Minime. 948



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 948 del 19 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Opporsi alla guerra
2. Opporsi al razzismo
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
5. Cosa fare
6. Mao Valpiana: 2 ottobre 2009. Giornata mondiale della nonviolenza.
Iniziativa comune del Movimento Nonviolento
7. Cornelia Dell'Eva intervista suor Rosemary Lynch (2002)
8. Il velo, il sudario
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. APPELLI. OPPORSI ALLA GUERRA

Opporsi alla guerra.
Salvare le vite.

2. APPELLI. OPPORSI AL RAZZISMO

Opporsi al razzismo.
Salvare le vite.

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

5. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

6. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: 2 OTTOBRE 2009. GIORNATA MONDIALE DELLA
NONVIOLENZA. INIZIATIVA COMUNE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Riproponiamo l'editoriale di Mao Valpiana, segretario nazionale del
Movimento Nonviolento (per contatti: mao at sis.it), che apre l'ultimo numero
di "Azione nonviolenta"]

Venerdi' 2 ottobre (anniversario della nascita di Gandhi e giornata mondiale
della nonviolenza proclamata dall'Assemblea Generale della Nazioni Unite),
e' la giornata di iniziativa comune promossa dal Movimento Nonviolento.
Proponiamo a tutti gli iscritti, ai simpatizzanti, ai singoli amici della
nonviolenza, ai gruppi e ai centri del Movimento, di organizzare nella
propria citta' o nel proprio paese, un'iniziativa pubblica, comunicandola
alla stampa locale. In questo modo, ovunque sia possibile, ci sara' una
manifestazione nonviolenta: una presenza in piazza, un banchetto,
l'esposizione della nostra bandiera, una conferenza, una fiaccolata, la
distribuzione di un volantino... insomma, un'azione, anche modesta ma
visibile, che in quel giorno colleghi idealmente tutte le realta' degli
amici della nonviolenza a livello nazionale.  E' anche possibile, ed e'
importante farlo, coinvolgere le pubbliche amministrazioni (chiedendo, anche
tramite qualche consigliere comunale, che la Giornata venga celebrata
ufficialmente) e soprattutto le scuole (dalle elementari ai licei) affinche'
presidi ed insegnanti sensibili, insieme agli studenti, ricordino quel
giorno la figura di Gandhi e affrontino il tema della nonviolenza e
dell'educazione alla pace.
Questo numero di "Azione nonviolenta" (speciale a 40 pagine) e' interamente
dedicato all'attualita' dell'azione e del pensiero gandhiano. Quest'anno
ricorre il CXL anniversario della nascita di Gandhi, ed e' il centenario del
1909 che e' un anno fondamentale nell'esperienza gandhiana: incarcerato in
Sudafrica perche' rifiuta i documenti di identificazione; poi in Inghilterra
dove si scontra con i terroristi indu'; e' anche l'anno nel quale traduce
"Lettera a un indu'" di Tolstoj e tiene un carteggio con lui; e' l'anno in
cui, in India, lancia il boicottaggio delle merci inglesi.
Gia' molti lettori hanno prenotato copie di questo numero speciale, come
strumento utile da diffondere nelle varie realta' il 2 ottobre. Chi ancora
non l'avesse fatto e' invitato a contattarci per farsi inviare copie
promozionali da diffondere. Chiediamo a tutti gli amici uno sforzo
straordinario: il 2 ottobre puo' essere utilizzato anche per far conoscere
la nostra rivista, raccogliere abbonamenti ed adesioni al Movimento.
Sollecitiamo, quindi, a prendere contatto, da subito, con la sede nazionale
del Movimento Nonviolento per comunicare le iniziative che si svolgeranno in
ogni localita' il 2 ottobre. Nei giorni precedenti diffonderemo agli organi
di informazione un comunicato stampa sul 2 ottobre, con l'elenco di tutte le
iniziative di cui saremo a conoscenza.
Abbiamo gia' notizia di eventi organizzati a Torino (una mostra per le
scuole), Brescia (un incontro pubblico), Clusone (Bergamo), Verona (un
concerto), Vicenza (inaugurazione di un busto di Gandhi), Padova, Mestre,
Ferrara, Reggio Emilia, Livorno, Genova, Firenze, Tempio Pausania,
Cagliari, ecc.
La riuscita di questo evento, molto significativo per la nonviolenza e per
il Movimento Nonviolento (e' un impegno che ci siamo assunti nel nostro
Congresso) dipende esclusivamente da quello che ciascuno di noi sapra'
mettere in campo. Ad ognuno di fare qualcosa.
*
Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org , sito:
www.nonviolenti.org

