Coi piedi per terra. 229



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 229 del 19 settembre 2009

In questo numero:
1. Rinviata a mercoledi' 23 settembre l'iniziativa prevista per sabato 19
settembre a Viterbo
2. Associazione "Respirare": Un'iniziativa preziosa
3. Sepolcri imbiancati
4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
6. Cosa fare
7. Alcuni estratti da "Storia politica del filo spinato" di Olivier Razac
8. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

1. INIZIATIVE. RINVIATA A MERCOLEDI' 23 SETTEMBRE L'INIZIATIVA PREVISTA PER
SABATO 19 SETTEMBRE A VITERBO

A seguito della tragedia avvenuta a Kabul, partecipando al lutto, il
Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo ha rinviato a mercoledi'
23 settembre (sempre alle ore 18 in piazza San Pellegrino) l'iniziativa
prevista per sabato 19 settembre a Viterbo: "Aeroportini di carta.
Atterraggi e decolli dalla polla sulfurea piu' famosa del medioevo",
racconto teatrale di e con Antonello Ricci e Alfonso Prota, e con Michela
Benedetti, Olindo Cicchetti, Domenico Coletta, Sara Grimaldi.
*
Il Comitato e' vicino ai familiari di tutte le vittime, e conferma l'impegno
per la pace e i diritti umani, il disarmo, la nonviolenza, contro tutte le
uccisioni, contro tutte le guerre, contro tutte le violenze.

2. SOLIDARIETA'. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": UN'INIZIATIVA PREZIOSA
[L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e
movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa
dell'ambiente]

Il 23 settembre a Viterbo, in piazza San Pellegrino, con inizio alle ore 18,
il comitato che si oppone al mega-aeroporto promuove la prima
rappresentazione assoluta del nuovo "racconto teatrale" di Antonello Ricci,
"Aeroportini di carta. Atterraggi e decolli dalla polla sulfurea piu' famosa
del medioevo", con Antonello Ricci, Alfonso Prota, Michela Benedetti, Olindo
Cicchetti, Domenico Coletta, Sara Grimaldi.
Ed e' un'iniziativa preziosa per piu' motivi.
Per il suo valore civile: come azione concreta di informazione libera e
veritiera e di impegno civico e democratico in difesa del bene comune e dei
diritti di tutti.
Per il suo valore culturale: che dell'espressione artistica fa valore morale
condiviso, occasione educativa, appello alla dignita' e alla
responsabilita'.
*
Anche l'associazione "Respirare", sorta un anno fa proprio per contribuire a
difendere la salute e la sicurezza dei cittadini e l'integrita'
dell'ambiente di vita, esprime gratitudine ed apprezzamento per
l'iniziativa, e conferma il proprio sostegno all'impegno di verita' e
solidarieta' in difesa dei beni ambientali e culturali, economici e civili
del nostro territorio e dei diritti di tutti i cittadini, beni e diritti
minacciati da un'opera nociva e distruttiva, illegale e insensata come il
mega-aeroporto. Un impegno di verita' e di solidarieta' di cui la Viterbo
delle persone oneste, consapevoli e responsabili e' grata al comitato che si
oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del
trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia,
dei diritti di tutti.

3. RIFLESSIONE. SEPOLCRI IMBIANCATI
[Riproponiamo il seguente intervento gia' apparso nelle "Notizie minime
della nonviolenza in cammino"]

