[Nonviolenza] Telegrammi. 1687



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1687 del 3 luglio 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Resoconto della riunione del Tavolo per la pace di Viterbo del 2 luglio 2014

2. Una lettera al Comune di Viterbo per la cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani

3. Mao Valpiana: A Roma per l'istituzione del Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta

4. A Roma per il diritto umano alla pace

5. "Da Baudelaire a Beckett". Un incontro di studio

6. La "Carta" del Movimento Nonviolento

7. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. RESOCONTO DELLA RIUNIONE DEL TAVOLO PER LA PACE DI VITERBO DEL 2 LUGLIO 2014

[Dal Tavolo per la pace di Viterbo riceviamo e diffondiamo]

 

Si e' svolta mercoledi' 2 luglio 2014 una riunione del "Tavolo per la Pace" promosso dal Comune di Viterbo e cui prendono parte le rappresentanti ed i rappresentanti di varie associazioni impegnate per la pace, la solidarieta', i diritti umani e la nonviolenza.

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1. La riunione si e' aperta con la lettura integrale e la definitiva correzione dell'ultima stesura della bozza della lettera all'Amministrazione Comunale per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadini italiani.

Sono state apportate le ultime correzioni ed il testo e' stato infine approvato all'unanimita' dei presenti.

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2. Essendo il testo della lettera frutto di una prolungata elaborazione comune che si e' sviluppata nei tre precedenti incontri, ed essendo gia' stato espresso anche da altre persone non presenti alla riunione un consenso sul testo gia' quasi definitivo conseguente alla precedente riunione (che a sua volta aveva gia' esaminato ed approvato la quasi totalita' del testo) si e' raggiunto il consenso sull'opinione che il criterio del metodo del consenso "rafforzato" (per cui una decisione deve ottenere l'unanimita' in due riunioni successive) si poteva ritenere di fatto adempiuto (una persona che in merito era di diverso parere ha ritirato la sua opposizione favorendo cosi' il raggiungimento del consenso).

Si e' pertanto deciso di ritenere concluso il processo decisionale e di ritenere approvato in via definitiva il testo della lettera.

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3. La lettera verra' ora inviata a tutti i destinatari istituzionali; come concordato, gli amministratori comunali che prendono parte alle attivita' del tavolo contatteranno il sindaco, le assessore e gli assessori, le consigliere e i consiglieri per gli incontri di presentazione della proposta.

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4. Il primo incontro si terra' con il sindaco. Dopo un'ampia e vivace riflessione si e' infine raggiunto il consenso sul proporre al sindaco di prendere parte al prossimo incontro del Tavolo per illustrargli collegialmente la proposta.

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5. Nel corso della riflessione sul punto precedente si e' ragionato ampiamente e vivacemente anche sui criteri che devono presiedere alla composizione di eventuali delegazioni del Tavolo per la Pace in occasione di incontri istituzionali.

Si e' raggiunto il consenso sulla persuasione che il criterio-chiave e' quello dell'uguaglianza di genere (e quindi sulla persuasione di voler perseguire nella fattispecie il fine della parita' di presenze nelle delegazioni di persone di entrambi i generi femminile e maschile); questo criterio riflette un convincimento profondo condiviso e un principio assiologico costitutivo del Tavolo per la Pace, e ne da' rappresentazione simbolica concreta.

Stabilito questo criterio fondamentale (che nella sua applicazione empirica va quindi inteso come massima kantiana di condotta morale, ovvero come criterio orientativo di base che riflette un'intima persuasione e un valore cogente e non negoziabile; e certamente non come astratto vincolo causidico o meccanismo burocratico alienato), si terra' successivamente conto, sulla base delle effettive disponibilita' personali, dell'opportunita' di comporre delegazioni in cui siano rappresentate le diverse culture ed esperienze presenti nel Tavolo, tutte portatrici di valori non sussumibili, tutte parimenti pienamente rappresentative della pluralita', della democraticita' e della intima comunione (ovvero della unanime condivisione come criterio a fondamento del processo decisionale) dell'esperienza del Tavolo, nel pieno rispetto delle diversita' e nel concreto convergere della solidarieta'.

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6. I consiglieri Moricoli e Scorsi hanno riferito dell'avvenuta approvazione all'unanimita' da parte del Consiglio comunale di Viterbo dell'Appello per il riconoscimento del diritto umano alla pace (appello approvato anche da molte altre istituzioni ed associazioni e promosso da autorevolissime personalita' della riflessione morale e dell'impegno civile; si veda il testo dell'appello e l'elenco delle adesioni nel sito www.perlapace.it).

