Telegrammi. 1035



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1035 del 5 settembre 2012

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Adesione alla campagna nonviolenta "Non un giorno di piu'"

2. Non un giorno di piu'. Una campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

3. Lettera aperta al Presidente della Repubblica: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

4. Segnalazioni librarie

5. La "Carta" del Movimento Nonviolento

6. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. ADESIONE ALLA CAMPAGNA NONVIOLENTA "NON UN GIORNO DI PIU'"

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" aderisce alla campagna nonviolenta "Non un giorno di piu'" per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" invita tutte le persone, tutte le associazioni e tutte le istituzioni sollecite del bene comune, della giustizia e della pace che salva le vite, all'impegno corale, democratico e nonviolento, affinche' cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" chiede a governo e parlamento di recedere dal crimine della guerra, di tornare al rispetto del diritto internazionale e della legalita' costituzionale, al rispetto della democrazia, della civilta', dell'umanita'.

*

Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi"

Viterbo, 4 settembre 2012

 

2. REPETITA IUVANT. NON UN GIORNO DI PIU'. UNA CAMPAGNA NONVIOLENTA PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Occorre far cessare la guerra in Afghanistan.

Ed a tal fine la prima e decisiva azione che come cittadini italiani possiamo e dobbiamo svolgere consiste nell'ottenere che l'Italia cessi di partecipare alla guerra.

Perche' l'Italia a quella guerra non avrebbe mai e poi mai dovuto prendere parte, proibendoglielo esplicitamente il dettato della sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana.

Occorre quindi costringere governo e parlamento italiani a tornare nella sfera della legalita', a desistere dal crimine: occorre costringere lo Stato italiano a cessare di prendere parte alla guerra e alle stragi di cui essa consiste.

Oltre un decennio di eccidi e barbarie dovrebbe aver aperto gli occhi a chiunque; e del resto ogni persona ragionevole sente e sa che la guerra e' nemica dell'umanita', che solo la pace salva le vite.

*

Occorre far cessare la guerra in Afghanistan, cominciando con la cessazione della partecipazione italiana.

Dobbiamo far crescere dal basso una vera e propria insurrezione nonviolenta contro la guerra e contro le uccisioni, per la legalita' costituzionale e per il primario diritto di ogni essere umano a non essere ucciso.

Dobbiamo imporre al potere esecutivo e al potere legislativo del nostro paese l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra.

E dobbiamo farlo con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della dignita' e della solidarieta' umana, con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza; dobbiamo farlo con una campagna nonviolenta di massa che faccia rinascere in Italia un movimento per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.

*

Una campagna nonviolenta per salvare le vite umane: che nasca dal basso in ogni citta' e in ogni paese, e che abbia questa semplice e chiara finalita': "cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani".

 

3. REPETITA IUVANT. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Signor Presidente della Repubblica,

si sara' sicuramente interrogato anche lei sul tragico protrarsi della guerra afgana e sulle innumerevoli sue vittime.

E si sara' sentito anche lei turbato per la flagrante contraddizione tra la partecipazione italiana a quella guerra, a quelle stragi, e il dettato dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, che inequivocabilmente vieta all'Italia di partecipare a quel crimine.

Perche' ha abdicato al suo dovere di difendere la vigenza della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra?

Perche' non ha negato il suo consenso alla partecipazione italiana a quella guerra, a quei massacri?

Faccia ora quello che avrebbe dovuto fare fin dal suo insediamento alla Presidenza della Repubblica: denunci l'illegalita' di quella guerra e chiami Governo e Parlamento a deliberare l'immediata cessazione della partecipazione italiana ad essa.

Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi.

Non attenda un giorno di piu' per decidersi ad agire nell'ambito dei suoi poteri e dei suoi doveri per ripristinare il rispetto della Costituzione, ovvero per salvare le vite umane che giorno dopo giorno la guerra sbrana.

Cessando di partecipare alla guerra l'Italia puo' cominciare ad impegnarsi per la pace che salva le vite.

Questo chiediamo: cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Ascolti la nostra voce.

Ascolti la voce della sua stessa coscienza.

Ascolti la lettera e lo spirito della Costituzione della Repubblica Italiana.

Solo la pace salva le vite.

Distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 2 settembre 2012

 

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Renato Solmi, Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007, pp. 836.

*

Riedizioni

- Alessandra Buccheri (a cura di), Bernini, Skira'-Rcs, Milano 2005, 2012, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Piero Craveri, De Gasperi, Il Mulino, Bologna 2006, Mondadori, Milano 2012, pp. II + 656, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).

- Antonella Ossorio, Adama Zoungrana, Se entri nel cerchio sei libero, Rcs, Milano 2009, 2012, pp. 224, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Joseph Roth, Lo specchio cieco. Il capostazione Fallmerayer, Passigli, Firenze 2011, Il sole 24 ore, Milano 2012, pp. 80, euro 2 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

 

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

6. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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