Dall'incontro romano del 15 settembre tra il ministro dei Trasporti e i
rappresentanti della Regione Lazio, della Provincia e del Comune di Viterbo
(col contorno dei soliti messeri di Enac, Enav e Adr) e' scaturito, come era
facile prevedere, l'ennesimo roboante e protervo proclama di voler
realizzare a Viterbo un mega-aeroporto nocivo e distruttivo, insensato ed
illegale.
*
Il mega-aeroporto che, tutti a Viterbo ormai lo sanno, devasterebbe
irreversibilmente l'area archeologica, naturalistica e termale del
Bulicame - un bene ambientale e culturale unico, patrimonio dell'umanita' -;
avvelenerebbe la popolazione locale; massacrerebbe l'agricoltura di qualita'
dell'Alto Lazio; farebbe collassare il sistema infrastrutturale locale;
costituirebbe un'ennesima gravosa servitu' che impedirebbe uno sviluppo
sostenibile ed autocentrato (l'unico possibile e desiderabile).
Non solo: il mega-aeroporto costituirebbe uno sperpero immane di fondi
pubblici, a vantaggio di una ristretta oligarchia speculativa e a danno
dell'intera popolazione.
E ancora: il mega-aeroporto e' del tutto illegale, sia alla luce della
vigente normativa italiana ed europea, sia alla luce dei vincoli di
salvaguardia insistenti sul territorio.
Ed infine: tutti gli indicatori scientifici segnalano la necessita' di
ridurre il trasporto aereo; e molte tragiche notizie di cronaca confermano
questa urgente necessita'. Cosicche' la realizzazione di un nuovo
mega-aeroporto e' un crimine ed una follia sia dal punto di vista
dell'impatto locale che dal punto di vista globale.
*
Che un ministro e una corte di pubblici amministratori parimenti
irresponsabili continuino a voler realizzare un colossale scempio
ambientale, un immane disastro sanitario, una gigantesca catastrofe
economica, un immenso sperpero del pubblico denaro, un'illegalita' cosi'
flagrante e sesquipedale, ebbene, cio' dimostra a qual punto di degrado e di
delirio si sia giunti.
Ma i nuovi vandali e i sempiterni sepolcri imbiancati, e la legione dei
complici loro, non riusciranno nel loro folle e criminale intento.
Alla realizzazione del mega-aeroporto nocivo e distruttivo, insensato ed
illegale, si oppongono le leggi. Si oppone la ragione. Si oppone la morale.
Si oppone la volonta' della popolazione viterbese che difendera' la propria
terra e la propria vita da questa ennesima scellerata aggressione.

4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

6. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

7. LIBRI. ALCUNI ESTRATTI DA "STORIA POLITICA DEL FILO SPINATO" DI OLIVIER
RAZAC
[Dal sito www.tecalibri.it riprendiamo i seguenti estratti dal libro di
Olivier Razac, Storia politica del filo spinato. La prateria, la trincea, il
campo di concentramento, Ombre corte, Verona 2001 (ed. orig.: Historie
politique du barbele'. La prairie, la tranchee, le camp, la fabrique, Paris
2000)]

