Telegrammi. 737



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 737 del 12 novembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. No al criminale sperpero dei pubblici denari per la produzione e l'acquisto dei cacciabombardieri F-35

2. Peppe Sini: La nonviolenza alla prova: dalla subalternita' all'egemonia. Alcune considerazioni per una prima valutazione dell'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" del 4 novembre 2011. I compiti dell'ora

3. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

4. Luciano Bonfrate: Oggi, fra un anno ed oltre

5. Miria Pericolosi: A Verona

6. Giobbe Santabarbara: Nel viterbese

7. Giulio Vittorangeli: Cosa resta del 4 novembre

8. Segnalazioni librarie

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. APPELLI. NO AL CRIMINALE SPERPERO DEI PUBBLICI DENARI PER LA PRODUZIONE E L'ACQUISTO DEI CACCIABOMBARDIERI F-35

 

Ogni persona decente condivide l'appello che giunge da Novara contro il criminale sperpero dei pubblici denari per la produzione e l'acquisto dei cacciabombardieri F-35.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Le armi servono per fare le guerre.

L'Italia ripudia la guerra.

Non si spenda piu' un soldo per le guerre assassine.

Non si spenda piu' un soldo per le armi assassine.

Non si spenda piu' un soldo per gli eserciti assassini.

Solo la pace salva le vite.

Pace, disarmo, smilitarizzazione: la civilta' comincia cessando di uccidere.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA NONVIOLENZA ALLA PROVA: DALLA SUBALTERNITA' ALL'EGEMONIA. ALCUNE CONSIDERAZIONI PER UNA PRIMA VALUTAZIONE DELL'INIZIATIVA NONVIOLENTA "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE" DEL 4 NOVEMBRE 2011. I COMPITI DELL'ORA

 

Ha avuto quest'anno una notevole diffusione a livello nazionale l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", la commemorazione nonviolenta delle vittime della guerra che da anni si svolge in sempre piu' numerose citta' ogni 4 novembre nell'anniversario della fine della "inutile strage" della prima guerra mondiale ed in nitida opposizione e costruttiva alternativa alle oscene "feste" del nazionalismo sciovinista e degli apparati servitori della guerra assassina.

Dai riscontri che abbiamo fin qui ricevuto, quest'anno il 4 novembre e nei giorni immediatamente precedenti o successivi si sono svolte commemorazioni nonviolente come proposto dall'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" in tutte le regioni italiane ed in gran parte delle province, sia nei capoluoghi che in altre citta'.

Non solo: su molti mezzi d'informazione l'iniziativa ha avuto finalmente una crescente attenzione.

E soprattutto: e' cresciuto l'apprezzamento e il sostegno ad essa particolarmente tra i pubblici amministratori degli enti locali: Comuni, Province, Regioni. Passaggio decisivo per far si' che le commemorazioni nonviolente in prospettiva sostituiscano tout court quelle scelleratamente e stoltamente belliciste allo stato attuale ancora insensatamente "ufficiali".

Un ruolo fondamentale nell'espansione dell'iniziativa noviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" lo ha avuto quest'anno anche il fatto che l'appello che l'ha proposta sia stato copromosso da alcune rilevanti realta' del pacifismo e della nonviolenza in Italia: al Centro di ricerca per la pace di Viterbo - ideatore e primo realizzatore dell'iniziativa nel 2002 - si sono infatti aggiunti a livello nazionale il Movimento Nonviolento, l'Associazione per la pace e Peacelink; e ad essi anche molte altre realta' ecopacifiste, nonviolente, della solidarieta' e di servizio civile a livello locale.

Dopo la marcia Perugia-Assisi "per la pace e la fratellanza dei popoli" del 25 settembre 2011, e dopo la Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre, la commemorazione nonviolenta delle vittime della guerra il 4 novembre ha dato sviluppo ed espressione ad un sempre piu' diffuso bisogno popolare di opporsi alla criminale azione guerrafondaia e razzista del governo italiano, al bisogno popolare di opporsi alle uccisioni e alle persecuzioni, al bisogno popolare di opporsi al criminale sperpero delle pubbliche risorse a fini di morte, al bisogno popolare di impegnarsi per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani; per la democrazia che ogni essere umano riconosce e rispetta, per la legalita' che salva le vite.