I consiglieri Moricoli e Scorsi saranno presenti il 3 luglio come delegazione ufficiale del Comune di Viterbo all'incontro nazionale presso il Senato di presentazione dell'Appello.

Il Tavolo per la Pace di Viterbo esprime vivo apprezzamento per questo esito positivo di un'iniziativa da esso sostenuta.

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7. I consiglieri Moricoli e Scorsi hanno riferito anche dell'avvenuta approvazione da parte della IV Commissione consiliare comunale della proposta di inclusione nell'elenco delle consulte comunali della Consulta per l'immigrazione.

La proposta verra' portata all'esame del Consiglio comunale nella seduta dell'8 luglio.

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8. Nel corso dell'incontro si e' anche sviluppata una riflessione profonda e appassionata su un punto di fondamentale importanza: la necessita' e la decisivita' della lotta contro la violenza maschilista e patriarcale, violenza che e' la radice di tutte le altre forme di oppressione sociale e di violazione della dignita' umana; nel convincimento di rappresentare un sentire comune, chi redige questo resoconto si permette di proporre in allegato a questo resoconto cinque brevi meditazioni scritte negli ultimi anni, forse ripetitive, forse non disutili.

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9. Il prossimo incontro del Tavolo si e' concordato che si svolga mercoledi' 16 luglio sempre presso il "Palazzetto della creativita'" in via Carlo Cattaneo 9 con inizio alle ore 17,15.

Qualora il sindaco di Viterbo dovesse proporre una data diversa per garantire la sua partecipazione, si verifichera' la possibilita' di spostare l'incontro nel diverso giorno proposto.

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Per ogni esigenza il punto di riferimento e' Pigi Moncelsi: tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it

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Come di consueto questo resoconto della riunione e' stato redatto a memoria da una delle persone partecipanti, e non impegna le altre persone presenti; si confida tuttavia che esso riporti correttamente - per quanto sinteticamente - l'essenziale di cio' che e' stato esposto e concordato nel corso della riunione; ovviamente si esprime fin d'ora sincera gratitudine a tutte le persone che volessero correggere o aggiungere qualcosa.

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Allegato: Cinque meditazioni

I. La prima radice

La prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera.

Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'.

Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.

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II. Non solo l'8 marzo e' l'8 marzo

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro il femminicidio e la violenza sessuale.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro il maschilismo e il patriarcato.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro tutte le violenze e tutte le complicita' con la violenza e tutte le ideologie della violenza.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre che siano l'8 marzo.

Vi e' questa ineludibile evidenza: che la violenza maschile contro le donne e' la prima radice di ogni altra violenza.

Vi e' questa ineludibile evidenza: che la violenza maschile contro le donne e' il primo nemico dell'umanita'.

Vi e' questa ineludibile evidenza: ne discende il tuo primo dovere.

La lotta delle donne per la liberazione dell'umanita' e' la corrente calda della nonviolenza in cammino. Questo significa l'8 marzo.

Sostenere la lotta delle donne per la liberazione dell'umanita' e' il primo dovere di ogni persona decente. Questo significa l'8 marzo.

Ogni volta che fai la cosa giusta per contrastare la violenza maschilista, quel giorno e' l'8 marzo.

Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre che siano l'8 marzo.

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III. Dal femminismo molti doni

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi e' una sola umanita', composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da se'.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che e' la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralita', e quindi la relazione, e' la modalita' di esistenza propria dell'umanita'.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostro corpi.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca gia' la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta e' nel maschilismo e nel patriarcato.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanita', ad ogni devastazione della biosfera.

Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione.

Il femminismo che e' il massimo inveramento storico della nonviolenza.

Il femminismo che e' la corrente calda della nonviolenza.

Il femminismo che e' il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanita'.

E diciamo femminismo e sappiamo che dovremmo dire femminismi, che dovremmo dire pensiero delle donne e movimenti delle donne.

Ma diciamo femminismo e pensiamo a una tradizione che lega infinite donne che hanno praticato l'etica della responsabilita' e della liberazione, da Saffo a Vandana Shiva, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Edith Stein a Milena Jesenska, da Etty Hillesum a Ginetta Sagan, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Germaine Tillion ad Anna Politkovskaja, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Olympe de Gouges a Luce Fabbri.

Dal femminismo molti doni tutte e tutti abbiamo ricevuto.

