[Nonviolenza] Telegrammi. 2538



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2538 del 20 novembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

2. Alcuni testi del mese di luglio 2014 (parte quinta)

3. Stesura definitiva della lettera al Comune di Viterbo recante in forma di schema di delibera del Consiglio Comunale la proposta di attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa

4. Cessi il massacro a Gaza

5. Cessi il massacro nel Mediterraneo

6. Proposta che il Comune di Viterbo esprima un impegno contro la guerra

7. Nell'anniversario della Convenzione di Seneca Falls del 19-20 luglio 1848

8. Due massacri. Un comizio a Viterbo

9. Proposta che la Provincia di Viterbo esprima un impegno contro la guerra

10. Fermare il massacro a Gaza

11. Fermare il massacro nel Mediterraneo

12. Ad alcune senatrici e ad alcuni senatori. Una segnalazione e una richiesta

13. Un appello contro la guerra ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati

14. Cessi la guerra a Gaza. Un incontro di riflessione e di testimonianza a Viterbo

15. Segnalazioni librarie

16. La "Carta" del Movimento Nonviolento

17. Per saperne di piu'

 

1. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI LUGLIO 2014 (PARTE QUINTA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di luglio 2014.

 

3. STESURA DEFINITIVA DELLA LETTERA AL COMUNE DI VITERBO RECANTE IN FORMA DI SCHEMA DI DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE LA PROPOSTA DI ATTRIBUZIONE DELLA CITTADINANZA ONORARIA ALLE BAMBINE ED AI BAMBINI NON CITTADINE E CITTADINI ITALIANI CON CUI LA COMUNITA' VITERBESE HA UNA RELAZIONE SIGNIFICATIVA E QUINDI IMPEGNATIVA

 

Al Sindaco, alle Assessore ed agli Assessori della Giunta Comunale, alle Consigliere ed ai Consiglieri Comunali, alla Segretario Generale del Comune di Viterbo

Egregio Sindaco, egregie Assessore ed egregi Assessori della Giunta Comunale, egregie Consigliere ed egregi Consiglieri Comunali, egregia Segretario Generale del Comune di Viterbo,

il Tavolo per la Pace di Viterbo, che si riunisce da alcuni mesi, su invito dell'assessore comunale ai servizi sociali e del consigliere comunale delegato alle iniziative di pace, con la libera partecipazione delle rappresentanti e dei rappresentanti di varie associazioni impegnate in città per la pace, la solidarietà, i diritti umani e la nonviolenza, come di ogni persona eventualmente interessata, propone all'Amministrazione Comunale di Viterbo l'adozione di un atto deliberativo di cui, dopo ampia e condivisa valutazione e approvazione all'unanimità, si rimette bozza per il Consiglio Comunale:

*

Il Consiglio Comunale di Viterbo

- premesso che le bambine ed i bambini (intendendo qui tutte le persone minorenni, in età da zero a 18 anni) sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanità, e pertanto dell'umanità intera sono il bene più prezioso, ed è quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto è in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;

- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana così come di ogni consesso civile è rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignità e i diritti di tutte le persone umane, ed in primo luogo delle persone più fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;

- affermato che Viterbo vuole essere città amica delle bambine e dei bambini;

- riconosciuto che della comunità viterbese fanno parte tutte le persone che a Viterbo nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla città il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;

- evidenziato in particolare che della comunità cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a Viterbo si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;

- richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riconosce che vi è una sola umanità e che tutte le persone umane sono portatrici di inalienabili diritti;

- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutte le persone umane usando a tal fine la formula universalistica "uomo" - intesa in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessità di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo -); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge" (anche in questo caso usando l'espressione "lo straniero" in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessità di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo); che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutte le persone umane presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;

- dando adempimento agli impegni di solidarietà e quindi di civiltà espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;

- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e successivamente esposto nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari;

- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;

- sottolineando specificamente che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia (approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176) fin dal Preambolo ai commi IV-VI evidenzia che "l'infanzia ha diritto a un aiuto e a un'assistenza particolari", "la famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita", "il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione" (ed è opportuno ricordare che l'Unicef-Italia sottolinea che sarebbe preferibile tradurre il termine inglese "child", anziché con "fanciullo", con "bambino, ragazzo e adolescente" - scilicet, in una formulazione ancor più adeguatamente riconoscente ed inclusiva: "bambina e bambino, ragazza e ragazzo, adolescente" -);

- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parità e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;

- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadine e cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alla civiltà umana ed alla sua possibilità di bene;

- intendendo altresì dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresì la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parità e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;

- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento Italiani, così come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, così come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;

- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verità: che tutte le persone umane nascono libere ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia;

- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione viterbese e la voce ferma e profonda dell'umanità intera così come espressa dalle più alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:

delibera di

1. attribuire la Cittadinanza Onoraria di Viterbo:

a) a tutte le bambine e a tutti i bambini nate e nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani;

b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono a Viterbo;

c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo ed intendono ricongiungere le famiglie affinché alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinché i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli (ovviamente laddove a ciò non ostino cogenti motivi di necessaria particolare protezione e tutela, da parte delle istituzioni pubbliche, delle persone minori come di altre persone componenti il nucleo familiare).