E rispetto a talune ambiguita' della gestione organizzativa della marcia Perugia-Assisi del 25 settembre e ad una certa astrattezza burocratica o liturgica ipocrisia dell'appello dell'Onu per il 2 ottobre (Onu che abdicando al suo originario mandato nei mesi precedenti si era resa scellerata complice della guerra libica), il 4 novembre di "Ogni vittima ha il volto di Abele" e' stato caratterizzato dalla chiarezza della scelta della nonviolenza come lotta nitida e intransigente contro tutte le guerre e tutti i poteri e gli apparati assassini.

*

"Ogni vittima ha il volto di Abele" non e' stata infatti un'iniziativa "celebrativa", o astrattamente "simbolica": essa ha proposto un impegno attuale, immediato, concreto: un impegno civile, un impegno politico. Proprio nel ricordo e nel nome delle vittime delle guerre, "Ogni vittima ha il volto di Abele" ha proposto alle persone amiche della nonviolenza, ai movimenti della societa' civile ed alle istituzioni democratiche un programma di lavoro per la pace e la dignita' umana, ovvero di lotta contro le uccisioni e le persecuzioni, articolato in alcuni punti precisi ed irrinunciabili:

- che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine;

- che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti;

- che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista;

- che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi;

- che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni;

- che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

E' il programma immediato e non negoziabile che deve guidare l'agire quotidiano, l'azione civile, l'impegno politico di tutte le persone, le esperienze associative e le istituzioni democratiche oggi impegnate a fronteggiare la crisi italiana assumendo il punto di vista della giustizia e della solidarieta', della legalita' che salva le vite, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Tutti gli esseri umani hanno uguale diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

3. DOCUMENTAZIONE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DELL'ASSOCIAZIONE PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Associazione per la pace

per contatti: e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

4. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. LUCIANO BONFRATE: OGGI, FRA UN ANNO ED OLTRE

 

Ieri

L'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" ha avuto quest'anno un esito notevole, con una straordinaria espansione in tutta Italia; frutto certo anche dell'orrore infine sempre piu' diffuso nella parte cosciente della popolazione italiana per la guerra e il razzismo, per le stragi e le persecuzioni, guerre stragiste e persecuzioni razziste che hanno caratterizzato la politica del governo italiano dell'eversione dall'alto (peraltro con la complicita' della quasi totalita' del parlamento).

Rispetto ad altre precedenti iniziative che in passato restavano subalterne alle celebrazioni militariste del 4 novembre, l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" si e' caratterizzata per aver rotto con quella subalternita' ed essersi posta come nitidamente alternativa, per essersi proposta come progressivamente egemone, per aver realizzato autonome commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre mirando ad integralmente sostituirsi come punto di riferimento per il popolo italiano alle oscene "feste" degli apparati assassini.

E per questo nell'appello che ha promosso l'iniziativa si e' giustamente insistito sul fatto che "Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni... Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani".

