Telegrammi. 740



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 740 del 15 novembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Giobbe Santabarbara: Della politica economica avendo letto quei manoscritti del '44 e quella Vita activa

2. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

3. Antonio Bianciardi: Per il valore sacro della vita

4. Osvaldo Ercoli: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

5. Il 4 novembre per la pace (2003)

6. Un altro 4 novembre, non ipocrita e non subalterno (2003)

7. Ogni vittima ha il volto di Abele (2003)

8. Un quattro novembre dalla parte delle vittime, contro tutte le guerre (2003)

9. Il 4 novembre a Viterbo (2003)

10. 4 novembre: uscire dalla subalternita' al potere militare (2003)

11. Il 4 novembre a Viterbo: "ogni vittima ha il volto di Abele" (2003)

12. Mai piu' guerre (2003)

13. Da Viterbo un quattro novembre per la pace e la nonviolenza (2003)

14. Il 14 novembre si e' svolto un incontro di studio a Viterbo

15. La "Carta" del Movimento Nonviolento

16. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. GIOBBE SANTABARBARA: DELLA POLITICA ECONOMICA AVENDO LETTO QUEI MANOSCRITTI DEL '44 E QUELLA VITA ACTIVA

 

Nessuna politica economica centrata sulla crescita del prodotto e del profitto puo' piu' essere buona.

Poiche' quello che e' ormai assolutamente necessario all'umanita' e al pianeta e' produrre di meno, consumare di meno, condividere di piu', recuperare e riciclare, difendere i beni comuni, proteggere la biosfera.

Ovviamente la riduzione dei consumi non riguarda chi vive in poverta', ma chi vive nella ricchezza e nello spreco.

Ovviamente la condivisione comprende tutti gli esseri umani viventi e venturi.

Zoon politikon questo significa: riconoscenza per l'umanita' intera, amore al mondo, responsabilita' per l'altro, solidarieta'.

O l'organizzazione dell'umanita' da predatrice si fa accudente, da guerriera si fa cooperativa, da patriarcale si fa materna, o la civilta' umana non avra' scampo.

 

2. DOCUMENTAZIONE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DELL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello, che valga anche per il prossimo anno]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Associazione per la pace

per contatti: e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

3. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. ANTONIO BIANCIARDI: PER IL VALORE SACRO DELLA VITA

[Ringraziamo Antonio Bianciardi (per contatti: Antonio.Bianciardi1 at banca.mps.it) per questo intervento.

"... ho firmato piu' volte petizioni contro tutte le guerre, degli anni passati e dei nostri giorni. Non sono un militante attivo nonviolento e non ho mai partecipato alla marcia della pace Perugia-Assisi, anche se vedo con simpatia tutti coloro che vi partecipano e che la portano avanti da lungo tempo. Ho un passato da militante del "Manifesto", di cui credo di essere uno dei piu' vecchi abbonati e affezionati lettori, dato che ho partecipato alla sottoscrizione per farlo nascere, nel lontano 1972, e non ne ho perso una copia in tutti questi anni. Lavoro dal 1979 in una banca senese e l'unico impegno "pubblico" che ho da un po' di anni a questa parte e' la partecipazione, con la mia compagna ed altri poeti, al "Laboratorio del Sonetto", dove (con lo pseudonimo di Civettone) scrivo, anche se non troppo assiduamente, versi sull'attualita' politica italiana e, a volte,  anche di quella internazionale, e quindi della violenza e delle guerre"]

 

"Dormi sepolto in un campo di grano..."

Cosi' cantava un grande del passato,

parlando della morte di un soldato,

e ricordava il dramma disumano

 

di una guerra e di ogni caso umano,

delle stragi che si e' dimenticato,

dei lutti di cui il mondo s'e' macchiato,

in nome della Bibbia o del Corano...

 

E' ora che la gente pacifista

prenda per mano questo mondo infame,

invada strade e piazze, scenda in pista,

 

urli e combatta, resti sempre unita,

contro la guerra e contro la fame,

per il valore sacro della vita!