7. MAESTRE. CORNELIA DELL'EVA INTERVISTA SUOR ROSEMARY LYNCH (2002)
[Dal mensile "Jesus", n. 2, febbraio 2002, col titolo "Dreaming Las Vegas"]

Suor Rosemary Lynch credeva nel "sogno americano"... Finche' un giorno
comincia a scoprire che, dietro le "luci della citta'", ci sono piaghe come
il neocolonialismo e la corsa agli armamenti. Da qui la "conversione".
"Una suora americana che ha condotto famose battaglie pacifiste contro gli
esperimenti nucleari", mi avevano detto arrivando a Firenze. "Una donna che
e' riuscita a mobilitare migliaia di persone, che per giornate intere, per
anni di fila, hanno inscenato affollate manifestazioni di protesta nel bel
mezzo del deserto del Nevada".
Dal modo in cui me l'avevano descritta, chissa' perche', me l'ero immaginata
robusta, vigorosa, alta, suor Rosemary Lynch. Cosi', giunti alla Casa della
Pace, l'ho cercata con gli occhi nel gruppo di persone che cominciavano a
prendere posto in sala. Di li' a poco me l'hanno presentata. E con mia
grande sorpresa e' apparsa una donna minuta, dolce, che pareva quasi
fragile. Nello sguardo, pero', c'e' qualcosa di fermo e deciso. Gli occhi
azzurri di suor Rosemary hanno contemplato il mondo per ben ottantatre' anni
e il loro colore intenso sembra riassumere immagini, esperienze, emozioni
che hanno accolto e fissato come su una pellicola fotografica.
Proprio con un'immagine inizia l'incontro: suor Rosemary racconta la sua
infanzia in Arizona, dove e' nata nel 1917. Phoenix era allora una piccola
cittadina nel deserto, circondata da "i giganteschi cactus, le meravigliose
montagne, gli stupendi colori, gli aromi inconfondibili. Mi piaceva andare
nel deserto la mattina prestissimo, quando tutti gli animali erano fuori
dalle tane. In primavera, non appena viene un po' d'acqua, tutto cresce e
fiorisce; il deserto si copre di fiori selvatici, di gemme, di vegetazione,
una specie di miracolo della natura. L'acqua era sempre il fattore
principale, e percio' l'apprezzavamo e la risparmiavamo". L'amore per il
deserto, quasi inconcepibile alla mente europea, fu un fattore decisivo per
la vita di Rosemary, un leitmotiv che piu' volte ha fatto capolino nella sua
vita. Dell'infanzia conserva ricordi felici, come quello della citta'
impregnata dell'aroma della zagara in certe sere d'estate, oppure del poco
con cui si riusciva ad essere veramente felici. "Ero piccola durante gli
anni della Grande depressione. Siamo stati fortunati perche' mio padre ha
sempre avuto un lavoro, ma non ci si poteva certo permettere dei lussi".
L'avvicinamento al mondo del francescanesimo risale a quegli anni: la
famiglia (padre cattolico e madre anglicana, in seguito convertitasi)
frequentava una parrocchia gestita dai padri francescani: "Cosi', quando ho
scelto la vita religiosa, per me e' stato quasi naturale decidere di entrare
in quest'Ordine". Rosemary studia a Niagara, vicino alle cascate, e a Los
Angeles. Contemporaneamente inizia a insegnare, un compito che le si
confaceva alla perfezione, in cui trovava gioia e soddisfazione. Erano gli
anni della seconda guerra mondiale, anni in cui la popolazione giapponese
della California veniva raccolta in grandi campi profughi, in cui i giovani,
vigorosi americani partiti per la guerra tornavano orribilmente mutilati,
"distrutti dentro e fuori". A concludere la guerra, la bomba atomica. E poi
i piani di ricostruzione a favore dell'Europa.
"Riguardo alla bomba, il popolo americano ebbe scarsissime informazioni.
Molti continuarono a pensare che fosse poco diversa dalle altre bombe usate
fino a quel momento. In quanto a me, vivevo totalmente immersa nel mito
americano: mi lasciai convincere dalle parole del presidente Eisenhower, il
quale assicurava che l'energia atomica sarebbe stata utilizzata per scopi
pacifici. Ero orgogliosa del mio Paese, il Paese - cosi' credevo - piu'
libero del mondo, un Paese che aiutava gli altri, che voleva portare la
giustizia e la democrazia la' dove ancora non c'erano. Solo quando ebbi
l'occasione di vedere gli Stati Uniti da fuori mi resi conto di quanto mi
ero sbagliata".
L'occasione venne nel 1960, quando a Roma ebbe luogo il Capitolo generale
della congregazione. Rosemary Lynch fu scelta come rappresentante della sua
provincia e, in seguito, eletta consigliera generale; sarebbe rimasta a Roma