Ed ancora a ridosso del 4 novembre su questo foglio si e' opportunamente ribadito "di evitare nel modo piu' assoluto di prestarsi a provocazioni o di inscenare pagliacciate. Sconsigliamo nel modo piu' assoluto di presentarsi alle scandalose celebrazioni militari, e soprattutto sconsigliamo di farlo con atteggiamenti che possono dar luogo a fraintendimenti e gazzarre. E sconsigliamo altresi' nel modo piu' assoluto di dar vita a manifestazioni chiassose e istrioniche. Il 4 novembre sia giorno di memoria delle vittime delle guerre, e quindi giorno di lutto per gli assassinati e di lotta perche' cessino gli omicidi - omicidi di cui le guerre consistono. Atteggiamenti esibizionisti non sono ammissibili. Atteggiamenti che possono essere interpretati come provocatori non sono ammissibili. Atteggiamenti frivoli e buffoneschi non sono ammissibili. Proponendo l'iniziativa 'Ogni vittima ha il volto di Abele' abbiamo voluto che le persone amiche della nonviolenza cessassero di essere subalterne alle indecenti celebrazioni militari, ed assumessero su di se' la memoria delle vittime, la solidarieta' con le vittime, e quindi la rivendicazione del diritto di ogni essere umano a non essere ucciso, e quindi l'impegno ad opporsi con la scelta della nonviolenza a tutte le guerre - ed agli strumenti ed apparati delle guerre: le armi e gli eserciti. Proponendo l'iniziativa 'Ogni vittima ha il volto di Abele' abbiamo voluto che le persone amiche della nonviolenza cessassero di essere marginali ma si percepissero rappresentative dell'intero popolo italiano e quindi assumessero su di se' il dovere civile della memoria delle vittime, il dovere morale e politico di suscitare e condurre l'opposizione alla guerra assassina, il diritto e il dovere di strappare la giornata del 4 novembre - anniversario della fine dell''inutile strage' della prima guerra mondiale - dalle grinfie dei poteri assassini per farne un momento di verita', un kairos, in cui nella memoria e nel nome delle vittime delle guerre si esprime l'impegno a far cessare le guerre, ad attuare il disarmo, a smilitarizzare i conflitti".

La qualita' delle commemorazioni nonviolente del 4 novembre realizzate secondo la proposta di "Ogni vittima ha il volto di Abele" e' stata riconosciuta ed apprezzata senza eccezioni: dalle istituzioni come dall'opinione pubblica. Ed e' significativo che rilevanti figure istituzionali abbiano espresso il loro apprezzamento e sostegno all'iniziativa nonviolenta di contro alle militarizzate cerimonie "ufficiali". In questa direzione occorre proseguire: affinche' il 4 novembre in Italia si realizzino solo le iniziative nonviolente di commemorazione di tutti gli esseri umani assassinati e di opposizione a tutte le guerre; e le laide adorazioni della guerra e dei suoi apparati divengano solo un lontano ricordo di un'epoca barbara.

*

Oggi

Caratteristica saliente delle commemorazioni nonviolente del 4 novembre in cui e' consistita l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" e' stata quella di aver formulato nel ricordo e nel nome delle vittime delle guerre un programma di azione politica esplicita ed inequivocabile, concreta ed urgente; lo riproponiamo una volta ancora: "che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine; che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti; che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista; che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi; che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni; che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani. Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'".

Questo programma deve trovare prosecuzione ed attuazione nelle lotte da condurre ora, affinche' con la caduta del governo bellicista, razzista e golpista berlusconiano non si dia luogo a una sorta di "berlusconismo dopo Berlusconi", ma si costruisca un'alternativa politica fondata sulla pace, il disarmo, la smilitarizzazione, la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera, la realizzazione della democrazia progressiva cosi' come formulata nella Costituzione della Repubblica Italiana.

Un'alternativa nonviolenta.

Per questo e' fondamentale sostenere le lotte del movimento delle donne contro la violenza maschilista e patriarcale che e' il nucleo del sistema di potere onnidistruttivo; sostenere le lotte in difesa della biosfera, in difesa dei beni comuni; le lotte per il disarmo e la smilitarizzazione; le lotte antirazziste; le lotte per il diritto al lavoro, alla casa, al sapere, alla salute, all'assistenza; le lotte delle classi sfruttate ed oppresse contro la violenza strutturale del "disordine costituito".

E solo la scelta teorica e pratica della nonviolenza puo' guidare queste lotte alla vittoria contro la barbarie. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Il prossimo anno

L'obiettivo da darci per il prossimo anno e' realizzare una sinergia tra la Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre e "Ogni vittima ha il volto di Abele" il 4 novembre: in particolare riuscire ad ottenere che sia il 2 ottobre che il 4 novembre si realizzino iniziative nonviolente almeno in tutti i capoluoghi di provincia d'Italia, con le caratteristiche costruttive, di immediato impegno civile e politico nonviolento, che sono state proprie di "Ogni vittima ha il volto di Abele" cosi' come si e' realizzata quest'anno.