 

4. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. OSVALDO ERCOLI: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Ringraziamo Osvaldo Ercoli (per contatti: osvaldo.ercoli at fastwebnet.it) per questo intervento.

Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. Nel 2007 ha promosso un appello per salvare l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione]

 

Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo anche quest'anno ha promosso l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", iniziativa che si svolge dal 4 novembre del 2002 ed intende commemorare le vittime di tutte le guerre con quell'impegno civile e politico che stimola a risvegliare l'umanita' intera, e ricordare ad essa che ogni guerra e' un'"inutile strage", e che e' un dovere di tutti finalizzare il nostro operare ad una lotta senza tregua e senza timori contro uccisioni e persecuzioni.

Reputiamo quindi che la voce della nonviolenza si levi piu' forte e piu' chiara non solo per il 4 novembre ma per tutte le manifestazioni pubbliche come quella del 2 giugno "festa della Repubblica" che viene oscurata ed offesa da una immonda ed offensiva sfilata di armi tra le piu' sofisticate, da fare invidia al dittatore piu' crudele sulla faccia della terra.

Il 4 novembre non deve piu' continuare ad essere l'iniquo monopolio delle gerarchie militari per una falsa retorica patriottica, ne' lasciato alle loro menzogne, ne' alla loro propaganda necrofila intesa far prevalere la finzione che la guerra e' bella e che le vittime debbono essere contente di essere state trucidate.

Leggo con piacere che l'apprezzamento ed il sostegno all'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" e' cresciuto, particolarmente tra i pubblici amministratori di enti locali, quali Comuni, Province, Regioni. Evento questo beneaugurante in prospettiva per le commemorazioni nonviolente che potranno sostituire quelle ufficiali che allo stato attuale sono ancora scelleratamente e stoltamente belliciste.

 

5. MEMORIA. IL 4 NOVEMBRE PER LA PACE (2003)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 717 del 30 ottobre 2003. "Riproduciamo ancora una volta un estratto da un comunicato del 'Centro di ricerca per la pace' di Viterbo di un anno fa. E' nostra intenzione riproporre ed estendere l'iniziativa quest'anno"]

 

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

Abbiamo promosso l'idea che il 4 novembre in tutta Italia si realizzino cerimonie di commemorazione per le vittime di tutte le guerre da parte delle istituzioni, delle associazioni e delle persone impegnate per la pace e la nonviolenza.

Cerimonie semplici e silenziose, di cordoglio sincero, di profonda austerita' e di rigoroso impegno al rispetto e alla promozione della dignita' umana di tutti gli esseri umani. Di solidarieta' dell'umanita' intera contro la violenza e la morte. Di opposizione alla guerra e ai suoi apparati.

Un 4 novembre che nel ricordo di tutte le vittime delle guerre sia anche monito ed impegno contro le guerre presenti e future, contro tutte le violenze e contro tutti gli strumenti di morte.

Un 4 novembre che non deve piu' essere strumentalizzato dai comandi militari che con il loro lavorare per la guerra e inneggiare alla guerra irridono oscenamente le vittime delle guerre; ma divenire giornata di lutto e di memoria, e di solenne impegno affinche' mai piu' degli esseri umani perdano la vita a causa di guerre, affinche' mai piu' si facciano guerre.

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

 

6. MEMORIA. UN ALTRO QUATTRO NOVEMBRE, NON IPOCRITA E NON SUBALTERNO (2003)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 717 del 30 ottobre 2003]

 

Ricorrendo il 4 novembre l'anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, varie persone impegnate per la pace - ed anche amici carissimi da cui tanto abbiamo imparato - pensano di doversi presentare in sparutissimi gruppi alle celebrazioni militari per dare volantini, inalberare cartelli, sventolar vessilli arcobaleno, esporsi al rischio di esser pretesto e scaturigine di indecenti schiamazzi in una situazione in cui si fa memoria di innumerevoli vittime, ed a tutti e' richiesta quindi la massima compostezza.