sei anni. Erano gli anni del Concilio Vaticano II, e la casa delle suore
francescane, sulla via Cassia, offri' ospitalita' a venticinque Padri
conciliari, che non mancavano di portare notizie fresche di giornata. "Si
discuteva della nuova apertura della Chiesa, delle sfide che l'attendevano
negli anni futuri; contemporaneamente si incontrava gente proveniente da
tutti gli angoli del pianeta, si confrontavano opinioni ed esperienze".
In questo contesto suor Rosemary sente parlare degli Stati Uniti in toni non
lusinghieri, scopre il meccanismo con il quale le multinazionali sfruttavano
i contadini dell'America latina. In particolare le riferiscono che
l'American Fruit Company opprimeva i lavoratori delle banane in Guatemala.
"Non ci potevo credere, ma le voci che mi arrivavano insinuavano nella mia
mente un irriducibile dubbio. Cosi' decisi di informarmi personalmente,
presso la Fao ed altre organizzazioni. Fu uno shock scoprire che il mio
Paese, che faceva della liberta' la sua bandiera, opprimeva altri popoli. Mi
resi conto di non sapere in realta' nulla del mondo, e questo fu,
probabilmente, un primo piccolo passo verso la saggezza. Ricominciai a
studiare". Ma ormai Rosemary ha imparato che non tutto si puo' scoprire dai
libri. Inizia cosi' per lei un lungo periodo che la porta a visitare diversi
Paesi: Tanzania, Uganda, nella regione dei Grandi Laghi, in Messico, in
Polonia. E altre immagini si imprimono nei suoi occhi, le stesse che oggi
tornano a brillare mentre racconta.
Il ritorno negli Stati Uniti avviene nel 1976 e, da questo momento in poi,
l'America che le parole di Rosemary rievocano e' quella dei movimenti di
base e delle proteste: "Degli Usa si parla sempre in riferimento
all'economia, alla politica, alla bellicosita'. Ma esiste un'altra faccia di
questo grande Paese: e' un ricettacolo di persone che provengono da tutti
gli angoli del mondo e che hanno la forza di vivere insieme senza perdere la
propria identita'. Non e' cosa facile, e le tensioni certo non mancano.
Accanto a chi cavalca i disagi e li strumentalizza, esiste oggi anche una
gran quantita' di gruppi e associazioni che desidera fortemente un
cambiamento. La sfida per il prossimo millennio e' quella di riuscire a
coordinare tutte queste persone e formare un vero e proprio movimento della
nonviolenza. Non sara' semplice, ma qualcosa gia' ora si muove".
Certo, rispetto al passato, mancano oggi le grandi figure di riferimento per
il "popolo della pace", figure come Martin Luther King, Thomas Merton,
Dorothy Day o Cesar Chavez. Il loro esempio, tuttavia, brilla ancora come
stella polare per i pacifisti di tutto il mondo, e i loro insegnamenti
giungono a noi attraverso le parole di chi, come Rosemary Lynch, ebbe la
fortuna di conoscerli.
"Ho conosciuto Dorothy Day", racconta, "in occasione di una conferenza alla
quale dovevamo partecipare entrambe. Le telefonai per mettermi d'accordo sui
temi da trattare, ma mi disse subito che preferiva che le scrivessi: le
lettere permettevano, secondo lei, di esprimersi con maggiore profondita';
inoltre era inutile sperperare tanto denaro in telefonate. Dorothy aveva
scelto di dedicare la sua vita ai poveri, e come loro voleva vivere in
semplicita'. Quando mori', si diceva che avrebbe acconsentito a seguire
Gesu' in Paradiso solo se lui fosse stato vestito di stracci. Non tutti
potevano capire la sua scelta. Sua figlia, ad esempio, non volle avere nulla
a che fare con lei per molto tempo. Ma nonostante questo e altri dolori,
Dorothy rimase sempre fedele a se stessa. Si puo' dire che il movimento
nonviolento negli Stati Uniti sia nato con lei. C'e' chi vorrebbe vederla
beata, e ha cominciato a raccogliere documenti per avviare la causa di
beatificazione, ma io non credo che ne sarebbe contenta. Ha sempre rifiutato
ogni onore da viva, figuriamoci se sopporterebbe di vedersi beatificare!".
Un altro grande amico di quegli anni fu Cesar Chavez, una vita impegnata a
favore dei braccianti che dal Messico arrivavano in California in cerca di
lavoro. Le suore francescane aderirono senza riserve al boicottaggio
dell'uva e del vino della California e appoggiarono manifestazioni e
digiuni. "E' stato un onore conoscere Cesar Chavez, e' stato un grande della
nonviolenza". Ma presto arrivo' anche per suor Rosemary il momento della