2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalità democratica, della civile convivenza. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca (in italiano e nelle lingue delle varie comunità alloglotte presenti nel territorio comunale, e con gli opportuni accorgimenti grafici per la miglior comprensione e diffusione) la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunità cittadina. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

4. Chiedere al Governo e al Parlamento Italiani nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

5. Proporre agli altri Comuni della provincia di Viterbo di assumere deliberazioni analoghe. A tal fine dà mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

*

Questa che precede è la proposta di deliberazione.

Egregio Sindaco, egregie Assessore ed egregi Assessori della Giunta Comunale, egregie Consigliere ed egregi Consiglieri Comunali, egregia Segretario Generale del Comune di Viterbo,

al fine di illustrarne adeguatamente le premesse, il significato e il fine (quantunque essi emergano già del tutto evidenti), ed al fine di poter svolgere una fraterna e sororale riflessione comune affinché le Amministratrici e gli Amministratori Comunali tutte e tutti possano addivenire ad una espressione di volontà auspicabilmente unanime, il Tavolo per la Pace di Viterbo richiede anche di essere ascoltato in uno o più incontri nelle modalità che, separatamente o congiuntamente, il Sindaco, le Assessore e gli Assessori, le Consigliere ed i Consiglieri Comunali tutte e tutti riterranno più opportune.

Al fine di rendere più agevole la definizione di date, orari e sedi in cui potersi incontrare, il Tavolo per la Pace delega l'assessore Fersini ed i consiglieri comunali Moricoli e Scorsi, che hanno partecipato ai lavori del Tavolo stesso, a prendere gli opportuni accordi.

Vogliate gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene,

il Tavolo per la Pace di Viterbo

Viterbo, 2 luglio 2014

 

4. CESSI IL MASSACRO A GAZA

 

Lo chiede l'intera umanita': cessi il massacro a Gaza.

Uccidere e' sempre un crimine contro l'umanita'.

Solo la nonviolenza puo' mettere fine alla violenza.

 

5. CESSI IL MASSACRO NEL MEDITERRANEO

 

Accogliere ed assistere tutte le persone in fuga da guerre, dittature, crisi, devastazioni, fame.

Mettere a disposizione mezzi di trasporto pubblici e gratuiti, legali e sicuri, per porre in salvo tutte le persone in fuga da guerre, dittature, crisi, devastazioni, fame.

Riconoscere che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Riconoscere che vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Cessare di fare le guerre, cessare di produrre le armi, cessare di uccidere, cessare di perseguitare.

Rispettare, difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

 

6. PROPOSTA CHE IL COMUNE DI VITERBO ESPRIMA UN IMPEGNO CONTRO LA GUERRA

 

Al Sindaco del Comune di Viterbo

e per opportuna conoscenza:

a tutti gli assessori della Giunta Comunale

a tutti i consiglieri del Consiglio Comunale

alla Segretaria generale del Comune

Oggetto: Proposta che il Comune di Viterbo esprima un impegno contro la guerra

Signor Sindaco,

quanto sta accadendo in questo momento in Afghanistan e in Pakistan, in Siria, in Iraq, in Ucraina, in Israele e in Palestina e in tanti altri paesi del mondo in cui innumerevoli esseri umani vengono perseguitati ed uccisi, richiede un impegno corale di tutte le istituzioni democratiche per far cessare i massacri.

Anche il Comune di Viterbo unisca la sua voce a quelle di quanti chiedono pace, disarmo, rispetto per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Le propongo pertanto di esprimere a nome della comunita' cittadina una netta e coerente opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le persecuzioni.

E coerentemente con questo impegno le chiedo che il Comune di Viterbo richieda al governo italiano di impegnarsi con atti legislativi netti e coerenti affinche':

1. l'Italia non partecipi piu' ad alcuna guerra e chieda la cessazione di tutte le guerre;

2. l'Italia non fornisca piu' armi a nessuna potenza belligerante e a nessun regime violatore dei diritti umani;

3. l'Italia si impegni per la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori e delle relazioni internazionali;

4. l'Italia si impegni per il disarmo e per la riconversione a produzioni civili dell'industria bellica;

5. l'Italia si impegni per accogliere ed assistere tutte le vittime in fuga da guerre, dittature, crisi, devastazioni e fame;

6. l'Italia si impegni per fornire aiuti umanitari a tutte le vittime di guerre e violazioni dei diritti umani;

7. l'Italia si impegni come presidente di turno dell'Unione Europea affinche' l'intera Unione Europea si impegni per i medesimi fini.