E' un errore, un errore di subalternita'.

Poiche' quale e' il messaggio che ne deduce chi osserva (poiche' quando si manifesta, si manifesta affinche' altri veda e pensi)? Che i pacifisti guastano le altrui cerimonie (e una cerimonia di commemorazione di caduti), che i pacifisti sono quattro gatti consapevoli di esserlo, che i pacifisti non sanno rispettare la dignita' altrui e la serieta' delle occasioni solenni; nella migliore delle ipotesi: che i pacifisti sono quella minimissima minoranza in cerca di pubblicita' che approfitta delle iniziative altrui e vi si scava la sua nicchia, e che purche' non disturbi il manovratore e si limiti a far colore sulla piazza viene paternalisticamente recuperata e quindi neutralizzata.

Non e' questo il messaggio da dare.

Il messaggio da dare e' che il 4 novembre deve esere ricordo delle vittime della guerra, e questo ricordo non puo' essere affidato a quelle strutture che quelle vittime hanno assassinato: gli eserciti tutti.

Il messaggio da dare e' che i pacifisti non sono affatto una minoranza di guastafeste o di anime belle confuse; bensi' consapevoli portatori di valori che la stessa Costituzione italiana afferma, e rappresentativi della volonta' di vita e dialogo dell'intera umanita'. Sono i poteri militari ad essere l'arcaico inaccettabile residuo di una troppo lunga epoca di barbarie che avrebbe dovuto essere finita per sempre sotto il lampo sinistro dell'orrore assoluto di Hiroshima.

*

Di qui l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" che a Viterbo abbiamo gia' realizzato lo scorso anno e quest'anno ripeteremo.

Noi ricorderemo le vittime della guerra, noi renderemo loro omaggio il 4 novembre in silenzio e austerita', con una nostra cerimonia di deposizione di un omaggio floreale dinanzi al loro sacrario, in assoluto silenzio, in orario diverso e lontano da quello dell'ipocrita rumorosa sagra degli eserciti assassini.

Questo significa la nostra posizione ed iniziativa nonviolenta: che non gli eserciti assassini hanno diritto a render omaggio alle loro vittime, ma chi alle guerre si oppone e quelle vite avrebbe voluto salvare; che solo chi e' costruttore di pace e si batte affinche' mai piu' si diano guerre puo' ricordare le vittime delle guerre senza offenderle ancora. E nel ricordo delle vittime delle guerre corroborare un impegno di pace e di nonviolenza.

*

Noi pensiamo che perseverando in questa azione rigorosamente nonviolenta anno dopo anno riusciremo a rendere sempre piu' partecipate le nostre iniziative di memoria, e rendere sempre piu' evidente l'ipocrisia e l'immoralita' dei militari scandalosamente in festa innanzi alle tombe delle vittime loro.

Noi pensiamo che, perseverando in questa azione rigorosamente nonviolenta e sempre piu' persuadendo altre persone ad unirsi a noi, il 4 novembre possa e debba diventare, da oscena festa delle forze armate assassine, giornata di memoria e di impegno per la pace, e celebrazione infine del superamento e quindi dell'abolizione dell'istituzione militare.

Superamento ed abolizione gia' oggi possibili con la realizzazione del programma costruttivo della difesa popolare nonviolenta, dei corpi civili di pace, con quella "Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta" cui in molti in varie forme si sta gia' lavorando, e che e' merito del movimento delle donne e segnatamente di Lidia Menapace aver tematizzato e proposto con grande tenacia e lucidita'.

