Voci e volti della nonviolenza. 445



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 445 del 14 novembre 2011

 

In questo numero:

1. Maria D'Asaro: Mettete dei fiori nei vostri cannoni

2. Rosella De Leonibus: I nomi delle cose

3. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

4. I compiti dell'ora

 

1. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. MARIA D'ASARO: METTETE DEI FIORI NEI VOSTRI CANNONI

[Ringraziamo Maria D'Asaro (per contatti: maridasaro at libero.it) per questo intervento.

"Vivo a Palermo, dove svolgo la professione di insegnante e psicopedagogista in una scuola secondaria di primo grado. Mi riconosco pienamente nell'affermazione di Terenzio: Homo sum: nihil humani alienum a me puto. Mi interesso, come cittadina e come docente, di scienze umane, di filosofia, di politica, di letteratura. Sono socia di Phronesis, Associazione italiana per la Consulenza filosofica. Amo leggere e scrivere. Collaboro con la rivista mensile "Segno" e con il settimanale regionale siciliano "Centonove". Curo un blog: http://maridasolcare.blogspot.com/ che dedica una sezione alla nonviolenza. Guardo con simpatia alla nonviolenta Comunita' dell'Arca, fondata da Lanza del Vasto. Mi impegno, nel mio ambito, perche' la prospettiva nonviolenta, ecologicamente orientata, sia orizzonte possibile per gli esseri umani". Cfr. anche l'intervista apparsa su "Coi piedi per terra" n. 327]

 

Uno degli slogans che hanno accompagnato la mia adolescenza da post-sessantottina era: "Fate l'amore, non fate la guerra". In quel tempo, c'era un gruppo musicale, i Giganti, che cantavano "Mettete dei fiori nei vostri cannoni, perche' non vogliamo mai nel cielo molecole malate, ma note musicali che formino gli accordi per una ballata di pace".

Allora, forse, ci credevamo di piu'. Adesso, ci siamo di nuovo bevuti il cervello con i concetti di guerra giusta, di guerra necessaria, di guerra preventiva, con la formazione di eserciti mercenari, con il paradosso ipocrita delle bombe intelligenti.

Cosi', le guerre continuano a farci perdere irresponsabilmente risorse e tempo prezioso. Che potremmo impiegare per guarire i lebbrosi, costruire pozzi d'acqua, fermare i processi di desertificazione, cercare una cura per la sclerosi multipla. Invece continuiamo a giocare con l'unica vita che abbiamo. Quando invece l'unica vera battaglia che vale la pena combattere e' quella contro le nostre paure, contro la nostra parte oscura e irrisolta.

"Sii tu il cambiamento che speri di vedere nel mondo", ci diceva il Mahatma Gandhi. Aveva ragione.

 

2. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. ROSELLA DE LEONIBUS: I NOMI DELLE COSE

[Ringraziamo Rosella De Leonibus (per contatti: r.deleon at tin.it) per questo intervento.

"Rosella De Leonibus vive a Perugia. E' psicoterapeuta della Gestalt e formata nell'applicazione dell'Emdr. Associata Sipg - Societa' Italiala Psicoterapia della Gestalt, Emdr Italia e Sisst - Societa' Italiana per lo Studio dello Stress Traumatico, lavora con adulti, adolescenti, coppie e gruppi. Si occupa anche di formazione e supervisione di equipes, e collabora con istituzioni pubbliche e private per progetti di prevenzione, di sensibilizzazione ed educazione sociale. In particolare, attualmente, si occupa di formare responsabili di gruppi alla gestione nonviolenta del conflitto. Insieme ad altri colleghi ha fondato l'Associazione Ciformaper, Centro Italiano di Formazione in Psicologia-Ecologia-Relazione - Gestalt Ecology, di cui e' responsabile per la sede umbra. Da molti anni collabora alle attivita' convegnistiche e formative della Cittadella di Assisi. Per Rocca, rivista quindicinale di cultura, politica, societa', edita dalla Pro Civitate Christiana di Assisi, cura rubriche periodiche su temi psicologici. Oltre a numerosi articoli di psicologia applicata, editi in riviste di settore e di divulgazione, ha pubblicato Psicologia del quotidiano (2005) e Cose da grandi: nodi e snodi dall'adolescenza all'eta' adulta (2006), Pianeta coppia, cosi' vicini cosi' lontani (2011), per Roccalibri, Cittadella Editrice. Suoi contributi sono stati pubblicati in altri volumi di tematiche psicologiche e di formazione permanente. E' responsabile della collana "Alfabeti per le emozioni" nell'ambito delle Psicoguide di Cittadella Editrice, per cui ha pubblicato P come paura (2009) e C come coraggio (2010)"]

 

Le parole non sono solo aria emessa da un apparato fonatorio, ne' solo inchiostro su un foglio, ne' soltanto pixel su uno schermo.

Le parole sono una rappresentazione sintetica, simbolica e schematica della angolatura dalla quale percepiamo, o veniamo indotti a percepire, la realta'.

Le parole sono il contenitore dei pensieri, la matrice delle immagini mentali, e i pensieri e le immagini mentali attivano emozioni, e le emozioni sostengono e attivano azioni.

Le parole sono i semi delle azioni.

Se continuiamo ad usare per la guerra parole che "sterilizzano" le persone e le cose, che le rendono anonime e astratte, questa e' una delle vie attraverso le quali passa la disumanizzazione delle vittime e la deresponsabilizzazione dei carnefici e degli spettatori.

Allora proviamo a ridefinire e riscrivere le parole con cui viene rappresentata la guerra, i suoi morti, affinche' le nostre celebrazioni siano congruenti.

Guerra = massacro sistematico e organizzato di persone, cose, culture, terre e citta'.