Il primo dovere di ogni essere umano e' salvare le vite.

Il primo dovere di ogni istituzione democratica e' salvare le vite.

Il pieno rispetto dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana richiede la scelta della nonviolenza.

Il pieno rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani richiede la scelta della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Voglia gradire distinti saluti

 

7. NELL'ANNIVERSARIO DELLA CONVENZIONE DI SENECA FALLS DEL 19-20 LUGLIO 1848

 

Ricorre l'anniversario della Convenzione di Seneca Falls (nello stato di New York) in cui si riuni' il 19-20 luglio 1848 un gruppo di donne americane, che richiamandosi alla Dichiarazione d'Indipendenza del 1776 scrissero una delle grandi dichiarazioni dei diritti delle donne: la Declaration of Sentiments. Autrici materiali del documento furono Lucretia Mott (1793-1880), Martha C. Wright (1806-1875), Elizabeth Cady Stanton (1815-1902), Mary Ann McClintock (1800-1884). Una preziosa ricostruzione e documentazione e' nel libro di Raffaella Baritono (a cura di), Il sentimento delle liberta'. La Dichiarazione di Seneca Falls e il dibattito sui diritti delle donne negli Stati Uniti di meta' Ottocento, La Rosa, Torino 2002.

La Convenzione di Seneca Falls e la Dichiarazione che ne scaturi' costituiscono un passaggio e un documento di rilevanza storica non solo per il movimento delle donne ma per l'umanita' intera: per l'affermazione della dignita' umana e la liberazione dell'umanita'. Il pensiero e le lotte del movimento delle donne sono infatti il cuore pulsante della nonviolenza in cammino, la corrente calda della liberazione dell'umanita', il punto di riferimento decisivo per tutte le persone che si oppongono all'ingiustizia, alla menzogna, alla violenza. Il femminismo e' la guida, l'esempio e la scuola dell'umanita' in lotta per la comune liberazione.

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In questo anniversario ne facciamo memoria con gratitudine che non si estingue.

Cessino tutte le guerre, tutte le uccisioni, tutte le persecuzioni.

Cessino tutte le forme di schiavitu', di sfruttamento, di oppressione, di esclusione dal bene comune.

*

Cessi la dominazione maschilista e patriarcale, archetipo e prima radice di ogni altra violenza.

Cessi la dominazione maschilista e patriarcale, seme e motore di ogni totalitarismo.

Cessi la dominazione maschilista e patriarcale, che squarcia in due l'umanita', pretende ridurre meta' del genere umano a cosa di proprieta' altrui, disumanizzando cosi' tanto le vittime quanto i carnefici.

Cessi la dominazione maschilista e patriarcale, e sorga l'umanita' della civile e responsabile convivenza, dell'eguaglianza di diritti e di doveri, della condivisione dei beni e del mutuo soccorso, del riconoscimento del valore infinito di ogni persona.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

La nonviolenza e' in cammino.

 

8. DUE MASSACRI. UN COMIZIO A VITERBO

 

Si e' svolta nel pomeriggio di lunedi' 21 luglio 2014 a Viterbo, nel quartiere di S. Barbara, una iniziativa pubblica del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" per la cessazione del massacro di innocenti a Gaza e per la cessazione del massacro di innocenti nel Mediterraneo.

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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha tenuto un intervento pubblico in cui ha chiesto la cessazione dei due orrori e con essi di tutte le guerre e di tutte le persecuzioni razziste.

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Per fermare le guerre occorre innanzitutto cessare di parteciparvi: cominci l'Italia col cessare di partecipare alla guerra afgana.

Per fermare le guerre occorre innanzitutto cessare di produrre e commerciare ed usare le armi: cominci l'Italia col cessare di produrre e vendere armi a potenze belligeranti e a regimi violatori dei diritti umani; cominci l'Italia denunciando e chiedendo la disattivazione e lo smantellamento delle bombe atomiche americane site nel suo territorio; cominci l'Italia rinunciando all'acquisto dei famigerati cacciabombardieri F-35 (predisposti per recare anche armamento nucleare).

Per fermare le guerre occorre innanzitutto smilitarizzare i conflitti, i territori, le ideologie, i rapporti sociali; abolire gli eserciti e sostituirli con la protezione civile e con la difesa popolare nonviolenta: cominci l'Italia.

E cominciando l'Italia ad agire in direzione della pace, della giustizia, della solidarieta', allora si' che l'Italia puo' credibilmente chiedere ad altri paesi di fare altrettanto.

*

Per fermare il razzismo e salvare la vita dei migranti occorre riconoscere ovunque i diritti umani fondamentali di cui ogni essere umano e' portatore.

Cominci l'Italia abolendo tutte le infami misure razziste tuttora persistenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia abolendo l'orrore dei campi di concentramento.

Cominci l'Italia abolendo l'orrore delle deportazioni.

Cominci l'Italia abolendo l'infamia di innumerevoli misure amministrative vessatorie che crudelmente perseguitano le persone immigrate.