lotta nonviolenta.
Quando torno' negli Stati Uniti, si stabili' nel centro francescano di Las
Vegas, una citta' che oggi descrive come un luogo "dal carattere speciale".
Vent'anni fa si presentava ancora come un piccolo agglomerato urbano, che
pero' gia' ospitava diversi casino', alberghi e locali di vario genere. Non
era il luogo piu' ovvio in cui un centro francescano potesse prosperare, ma
le suore decisero di accettare la realta' che le circondava. Invece di
lottare contro industrie e gioco d'azzardo, si impegnarono a lavorare con
piccoli gruppi, e scoprirono cosi' una citta' nella citta': esisteva una Las
Vegas degli emigranti venuti in cerca di lavoro, una citta' fatta di
famiglie impegnate. Con queste persone inizio' la protesta contro i test
nucleari, che si svolgevano poco lontano.
Scopri' che vicino a Las Vegas c'era il cosiddetto Nevada Test Site: "Si
trattava di una superficie immensa (1.350 miglia quadrate) di deserto,
destinata a subire i test nucleari decretati dal Governo americano. A
partire dal 1951 per oltre 90 volte le esplosioni atomiche avevano scosso
quella parte di deserto. Una larga fetta di quest'area e' gia' stata chiusa
e dichiarata contaminata per un periodo di tempo stimato intorno ai 25.000
anni. Era una situazione inaccettabile, tenuta prudentemente nascosta dal
Governo statunitense. Il popolo americano non ne sapeva nulla, e gli stessi
abitanti della zona venivano sapientemente tranquillizzati dai tecnici, che
garantivano l'immunita' dalle radiazioni e misure di sicurezza eccellenti.
Noi decidemmo di intervenire, e organizzammo semplici veglie di preghiera
nelle vicinanze dei cancelli del Nts. Con il passare del tempo imparammo a
superare i cancelli della base di esperimenti atomici e portammo la nostra
testimonianza silenziosa nel deserto radioattivo".
A poco a poco il gruppo di manifestanti comincio' a crescere. I media furono
ben presto attratti dal fenomeno e arrivarono armati di telecamere e
microfoni. Giungevano da tutto il Paese manifestazioni di solidarieta'.
Thomas Merton scriveva in quegli anni: "Il deserto e' divenuto oggi il luogo
di una nuova e terribile creazione, il terreno di prova di un oscuro potere
attraverso cui gli uomini tentano di annientare cio' che Dio ha benedetto".
Si unirono alla protesta anche gli indiani che un tempo abitavano quelle
zone. "Erano praticamente sotto shock", spiega Rosemary, "per quello che
stava avvenendo, e non hanno esitato ad affiancarci nella preghiera e nella
lotta. Conoscere il rispetto con il quale gli indiani si avvicinano alla
Terra ci ha dato un motivo in piu' per perseverare. Abbiamo scoperto inoltre
la grande sintonia che lega il messaggio francescano di amore per tutte le
creature e la cosmologia delle popolazioni indigene. E' stato sorprendente".
Suor Lynch parla ancora con entusiasmo di quel periodo anche se - ammette -
i test nucleari non si sono fermati. Viene spontaneo chiedersi cosa sia
rimasto di quell'esperienza, a cosa e' servita. Anticipando la domanda,
Rosemary racconta che ancora oggi le veglie di preghiera nel deserto del
Nevada continuano, due o tre volte la settimana. Durante la Quaresima si
tengono tutti i giorni. E' rimasta anche la marcia: una volta l'anno i
dimostranti percorrono a piedi i 170 chilometri che separano Las Vegas dal
Nts. Ma, soprattutto, resta il fatto di aver preso parte a un grosso
episodio di disobbedienza civile, di lotta nonviolenta: "Sicuramente non
siamo riusciti a cambiare il mondo. Gli esperimenti nucleari esistono
ancora, ma credo che grazie ad azioni come la nostra la gente sia ora piu'
informata. E' importante che i giornali parlino di tutto cio' che avviene
nel mondo, senza tralasciare i particolari scomodi per governanti o
economisti. Al di la' di questo, credo che l'esperienza del Nevada abbia
profondamente cambiato molte persone: noi avevamo deciso di rivolgerci ai
singoli, e questo metodo ha dato i suoi frutti. Molti poliziotti venuti per
arrestarci, molti giudici chiamati a condannarci, sono rimasti colpiti da
cio' che raccontavamo e hanno cambiato lavoro. Molte persone hanno capito
che la guerra e la militarizzazione sono velenose per il Paese e per il
mondo".
Al termine della nostra lunga chiacchierata, lo sguardo di suor Rosemary si