Indice del volume
Introduzione; 1. Tre momenti storici fondamentali. L'America: recintare la
prateria; La Prima Guerra Mondiale: la trincea; Il campo di concentramento;
2. Il filo spinato e la gestione politica dello spazio. Una frontiera tra la
vita e la morte; Custodire la mandria e uccidere la bestia; Filo spinato e
sorveglianza; 3. Il presente del filo spinato.
*
Da pagina 9
Introduzione
Vecchio piu' di un secolo, il filo spinato e' stato, e continua ad essere,
largamente utilizzato quasi ovunque: attorno ai campi e ai pascoli in
campagna, in citta', sui muri o i cancelli delle fabbriche, delle caserme e
delle abitazioni di famiglie preoccupate. Ma e' utilizzato anche altrove:
lungo le frontiere nazionali, sui campi di battaglia o per sorvegliare
uomini da far sopravvivere, da rispedire ai loro paesi, da uccidere.
Eppure non sembra particolarmente sofisticato questo oggetto della tecnica,
perfino elementare, al piu' basso grado del genio meccanico. In un secolo di
folgorante progresso tecnologico, mentre nell'arco di dieci anni la potenza
di un computer diventa insignificante e una quantita' di oggetti superati
ingombrano le casse della modernita', il filo spinato e' rimasto pressoche'
invariato dalla sua prima comparsa. Il fatto e' che continua a essere
sufficientemente efficace per cio' che gli si chiede, ovvero delimitare lo
spazio, tracciare sul suolo le linee di una divisione attiva.
In effetti, la perfezione di uno strumento di potere - in questo caso di uno
strumento di iscrizione spaziale delle relazioni di potere - non si misura
tanto in base alla sua raffinatezza tecnica quanto per la sua perfetta
adeguatezza economica. I migliori dispositivi di potere sono quelli che
consumano la minor quantita' di energia possibile, materiale e simbolica,
per produrre determinati effetti di controllo o di dominio. Questa
efficienza puo' essere perfettamente raggiunta impiegando oggetti molto
semplici e sobri, come il filo spinato, perche' la poverta' tecnica lo rende
precisamente uno strumento economico e flessibile, adattabile a ogni tipo di
dispositivo.
Ma il fatto che il filo spinato abbia da sempre successo non significa che
sia tuttora il punto tecnologicamente piu' avanzato di gestione dello
spazio. Ora, si sta delineando una tendenza che consiste, per il potere,
nell'investire lo spazio nella piu' grande discrezione. Ma e' poi cosi'
nuova questa tendenza? In effetti, gia' il filo spinato corrispondeva a un
ridimensionamento del potere rispetto alla consistenza materiale della
pietra e alle separazioni massicce. Ma facendo questo annunciava il suo
superamento, il tempo in cui anch'esso sarebbe stato troppo vistoso e
pesante, rimpiazzato da tecniche piu' leggere, di controllo dello spazio
attraverso dispositivo piu' furtivi. Con dispositivi che tracciano confini
immateriali, non di legno, pietra o metallo, ma di luce, onde e vibrazioni
invisibili.
*
Da pagina 11
Il filo spinato e' ovunque e, dopo la sua invenzione, e' stato utilizzato in
tutto il mondo, in tutti i modi possibili e con obiettivi diversi, perfino
opposti. E' per questo che la sua storia sembra a prima vista frammentata e
la sua presentazione potenzialmente caotica.
Non si tratta dunque di fare la storia del filo spinato, seguendone le
apparizioni dopo la sua invenzione. Si tratta piuttosto di cogliere quelle
occorrenze del filo spinato che hanno chiare e significative implicazioni
politiche. Da questo punto di vista, tre manifestazioni storiche possono
essere considerate paradigmatiche: la prateria americana, la trincea della
Grande Guerra e il campo di concentramento nazista.
In questi casi, infatti, l'impiego del filo spinato e' puro. Non e'
semplicemente aggiunto ad altri elementi, come quando e' teso su un muro, ma
e' l'elemento essenziale del materiale utilizzato per produrre una
determinata delimitazione.
In questi tre casi, inoltre, il suo uso supera di gran lunga la sua
vocazione primaria (agricola). Ha, ìnfatti, una portata direttamente
politica che partecipa attivamente a tre disastri: alla eliminazione fisica
e all'etnocidio degli indiani d'America, all'assurdo bagno di sangue della
guerra moderna e, al centro della catastrofe totalitaria, ai campi di
concentramento e al genocidio di ebrei e zingari.
*
L'invenzione del filo spinato e la conquista del West - Il 1874 e' una data
oscura e tuttavia di decisiva importanza nella storia degli Stati Uniti. Un
colono dell'Illinois, J.-F. Glidden, ottiene il brevetto per l'invenzione
del filo spinato. Non e' il primo ad aver cercato in questa direzione, ma la
sua invenzione presenta importanti vantaggi tecnici. Non si tratta,
tuttavia, che di due fili di ferro e di una serie di spine, fatte con pezzi