Cominci l'Italia riconoscendo il diritto di essere accolti e assistiti a tutti gli esseri umani in fuga dalle guerre, dalle dittature, dalle crisi, dalle devastazioni, dalla fame.

Cominci l'Italia istituendo un servizio di trasporto pubblico e gratuito, legale e sicuro, che consenta a tutti gli esseri umani in fuga dalle guerre, dalle dittature, dalle crisi, dalle devastazioni, dalla fame, di giungere nel nostro paese e in Europa senza rischiare di perder la vita per questo.

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Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

No a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, a tutte le armi.

No a tutte le uccisioni e a tutte le persecuzioni.

Si' alla solidarieta' che ogni essere umano riconosce, raggiunge, soccorre.

Solo la pace salva le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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Cessi immediatamente il massacro a Gaza.

Cessi immediatamente il massacro nel Mediterraneo.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

9. PROPOSTA CHE LA PROVINCIA DI VITERBO ESPRIMA UN IMPEGNO CONTRO LA GUERRA

 

Al Presidente della Provincia di Viterbo

e per opportuna conoscenza:

a tutti gli assessori della Giunta Provinciale

a tutti i consiglieri del Consiglio Provinciale

alla Segretaria generale della Provincia

Oggetto: Proposta che la Provincia di Viterbo esprima un impegno contro la guerra

Signor Presidente,

quanto sta accadendo in questo momento in Iraq, in Israele e in Palestina, in Siria, in Ucraina, come in tanti altri paesi del mondo in cui innumerevoli esseri umani vengono perseguitati ed uccisi, richiede un impegno corale di tutte le istituzioni democratiche per far cessare i massacri.

Anche la Provincia di Viterbo unisca la sua voce a quelle di quanti chiedono pace, disarmo, rispetto per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Le propongo pertanto di esprimere a nome della comunita' altolaziale una netta e coerente opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le persecuzioni.

E coerentemente con questo impegno le chiedo che la Provincia di Viterbo richieda al governo italiano di impegnarsi con atti legislativi netti e coerenti affinche':

1. l'Italia non partecipi piu' ad alcuna guerra e chieda la cessazione di tutte le guerre;

2. l'Italia non fornisca piu' armi a nessuna potenza belligerante e a nessun regime violatore dei diritti umani;

3. l'Italia si impegni per la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori e delle relazioni internazionali;

4. l'Italia si impegni per il disarmo e per la riconversione a produzioni civili dell'industria bellica;

5. l'Italia si impegni per accogliere ed assistere tutte le vittime in fuga da guerre, dittature, crisi, devastazioni e fame;

6. l'Italia si impegni per fornire aiuti umanitari a tutte le vittime di guerre e violazioni dei diritti umani;

7. l'Italia si impegni come presidente di turno dell'Unione Europea affinche' l'intera Unione Europea si impegni per i medesimi fini.

Il primo dovere di ogni essere umano e' salvare le vite.

Il primo dovere di ogni istituzione democratica e' salvare le vite.

Il pieno rispetto dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana richiede la scelta della nonviolenza.

Il pieno rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani richiede la scelta della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Voglia gradire distinti saluti

 

10. FERMARE IL MASSACRO A GAZA

 

Cessi questa abominevole strage.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Solo la pace salva le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. FERMARE IL MASSACRO NEL MEDITERRANEO

 

Soccorrere tutti gli esseri umani.

Abolire le scellerate misure razziste italiane ed europee prime responsabili della morte di innumerevoli innocenti.

Organizzare forme di trasporto pubblico e gratuito, legale e sicuro, per consentire l'arrivo in Italia e in Europa di chiunque e' in fuga da guerre e dittature, da disastri e fame.

Vi e' una sola umanita'.

 

12. AD ALCUNE SENATRICI E AD ALCUNI SENATORI. UNA SEGNALAZIONE E UNA RICHIESTA

 

Oggetto: una segnalazione e una richiesta per addivenire a una legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza

Gentili senatrici e senatori,

vi scriviamo per inviarvi una segnalazione e per formularvi una richiesta.

La segnalazione: che presso il Senato della Repubblica sono state presentate nelle scorse settimane tre proposte di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.

Precisamente il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014.

La richiesta: di voler presentare anche voi un disegno di legge in tal senso.

Sarebbe infatti opportuno che venissero presentati anche altri disegni di legge da unificare poi in Commissione.

Questo favorirebbe una adeguata percezione da parte dell'intera assise e quindi anche una tempestiva calendarizzazione per l'esame nelle competenti Commissioni.

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Non occorre sottolineare l'importanza dell'iniziativa: formare alla conoscenza della nonviolenza e addestrare alle sue modalità operative tutti gli appartenenti alle cinque polizie statali, a tutte le polizie comunali e alle altre forze di polizia locali è di grande utilità, metterebbe a disposizione degli operatori dell'ordine pubblico risorse teoriche e pratiche coerenti ed efficaci, ed aiuterebbe a prevenire abusi inammissibili.