In questo otto marzo di ascolto, di memoria, di lotta, diciamo anche la nostra gratitudine.

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IV. Sommessa un'opinione. Ed un ringraziamento

Se la viva commozione non m'inganna, mi sembra che l'iniziativa One Billion Rising del 14 febbraio 2013 contro la violenza sulle donne sia stata - per estensione planetaria, ma anche per chiarezza di contenuti, adeguatezza delle forme, capacita' di favorire la partecipazione piu' ampia e piu' consapevole, mobilitando teste e cuori, pensieri e passioni, menti e corpi - la piu' grande manifestazione nonviolenta globale nel corso dell'intera storia umana.

Ancora una volta il movimento delle donne, la sapienza delle donne, il coraggio delle donne, la lotta delle donne si conferma essere la corrente calda della nonviolenza, si conferma essere l'esperienza storica decisiva nel cammino di liberazione dell'umanita'.

Ed ancora una volta si conferma questa cruciale verita': che solo se si riuscira' a contrastare, sconfiggere, abolire la violenza maschile, e l'ideologia e le strutture e le prassi della violenza maschilista e patriarcale, solo allora si riuscira' a difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani, a realizzare pace e giustizia, civile convivenza responsabile e solidale tra tutti gli esseri umani e tra gli esseri umani e l'intero mondo vivente.

La nonviolenza e' in cammino con volto e con voce di donna, con passo lieve di danza, in profonda schiudente armonia, in una trama relazionale che unisce in piena coerenza mezzi e fini, che avvicina persona a persona e l'umanita' intera raggiunge, riconosce, libera.

E che in questa luminosa giornata anche non pochi uomini mettendosi alla scuola e all'ascolto delle donne abbiano saputo cogliere l'occasione per esprimere la volonta' di rompere ogni omerta' e complicita' col femminicidio, col maschilismo, col patriarcato, per esprimere la scelta di opporsi alla violenza maschile, ebbene, anche questo e' un dono e un frutto dell'iniziativa delle donne, del pensiero e del movimento delle donne, di cui anche il vecchio che scrive queste righe ad esse e' grato con tutto il cuore.

E che dopo il 14 febbraio ogni giorno continui e si estenda ed ovunque si inveri quel che il 14 febbraio e' accaduto: il manifestarsi dell'impegno dell'umanita' affinche' cessi la violenza maschile sulle donne.

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V. E quindi

Occorre opporsi al maschilismo e al patriarcato, ed opponendosi al maschilismo e al patriarcato ci si oppone anche al razzismo, alla guerra, alla devastazione dell'ecosistema, a tutti i poteri criminali, a tutte le forme di sfruttamento ed oppressione.

Occorre riconoscere, difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

E quindi: occorre sostenere i centri antiviolenza e le case delle donne.

E quindi: occorre la parita' di rappresentanza di genere ovunque si decide cio' che tutte e tutti riguarda.

E quindi: occorre applicare subito pienamente la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

Vi e' una sola umanita'.

 

2. DOCUMENTI. UNA LETTERA AL COMUNE DI VITERBO PER LA CITTADINANZA ONORARIA ALLE BAMBINE ED AI BAMBINI NON CITTADINE E CITTADINI ITALIANI

[Dal Tavolo per la pace di Viterbo riceviamo e diffondiamo]

 

Stesura definitiva della lettera al Comune di Viterbo recante in forma di schema di delibera del Consiglio Comunale la proposta di attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa

Al Sindaco, alle Assessore ed agli Assessori della Giunta Comunale, alle Consigliere ed ai Consiglieri Comunali, alla Segretario Generale del Comune di Viterbo

Egregio Sindaco, egregie Assessore ed egregi Assessori della Giunta Comunale, egregie Consigliere ed egregi Consiglieri Comunali, egregia Segretario Generale del Comune di Viterbo,

il Tavolo per la Pace di Viterbo, che si riunisce da alcuni mesi, su invito dell'assessore comunale ai servizi sociali e del consigliere comunale delegato alle iniziative di pace, con la libera partecipazione delle rappresentanti e dei rappresentanti di varie associazioni impegnate in citta' per la pace, la solidarieta', i diritti umani e la nonviolenza, come di ogni persona eventualmente interessata, propone all'Amministrazione Comunale di Viterbo l'adozione di un atto deliberativo di cui, dopo ampia e condivisa valutazione e approvazione all'unanimita', si rimette bozza per il Consiglio Comunale:

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Il Consiglio Comunale di Viterbo