 

7. MEMORIA. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE (2003)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 718 del 31 ottobre 2003. "Riproduciamo ancora una volta un estratto da un comunicato del 'Centro di ricerca per la pace' di Viterbo di un anno fa. E' nostra intenzione riproporre ed estendere quest'anno l'iniziativa del 4 novembre di pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi e gli eserciti; la nostra iniziativa nonviolenta consiste in una cerimonia silenziosa di deposizione di un omaggio floreale ai monumenti che ricordano le vittime della guerra, in orario diverso e distante dai chiassosi ed offensivi "festeggiamenti" delle forze armate]

 

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

1. Il 4 novembre e' un giorno di lutto, e nelle vicende umane anche l'elaborazione del lutto per coloro che non sono piu' conta. E conta altresi' il ricordo di coloro cui e' stata tolta la vita con la violenza. Non ricordarli sarebbe come volerli cancellare, quasi ucciderli una seconda volta.

Chi defini' la prima guerra mondiale con la formula lapidaria "inutile strage" colse un punto decisivo: fu una orribile strage; e - di contro alle retoriche dei potenti che mandarono al macello tanta povera gente - non ebbe alcuna ammissibile utilita', poiche' le stragi non sono mai utili (se non al trionfo del male ed alla sofferenza dell'umanita'), sono stragi e basta, e tutti quelli che pensano che si possa costruire qualcosa dando ad altri la morte commettono uno sciaguratissimo e infame errore di ragionamento, oltre che un abominio morale, che li rende promotori o complici del piu' orrendo dei crimini.

La memoria delle vittime e' uno degli elementi su cui e con cui costruire l'impegno per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani (sulla memoria delle vittime ed anche sui possibili rischi di un uso distorto e strumentale di essa ha scritto pagine indimenticabili Tzvetan Todorov, ad esempio in Memoria del male, tentazione del bene).

2. Ebbene, la ricorrenza del 4 novembre, fine della prima guerra modiale (per l'Italia), e' stata fin qui strumentalizzata proprio dai poteri militari, che in questa giornata, loro si', "festeggiano" le forze armate, cioe' scherniscono quei poveri morti che loro stessi comandi militari hanno fatto morire. Lo troviamo ripugnante.

3. Sic stantibus rebus, non convincono le iniziative subalterne, e non convince il lasciar stare, il far finta di niente. Cosicche' abbiamo pensato (anche sulla base di esperienze del passato) che il 4 novembre non debba essere lasciato come irridente e iniquo monopolio delle gerarchie militari e di quella retorica pseudopatriottica che il dottor Johnson qualche secolo fa definiva "l'ultimo rifugio delle canaglie"; non debba essere lasciato alle loro menzogne ed alla loro propaganda necrofila.

4. di qui la proposta: in quella data le persone e le istituzioni amanti della pace e fedeli al diritto internazionale e alla legalita' costituzionale non permettano che prevalga la sciagurata finzione che la guerra sia bella e che le vittime debbano essere contente di essere state trucidate, ma oppongano alla menzogna la verita', e all'ipocrisia la pieta'. In quella data si ricordino le vittime per affermare che la guerra, del cui orrore la loro morte testimonia, ebbene, la guerra e' un crimine che mai piu' deve darsi.

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

 

8. MEMORIA. UN QUATTRO NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME, CONTRO TUTTE LE GUERRE (2003)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 719 del primo novembre 2003. "Riproduciamo ancora una volta un estratto da un comunicato del 'Centro di ricerca per la pace' di Viterbo di un anno fa. E' nostra intenzione riproporre ed estendere quest'anno l'iniziativa del 4 novembre di pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi e gli eserciti; la nostra iniziativa nonviolenta consiste in una cerimonia silenziosa di deposizione di un omaggio floreale ai monumenti che ricordano le vittime della guerra, in orario diverso e distante dai chiassosi ed offensivi "festeggiamenti" delle forze armate"]

 

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha formulato la proposta che il 4 novembre in tutta Italia si realizzino cerimonie di commemorazione per le vittime di tutte le guerre da parte delle istituzioni, delle associazioni e delle persone impegnate per la pace; la legalita', la democrazia e la nonviolenza.

Cerimonie semplici e silenziose, austere e rispettose del sentire di tutti, di rigoroso impegno al rispetto e alla promozione della dignita' umana di tutti gli esseri umani.