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La prospettiva

Ed in una piu' ampia prospettiva l'obiettivo a cui lavorare e' che nel giro di alcuni anni - come e' stato gia' scritto su questo foglio - "si raggiunga una massa critica tale che il 4 novembre cambi di segno e di senso, che le celebrazioni militari siano finalmente percepite per quello che sono: un'oscena adorazione della guerra assassina, e che le commemorazioni nonviolente delle vittime delle guerre - e l'impegno contro la guerra e le stragi che esse esprimono - divengano il punto di riferimento per tutta la popolazione e per le istituzioni democratiche. Ed il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale sia giorno di impegno comune per la fine di tutte le guerre".

Detto in termini ancor piu' sintetici: che sia abolita la "festa" della vittoriosa carneficina, della guerra sola igiene del mondo, degli apparati assassini, del nazionalismo fascista; e che il 4 novembre sia finalmente memoria autentica e addolorata delle vittime della guerra ed impegno sincero e rigoroso per la cessazione delle guerre tutte.

Nell'anniversario della fine della prima guerra mondiale, la testimonianza della volonta' di far finire tutte le guerre. Volonta' che puo' realizzarsi solo con il disarmo e la smilitarizzazione, solo con l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, solo con la scelta della nonviolenza.

La nonviolenza e' in cammino.

 

5. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. MIRIA PERICOLOSI: A VERONA

[Ringraziamo Miria Pericolosi (per contatti: miria.pericolosi at gmail.com) per questo intervento.

Miria Pericolosi, socia del Forum politico delle donne di Verona, e' impegnata in molte iniziative per i diritti, la difesa della bosfera, la pace]

 

Verona e' una citta' dicotomica: da una parte viene inaugurato, qualche giorno prima del 4 novembre in piazza Bra', centro della citta', un monumento, molto discusso, sulla pace, e dall'altra sabato 5 novembre si riempie la stessa piazza con le armi pesanti dell'esercito.

La partecipazione il 4 novembre all'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" non e' stata molta; giornata piovosa, all'ora dell'appuntamento in piazza Bra'  - circa le 15,30 - erano presenti una ventina di aderenti.

Alcuni di questi, finita la lettura con il megafono di brani e pensieri nei quali non e' mancato l'appello al disarmo e terminata la distribuzione di volantini, si sono trovati per capire come mai in questa citta', che ha dato una buona presenza alla Marcia Assisi-Verona, sia mancata la presenza di un numero maggiore di cittadini/e in questa commemorazione dei caduti di tutte le guerre.

Senz'altro la pioggia e l'orario lavorativo non hanno favorito la partecipazione della cittadinanza e di alcuni aderenti al Tavolo della Pace, ma approfondendo la questione un motivo potrebbe anche essere che tutto sommato l'esercito rassicura, da' "sicurezza" contro un eventuale attacco di un "potenziale nemico": l'esercito, probabilmente e' considerato ancora il mezzo piu' sicuro per difendersi collettivamente. Nei/nelle giovani, poi, la guerra e' una cosa lontana dai propri pensieri, impegnati come sono nella quotidianita' della  propria vita.

Si e' concluso affermando che il movimento nonviolento dovra' molto lavorare, da subito, per rendere piu' visibile la propria proposta teorica e pratica di difesa alternativa e di azioni nonviolente.

 

6. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. GIOBBE SANTABARBARA: NEL VITERBESE

 

Nel viterbese quest'anno l'iniziativa delle commemorazioni nonviolente "Ogni vittima ha il volto di Abele", tradizione qui iniziata nel 2002, ha avuto un notevole incremento rispetto agli anni passati.

L'impegno a promuovere l'iniziativa a livello nazionale non solo non ha indebolito l'azione locale, ma l'ha notevolmente corroborata; cosi' come l'ha corroborata la prossimita' temporale con la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre, in relazione alla quale nel viterbese vi era stato un vivace lavoro di preparazione e di chiarificazione con diversi incontri promossi dal "Centro di ricerca per la pace" o con la partecipazione di esso.