Come è stato più volte evidenziato, "la nonviolenza è una grande risorsa per la democrazia, la legalità, i diritti umani; ed oggi più che mai vi è bisogno dell'impegno di tutti in difesa ed a promozione della legalità, della democrazia, dei diritti umani; e proprio perché le forze dell'ordine svolgono una funzione decisiva di difesa della sicurezza pubblica, di tutela della legalità, di garanzia del rispetto dei diritti di tutte le persone, così come prevede l'ordinamento vigente, è utile e necessario che possano disporre di una formazione che permetta di avvalersi delle grandi risorse della nonviolenza sul piano formativo, comunicativo, relazionale ed operativo".

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Confidiamo che in questa legislatura l'impegno possa giungere a buon fine: ricorderete infatti che già nel 2001 numerosi senatori di tutti gli schieramenti politici sottoscrissero congiuntamente una proposta di legge in tal senso, ma essa non fu poi calendarizzata e restò quindi purtroppo lettera morta: nel 2001 tra i membri del Senato della Repubblica espressero impegno tra i primi: Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan; tra i membri della Camera dei Deputati espressero attenzione e sostegno tra i primi: Fulvia Bandoli, Franca Bimbi, Marida Bolognesi, Paolo Cento, Laura Cima, Elettra Deiana, Titti De Simone, Alfiero Grandi, Franco Grillini, Mimmo Lucà, Marcella Lucidi, Giorgio Panattoni, Alfonso Pecoraro Scanio, Roberta Pinotti, Giuliano Pisapia, Aldo Preda, Ermete Realacci, Carlo Rognoni, Giovanni Russo Spena, Piero Ruzzante, Vincenzo Siniscalchi, Francesco Tolotti, Tiziana Valpiana, Luciano Violante; tra i membri del Parlamento Europeo espressero attenzione e sostegno tra i primi: il vicepresidente del Parlamento Europeo Renzo Imbeni, ed i parlamentari europei Giuseppe Di Lello, Claudio Fava, Luisa Morgantini, Giovanni Pittella.

*

Restando a disposizione e ringraziandovi fin d'ora per quanto potrete e vorrete fare in merito, alleghiamo alla presente una bozza di proposta di legge, una breve nota informativa e una minima bibliografia essenziale.

Vogliate gradire distinti saluti,

Peppe Sini, a nome del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 22 luglio 2014

* * *

Allegati:

I. una bozza di proposta di legge;

II. una breve nota informativa;

III. una minima bibliografia essenziale.

I. una bozza di proposta di legge

Bozza di disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia", bozza che non prevede alcun aggravio di spesa ma solo l'inclusione - nelle attuali attività formative e di aggiornamento - della formazione alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza

Articolo 1 (Norme di principio)

1. Nell'ambito dell'istruzione, la formazione e l'aggiornamento professionale del personale delle forze di polizia indicate all'articolo 16 della legge 1 aprile 1981, n. 121 e successive modificazioni e integrazioni, svolte mediante programmi ed attività didattiche coerentemente ispirati ai valori della Costituzione della Repubblica con particolare riferimento agli articoli 2 e 27 e ai principi contenuti nella "Carta dei Diritti fondamentali" dell'Unione Europea, si includono anche attività didattiche volte alla conoscenza e all'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza.

Articolo 2 (Direttive del Ministro dell'Interno)

1. Il Ministro dell'Interno, nelle sue attribuzioni di responsabile della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e di autorità nazionale di pubblica sicurezza,

- impartisce annualmente le direttive generali per l'attività d'istruzione, formazione e aggiornamento svolte dal sistema degli Istituti e delle Accademie delle forze di polizia introducendo le metodologie didattiche più idonee ad elevare la conoscenza e l'uso dei valori, delle tecniche, delle modalità di servizio e delle strategie della nonviolenza;

- fissa gli obiettivi generali da raggiungere sia annualmente e sia nell'intero ciclo d'istruzione;

- vigila sugli indirizzi didattici e verifica la qualità degli interventi formativi realizzati, relativamente alla promozione della coscienza civica e al rigoroso apprendimento di una deontologia professionale che sia conforme alle funzioni difensive e nonviolente delle forze dell'ordine;

- fissa la durata inderogabile dei corsi di istruzione per le varie qualifiche del personale di nuova assunzione in servizio;

- si avvale della consulenza di docenti e ricercatori esperti in materia di formazione alla nonviolenza e dei responsabili delle strutture formative e addestrative attualmente operanti nelle forze dell'ordine sia per l'approntamento della specifica normativa che per la qualificazione dei docenti.

