale diffusa", ed ha il suo tragico emblema nella guerra in Siria, che ha fatto emergere in tutta la sua drammatica confusione il problema dell'identita' del cosiddetto "movimento per la pace" (quel movimento che Nanni Salio definiva "il movimento che non c'e'", perche' composto da soggetti eterogenei che non hanno la costruzione della pace come obiettivo specifico, ma solo come aspirazione generica, parziale, temporanea, sempre subordinata ad altre priorita').

Per esplicitare il nostro pensiero, prendiamo a prestito parole di Pietro Pinna:

il grande e variegato Movimento della pace e' indubbiamente meritevole, generoso, nobile nelle intenzioni, ma immancabilmente inconsistente ed effimero nei fatti. Cio' perche', inattivo e silente in un dormiveglia prolungato, ne viene destato soltanto all'approssimarsi della guerra, mobilitato ora a contrastarne la minaccia con un profluvio di proclami, appelli, prese di posizione ecc. Ma come sempre ad ogni guerra e' dato tristemente di registrare, finisce quel contrasto pacifista, nella sua tardiva e mera protesta verbale, per risultare di una penosa assoluta scontata inconcludenza, pari a quella di voler arrestare un ciclone con una reticella da farfalle.

Insomma, se vero pacifismo dev'essere, se vogliamo definitivamente affossare la guerra ("la piu' grande trasformazione che abbia mai avuto la storia umana" asseriva Norberto Bobbio), essa va combattuta all'origine, nella lotta qui ed ora contro l'installazione del suo strumento essenziale, l'esercito. Altrimenti avremo, come sempre e' stato, e' e continuera' ad essere, la guerra.

Abbiamo insistito su questo nodo del movimento per la pace, per un semplice motivo: perche' ci sta molto a cuore e ci sentiamo ad esso legati fraternamente. E' per questo che il Movimento Nonviolento partecipa attivamente alla Rete della Pace, fin dalla sua costituzione. Confermiamo qui il nostro ruolo in Rete Pace, pur se in alcuni momenti i nostri giudizi si sono differenziati, come ad esempio rispetto alla partecipazione alla Marcia Perugia-Assisi dell'ottobre scorso. Non vogliamo dilungarci sulla questione (rimandiamo a quanto gia' scritto nel nostro documento specifico), ma siamo convinti che dopo piu' di 50 anni, sarebbe il momento di fare una valutazione collettiva ed anche ripensare ai modi di comunicazione e di espressione del piu' vasto movimento. Marciare in corteo da Perugia ad Assisi nel 1961 era un fatto assolutamente innovativo e rivoluzionario; continuando a farlo ogni due anni si cade nell'inefficace ritualita'. Chiediamo ancora, quindi, una riflessione profonda e critica sul senso della Marcia oggi, come forma collettiva di azione nonviolenta orientata a precisi obiettivi politici. Non possiamo piu' permettere che all'opinione pubblica venga presentato un movimento per la pace inadeguato, autoreferenziale, inconcludente, non all'altezza delle sfide del nostro tempo.

Emerge ancora una volta, dunque, l'urgenza della costruzione di un vero movimento per la pace, nazionale e internazionale.

Da parte nostra lanciamo la proposta della convocazione di una importante iniziativa politica nonviolenta nazionale nel 2018 in vista di tre date simboliche: il 2 ottobre, Giornata della nonviolenza, il 16 ottobre, cinquantesimo della morte di Capitini, e il 4 novembre, centenario della fine della prima guerra mondiale; con le altre Reti della Campagna possiamo forse pensare ad una seconda edizione dell'Arena di pace e disarmo, una assemblea per "voltare pagina", per chiudere un secolo di storie di guerre e per inaugurare il tempo della Difesa civile non armata e nonviolenta.

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La politica

C'e', nel Paese, un grave problema politico che evidentemente deriva da un problema culturale.

Populismo, leaderismo, demagogia, voglia di uomini forti al comando, sfiducia nella democrazia e nelle istituzioni, giustizialismo fai da te, etc. costituiscono nell'insieme uno scenario molto preoccupante. La debolezza della politica emerge anche dalla rincorsa al costante rinnovamento senza contenuti di vero cambiamento, dalla continua frammentazione e nascita di nuove formazioni, senza riferimenti ideali.