Di solidarieta' con l'umanita' intera: contro la violenza e la morte; in applicazione non solo del dettato della coscienza illuminata dalla ragione, ma anche dei principi giuridici e morali espressi nella Carta delle Nazioni Unite, nella Costiuzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

E quindi di opposizione nitida ed intransigente all'uccidere, al terrorismo, alle dittature, alla guerra e ai loro strumenti e apparati.

La proposta ha ottenuto gia' apprezzamenti e sostegni significativi; confidiamo che altri apprezzamenti ed altre adesioni si aggiungano di qui a quel giorno. Poi ogni istituzione, associazione, persona, trovera' secondo la sua sensibilita' e il modo di agire ad essa conforme, come appropriatamente manifestare in modo rigorosamente rispettoso di tutti, sobrio, leale, democratico e nonviolento, il suo cordoglio per le vittime, il suo amore per l'umanita' e il suo impegno contro tutte le violenze.

*

Il 4 novembre e' l'anniversario della conclusione per l'Italia della prima guerra mondiale, l'orribile "inutile strage" che fu non solo ecatombe di tanti innocenti, ma altresi' seminagione di nuovo odio e nuove crudelta' che ebbero come esito dittature disumane e una seconda immane conflagrazione mondiale.

Che il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime delle guerre sia anche monito ed impegno contro le guerre presenti e future, contro tutte le violenze e contro tutti gli strumenti e gli apparati di morte.

Questa data non deve piu' essere strumentalizzata dai comandi militari che con il loro festeggiare se stessi e le macchine belliche - potere e apparato inteso ad addestrare a uccidere, a preparare la guerra, ed in guerra ad irrogare la morte ad altri esseri umani - offendono le vittime delle guerre nel modo piu' tragico e osceno.

Questa data deve divenire giornata di lutto e di memoria, e di solenne impegno affinche' mai piu' degli esseri umani perdano la vita a causa di guerre, e quindi affinche' mai piu' si facciano guerre.

Il 4 novembre non si facciano sciocche esibizioni, gesti inappropriati, strumentalizzazioni provocatorie. Da parte di nessuno. Si abbia rispetto per la memoria delle vittime, si abbia rispetto per il lutto.

*

Il 4 novembre, in silenzio e dignita', le istituzioni democratiche, le associazioni e i movimenti umanitari, le persone di volonta' buona, vadano a meditare in silenzio e a deporre un fiore dinanzi alle lapidi che ricordano coloro che furono assassinati, ne rimemorino i nomi e l'umanita', le vite assurdamente orribilmente estinte, e ci si impegni tutti a contrastare le guerre presenti e future.

E sia infine cancellata la vergogna della macabra festa degli apparati di morte; si affermi il diritto alla vita per l'umanita' intera.

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

 

9. MEMORIA. IL 4 NOVEMBRE A VITERBO (2003)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 720 del 2 novembre 2003. "Riproduciamo ancora una volta un estratto da un nostro comunicato di un anno fa. Anche quest'anno realizzeremo l'iniziativa del 4 novembre di pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi e gli eserciti"]

 

Il 4 novembre il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, in dolore e silenzio, commemora tutte le vittime di tutte le guerre, dichiara il diritto e il dovere di ogni essere umano come delle istituzioni di operare affinche' mai piu' si facciano guerre, denuncia l'oscenita' dei festeggiamenti della guerra e dei suoi apparati da parte dei poteri militari e politici che nuove guerre e nuove stragi preparano.

*

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

"L'Italia ripudia la guerra" (art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana).

Il 4 novembre, anniversario della conclusione per l'Italia della "inutile strage" della prima guerra mondiale, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo commemorera' tutte le vittime di tutte le guerre a Viterbo, in piazza del sacrario.

La cerimonia sara' austera, composta, meditativa, silenziosa: come e' giusto quando si rivolge il pensiero ad esseri umani defunti, e massime quando si rivolge il pensiero ad esseri umani assassinati.

Essa consistera' nella deposizione di un omaggio floreale e in una meditazione silenziosa.