Articolo 3 (Relazione annuale sull'attività d'istruzione, formazione e aggiornamento)

1. Il Ministro dell'Interno inoltra annualmente alle Camere una particolareggiata relazione sull'attività svolta dal sistema degli istituti d'istruzione delle forze di polizia, nella quale siano esposti:

- gli obiettivi didattici formulati all'inizio dell'anno di gestione;

- gli indirizzi seguiti per il miglioramento continuo della preparazione professionale, nei profili deontologico-valoriale, tecnico operativo e gestionale;

- i modelli di valutazione adottati sia per la programmazione scientifico-didattica e sia per la verifica dei risultati;

- i risultati raggiunti in termini di preparazione del personale delle forze di polizia di ogni ordine e grado ed in termini di miglioramento qualitativo delle metodologie e delle tecniche di insegnamento, ivi comprese metodologie di servizio nonviolento;

- gli obiettivi didattici per l'anno successivo e i programmi di studio e di ricerca previsti a supporto dell'attività degli istituti e del miglioramento continuo della qualità dei curricula formativi.

2. La relazione è trasmessa ai Presidenti della Camera e del Senato.

Articolo 4 (Copertura finanziaria)

1. Consistendo la presente legge unicamente nella mera inclusione nei programmi e nelle attività già previsti di una materia di apprendimento ed addestramento - le risorse teoriche e pratiche della nonviolenza -, essa non comporta alcun ulteriore aggravio di spesa.

Articolo 5 (Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

* * *

II. una breve nota informativa

La proposta di legge affinché tutti gli appartenenti alle forze di polizia statali e locali siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza prevede che nel curricolo formativo e nell'addestramento degli operatori della sicurezza pubblica venga compresa la conoscenza dei valori e dei concetti gnoseologici e deontologici, delle metodologie ermeneutiche, comunicative e relazionali, e delle tecniche operative della nonviolenza, e quindi l'educazione e l'addestramento ad esse.

Ciò in considerazione della delicatezza del servizio pubblico prestato dalle forze dell'ordine, sulle quali incombe il gravoso ed importantissimo impegno di difendere la sicurezza pubblica, l'incolumità delle persone, la legalità, e dato che esse per funzione istituzionale si trovano sovente ad agire in situazioni fortemente critiche e d'emergenza.

La proposta di legge mira pertanto a:

- mettere a disposizione delle forze dell'ordine strumenti interpretativi ed operativi adeguati per agire in modo costantemente legale, efficace e rispettoso della dignità umana nello svolgimento delle proprie mansioni;

-  fornire agli operatori addetti al controllo del territorio ed alla protezione dei diritti, un quadro di riferimento categoriale ed applicativo coerente con la Costituzione, e quindi con la fonte stessa della legalità nel nostro paese; e con la Dichiarazione universale dei diritti umani, che costituisce un comune orizzonte di riferimento per le codificazioni giuridiche e le prassi amministrative dei paesi democratici;

- offrire un'occasione di riflessione sulle dinamiche relazionali e sulle strategie operative e cooperative nel rapporto interpersonale e particolarmente nel conflitto con la persona o le persone nei cui confronti si interviene e con cui quindi si interagisce;

- mettere a disposizione indicazioni utili ad un approfondimento delle problematiche non solo giuridiche, procedurali, amministrative e tecniche, ma anche psicologiche, sociologiche, comunicative e antropologico-culturali connesse ed implicate dall'attività che si svolge.

*

La nonviolenza nella legislazione e nella storia d'Italia

Nella legislazione italiana il termine, ed il concetto, di "nonviolenza" è entrato relativamente tardi: con la legge 8 luglio 1998, n. 230, che all'art. 8, comma 2, lettera e) attribuisce all'Ufficio nazionale per il servizio civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di "predisporre, d'intesa con il Dipartimento per il coordinamento della protezione civile, forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta".

In realtà già da molti anni erano stati effettualmente accolti termini ed esperienze sovente fortemente connessi alla teoria e prassi della nonviolenza. E del resto analogo orientamento è possibile leggere in autorevoli documenti internazionali: come la Carta delle Nazioni Unite, e la Dichiarazione universale dei diritti umani.

Nella ricerca accademica e nelle agenzie formative ormai da decenni la nonviolenza è un tema rilevante. E' così a livello internazionale (a partire dalle attività di peace research promosse dall'Onu), ed è così anche in Italia, in cui lo studio della nonviolenza e la formazione ai valori, alle tecniche e alle strategie della nonviolenza costituiscono esperienze consolidate sia in ambito accademico che in ambito più generalmente istituzionale che nell'alveo delle esperienze dell'associazionismo democratico, delle agenzie formative, delle variegate formazioni in cui si articola la società civile e particolarmente l'impegno sociale e civile.