Non esiste una politica che si incarna nell'uomo della provvidenza, se manca il quale tutto salta. La politica e' necessariamente un processo collettivo, dove si puo' raggiungere oggi quello che si e' preparato ieri. Un processo politico deve avere il tempo di sperimentarsi e radicarsi nel territorio. Anche qui sono assolutamente necessarie "coerenza, continuita', convinzione".

Anche il nostro Movimento e' un soggetto politico, seppur non partitico - poiche' l'impegno per la Polis ha una dimensione ben piu' ampia della sola rappresentanza istituzionale - svolgendo nella sua storia ultra-cinquantennale anche un'importante funzione pre-politica, di formazione ed educazione alla politica, tramite le proprie campagne, anche con momenti di apertura e aggiunta verso partiti che dimostravano interesse per la nonviolenza (dai Radicali ai Verdi, a Rifondazione). In questa fase, non c'e' alcun partito - neanche nella riorganizzazione in corso della sinistra - che abbia posto il disarmo, la riconversione sociale delle spese militari e civile dell'industria bellica, la costruzione delle alternative alla guerra, a fondamento della sua azione politica. Tuttavia sappiamo individuare singoli esponenti di partiti con i quali collaboriamo proficuamente o particolari lodevoli esperienze amministrative locali.

Nel drammatico scenario internazionale e nazionale, nel quale non si e' mai speso tanto per preparare e fare le guerre, il nostro compito oggi e' di far entrare il tema essenziale della costruzione della pace con mezzi pacifici nell'agenda della politica. Una nostra aggiunta specifica puo' essere quella di "scuole della nonviolenza politica". I nostri centri territoriali siano anche palestre dove formare cittadini attivi all'azione diretta nonviolenta, alla disobbedienza civile, alla non collaborazione, all'obiezione di coscienza, soprattutto tramite le campagne culturali di tipo pratico nelle quali il Movimento si impegna.

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I nostri strumenti

I risultati fino ad oggi raggiunti, sono dovuti principalmente al lavoro collettivo che Direttivo e Comitato di Coordinamento hanno saputo svolgere. Ma questo lavoro non sarebbe possibile se alle loro spalle non vi fosse il lavoro quotidiano dei nostri Centri territoriali. Oltre alla tenuta dei gruppi storici (Torino, Brescia, Verona, Ferrara, Reggio Emilia, Livorno) dobbiamo registrare positivamente la crescita ed il consolidamento dei Centri di Fiumicino, di Modena e l'avvento del nuovo gruppo di Mantova, cosi' come l'importante lavoro di singole persone che, costituendo praticamente un centro personale, riescono comunque a sostenere importanti iniziative territoriali a Trento, a Mestre, a Bari. Infine segnaliamo il lavoro regionale in Sardegna, che ruota attorno alla bella esperienza della Casa per la pace di Ghilarza, e la nostra sede "all'estero" con il gruppo svizzero di Bellinzona. E' cosi' che il Movimento Nonviolento cresce.

Vi sono poi i rapporti che il Movimento Nonviolento intrattiene con le reti o coordinamenti di cui fa parte.

Facciamo parte del Tavolo interventi civili di pace (grazie a Daniele Taurino) e alla Rete Ipri-ccp (grazie a Rocco Pompeo); siamo partner della Rete italiana Disarmo (grazie a Massimilano Pilati) e della Rete della Pace (grazie a Mao Valpiana); siamo osservatori nella Conferenza nazionale degli Enti di Servizio Civile (grazie a Daniele Lugli); collaboriamo attivamente con la Fondazione Alexander Langer Stiftung (grazie a Caterina Del Torto); partecipiamo alla vita internazionale del Beoc, il Bureau europeo per l'obiezione di coscienza (grazie a Martina Lucia Lanza, che segue anche, ma vorremo poter fare di piu', le attivita' della War Resisters' International di cui siamo sezione italiana).