Caduti = persone uccise durante il compimento del massacro organizzato.

Vittime civili = donne, uomini, bambini e bambine, neonati, adolescenti, giovani, anziani, contadini, contadine, operaie ed operai, artigiani ed artigiane, malati, sani, imprenditori, intellettuali, professionisti, disoccupati, insegnanti, impiegati, ambulanti, grossisti, trasportatori, amici, fratelli, spose, cognati, cugini, vicini... assassinati senza un vero movente, per quelli che un giudice, come aggravante dell'omicidio, forse definirebbe "futili motivi": per l'errore di puntamento di un missile, per occupare un'area, per un assedio che li ha affamati o costretti a fuggire, per rappresaglia, per fare "terra bruciata" intorno al nemico.

Macerie = citta', ponti, strade, palazzi, scuole, fabbriche, ospedali, che hanno richiesto risorse, pensiero e lavoro, manutenzione e cura di anni, secoli, millenni, per essere edificate, e che sono state ridotte in polvere e sassi in una manciata di secondi.

Guerra = assassinio di massa senza una motivazione diretta specifica rispetto ai reali destinatari della stessa. Spesso la motivazione di una guerra deve essere inventata, costruita a tavolino sfruttando pretestuosamente un evento, e poi bisogna continuare a "pompare" questa motivazione per tutto il tempo in cui la guerra prosegue.

Azione militare = piano organizzato di distruzione e massacro.

Occupazione militare = rapina di terre, case, famiglie, corpi di donne. Attivazione, sotto minaccia di morte, di un clima di terrore e disperazione. Trasformazione di cittadini in sudditi. Distruzione di identita' personali, comunitarie, sociali, nazionali.

Soldati = persone cui viene chiesto di uccidere altre persone in nome di motivazioni estranee alla vita degli uni e degli altri.

Soldati = non lo sanno quando vengono arruolati e addestrati, ma in realta' ognuno di loro riceve, in fondo ai fatti, il mandato di farsi kamikaze, poiche' dovra' uccidere anche mettendo a repentaglio la propria vita.

Soldati = persone cui viene data un'arma che dovranno usare per uccidere i propri simili.

Soldati = giovani uomini e donne in buona salute fisica, spesso con un certo livello di istruzione, che sono stati concepiti da un padre e una madre, partoriti, allattati, curati e vezzeggiati, bambini e bambine sui quali sono state costruite dalle loro famiglie speranze e fantasie per il futuro, ragazzi e ragazze con amici, fidanzati, mogli, mariti, figli, fotografati e portati con se' nel taschino. Giovani, per lo piu', che torneranno con la mente traumatizzata e il corpo segnato, se sono fortunati, oppure torneranno avvolti in una bandiera, sopravvissuti in fotografie a loro volta conservate su una lapide, nel portafoglio, nel portaritratti di mogli, madri, amici. Oppure non torneranno, poiche' le loro membra sono state ridotte in poltiglia da una granata.

Bombe = strumenti di distruzione cieca e rapida, in modo che non si abbia il tempo di esitare e in modo che della bomba stessa restino meno tracce possibile. Strumenti rumorosi, in modo tale che lo schianto possa coprire ogni emozione di chi le lancia.

Bunker = Heiner Mueller ci vedeva le ultime estreme vestigia di un grembo materno protettivo, anche soffocante pero', un grembo dal quale non si nasce, dove invece si resta a lungo, troppo a lungo, perche' la terra madre e' morta.

Carri armati = la curiosa e forse inconsapevole simbologia fallica del fusto del cannone che spunta dalla torretta del carro armato fa pensare a questo estremo gesto del potere distruttivo della tradizione patriarcale, e il fallo, nato per fecondare la vita, diventa potere di morte, condannando spesso a morire in scatola anche i soldati che ci sono dentro. Cosa c'e' di piu' patetico di un carro armato rovesciato? Con i cingoli in aria, che continuano a muoversi come le zampette di un grande insetto, condensa l'icona dell'assurdo, della distruttivita'.

Stupri di guerra = Appropriazione violenta delle terre-madri, in modo che il loro grembo sia contaminato per sempre dal dolore e dalla distruzione.

Ospedali militari = Luoghi in cui ci si prende cura della carne solo parzialmente macellata.

Inni di guerra = cadenza incitativa che sostiene l'azione del massacro e costruisce un'identita' sonora fittizia tra persone che non si conoscono.

Marcia trionfale = Il piede del vincitore che calca il terreno del vinto.

Bandiere = il vento le muovera' in ogni caso tutte, e tutte nella stessa direzione, la propria.

Ricostruzione = il lungo lavoro di rimettere in piedi, pietra su pietra, i caduti del regno minerale.

Vincitori = chi ha avuto la possibilita' di tenere il coltello piu' a lungo dalla parte del manico.

Vinti = chi il coltello se l'e' ritrovato dalla parte della lama.

Celebrazioni dei caduti = Se tutto questo che precede e' condiviso, allora puo' essere solo:

pianto con gli occhi asciutti,

grido muto,

abbraccio trattenuto nelle membra,

perche' i morti, tutti gli assassinati di tutte le guerre, non hanno lacrime, non hanno voce, non hanno membra per abbracciare piu' nessuno.

 

3. DOCUMENTAZIONE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DELL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello, che valga anche per il prossimo anno]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Associazione per la pace

per contatti: e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

4. EDITORIALE. I COMPITI DELL'ORA

 

Che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine.

Che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti.

Che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista.

Che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi e gli eserciti, per le guerre e le stragi.

Che cessi immediatamente la devastazione della biosfera.

Che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, al rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 445 del 14 novembre 2011

 

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