Nella citta' capoluogo all'abituale commemorazione nonviolenta in piazza del Sacrario del 4 novembre si e' aggiunta quest'anno quella altrettanto intensa presso il cimitero monumentale cittadino il 2 novembre.

Ma soprattutto si e' aggiunta la realizzazione di una intera settimana di iniziative di sensibilizzazione e di approfondimento da domenica 30 ottobre a domenica 6 novembre, con l'alternarsi di incontri di studio e di iniziative pubbliche nei quartieri del centro storico, dell'Ellera, di San Pellegrino, di Santa Barbara.

Ed incontri, iniziative, appelli pubblici sono stati realizzati anche in altri centri della provincia: iniziative di dimensioni volutamente limitate, perche' concentrate, essenziali, rigorose.

Peraltro nell'intero mese che ha preceduto il 4 novembre, a cominciare dalla celebrazione della Giornata internazionale della nonviolenza del 2 ottobre, vi e' stato a Viterbo un quotidiano lavoro di preparazione dell'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", di cui questo foglio e' stato puntuale testimonianza. Tutti gli enti locali del viterbese sono stati ripetutamente contattati; tutti i mass-media costantemente informati del progredire dell'iniziativa; centinaia di persone direttamente coinvolte in una presa di parola e partecipazione autentica ed appassionata.

Ed il prossimo anno vogliamo fare ancora meglio. Ma soprattutto vogliamo che ogni giorno l'impegno contro la guerra e contro le uccisioni continui e si rafforzi: ve ne e' grande, urgente bisogno.

La nonviolenza e' in cammino. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

7. DOPO IL 4 NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME. GIULIO VITTORANGELI: COSA RESTA DEL 4 NOVEMBRE

[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento.

Giulio Vittorangeli, nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Donne in America latina, Celleno, luglio 1997; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; La cultura del nuovo impero: l'uomo a dimensione di merce, Celleno, luglio 2002; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003; America Latina: l'alternativa al neoliberismo, Viterbo, aprile 2004; Mulukuku: un progetto di salute mentale in Nicaragua, Viterbo, novembre 2010. Ha coordinando il Gruppo di approfondimento "Vivere nel nord  impegnati nel sud", all'interno del Convegno "Vivere e amare attraverso le contraddizioni", promosso dall'Associazione Ore Undici, e svolto a Trevi nell'Umbria (Pg), 25-30 agosto 2001. Ha partecipato alla trasmissione di "Rai Utile", del 24 gennaio 2006, dal titolo "America Latina e' sviluppo". Ha contribuito alla realizzazione, stesura, pubblicazione e presentazione di tre libri: Que linda Nicaragua!, Associazione Italia Nicaragua, Fratelli Frilli editori, Genova 2005; Nicaraguita, la utopia de la ternura, Terra Nuova, Managua, Nicaragua, 2007; Nicaragua. Noi donne le invisibili, Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, Davide Ghaleb editore, Vetralla 2009. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Attualmente cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"]

 

Certamente l'iniziativa del 4 novembre "Ogni vittima ha il volto di Abele" e' stata estremamente importante, in forte continuita' con la Marcia per la Pace Perugia-Assisi; ridando finalmente voce e visibilita' alla nonviolenza.

Troppe volte si finisce con il provare uno scoramento profondo nel vedere le ragioni della pace e della solidarieta' irrise e ignorante, o impotenti davanti ad un razzismo di stato consolidato e che gode di largo consenso. Non siamo di fronte al razzismo ideologico classico, ma ad un razzismo che ha piu' a che fare con i meccanismi classici del capro espiatorio: un quartiere degradato scarica tutta la propria impotenza ed insofferenza sull'immigrato. La voglia di non dire nulla, il senso dell'inutilita' di scrivere e protestare, davanti ai piu' squallidi luoghi comuni sull'immigrazione che si ascoltano alle fermate degli autobus, al bar, ecc.

Tuttavia l'obbligo di non rassegnarsi all'assedio della violenza e della turpitudine (che si fa sempre piu' stretto e chi non ha buone difese viene contagiato) finisce col vincere sul senso di frustrazione.