A questo risultato aggiungiamo un uso piu' consapevole dei nostri mezzi di comunicazione. Azione nonviolenta - compiuti i 50 anni con la festa popolare a Modena nell'estate del 2014 - e' diventata un bimestrale di approfondimento e formazione con numeri monografici che svolgono un'importante funzione culturale e formativa (grazie alla redazione coincidente con il Coordinamento del Movimento Nonviolento e al gruppo di lavoro dei giovani del Litorale romano). Ad essa abbiamo affiancato l'edizione on line Azionenonviolenta.it che sta sul confronto quotidiano, rilanciando notizie, articoli e comunicati nostri e delle reti delle quali facciamo parte. Infine, anche le pagine social collegate al Movimento - Movimento Nonviolento, Azione nonviolenta, Aldo Capitini - pur non avendo numeri da grande organizzazione, sono in crescita costante.

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Migrazioni ed Europa

Il tema con il quale abbiamo voluto aprire questo congresso e' la sfida che la nonviolenza dovra' affrontare nei prossimi anni: Migrazioni e conflitti. Politiche per la citta' aperta. In un flusso contrario rispetto a quello dell'esportazione di armi, masse di profughi fuggono da guerre, terrorismi, poverta' e cambiamento climatico, muovendo verso l'Europa, che alza muri e riscopre i fascismi. Lo scenario e' inquietante, ma la nonviolenza e' forse l'unico punto di vista che puo' offrire soluzioni positive. Ci vengono in aiuto parole profetiche di Langer: "L'Europa oggi non e' piu' scontata: l'avanzata dei nazionalismi e di ogni genere di esclusivismo etnico, persino l'epurazione etnica che ricompare, ne minacciano le fondamenta. C'e' un altissimo bisogno, in Europa e nel mondo, di esempi positivi, di una strada che porti all'integrazione, alla democrazia, alla pace, alla giustizia sociale, alla preservazione dell'ambiente: vogliamo che l'Unione sia un esempio positivo e che lo sia senza scaricarne i costi ed i pesi sugli altri. Insomma: c'e' bisogno dell'Europa come casa comune, che per suo nucleo abbia la democrazia". E' un programma di lavoro, insieme a quello per il disarmo, che ci invita all'azione per i prossimi anni.

 

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

5. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

 

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora.

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All'appello "Una persona, un voto" hanno gia' espresso il loro sostegno innumerevoli persone, tra cui tra le prime:

padre Alex Zanotelli

Lidia Menapace, partigiana, femminista e senatrice emerita

Isa Alberti

Gianfranco Aldrovandi, del "Collettivo nonviolento uomo-ambiente"

Rocco Altieri, docente e saggista, direttore dei "Quaderni Satyagraha", Centro Gandhi di Pisa

Simonetta Astigiano, biologa e ricercatrice

Lino Balza, ecologista

don Franco Barbero

Daniele Barbieri, blogger

Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio

Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di "Noi Siamo Chiesa"

Eleonora Bellini, bibliotecaria e scrittrice

Giuliana Beltrame, sociologa e attivista

Maurizio Benazzi, quacchero, curatore della newsletter "Ecumenici"

don Gianni Bergamaschi

Ascanio Bernardeschi, saggista e militante

Massimiliano Bernini, deputato

Norma Bertullacelli, dell'"ora in silenzio per la pace" di Genova

Michele Boato, ecologista

Franco Borghi, attivista per la pace e la legalita'

Dario Borso, filosofo

Paolo Bosi, docente universitario

Donatella Botta, impegnata nella solidarieta'

Silvio Bozzi, docente universitario

Anna Bravo, storica

Giuseppe Burgio, pedagogista, Universita' di Enna

Alberto Cacopardo, antropologo

Alessandro Capuzzo, ecopacifista

Gennaro Carotenuto, storico

Claudio Carrara, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione - Italia

Maria Luigia Casieri, dirigente scolastica

Pilar Castel, autrice e attrice No War

Marco Catarci, pedagogista e docente universitario

Olindo Cicchetti, figura storica dei movimenti ecopacifisti e per i diritti, narratore di comunita'

Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita

Francesco Coletta, docente e coordinatore della Federazione Gilda-Unams di Viterbo

Antonio Corbeletti, presidente della sezione Anpi di Voghera

don Franco Corbo, parroco, presidente del gruppo di volontariato "Solidarieta'"