di filo di ferro ritorto e tagliato obliquamente alle due estremita'. In un
primo tempo, Glidden si era accontentato di stringere ogni spina su un filo
centrale, ma rapidamente la stretta si allentava e le spine si spostavano
lungo il filo. E' allora che ebbe l'idea geniale di rinforzare il suo
dispositivo attorcigliando un secondo filo attorno al primo e alle sue
spine. In questo modo venivano bloccate le spine e l'insieme risultava molto
piu' resistente.
*
Da pagina 38
Il filo spinato fa parte anche di un insieme di temi estetici ricorrenti,
immagini del disastro incise nella memoria dei combattenti, del paesaggio
laminato e dei corpi dilaniati. L'aspetto desolante della campagna arata
dalle granate suscita descrizioni che, ben piu' che semplicemente deplorare
la devastazione, tentano di far apparire il sublime, pur mostruoso, dello
scatenamento della tecnica moderna. Attraverso i crateri e il fango della no
man's land, gli alberi sradicati e i villaggi cento volte rasi al suolo, si
svela l'essenziale disumanita' del mondo industriale, la sua potenza di
distruzione, di fronte alla quale l'individuo ormai soverchiato e' colto da
stupore. La no man's land diventa un'"opera d'arte" per e attraverso colui
che la contempla e la descrive, e il filo spinato un elemento essenziale di
questo quadro da incubo. "Guardo dalla feritoia. Nella vaporosa atmosfera
livida prodotta dalla meteora, distinguo i picchetti in fila e le sottili
linee di filo di ferro spinato che si incrociano da un picchetto all'altro.
Davanti alla mia vista, come tratti di penna, scarabocchiano e cancellano il
campo pavido e bucato".
Ma la no man's land non e' deserto. E' popolata da persone agonizzanti, da
cadaveri e da brandelli di cadaveri. C'e' un'immagine ricorrente, quella del
corpo, vivo o morto, preso e aggrovigliato tra i fili spinati. "Quelle
canaglie che scrivono di guerra, ah, raccontano belle storie. Morire al
sole, ma di cosa parlano!... Vorrei proprio vederne crepare uno con la gola
squarciata tra i fili spinati per chiedergli se apprezza il paesaggio". Il
cadavere impigliato nel filo spinato e' sotto gli occhi di tutti e annuncia
cosi' cosa spetta al popolo delle trincee, amico o nemico. A volte questa
visione e' cosi' disperante che alcuni soldati rischiano la propria vita per
disimpigliare i loro compagni. "C'e' uno dei nostri ufficiali appeso ai fili
spinati tedeschi, sono stati fatti numerosi tentativi per recuperarlo, e
molti uomini coraggiosi vi hanno perso la vita". L'immagine di un corpo
mutilato che marcisce sulla rete, come catturato da una ragnatela, mostra al
soldato quanto assurda e patetica sia la sua situazione. "Centinaia di
morti, molti della trentasettesima brigata, erano sparpagliati come i resti
di un naufragio. La maggior parte era morta sul terreno e sulla rete dei
fili spinati nemici come dei pesci presi in una rete. Pendevano in posture
grottesche. Alcuni sembravano pregare; erano morti in ginocchio e il
reticolato aveva impedito la caduta".
*
Da pagina 43
All'interno dei fili spinati: la desolazione organizzata - Alla mostruosita'
dei campi ci si puo' avvicinare in due modi distinti, tra loro non
contraddittori: come al fondo di una voragine, luogo delle piu'
inimmaginabili torture; come a una citta' che forma un universo, luogo di
istituzione della societa' piu' radicalmente totalitaria. Nel primo caso,
l'attenzione non e' rivolta all'architettura del campo ne' al suo
significato come spazio politico, ma agli atti estremi, che superano
l'immaginazione. Allora la cinta di fili spinati, come tutto cio' che
costituisce materialmente il campo, diventa secondaria. Nel secondo caso, la
dimensione politica dei campi passa in primo piano. I campi non sono buchi
neri, ma la realizzazione materiale del sogno totalitario, una societa' del
dominio totale. Allora l'architettura di un campo non e' indifferente. Al
contrario, essa e' l'organizzazione totalitaria dell'ambiente.
Nei campi, il filo spinato e' lo strumento dell'organizzazione differenziale
dello spazio, della separazione delle soglie della gerarchia
concentrazionaria. In primo luogo, ovviamente, la recinzione separa
radicalmente il campo dalla societa' "normale". "Da ogni parte ci stringe lo
squallore del ferro in travaglio. I suoi confini non li abbiamo mai visti,
ma sentiamo, tutto intorno, la presenza cattiva dei filo spinato che ci
segrega dal mondo". Chi entra in un campo deve dimenticare tutto cio' che ha
conosciuto. Se vuole sopravvivere, deve capire subito che i valori sui quali
fondava il suo comportamento non hanno piu' corso, che qui circola un'altra
moneta. Deve capire che qui "tutto e' possibile".
Primo Levi racconta che il giorno del suo arrivo ad Auschwitz cercava di
placare la sua sete insaziabile succhiando un ghiacciolo staccato dal bordo