- premesso che le bambine ed i bambini (intendendo qui tutte le persone minorenni, in eta' da zero a 18 anni) sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanita', e pertanto dell'umanita' intera sono il bene piu' prezioso, ed e' quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto e' in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;

- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana cosi' come di ogni consesso civile e' rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di tutte le persone umane, ed in primo luogo delle persone piu' fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;

- affermato che Viterbo vuole essere citta' amica delle bambine e dei bambini;

- riconosciuto che della comunita' viterbese fanno parte tutte le persone che a Viterbo nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla citta' il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;

- evidenziato in particolare che della comunita' cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a Viterbo si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;

- richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riconosce che vi e' una sola umanita' e che tutte le persone umane sono portatrici di inalienabili diritti;

- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutte le persone umane usando a tal fine la formula universalistica "uomo" - intesa in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo -); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge" (anche in questo caso usando l'espressione "lo straniero" in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo); che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutte le persone umane presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;

- dando adempimento agli impegni di solidarieta' e quindi di civilta' espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;

- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e successivamente esposto nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari;

- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;

- sottolineando specificamente che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia (approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176) fin dal Preambolo ai commi IV-VI evidenzia che "l'infanzia ha diritto a un aiuto e a un'assistenza particolari", "la famiglia, unita' fondamentale della societa' e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita", "il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso della sua personalita' deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicita', di amore e di comprensione" (ed e' opportuno ricordare che l'Unicef-Italia sottolinea che sarebbe preferibile tradurre il termine inglese "child", anziche' con "fanciullo", con "bambino, ragazzo e adolescente" - scilicet, in una formulazione ancor piu' adeguatamente riconoscente ed inclusiva: "bambina e bambino, ragazza e ragazzo, adolescente" -);

- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parita' e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;

- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadine e cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alla civilta' umana ed alla sua possibilita' di bene;

- intendendo altresi' dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresi' la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parita' e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;

- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento Italiani, cosi' come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, cosi' come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;

- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verita': che tutte le persone umane nascono libere ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia;

- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione viterbese e la voce ferma e profonda dell'umanita' intera cosi' come espressa dalle piu' alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:

delibera di

1. attribuire la Cittadinanza Onoraria di Viterbo:

a) a tutte le bambine e a tutti i bambini nate e nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani;

b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono a Viterbo;

c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli (ovviamente laddove a cio' non ostino cogenti motivi di necessaria particolare protezione e tutela, da parte delle istituzioni pubbliche, delle persone minori come di altre persone componenti il nucleo familiare).

2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalita' democratica, della civile convivenza. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca (in italiano e nelle lingue delle varie comunita' alloglotte presenti nel territorio comunale, e con gli opportuni accorgimenti grafici per la miglior comprensione e diffusione) la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunita' cittadina. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

4. Chiedere al Governo e al Parlamento Italiani nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

5. Proporre agli altri Comuni della provincia di Viterbo di assumere deliberazioni analoghe. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

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Questa che precede e' la proposta di deliberazione.

Egregio Sindaco, egregie Assessore ed egregi Assessori della Giunta Comunale, egregie Consigliere ed egregi Consiglieri Comunali, egregia Segretario Generale del Comune di Viterbo,

al fine di illustrarne adeguatamente le premesse, il significato e il fine (quantunque essi emergano gia' del tutto evidenti), ed al fine di poter svolgere una fraterna e sororale riflessione comune affinche' le Amministratrici e gli Amministratori Comunali tutte e tutti possano addivenire ad una espressione di volonta' auspicabilmente unanime, il Tavolo per la Pace di Viterbo richiede anche di essere ascoltato in uno o piu' incontri nelle modalita' che, separatamente o congiuntamente, il Sindaco, le Assessore e gli Assessori, le Consigliere ed i Consiglieri Comunali tutte e tutti riterranno piu' opportune.

Al fine di rendere piu' agevole la definizione di date, orari e sedi in cui potersi incontrare, il Tavolo per la Pace delega l'assessore Fersini ed i consiglieri comunali Moricoli e Scorsi, che hanno partecipato ai lavori del Tavolo stesso, a prendere gli opportuni accordi.