Ecco perche' manifestazioni come quella del 4 novembre "Ogni vittima ha il volto di Abele" hanno una grande importanza, in particolare alla luce di quello che sta avvenendo nell'Italia odierna, dove la scena politica sta mutando rapidamente. Il cosiddetto berlusconismo e' travolto dalla piu' grave crisi economica del dopoguerra (il capitalismo si e' finanziarizzato e l'economia virtuale si e' mangiata quella reale); ma la fine di un regime non significa necessariamente tempi migliori. Il blocco politico uscente si puo' riorganizzare con modalita' diverse e la stessa opposizione parlamentare e' intenzionata ad applicare le ricette liberiste che stanno azzerando diritti e stato sociale in tutto il continente, peggiorando le condizioni di vita di milioni di persone. In sostanza si pensa di rimpiazzare Berlusconi con un governo tecnico, di emergenza nazionale, per portare a termine quello che lui non ha saputo fare, applicare alla lettera le direttive della Banca Centrale Europea.

Siamo sotto tutela, commissariati, sottoposti al triplice controllo incrociato della "troika" (Fondo monetario internazionale, Commissione europea, Banca centrale europea), con la sovranita' popolare spogliata della possibilita' di decidere sulla politica economica, per cui non abbiamo facolta' di parlare, dobbiamo solo obbedire: privatizzazione dei servizi pubblici e dei beni comuni, taglio delle pensioni, degli stipendi e dell'occupazione nel pubblico impiego (scuola e sanita' al primo posto), abolizione dei contratti, liberta' di licenziare, azzeramento del deficit a suon di tasse sui meno abbienti.

Tre istituti sovranazionali, che tanto "bene" hanno operato nella crisi della Grecia, politicamente irresponsabili (non rispondono a nessun potere democratico) dettano le linee di politica sociale a un paese formalmente sovrano: e' il trasferimento della sovranita' dal popolo ai "mercati". Agiscono come strozzini, con i soldi in una mano e il foglietto delle condizioni nell'altra. Una popolazione viene cosi' espropriata del diritto basilare di formulare le propri leggi, con le persone in carne e ossa considerate alla stregua di alberi da abbattere, colline da spianare, ostacoli da rimuovere. "E' una politica stupida e suicida. Che ricorda da vicino il piano imposto alla Germania dai vincitori della prima guerra mondiale. Affamo' la popolazione, distrusse i sindacati e la sinistra, spiano' la strada al nazismo" (Tommaso De Berlanga).

C'e' un problema immediato, quello di rimettere in sesto l'economia italiana; ed uno a lungo termine, di decostruzione del capitalismo neoliberista, della trasformazione radicale del modello di sviluppo in senso non capitalistico. Un problema politico, perche' la protesta (delle forze sempre piu' ampie, sempre piu' transnazionali, "la vostra crisi non la paghiamo") si trasformi in un progetto basato su scelte economiche che possano aumentare l'uguaglianza, occupazione e salari. Si tratterebbe di capovolgere il paradigma della politica restrittiva e depressiva che e' stata seguita in Europa con un piano di politica di investimenti pubblici capace di alimentare le produzioni di un nuovo modello di sviluppo.

Tutto questo, pero', non basta se non si affrontano i temi della pace (si annuncia la nuova guerra contro l'Iran) e della solidarieta': la cessazione della partecipazione italiana alle guerra, la fine della politica razzista del nostro  governo, il taglio alle spese militari; in sostanza il rispetto della Costituzione. Puo' sembrare qualcosa di campato in aria, ma senza l'ostinazione e la tenacia, come dimostrato gia' nel 4 novembre, non sarebbero neppure concepibili. Allora e' fondamentale dare continuita' a quell'esperienza, magari attraverso un programma di lavoro (come auspicato), perche' non resti una cosa unica e isolata, perche' anche noi siamo parte della barbarie in cui e' precipitato il Paese e nessuno puo' credersi assolto.

 

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Marivaux, Theatre complet, Gallimard, Paris 1949, 1984, pp. LXII + 1570.

- Voltaire, Romans et contes, Garnier, Paris 1960, pp. XII + 676.

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 737 del 12 novembre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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