allunga verso il futuro, sicuro che oltre l'orizzonte l'uomo abbia ancora
molta strada da fare: "Recentemente un grande storico americano ha
pronosticato che il seme della nonviolenza crescera' e sara' l'eredita' che
il ventesimo secolo consegnera' al nuovo millennio. Io credo che la
nonviolenza abbia ancora molto da dire, e che i movimenti che vanno
formandosi in questi anni abbiano molto da dare".
"Come mostra anche la situazione attuale, questi metodi non producono
risultati immediati", conclude Rosemary. "Ci vuole pazienza, ci vuole tempo
per far crescere le cose. Le popolazioni indigene del continente americano
hanno molto da insegnarci: ricordo che mi impressiono' sapere che per
catturare un'aquila gli indiani seguivano un rito che poteva durare diverse
settimane; dovevano purificarsi, conoscere la preda e spiegarle perche' la
sua morte era necessaria. Oggi e' forse piu' difficile 'prendersi il tempo',
ma ritengo sia il primo passo da fare per poterci incamminare pacificamente
lungo la storia che ci attende.
*
Postilla. L'anima nonviolenta dell'America
Suor Rosemary Lynch vive a Las Vegas, citta' fatta fiorire in pieno deserto
del Nevada dal gangster Benjamin "Bugsy" Siegel negli anni Quaranta, e da
allora in poi conosciuta in tutto il mondo per i suoi casino' e i suoi
locali notturni. La capitale del gioco d'azzardo, delle illusioni
scintillanti, il volto piu' pacchiano dell'american way of life: l'ultimo
posto, insomma, in cui ci si puo' immaginare l'esistenza di un convento di
suore francescane. Eppure la piccola comunita' che vi abita ha saputo
confrontarsi con una realta' urbana in rapido cambiamento, che sotto luci e
divertimento nasconde storie, volti, potenzialita' e contraddizioni propri
di ogni citta'. Le suore francescane di Las Vegas percorrono le vie con
sguardo curioso cogliendo in questa citta' eccezionale i segni di una vita
normale, in cui c'e' posto anche per la riflessione e l'impegno. Cosi',
proprio all'ombra dei casino', e' nato e cresciuto il "Centro Pace e Bene",
impegnato particolarmente per l'educazione alla nonviolenza. Ma le suore di
Las Vegas non sono sole: il movimento nonviolento negli Stati Uniti e' piu'
diffuso di quanto si possa immaginare, e l'anima cattolica vi partecipa
portando il proprio originale contributo. Tra i personaggi piu'
significativi spicca padre Roy Bourgeois, geologo oggi sessantaquattrenne,
che ha lavorato per la Nato e ha partecipato alla guerra del Vietnam. Fu
proprio quell'esperienza a fargli decidere di lasciare l'esercito e prendere
i voti. In seguito si e' occupato soprattutto di America latina, portando
avanti una campagna informativa riguardo alla cosiddetta Scuola delle
Americhe (Soa) di Fort Benning, nella quale gli ufficiali latinamericani
vengono addestrati alla "controguerriglia" e, tornati in patria, lottano
contro la propria gente reprimendo nel sangue scioperi e proteste. Padre
Bourgeois segue da vicino le attivita' della Scuola delle Americhe e si
batte per depotenziare la terribile violenza che essa promuove. Per questa
sua attivita' e' stato piu' volte arrestato. Sulle orme lasciate da Dorothy
Day si muove Jim Douglas, membro dei Catholic Worker ma aderente anche a Pax
Christi. Il suo costante impegno sul tema della nonviolenza lo ha portato a
fondare il Centro per la Nonviolenza Creativa e a numerose pubblicazioni
sulla teologia della nonviolenza. Il metodo della disobbedienza civile sta
alla base delle azioni di cui si fa promotore, a partire dalle proteste
contro il cosiddetto "treno bianco" che trasportava materiale nucleare
attraverso gli Stati Uniti, fino alle manifestazioni contro l'embargo
all'Iraq. Tra l'altro, Jim Douglas e' riuscito ad aggirare il divieto e a
portare a Baghdad medicine e generi di prima necessita' per la popolazione.
Boicottaggi e disobbedienza attiva sono i metodi utilizzati anche dai
fratelli Berrigan. Il religioso giuseppino Philip e il gesuita Daniel
balzarono agli onori delle cronache nel periodo della guerra del Vietnam:
riuscirono a penetrare nelle basi militari statunitensi e a danneggiare
missili e altri strumenti di morte. Idee originali e chiare, azioni che
richiedono il coinvolgimento completo della persona. Sono questi gli esempi
che ancora oggi ispirano il pacifismo statunitense.