Del resto nella cultura e nella storia d'Italia la nonviolenza è radicata in esperienze e riflessioni che risalgono ad esempio fino alla proposta di vita e di pensiero di Francesco d'Assisi. E nel Novecento un illustre filosofo e pedagogista italiano, Aldo Capitini, ha dato un contributo di riflessione e di proposta di enorme rilevanza a livello internazionale; così come Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto (che di Gandhi fu direttamente discepolo); così come Danilo Dolci: personalità italiane che a livello internazionale sono tra le figure più note e più luminose della nonviolenza. Ad Aldo Capitini risale altresì la coniazione del termine stesso "nonviolenza". Peraltro in Italia anche la figura di Gandhi fu conosciuta con relativa tempestività: anche grazie alla sua visita nel nostro paese nel 1931, ed alla pubblicazione nello stesso anno dell'edizione italiana della sua autobiografia con prefazione di Giovanni Gentile; ed alla nonviolenza si ispirarono alcune delle figure più nobili e delle attività più profonde e luminose dell'opposizione alla dittatura fascista.

*

Formazione del personale delle forze dell'ordine e ordinamento giuridico

Attualmente le forze dell'ordine in Italia sono articolate in diversi corpi, con statuti specifici ed organizzazioni interne peculiari. Tale situazione si riflette anche sui percorsi formativi ed addestrativi. Ma fondamento unitario di tutti i percorsi formativi è e deve essere il riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana su cui si incardina tutto il sistema legislativo ed istituzionale italiano e si basa il nostro ordinamento giuridico.

E quindi in uno stato di diritto, in un paese democratico come l'Italia, la funzione dello Stato preposta all'ordine pubblico è vincolata all'affermazione della legalità, alla difesa della democrazia, alla promozione della sicurezza, dell'incolumità e dei diritti delle persone che nel territorio italiano si trovino.

Sempre più la riflessione giuridica contemporanea ha evidenziato il nesso inscindibile tra sicurezza pubblica e diritti umani, diritti che sono propri di ogni essere umano e che per essere inverati abbisognano di un impegno positivo delle funzioni pubbliche.

Si evince pertanto la necessità di una sempre più adeguata formazione del personale delle forze dell'ordine ordinata all'espletamento più coerente ed efficace dei compiti che inverino le finalità dalla Costituzione enunciate nell'ambito delle specifiche funzioni, modalità ed aree di intervento. A tal fine la formazione alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza si dimostra di estrema utilità.

*

Esperienze di riferimento in Italia, in Europa e nel mondo

Anche in Italia da anni in vari luoghi e contesti si sperimentano percorsi formativi alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie dalla nonviolenza di personale preposto alla sicurezza pubblica.

In altri paesi europei la riflessione e le esperienze in tal senso sono sovente assai rilevanti, come si evince dal dibattito in merito.

Infine si consideri come a livello internazionale vi siano ormai molteplici e qualificatissime esperienze storiche, di grande rilievo anche sul piano giuridico, con particolar riferimento a situazioni di partenza decisamente assai critiche.

*

Ambiti formativi in cui si fa già ampio uso dei valori e delle tecniche della nonviolenza

Segnaliamo infine, come mera elencazione, alcuni ambiti in cui da molti anni esiste ormai una lunga ed ampia tradizione di studi e di esperienze formative e addestrative alla conoscenza e all'uso della nonviolenza. Questa tradizione ha diverse esplicazioni: in sede di istituzioni sovranazionali; in sede di istituzioni nazionali; in sede di istituzioni locali; in sede universitaria; in sede scolastica; in sede di altre agenzie formative; in sede di enti assistenziali, sociali, sanitari, di protezione civile; in sede di enti di servizio civile; in sede di associazionismo democratico; in sede di formazione ed aggiornamento nel management; in sede di agenzie informative; in sede di intervento psicoterapeutico; in sede di training sportivo; in sede di facilitazione in consessi deliberativi; in sede di promozione e coordinamento di campagne sociali.

Gli esempi sono infiniti: si va dalla formazione ad altissima qualificazione del personale specializzato in interventi di peace-keeping a livello internazionale (in primo luogo dell'Onu); alle cattedre e ai dipartimenti universitari di peace-research; fino alla formazione dei giovani in servizio civile.

Analogamente esempi attuativi e fonti normative e regolamentari di riferimento già esistono a tutti i livelli, sia in campo internazionale che per quel che concerne specificamente l'Italia.

* * *

III. una minima bibliografia essenziale

1. Alcuni testi specifici

- Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, Codice etico per una polizia democratica, Sapere 2000, Roma 2002;

- Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, Conflitti e mediazione, Bruno Mondadori, Milano 2003;

- Andrea Cozzo, Gestione creativa e nonviolenta delle situazioni di tensione. Manuale di formazione per le Forze dell'ordine, Gandhi Edizioni, Pisa 2007;

- Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili, Bruno Mondadori, Milano 2003.