Essa attestera' l'impegno morale e civile di opporsi a tutte le guerre, che - come disse con espressione indimenticabile Mohandas Gandhi - sono sempre omicidi di massa.

La cerimonia si svolgera' in un orario scelto anche per demarcare la distanza temporale e morale dalla oscena festa di esaltazione della guerra e dei suoi apparati che alcune ore dopo, in guisa di effettuale profanazione del riposo delle vittime, si terra' da parte dei comandi militari e politici.

La cerimonia austera e silenziosa delle persone amanti della pace e addolorate per tutte le vittime delle guerre, contrapporra' visibilmente il silenzio del lutto e della fraternita' e sororita' umana, alla retorica e al frastuono degli osceni festeggiamenti "necrofili e insensati" (per usare le parole di Miguel de Unamuno) che poche ore dopo saranno esibiti da quegli stessi comandi politici e militari che la morte delle vittime di tutte le guerre festeggiano con l'esaltare la guerra ed i suoi esiti e i suoi apparati, e che prolungano il  crimine della guerra preparando, promuovendo, avallando ed eseguendo nuove guerre omicide e onnicide.

Il Centro di ricerca per la pace non partecipera' ai cinici ed offensivi festeggiamenti della morte e delle stragi organizzati dai comandi militari e politici, e denuncia con cio' come quelle lugubri e irresponsabili parate siano scherno malvagio e orribile umiliazione per le vittime della guerra, simbolico ucciderle ancora una volta.

Il Centro di ricerca per la pace chiama tutte le persone di volonta' buona ad essere costruttrici di pace, ed in particolare chiama tutti i cittadini italiani, e quindi anche tutte le istituzioni italiane, al rispetto piu' rigoroso della legalita' costituzionale, fondamento del nostro ordinamento giuridico e presidio delle nostre comuni liberta' e dei diritti di tutti quanti nel nostro territorio si trovino. E' la Costituzione della Repubblica Italiana che reca all'art. 11 il principio fondamentale, e il valore supremo, espresso con le lapidarie parole "L'Italia ripudia la guerra".

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

"L'Italia ripudia la guerra" (art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana).

*

Mai piu' si faccia guerra: solo questo impegno rende lecito accostarsi alle vittime delle guerre in dolore e in solidarieta'. Chi ancora la guerra permette, promuove e propugna, le vittime offende e schernisce, ed aggredisce e disonora l'umanita' intera.

 

10. MEMORIA. 4 NOVEMBRE: USCIRE DALLA SUBALTERNITA' AL POTERE MILITARE (2003)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 721 del 3 novembre 2003. "Riproponiamo il seguente articolo gia' apparso nel n. 648 di questo foglio"]

 

La proposta che il 4 novembre le persone di volonta' buona impegnate per la pace promuovano iniziative pubbliche di ricordo delle vittime delle guerre, e commemorazioni dinanzi ai sacrari e ai monumenti ai caduti, in cui quegli esseri umani assassinati siano onorati con l'impegno solonne ad opporsi alle guerre ed ai loro strumenti e apparati; e in silenzio reverente e solenne, e severo ed austero, con la mera presenza ed ascolto, si smascheri l'ipocrisia e l'infamia del chiassoso e cialtrone festeggiare le strutture che quelle persone hanno assassinato; e' proposta che chiama quanti hanno orecchie per ascoltare a un gesto limpido e corale, di impegno e di esame di coscienza.

Vorremmo venisse ripresa e riproposta ovunque in Italia l'iniziativa gia' realizzata lo scorso anno a Viterbo di una cerimonia pubblica il 4 novembre di deposizione di un omaggio floreale e di un recarsi e sostare in meditazione composta e silente dinanzi a lapidi e sacelli delle vittime delle guerre, cola' rinnovando un impegno di pace perche' mai pu' nessuno quell'atroce sorte debba subire, celebrazione in tutto alternativa alle fanfare e alle menzogne che connotano le cerimonie in quella data promosse in complicita' alle strutture che quelle vittime hanno assassinato.