Vogliate gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene,

il Tavolo per la Pace di Viterbo

Viterbo, 2 luglio 2014

 

3. INCONTRI. MAO VALPIANA: A ROMA PER L'ISTITUZIONE DEL DIPARTIMENTO DELLA DIFESA CIVILE NON ARMATA E NONVIOLENTA

[Da Mao Valpiana (per contatti: mao at sis.it) riceviamo e diffondiamo.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E' stato fondamentale ideatore, animatore e portavoce dell'"Arena di pace e disarmo" del 25 aprile 2014. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Le reti pacifiste, disarmiste, nonviolente, avviano il percorso per dare attuazione agli articoli 11 e 52 della Costituzione.

Giovedi' 3 luglio a Roma alle ore 10,30 deposito del titolo di Legge di iniziativa popolare; alle ore 12 conferenza stampa dei rappresentanti delle reti: Rete italiana Disarmo, Rete della Pace, Conferenza nazionale Enti Servizio Civile, Forum Nazionale Servizio Civile, Campagna Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi Civili di pace.

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Presentazione della Legge di Iniziativa Popolare "Istituzione e modalita' di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta", presso l'Archivio Disarmo, il 3 luglio 2014 alle ore 12.

La resistenza oggi si chiama nonviolenza.

La liberazione oggi si chiama disarmo.

Le reti ed organizzazioni promotrici della campagna per l'istituzione di un Dipartimento per la "Difesa Civile non armata e nonviolenta" invitano media e rappresentanti politici alla Conferenza stampa di presentazione della Campagna che andra' a sostenere tale proposta.

L'incontro con la stampa si terra' pochi minuti dopo il deposito presso la Cassazione del titolo della Legge di Iniziativa Popolare che sara' la proposta concreta su cui verra' impostata ed articolata tutta la mobilitazione.

Questa importante tappa fa seguito ad altri momenti di lavoro comune delle reti promotrici (in particolare le Feste della Repubblica che ripudia la guerra e l'Arena di Pace e Disarmo a Verona del 25 aprile), tutti propedeutici a questo nuovo appuntamento.

Durante la conferenza stampa verranno illustrati i contenuti della proposta di legge e i prossimi passi per la costituzione di comitati locali di supporto in vista della raccolta di firme che verra' lanciata in occasione della Giornata Mondiale della Nonviolenza.

 

4. INCONTRI. A ROMA PER IL DIRITTO UMANO ALLA PACE

[Dal sito della Tavola della pace (www.perlapace.it) riprendiamo e diffondiamo]

 

Il 3 luglio a Roma per il diritto alla pace i rappresentanti degli enti locali e dell'associazionismo consegneranno al presidente della Commissione diritti umani del Senato, Luigi Manconi, le prime cento delibere approvate e l'appello sottoscritto da centinaia di personalita' laiche e religiose del nostro paese.

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Mentre la guerra infuria in tante parti del mondo e migliaia di persone sono costrette a fuggire dalle stragi, e' venuto il tempo di riconoscere che la pace e' un diritto umano fondamentale di tutti.

Giovedi' 3 luglio 2014 al Senato della Repubblica, Sala Capitolare, a Roma, Piazza della Minerva 38, con inizio alle ore 15 si terra' l'iniziativa "L'Italia per il diritto alla pace".

Presentano l'iniziativa: sen. Luigi Manconi, Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, Antonio Papisca, Cattedra Unesco Diritti Umani, Democrazia e Pace dell'Universita' di Padova; Marco Mascia, direttore del Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell'Universita' di Padova; Flavio Lotti, del Comitato promotore della Marcia per la pace Perugia-Assisi; Mario Galasso, vicepresidente del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, p. Enzo Fortunato e p. Egidio Canil, Sacro Convento di San Francesco di Assisi, sen. Silvana Amati, vicepresidente Comitato Scientifico Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani.