Lucia Cruschelli, associazione "Mestizaje" di Cecina

Pasquale D'Andretta, formatore

Massimo Dalla Giovanna, impiegato, delegato Rsu

Tiziana Dal Pra, presidente dell'associazione "Trama di terre" di Imola

Emanuela Dei, giornalista

Tonio Dell'Olio, presidente Pro Civitate Christiana di Assisi, gia' coordinatore nazionale di Pax Christi, gia' responsabile di Libera International

Giorgio Demurtas, docente universitario

Lucia De Sanctis, associazione "Mestizaje" di Cecina

Maria Rosa De Troia, attivista in difesa della Costituzione

Mario Di Marco, responsabile della formazione dei volontari in servizio civile della Caritas diocesana di Viterbo

Domenico Di Pietro, associazione "Mestizaje" di Cecina

Angela Dogliotti, peace-researcher

Luciano Dottarelli, docente e saggista, presidente Club Unesco Viterbo-Tuscia

Massimo Duranti, giudice di pace emerito

Osvaldo Ercoli, figura storica dell'impegno per la pace, i diritti umani, l'ambiente

Carla Ermoli, pensionata

suor Maria Stella Fabbri

Sergio Falcone, poeta

Valentina Franchi, associazione "Mestizaje" di Cecina

Sancia Gaetani, Wilfp Italia

Haidi Gaggio Giuliani, senatrice emerita

Elena Gajani Monguzzi, docente, poetessa, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani

Francuccio Gesualdi, animatore del "Centro nuovo modello di sviluppo"

Agnese Ginocchio, cantautrice per la pace e la nonviolenza

Miguel Gotor, senatore

Carmine Grassimo, docente, formatore, capo scout e barelliere a Lourdes

Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista

Paolo Henrici De Angelis, architetto

Paolo Hutter, giornalista

Luca Kocci, docente, giornalista, saggista

Francesca Koch, presidente della "Casa Internazionale delle Donne" di Roma

Alberto L'Abate, presidente onorario dell'Ipri

Federico La Sala, docente di filosofia e saggista

Raniero La Valle, senatore emerito, direttore di "Vasti", presidente del Comitato per la democrazia internazionale

Paolo Limonta, maestro elementare e consigliere comunale

Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente

Anna Lodeserto, internazionalista ed esperta di politiche migratorie, cittadinanza e mobilita'

Eugenio Longoni, militante antifascista

Franco Lorenzoni, maestro elementare e coordinatore della Casa-laboratorio di Cenci

Paolo Lucchesi, dal lungo curriculum d'impegno sociale

Daniele Lugli, presidente onorario del Movimento Nonviolento

Monica Luisoni, attivista

Antonio Lupo, medico

Maria Immacolata Macioti, sociologa, docente universitaria

Agnese Manca, docente universitaria, impegnata in molte iniziative di solidarieta'

Giovanni Mandorino, del Centro Gandhi di Pisa

Cristina Maranesi, blogger

Luisa Marchini, operatrice culturale, saggista e narratrice

don Mario Marchiori

Alessandro Marescotti, fondatore e presidente di Peacelink

Gian Marco Martignoni, Cgil Varese

Rachele Matteucci, insegnante di lingua italiana per stranieri presso l'Associazione San Martino de Porres

Cristina Mattiello, insegnante, giornalista

Clementina Mazzucco, docente universitaria, saggista

Alessandra Mecozzi, presidente di "Cultura e' liberta'. Una campagna per la Palestina"

Enrico Mezzetti, presidente dell'Anpi provinciale di Viterbo

Pierangelo Monti, del Mir di Ivrea

Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo

Rosangela Mura, attivista

Alessandro Murgia, medico impegnato nella solidarieta'

Loretta Mussi, Rete romana di solidarieta' con la Palestina

Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni

Giorgio Nebbia, ecologista

Giovanna Niccoli, attivista

don Gianni Novelli, direttore emerito del Cipax

Emilia Pacelli, casalinga

Giovanna Pagani, Wilpf Italia

Vittorio Pallotti, fondatore del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale

Maria Paola Patuelli, Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna e Associazione femminile maschile plurale