Si puo' e si deve uscire dalla subaternita' al potere militare e promuovere una coscienza di pace che si traduca - come peraltro gia' previsto nel corpus legislativo italiano - nella promozione di un modello di difesa - la difesa popolare nonviolenta - che inveri il dettato costituzionale che "ripudia la guerra"; e che si traduca altresi' nella decisione del disarmo e della smilitarizzazione, poiche' le armi servono a uccidere, gli eserciti servono a uccidere, e uccidere esseri umani e' il crimine piu' grande ed occorre che si cessi di commetterlo e di permettere che commesso sia; e che si traduca ancora e infine in aiuto a chi di guerre e violenze e' vittima presente ancora in vita (o potenziale e di gia' nel terrore) - un aiuto necessario e urgente affinche' la morte e la sofferenza non lo divori, e con lui l'umanita' intera.

Si puo' e si deve far cessare l'ignobile festaggiamento delle "forze armate" che offende le vittime dalle forze armate assassinate; si puo' e si deve cominciare ad agire, anche con gesti simbolici e memoriali, di coscientizzazione propria ed altrui, di presa in carico e testimonianza personale - come appunto anche la realizzazione da parte dei movimenti di pace, umanitari e per la nonviolenza della commemorazione pubblica delle vittime delle guerre -  l'idea che il quattro novembre, ricordo che non cicatrizza della "inutile strage", cessi di essere per i pubblici uffici e nel comune sentire occasione per una vile idolatria dei poteri uccisori e delle ideologie della morte, e diventi piuttosto la cerimonia dell'impegno contro le guerre e contro gli strumenti e apparati alle guerre intesi; la festa dell'abolizione delle forze armate.

Poiche' - come ha scritto una volta Heinrich Boell - ogni vittima ha il volto di Abele; e solo costruendo la pace si ricordano e si onorano in commozione e devozione filiale, fraterna e sororale, le vittime di tutte le guerre; e solo impedendo nuove guerre si adempie al messaggio che dai luoghi al ricordo di quelle vittime deputati promana: la voce del coro degli assassinati, che chiede ancora e ancora pace, e luce, e vita.

 

11. MEMORIA. IL 4 NOVEMBRE A VITERBO: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE" (2003)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 721 del 3 novembre 2003]

 

Una delegazione del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo il 4 novembre 2003, anniversario della conclusione della prima guerra mondiale, si rechera' alle ore 8 a deporre un omaggio floreale ai monumenti che ricordano le vittime di guerra in piazza del Sacrario a Viterbo.

Tale iniziativa, consistente nella deposizione dell'omaggio floreale e in un minuto di meditazione silenziosa, intende essere momento di memoria e pieta' verso le vittime di tutte le guerre e di affermazione del dovere di opporsi a tutte le uccisioni e a tutte le guerre, nell'inveramento di quanto sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana all'art. 11 laddove si afferma nitidamente che "L'Italia ripudia la guerra".

Quanti - istituzioni, associazioni, persone - vorranno associarsi a tale iniziativa saranno i benvenuti purche' si attengano ai seguenti criteri: l'assoluta assenza di simboli di parte e di messaggi estranei all'intento di memoria e pieta' per le vittime, la compostezza e il silenzio piu' rigorosi.

 

12. MEMORIA. MAI PIU' GUERRE (2003)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 722 del 4 novembre 2003]

 

Giorno verra' che quel patto giurato dai vivi emersi dall'orrore della guerra e posto come legge a fondamento dell'Italia risorta con la liberazione dei popoli avra' adempimento, sara' non piu' solo speranza, parola che chiama a un adempimento, ma effettuale verita', stoffa dei giorni, sale della convivenza civile: "L'Italia ripudia la guerra". Quanto tarda a venire quel giorno: e tu di buona lena ad avvicinarlo coopera.

Il 4 novembre cessera' di essere stolto festeggiamento degli apparati di morte e indecente esaltazione di un'identita' fondata sull'uccisione dell'altro.