Intervengono tra gli altri: p. Kizito Sesana, Fondatore Comunita' Koinonia, Elisa Marincola, Articolo 21, Raffaele Crocco, Direttore Atlante delle Guerre; Emanuele Giordana, Lettera 22; Silvio Di Francia, Comune di Roma; Piero Piraccini, Centri per la pace Forli' - Cesena; Lisa Clark, Beati i costruttori di pace; p. Filippo Rota Martir, Missione Oggi; Gian Mario Gillio, direttore Confronti; Giorgio Baiutti, Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale, Regione Friuli Venezia Giulia; Claudio Ricci, Sindaco del Comune di Assisi (Pg); Alfonso Colombatti, Assessore del Comune di Aviano (Pn); Giancarlo Piva, Sindaco del Comune di Este (Pd); Juan Diego Catalano, Consigliere del Comune di Palermo; Silvia Altran, Sindaco del Comune di Monfalcone (Go); Valentina Bonomi, Assessore del Comune di Marsciano (Pg); Tiziano Ferrari, Consigliere del Comune di Bussolengo (Vr); Libero Mazzaroppi, Sindaco del Comune di Aquino (Fr); Marcantonio Iadecola, vicesindaco del Comune di Aquino (Fr); Carlo Risi, Assessore del Comune di Aquino (Fr); Raffaele Pellecchia, Comune di Aquino (Fr); Gabriele de Buoni, Consigliere del Comune di Ponte San Nicolo' (Pd); Anna Maria Bigon, Sindaco del Comune di Povegliano Veronese (Vr); Laura Peretti, Assessore del Comune di Povegliano Veronese (Vr); Paolo Moricoli, Consigliere del Comune di Viterbo; Christian Scorsi, Consigliere del Comune di Viterbo; Giuseppe Felici, Assessore del Comune di Corciano (Pg); Villelma Battistoni, Comune di Marsciano (Pg); Lucia Nucci, Comune di Marsciano (Pg); Marsilio Marinelli, Sindaco San Venanzo; Morena Berti, Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto (Tn); Nicola Perrone, Cipsi; Graziano Zoni, Emmaus Italia; Tommaso Fulfaro, Articolo 21; Stefano Corradino, Articolo 21; Renzo Angeli, Masci; Franz Petito, Masci; Giampaolo Petrucci, Adista; Silvia Cutrera, Dpi Italia; Renato Corsetti, Vicepresidente Federazione Esperantista Italiana; Fabio Belardoni, Asdevicam-acqua per tutti; Livia Trigona, Asdevicam-acqua per tutti; Fiorella Cerchiara, Diritti Umani e Tolleranza Onlus Monza; Alessio Nanni, Partito Ecoanimalista Cortona (Ar); Raffaello Saffioti, Associazione Florense Sviluppo Creativo; Alessio Antonielli, Rivista San Francesco Patrono d'Italia; Rosa D'Andrea, Pax Christi Caserta; M. Elide Taviani, Tavola della pace Liguria, Alessio Allegrini, Presidente Musicisti per i diritti umani.

I rappresentanti degli Enti Locali e dell'associazionismo consegneranno al Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, Luigi Manconi, le prime cento delibere approvate da Consigli comunali, provinciali e regionali e l'appello sottoscritto da centinaia di personalita' laiche e religiose del nostro paese.

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L'iniziativa e' parte della Campagna internazionale per il riconoscimento del Diritto umano alla Pace promossa dal Centro Diritti Umani e dalla Cattedra Unesco Diritti Umani, Democrazia e Pace dell'Universita' di Padova, dai Francescani del Sacro Convento di San Francesco Assisi, dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dalla Tavola della pace e dalla Rete della Perugia-Assisi.

 

5. INCONTRI. "DA BAUDELAIRE A BECKETT". UN INCONTRO DI STUDIO

 

Si e' svolto la mattina di mercoledi' 2 luglio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "Da Charles Baudelaire a Samuel Beckett. L'arte e la riflessione sull'arte in alcune esperienze-chiave della cultura contemporanea", con la partecipazione di Giselle Dian.

Nel corso dell'incontro sono state ripercorse alcune cruciali analisi della scuola di Francoforte sull'opera d'arte nella societa' contemporanea.

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Charles Baudelaire (Parigi,1821-1867), come tutti sanno, e' il grande poeta e critico autore dei Fiori del male.

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Samuel Beckett, scrittore e drammaturgo nato vicino Dublino nel 1906, defunto a Parigi nel 1989. Premio Nobel per la letteratura nel 1969. Fu impegnato con la Resistenza francese contro il nazismo. Il suo teatro cosi' spoglio (ed enigmatico, per cosi' dire, per sottrazione) ci ha insegnato ad opporci alla guerra, alla devastazione ambientale, all'ingiustizia e alla menzogna, con assai maggior forza di persuasione che tante analisi sociologiche e storiche, tanti morali e politici proclami. Opere di Samuel Beckett: fondamentali Aspettando Godot, Finale di partita, L'ultimo nastro di Krapp, Giorni felici, in Teatro, Einaudi, Torino, poi Mondadori, Milano. Tra le opere su Samuel Beckett: per una prima introduzione segnaliamo Giovanni Cattanei, Samuel Beckett, La Nuova Italia, Firenze; Richard N. Coe, Che cosa ha veramente detto Beckett, Ubadini, Roma; A. Alvarez, Beckett, Mondadori, Milano.