2. Alcuni testi di riferimento

- Vittorino Andreoli, La violenza, Rcs Rizzoli Libri, Milano 1993, 2003;

- Hannah Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1964, 1993;

- Franco Basaglia, Scritti, Einaudi, Torino 1981-1982;

- Zygmunt Bauman, La società sotto assedio, Laterza, Roma-Bari 2003, 2005;

- Zygmunt Bauman, Paura liquida, Laterza, Roma-Bari 2008, 2009;

- Zygmunt Bauman, David Lyon, Sesto potere. La sorveglianza nella modernità liquida, Laterza, Roma-Bari 2014;

- Joanna Bourke, Paura. Una storia culturale, Laterza, Roma-Bari 2005;

- Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, Milano s. d. (ma 1967), Linea d'ombra, Milano 1989 (ed anche in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992);

- Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli, Milano 2007;

- Alessandro Dal Lago, La produzione della devianza. Teoria sociale e meccanismi di controllo, Feltrinelli, Milano 1981;

- Franco Fedeli, Polizia e democrazia, Edizioni Studio Tesi, 1978;

- Erich Fromm, Fuga dalla libertà, Edizioni di Comunità, Milano 1963, 1979;

- Michel Foucault, Sorvegliare e punire, Einaudi, Torino 1976;

- Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996;

- Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986;

- Emmanuel Levinas, Ethique et infini, Fayard, Paris 1982, Libraire Generale Française, Paris 1997;

- Stanley Milgram, Obbedienza all'autorità, Einaudi, Torino 2003;

- Salvatore Palidda, Polizia postmoderna, Feltrinelli, Milano 2000;

- Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006;

- Giuliano Pontara, La personalità nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996;

- Stefano Rodotà, La vita e le regole, Feltrinelli, Milano 2007;

- Françoise Sironi, Persecutori e vittime. Strategie di violenza, Feltrinelli, Milano 2001;

- Edith Stein, L'empatia, Franco Angeli, Milano 1986, 2006;

- Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi, Astrolabio Ubaldini, Roma 1971.

3. Dizionari

- Nicola Abbagnano, Dizionario di filosofia, Utet, Torino 1971, 1977;

- Norberto Bobbio, Nicola Matteucci, Gianfranco Pasquino (diretto da), Dizionario di politica, Utet, Torino 1983, 1990, Tea, Milano 1990, 1992;

- Umberto Galimberti, Enciclopedia di psicologia, Garzanti, Milano 1999, 2003;

- Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, Utet, Torino 1978, 1993, Tea, Milano 1993.

 

13. UN APPELLO CONTRO LA GUERRA AI PRESIDENTI DEL SENATO DELLA REPUBBLICA E DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

 

Al Presidente del Senato della Repubblica

alla Presidente della Camera dei Deputati

e per opportuna conoscenza al Presidente del Consiglio dei Ministri

Oggetto: Richiesta di un concreto impegno italiano contro la guerra

Gentili Presidenti,

con la presente sollecitiamo un impegno del Parlamento e quindi del Governo italiano, quest'ultimo anche come Presidente di turno dell'Unione Europea, contro la guerra, contro le uccisioni, contro le persecuzioni.

In particolare chiediamo:

1. che l'Italia non partecipi piu' ad alcuna guerra e chieda la cessazione di tutte le guerre;

2. che l'Italia non fornisca piu' armi a nessuna potenza belligerante e a nessun regime violatore dei diritti umani;

3. che l'Italia si impegni per la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori e delle relazioni internazionali;

4. che l'Italia si impegni per il disarmo e per la riconversione a produzioni civili dell'industria bellica;

5. che l'Italia si impegni per accogliere ed assistere tutte le vittime in fuga da guerre, dittature, crisi, devastazioni e fame;

6. che l'Italia si impegni per fornire aiuti umanitari a tutte le vittime di guerre e violazioni dei diritti umani;

7. che l'Italia si impegni come presidente di turno dell'Unione Europea affinche' l'intera Unione Europea si impegni per i medesimi fini.

Il primo dovere di ogni essere umano e' salvare le vite.

Il primo dovere di ogni istituzione democratica e' salvare le vite.

Il pieno rispetto dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana richiede la scelta della nonviolenza.

Il pieno rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani richiede la scelta della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Vogliate gradire distinti saluti

 

14. CESSI LA GUERRA A GAZA. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE E DI TESTIMONIANZA A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 22 luglio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione e di testimonianza per la cessazione della guerra a Gaza, per la cessazione di tutte le guerre e tutte le uccisioni; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione;  per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Dalla parte di tutte le vittime, contro tutte le uccisioni e le persecuzioni.

Vi e' una sola umanita'.

Solo la pace salva le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

15. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Luis Martin-Santos, Tiempo de silencio, Seix Barral, Barcelona 1961, 1987, pp. 298.

*

Riedizioni

- Epicuro, Lettere sulla felicita', sul cielo e sulla fisica, Rizzoli, Milano 1984, Rcs, Milano 2016, pp. 208, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Umberto Veronesi, L'ombra e la luce. a mia battaglia contro il male, 2005, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2016, pp. XIV + 112, euro 4,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").

 

16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

17. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2538 del 20 novembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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