di una finestra, quando un kapo si precipita e glielo strappa di mano.
Quando gli chiede perche' ("Warum?"), il kapo risponde, sintetizzando cosi'
l'altro mondo che e' il campo, "Hier ist kein warum" (Qui non c'e' perche').
Ugualmente, a Buchenwald, un gruppo di nuovi arrivati mostra al kapo la
condizione di un compagno, designato a un trasporto che gli sarebbe
sicuramente stato fatale. Il kapo, sogghignando, risponde senza cattiveria:
"Qui non ci sono malati, ma solo dei vivi e dei morti".
La pedagogia del "tutto e' possibile" comincia sempre con "Qui...", cioe'
all'interno dei fili spinati. Per i detenuti si tratta di spiegare al nuovo
arrivato, che ancora possiede la carne e il volto di un essere umano libero,
le manifestazioni dell'arbitrio delle SS che presto gli faranno perdere sia
l'una che l'altro. Si tratta di spiegargli che dal momento in cui si trova
dietro i fili spinati non e' piu' un essere umano, ma e' anche meno di un
animale, semplicemente un corpo, una testa (Kopf), un pezzo (Stueck),
destinato, nei migliori dei casi, a morire lentamente.
*
Da pagina 49
Il filo spinato: simbolo della reclusione estrema - Immaginiamo... Una foto
in bianco e nero che raffigura in primissimo piano un semplice pezzo di filo
spinato. Pensiamo forse al recinto di un campo? No, ovviamente. Il filo
spinato in quanto tale, non e' piu' un accessorio agricolo. Per pensare a un
campo, bisognerebbe che ci fosse una mucca o una pecora dietro a quel filo
spinato. Per alludere all'internamento, invece, non e' necessario
raffigurare un prigioniero. Da solo, il filo spinato basta a evocare il
campo di concentramento o di prigionia e in generale l'oppressione. E'
diventato un simbolo, condensa in una evocazione grafica o testuale
schematica un insieme di raffigurazioni che lo superano in quanto semplice
oggetto. Attraverso un'accumulazione storica e' diventato una metafora della
violenza politica che collega i disastri moderni: l'etnocidio degli indiani,
la carneficina del 1914-'18 e gli stermini nazisti. Come disse Primo Levi,
dopo la liberazione da Auschwitz: "La liberta'. La breccia nel filo spinato
ce ne dava l'immagine concreta".
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Da pagina 75
Il filo spinato sembra cosi' dimostrare che i problemi moderni di gestione
politica dello spazio possono essere risolti solo attraverso un
alleggerimento del segno che delimita e una intensificazione dell'azione che
respinge. E' pressoche' finito il tempo delle separazioni pesanti, sono
troppo vistose e offrono troppi pretesti. Con il passaggio progressivo dal
fisico del recinto all'ottico della sorveglianza, il controllo dello spazio
si fa discreto e interattivo. Rovesciare il gioco delle visibilita':
furtivamente si poteva attaccare una barriera visibile; ora e' il limite che
si sottrae agli sguardi e alle mani di chi cerca di superarlo e, sorpresi,
si resta in piena luce, esposti alla reazione.
L'innovazione del filo spinato e' gia' un farsi virtuale del limite
spaziale, perche' privilegia il leggero sull'imponente, la velocita' sulla
staticita', la luce sull'opacita' e il potenziale sull'attuale.
Virtualizzare qui non significa rendere meno reale, ma operare un
trasferimento dai dispositivi di potere materiali e statici ai dispositivi
energetici e informazionali dinamici. Invece di concentrare una grande
quantita' di energia sotto forma di torri e mura, il potere moderno tende a
creare dei dispositivi mobili che agiscono, e dunque consumano, solo quando
e' necessario. Virtualizzazione non significa minore controllo dello spazio.
Al contrario, l'alleggerimento della presenza in atto delle separazioni va a
diretto vantaggio della capacita' operativa del potere, cioe' della sua
potenza.
Il filo spinato puo' dunque essere considerato come un punto fondamentale di
una storia del farsi virtuale della gestione politica dello spazio. Il
simbolo del potere rappresentato dalla capacita' di chiudere gli spazi, di
ostruirli con prepotenza, tende a indebolirsi, cioe' a divenire l'immagine
negativa di una sovranita' brutale che privilegia i simboli del dominio
piuttosto che gli strumenti dell'efficacia. Ma a partire dalla seconda
guerra mondiale, anche il filo spinato comincia ad apparire come una
tecnologia pesante, arcaica, e soprattutto come un simbolo quasi universale
dell'oppressione.
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8. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail:
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Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
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Numero 229 del 19 settembre 2009

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