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Walter Benjamin, nato a Berlino nel 1892, saggista di sconvolgente profondita', all'avvento del nazismo abbandona la Germania, si uccide nel 1940 al confine tra Francia e Spagna per sfuggire ai nazisti. Opere di Walter Benjamin: in italiano fondamentale e' la raccolta di saggi e frammenti Angelus novus, Einaudi, Torino; e quella che prende il titolo da L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilita' tecnica, Einaudi, Torino. Sempre presso Einaudi (che ha in corso la pubblicazione delle Opere, a cura di Giorgio Agamben) cfr. anche: Avanguardia e rivoluzione, Critiche e recensioni, Diario moscovita, Il concetto di critica nel romanticismo tedesco (Scritti 1919-1922), Il dramma barocco tedesco, Immagini di citta', Infanzia berlinese, Metafisica della gioventu' (Scritti 1910-1918), Ombre corte (Scritti 1928-1929), Parigi capitale del XIX secolo, Strada a senso unico, Sull'hascisch, Teologia e utopia (Carteggio 1933-1940 con Gershom Scholem), Tre drammi radiofonici, e le Lettere (1913-1940). Presso Adelphi cfr. la sua antologia di lettere commentate di autori del passato, Uomini tedeschi. Opere su Walter Benjamin: per la bibliografia: M. Brodersen, Walter Benjamin. Bibliografia critica generale (1913-1983), Aesthetica, Palermo 1984; R. Cavagna, Benjamin in Italia. Bibliografia italiana, 1956-1980, Sansoni, Firenze 1982. Saggi: cfr. almeno AA. VV. (a cura di Franco Rella), Materiali su Walter Benjamin, Venezia 1982; AA. VV., Paesaggi benjaminiani, fascicolo monografico della rivista "aut aut", nn. 189-190, 1982; AA. VV., Walter Benjamin. Tempo storia linguaggio, Editori Riuniti, Roma 1983; Hannah Arendt, Il pescatore di perle, Mondadori, Milano 1993 (saggio incluso anche in Hannah Arendt, Il futuro alle spalle, Il Mulino, Bologna); Fabrizio Desideri, Walter Benjamin. Il tempo e le forme, Editori Riuniti, Roma 1980; Hans Mayer, Walter Benjamin, Garzanti, Milano 1993; Gershom Scholem, Walter Benjamin e il suo angelo, Adelphi, Milano 1978; Gershom Scholem, Walter Benjamin. Storia di un'amicizia, Adelphi, Milano 1992. Cfr. anche Paolo Pullega, Commento alle "Tesi di filosofia della storia" di Walter Benjamin, Cappelli, Bologna 1980.

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Theodor W. Adorno, nato l'11 settembre 1903 a Francoforte sul Meno, costretto all'esilio dall'avvento del nazismo, acutissimo osservatore della societa' contemporanea, filosofo e musicologo, e' deceduto il 6 agosto 1969. E' una delle figure di massimo spicco della "scuola di Francoforte". Opere di Theodor W. Adorno: nella sua vastissima produzione segnaliamo almeno, per un primo approccio, Dialettica dell'illuminismo (con Max Horkheimer), Minima moralia, Dialettica negativa, tutti presso Einaudi, Torino. Opere su Theodor W. Adorno: si veda almeno, per un primo orientamento, Tito Perlini, Che cosa ha veramente detto Adorno, Ubaldini, Roma 1971; Marzio Vacatello, Th. W. Adorno. Il rinvio della prassi, La Nuova Italia, Firenze 1972; Sergio Moravia, Adorno e la teoria critica della societa', Sansoni, Firenze 1974; Enzo Rutigliano, Teoria o critica. Saggio sul marxismo di Adorno, Dedalo, Bari 1977; Carlo Pettazzi, Th. W. Adorno: linee di origine e di sviluppo del pensiero (1903-1949), La Nuova Italia, Firenze 1979; Martin Jay, Theodor W. Adorno, Il Mulino, Bologna 1987; Massimo Nardi, Pensare nella verita'. L'itinerario della ragione dialettica in Th. W. Adorno, Studium, Roma 1993; Fredric Jameson, Tardo marxismo, Manifestolibri, Roma 1994; Elena Tavani, L'apparenza da salvare. Saggio su Th. W. Adorno, Guerini e associati, Milano 1994; Angelo Cicatello, Dialettica negativa e logica della parvenza. Saggio su Th. W. Adorno, Il melangolo, Genova 2001; Stefan Mueller-Doohm, Theodor W. Adorno. Biografia di un intellettuale, Carocci, Roma 2003; Lucio Cortella, Una dialettica nella finitezza. Adorno e il programma di una dialettica negativa, Meltemi, Roma 2006; Stefano Petrucciani, Introduzione a Adorno, Laterza, Roma-Bari 2007; Pastore Luigi, Gebur Thomas (a cura di), Theodor W. Adorno. Il maestro ritrovato, Manifestolibri, Roma 2008; di particolare importanza sono gli scritti dedicati ad Adorno in Renato Solmi, Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007.