Marisa Pedroncelli, volontaria nella solidarieta' internazionale

Giovanni Penzo, pensionato

Donato Perreca, pensionato

Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher

Giorgio Piacentini, presidente emerito del Cipax

Leo Piacentini, pensionato

Rosanna Pirajno, architetta, presidente dell'associazione "Mezzocielo" di Palermo

Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, docente di matematica e fisica, volontario nel carcere di Viterbo

Pier Paolo Poggio, storico, direttore della Fondazione "Luigi Micheletti"

Rocco Pompeo, presidente della "Fondazione Nesi"

Pier Paolo Poncia, geologo

Giuliano Pontara, filosofo

Franco Porcu, operaio

Alessandro Presicce, giurista

Andrea Pubusa, giurista

Pasquale Pugliese, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento

Mauro Pugni, Cdb di Modena

Laura Quagliuolo, redattrice e attivista del Coordinamento italiano di sostegno alle donne afghane

Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta'

Roberto Rampi, deputato

Massimo Ribelli, Universita' di Roma "La Sapienza"

Annamaria Rivera, antropologa

Giorgio Roversi, pensionato

Vincenzo Sanfilippo, sociologo, della Comunita' dell'Arca di Lanza del Vasto

Lavinia Sangiorgi, volontaria di Focus - Casa dei diritti sociali di Roma

Antonia Sani, Wilpf Italia

Adriano Sansa, magistrato e poeta

Delfino Santaniello, figura storica dell'impegno per la legalita' e la democrazia

Eugenio Santi, presidente del Gavci

don Alessandro Santoro, della comunita' delle Piagge

padre Pietro Sartorel, sacerdote, missionario in Brasile

Giovanni Sarubbi, direttore de "Il dialogo"

Renato Sasdelli, docente universitario e saggista

Eugenio Scardaccione, dirigente scolastico

Manlio Schiavo, docente, referente del Comitato cittadino di Bagheria per la Costituzione

Marco Scipioni, presidente del Centro studi e documentazione "Don Pietro Innocenti"

Rosa Scognamiglio, docente impegnata in difesa dei diritti umani e della Costituzione

Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana alla Camera dei Deputati

Giovanni Battista Sgritta, sociologo e docente universitario

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Matteo Soccio, "Casa per la Pace" di Vicenza

Pietro Soldini, responsabile immigrazione della Cgil

Irene Starace, Wilpf Italia

Michelangelo Tumini, dei "Cantieri di pace" di Osimo, Offagna, Castelfidardo e Loreto

Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"

Laura Tussi, giornalista e scrittrice

Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento

Leonardo Varvaro, docente universitario

Antonio Vermigli, direttore di "In dialogo"

Salvatore Vitale, divulgatore agricolo

Giulio Vittorangeli, presidente dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo

Luciano Zambelli, della Lega per il disarmo unilaterale

Lorenzo Zaniboni

Rina Zardetto, presidente dell'Associazione Reggiana per la Costituzione

Franco Zunino, ingegnere

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Per adesioni: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it

Per dare notizia delle adesioni ai presidenti del Parlamento:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

 

6. REPETITA IUVANT. "IL CUORE DELLA DEMOCRAZIA". UNA RICHIESTA AI GRUPPI DIRIGENTI DEI MOVIMENTI POLITICI DEMOCRATICI

 

In questi giorni in cui - evidentemente anche in vista delle imminenti elezioni amministrative - e' vivace e fin tumultuoso il dibattito nelle forze politiche democratiche, sembra tuttavia del tutto assente la questione decisiva: il riconoscimento del diritto di voto a oltre cinque milioni di persone che vivono in Italia ma continuano a subire l'assurda e scandalosa negazione del primo e fondamentale diritto democratico: il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche, il diritto all'elettorato. Da sempre la prima caratteristica della democrazia e' il principio "una persona, un voto". Nulla puo' giustificare l'esclusione dal diritto di voto di quasi un decimo della effettiva popolazione italiana.

*

Da tempo autorevoli personalita' della vita culturale, della riflessione morale, dell'impegno sociale e civile, dei movimenti e delle istituzioni, hanno promosso un appello a tal fine.

In esso si legge quanto segue.

"Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora".

*

AI gruppi dirigenti dei movimenti politici democratici italiani in questi giorni impegnati in incontri e dibattiti pubblici di grande evidenza poniamo questa richiesta: di dichiarare il loro impegno affinche' sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia.