Diventera' memoria addolorata e sincera di tutte le vittime di tutte le guerre, diventera' cerimonia solenne di impegno affinche' mai piu' guerre si diano. Che e' il voto del coro dei morti, che e' il voto dell'umanita' intera.

Oggi le persone amiche della nonviolenza a Viterbo per il secondo anno consecutivo con una cerimonia pubblica silenziosa, austera, rigorosa, rendono omaggio a tutti gli uccisi, e ricordano quella verita' che Heinrich Boell espresse lapidariamente: "ogni vittima ha il volto di Abele".

E senza parole, con il nudo gesto della pieta' verso i defunti, testimoniano altresi' quanto crudele, e crassa e lugubre a un tempo, e ripugnante alla coscienza e alla ragione, sia la festa che poche ore dopo nella stessa piazza terranno i poteri militari per celebrare tronfi se stessi la memoria ingiuriando di coloro che trucidarono.

Mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' eserciti, mai piu' armi.

 

13. MEMORIA. DA VITERBO UN QUATTRO NOVEMBRE PER LA PACE E LA NONVIOLENZA (2003)

[Da "La nonviolenza e' in cammino", n. 723 del 5 novembre 2003]

 

Come gia' lo scorso anno, il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo la mattina del 4 novembre alle ore 8 (in orario distinto e distante dalle chiassose esibizioni di chi in questo giorno oscenamente festeggia gli apparati assassini della guerra, nuovamente offendendo fin la memoria delle persone dalla guerra uccise) ha realizzato una essenziale, austera, silenziosa cerimonia che ha recato un omaggio floreale ai monumenti che ricordano le vittime di guerra in piazza del Sacrario a Viterbo.

Con tale iniziativa si e' realizzato un momento di memoria e pieta' verso le vittime di tutte le guerre e di affermazione del dovere di opporsi a tutte le uccisioni e alle guerre tutte, nell'inveramento di quanto sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana all'art. 11, laddove si afferma nitidamente che "L'Italia ripudia la guerra".

*

Dopo la conclusione della cerimonia il responsabile del Centro ha dichiarato: "Abbiamo voluto ancora una volta ricordare questa decisiva verita': che 'ogni vittima ha il volto di Abele' (Heinrich Boell), e che un sentimento di solidarieta' unisce tra loro tutti gli esseri umani poiche' tutti fanno parte di una medesima famiglia, condividono una medesima storia, sperimentano una medesima vicenda, e sono tutti ugualmente preziosi. Abbiamo voluto ancora una volta ricordare questa decisiva verita': che tutte le grandi tradizioni di pensiero, come il piu' intimo sentire di ciascuna persona, affermano che ogni essere umano ha diritto di vivere, che nessuno deve essere ucciso.

Ricordare e onorare degnamente le persone uccise dalle guerre esige ed afferma l'impegno ad opporsi a nuove guerre, a salvare altre possibili vittime. Tutti siamo chiamati a impegnarci a costruire la pace, condizione necessaria per la civile convivenza, per il riconoscimento della dignita' umana di tutti gli esseri umani.

La guerra e' nemica dell'umanita', e dopo Auschwitz ed Hiroshima tutti sappiamo che qualunque guerra puo' provocare la distruzione della civilta' umana. E quindi tutti siamo chiamati ad opporci ad ogni omicidio, e a quel cumulo di omicidi di cui la guerra consiste, e agli strumenti di morte e agli apparati assasssini ad essa ordinati.

Mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' eserciti, mai piu' armi: ogni vittima ha il volto di Abele".

 

14. INCONTRI. IL 14 NOVEMBRE SI E' SVOLTO UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Lunedi' 14 novembre 2011 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace" un incontro di studio sul tema: "L'azione culturale per la promozione della pace e la difesa dei diritti umani dal Settecento ad oggi. Alcune esperienze e figure significative".

 

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

16. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 740 del 15 novembre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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