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Max Horkheimer, filosofo nato a Stoccarda nel 1895, direttore dell'"Istituto per la ricerca sociale" di Francoforte, esule antinazista, muore nel 1973. E' una delle figure di spicco della "scuola di Francoforte". Opere di Max Horkheimer: tra esse segnaliamo particolarmente Crepuscolo, Dialettica dell'illuminismo (con Adorno), Lezioni di sociologia (con Adorno), Eclisse della ragione, e gli studi raccolti in Teoria critica, tutti presso Einaudi, Torino; ma cfr. anche almeno Gli inizi della filosofia borghese della storia (Einaudi), ed i due volumi che raccolgono alcune interviste degli ultimi anni che diedero luogo a vivaci dibattiti, Rivoluzione o liberta'?, Rusconi, Milano 1972, e La nostalgia del totalmente altro, Queriniana, Brescia 1972, 1977. Opere su Max Horkheimer: Antonio Ponsetto, Max Horkheimer, Il Mulino, Bologna 1981; Alfred Schmidt, Oltre il materialismo storico, Laterza, Roma-Bari 1981.

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Herbert Marcuse, filosofo, nato a Berlino nel 1898, fa parte della scuola di Francoforte; costretto all'esilio dal nazismo, si trasferisce in America; sara' uno dei punti di riferimento della contestazione studentesca e dei movimenti di liberazione degli anni '60 e '70. Muore nel 1979. Tra le opere di Herbert Marcuse segnaliamo almeno Ragione e rivoluzione, Il Mulino, Bologna 1966, 1974; Eros e civilta', Einaudi, Torino 1964, 1974; Soviet marxism, Guanda, Parma 1968; L'uomo a una dimensione, Einaudi, Torino 1967, 1975; Saggio sulla liberazione, Einaudi, Torino 1969, 1975. Tra le opere su Herbert Marcuse: Tito Perlini, Che cosa ha veramente detto Marcuse, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1968; Juergen Habermas (a cura di), Risposte a Marcuse, Laterza, Bari 1969; Hauke Brunkhorst, Gertrud Koch, Herbert Marcuse, Erre Emme, Roma 1989.

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Tra gli studi complessivi e le monografie introduttive sulla scuola di Francoforte: Paul-Laurent Assoun, La scuola di Francoforte, Lucarini, Roma 1988; Giuseppe Bedeschi, Introduzione alla scuola di Francoforte, Laterza, Roma-Bari 1985, 1987; Martin Jay, L'immaginazione dialettica, Einaudi, Torino 1979; Gian Enrico Rusconi, La teoria critica della societa', Il Mulino, Bologna 1968; Goeran Therborn, Critica e rivoluzione, Laterza, Bari 1972; Rolf Wiggershaus, La scuola di Francoforte, Bollati Boringhieri, Torino 1992; Pierre V. Zima, Guida alla scuola di Francoforte, Rizzoli, Milano 1976. Si veda anche la celebre discussione in AA. VV., Dialettica e positivismo in sociologia, Einaudi, Torino 1972, 1977.

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Giselle Dian, disegnatrice, pittrice, grafica, studiosa di fenomeni artistici e comunicazione multimediale, collaboratrice del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta"; nel 2010 ha realizzato un ampio studio su Keith Haring dal titolo "Keith Haring: segno artistico, gesto esistenziale, impegno civile", per il quale ha anche effettuato una serie di interviste a varie personalita' di vari campi del sapere (critici d'arte, filologi, filosofi, psicologi, sociologi, storici, operatori sociali, studiosi dei nuovi linguaggi artistici e dei media...). Ha pubblicato saggi, interviste e recensioni sul quotidiano telematico "La nonviolenza e' in cammino"; ha tenuto conferenze presso biblioteche pubbliche, mostre in spazi di impegno sociale e culturale, e sta realizzando un progetto artistico sui temi della memoria storica e della dignita' umana.

 

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

7. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1687 del 3 luglio 2014

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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