Dal punto di vista della democrazia e' la questione delle questioni.

*

Aggiungiamo che per quanto concerne le elezioni amministrative e' sufficiente una legge ordinaria, il cui possibile testo peraltro e' gia' stato elaborato anni fa dall'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci): "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", progetto di legge da anni presentato in Parlamento che puo' essere immediatamente approvato con la sola minima correzione (all'art. 2 comma primo, ed all'art. 3 comma primo) di portare a sei mesi il lasso di tempo di regolare soggiorno in Italia richiesto.

Per quanto concerne le elezioni politiche le competenti commissioni parlamentari valuteranno se occorra o meno una modifica costituzionale: ma non vi e' alcun dubbio che l'intero impianto della Costituzione della Repubblica Italiana e' coerente con il riconoscimento del primo diritto democratico a tutte le persone che in Italia realmente vivono (ovvero: l'attuale situazione di apartheid elettorale per oltre cinque milioni di persone nostre conterranee palesemente confligge sia de facto che de jure con la legalita' costituzionale).

*

Vi chiediamo pertanto una nitida presa di coscienza, una sincera risposta, un persuaso impegno: nel cruciale momento elettorale torni a valere erga omnes la democrazia che ogni persona riconosce e raggiunge e rispetta ed include.

La democrazia si difende e s'invera con la democrazia; il cuore della democrazia e' il diritto di voto.

Una persona, un voto.

 

7. MATERIALI. QUATTRO BOZZE DI LETTERE: AI PARLAMENTARI, AGLI ENTI LOCALI, AI MASS-MEDIA, A MOVIMENTI E ASSOCIAZIONI

 

Vi mettiamo a disposizione quattro bozze di lettere che potreste inviare rispettivamente: 1) alle ed ai parlamentari; 2) agli enti locali; 3) ai mass-media; 4) a movimenti e associazioni, con cui chiedere il loro impegno.

Vi segnaliamo che e' possibile contattare tutti i parlamentari attraverso i siti della Camera e del Senato; a nostro avviso sarebbe opportuno scrivere anche almeno ai seguenti indirizzi:

- on. Laura Boldrini, Presidente della Camera: laura.boldrini at camera.it

- on. Pietro Grasso, Presidente del Senato: pietro.grasso at senato.it

- e per opportuna conoscenza: on. Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio dei Ministri: presidente at pec.governo.it (quest'ultimo indirizzo e' "pec", ma riceve anche da caselle di posta elettronica non certificate).

Sperando che condividiate questa proposta, grazie fin d'ora per quanto vorrete fare.

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1) Bozza di lettera alle ed ai parlamentari

Gentile parlamentare,

poiche' nelle prossime settimane il Parlamento sara' impegnato nella definizione della nuova legge elettorale le saremmo assai grati se volesse adoperarsi affinche' nel dibattito che portera' ad essa sia introdotto il tema del riconoscimento del diritto di voto ai milioni di persone presenti in Italia cui attualmente tale diritto non e' riconosciuto essendo nate altrove.

Come e' a tutti noto vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Come e' noto, esistono gia' significative esperienze di altri paesi cui far riferimento, e in Italia un prezioso dibattito in materia (con particolar riferimento ai profili non solo giuridici, ma anche politici ed etici) e' iniziato negli ultimi decenni del Novecento, ovvero da quando l'Italia da paese di emigrazione si e' progressivamente trasformata in paese di crescente immigrazione.

E' ben noto che il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Peraltro non sfugge a nessuno che il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il razzismo e lo schiavismo, due crimini da cui anche il nostro paese e' aggredito.

Last, but not least, il riconoscimento dei diritti politici e' il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente l'emarginazione e la disperazione di persone che private degli elementari diritti democratici divengono ipso facto vittime reali o potenziali di ogni sorta di abusi e umiliazioni; e quindi e' anche il modo migliore, la guarentigia indispensabile, per contrastare adeguatamente il conseguente montare dello smarrimento e del risentimento e con essi le possibili derive violente e criminali da parte di persone cosi' brutalmente sopraffatte e fin annichilite da perdere la cognizione del bene e del male e divenir preda di poteri mafiosi e terroristi, di farneticanti, sadici e necrofili criminali predicatori d'odio e seminatori di strage.

La barbarie si contrasta con il diritto, con la civilta', con l'umanita'.

Le saremmo assai grati se lei volesse impegnarsi a promuovere tra i suoi colleghi parlamentari la consapevolezza dell'esigenza del riconoscimento del diritto di voto a milioni di persone che vivono con noi, lavorano con noi, sono i nostri vicini di casa, le persone con cui condividiamo la nostra quotidianita', e che tuttora sono paradossalmente e iniquamente prive del diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche qui nel luogo in cui concretamente si svolge la loro esistenza.

Ringraziandola per l'attenzione, auspicando un suo persuaso interessamento ed effettivo impegno, la salutiamo cordialmente

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

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2) Bozza di lettera agli enti locali

Oggetto: Proposta di sostegno all'appello "Una persona, un voto"

Egregio Sindaco del Comune di ... / Egregio Presidente della Provincia di ... / Egregio Presidente della Regione ...,

vi proponiamo che l'ente locale da voi rappresentato esprima - attraverso un ordine del giorno, una mozione o un altro atto amministrativo che riterrete adeguato e opportuno - il vostro sostegno alla richiesta che il Parlamento nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli ed innumerevoli altre persone.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

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3) Bozza di lettera ai mass-media

Oggetto: Un appello al Parlamento

Spettabile redazione / Egregia/o direttrice/direttore / Gentile giornalista,

sempre piu' numerose persone stanno sottoscrivendo la richiesta che il Parlamento italiano nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vi saremmo assai grati se la vostra testata desse notizia dell'iniziativa e ancor piu' se volesse sostenerla.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

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4) Bozza di lettera a movimenti e associazioni

Oggetto: Proposta di sostegno all'appello "Una persona, un voto"

Cari amici, egregi signori,

come forse gia' saprete sempre piu' numerose persone stanno sottoscrivendo la richiesta che il Parlamento italiano nella nuova legge elettorale voglia finalmente riconoscere il diritto di voto a tutte le persone residenti nel nostro paese, essendovi in Italia "oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

L'occasione e' propizia perche' si pervenga finalmente a riconoscere loro il diritto di voto:

a) con legge ordinaria per quanto concerne le elezioni amministrative (nelle quali peraltro fin dal secolo scorso il diritto di voto e' gia' riconosciuto agli stranieri provenienti da altri paesi dell'Unione Europea);

b) con legge costituzionale per quanto concerne le elezioni politiche.

Hanno gia' espresso tra i primi il loro sostegno a questa proposta illustri personalita' impegnate in difesa dei diritti umani e per il bene comune come padre Alex Zanotelli.

Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vi saremmo assai grati se anche voi voleste condividere, sostenere e diffondere questa proposta.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, un cordiale saluto

Luogo, data, firma, indirizzo del mittente

 

8. REPETITA IUVANT. BREVE LITANIA DELLA NONVIOLENZA

 

La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.

La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.

La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

 

La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.

La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.

La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

 

La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.

La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.

La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

 

La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.

La nonviolenza non e' il colpo di carambola.

La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

 

La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.

La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.

La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

 

La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.

La nonviolenza non e' la sala dei professori.

La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

 

La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.

La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.

La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

 

La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.

La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.

La nonviolenza non e' il vestito di gala.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

 

La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.

La nonviolenza non e' il film al rallentatore.

La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

 

La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.

La nonviolenza non e' il buco senza la rete.

La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

 

La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.

La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.

La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.

La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

 

La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.

La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.

La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.

La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.

 

9. REPETITA IUVANT. DELLA NONVIOLENZA DISPIEGATA AL SOLE AD ASCIUGARE

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.

Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.

Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.

Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.

Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.

Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.

Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.

Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.

Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.

Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.

Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.

Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.

Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.

Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.

Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.

Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.

Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.

Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.

Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.

Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.

Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.

Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.

Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.

Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.

Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.

Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.

Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.

Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.

Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.

Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.

Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.

Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.

Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.

Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.

Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.

Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.

Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.

Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.

Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.

Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.

Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.

Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.

Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.

Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.

Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

 

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

 

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UNA PERSONA, UN VOTO

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Per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che risiedono in Italia

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 65 del primo aprile 2017

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com