8. EDITORIALE. IL VELO, IL SUDARIO

Nel novero dei complici del massacro (dei sei ragazzi italiani e delle
migliaia e migliaia di afgani trucidati in questi anni di guerra terrorista
e stragista cui l'Italia partecipa in violazione del diritto internazionale
e della legalita' costituzionale) non riesco a non contare, insieme ai
governanti assassini attuali e pregressi, anche tutti quei sedicenti
pacifisti che negli ultimi anni sono stati sostenitori e propagandisti della
bonta' della guerra afgana e dell'ininfuenza delle persone assassinate,
mutilate, ferite, ridotte a una vita di stenti che quasi non sembra piu'
vita. Che si siano prostituiti alla guerra per totalitaria disciplina di
partito, o perche' la tal sottosegretaria finanziava certi loro progetti, o
il talaltro prominente di ente locale li ricopriva di incarichi e prebende,
o solo per neghittosa stupidita', quei morti pesano anche sulle loro
coscienze, ed io non riesco a dimenticare, ne' a stendere, come si dice, un
pietoso velo.
Ma nel novero dei complici del massacro (dei sei ragazzi italiani e delle
migliaia e migliaia di afgani trucidati in questi anni di guerra terrorista
e stragista cui l'Italia partecipa in violazione del diritto internazionale
e della legalita' costituzionale) non riesco a non contare, insieme ai
governanti assassini attuali e pregressi, anche tutti quei sedicenti
antimperialisti che accecati da un'ideologia che e' l'esatto contrario di
quella che pur pretendono di professare, inneggiano al fascismo talebano e
al terrorismo integralista, e non son disposti a muovere un dito per
promuovere il disarmo e i diritti umani, per contrastare quel militarismo e
totalitarismo.
Questo foglio, pressoche' in solitudine, in questi anni ha continuato a
sostenere l'illiceita' di quella e di tutte le guerre, ha continuato a
sostenere l'opposizione a tutti i fascismi, ha continuato ad argomentare che
ogni logica militare, che ogni struttura armata, che ogni potere totalitario
e' nemico dell'umanita'; che una e la stessa e' la lotta contro il fascismo,
il razzismo, il militarismo, il patriarcato; che l'unica politica che puo'
dare una possibilita' di liberazione e di salvezza per le oppresse e gli
oppressi, e con essi per l'umanita' intera, e' la nonviolenza: la
nonviolenza che e' lotta nitida e intransigente contro tutte le violenze e
le menzogne.
O il movimento delle oppresse e degli oppressi fa la scelta politica della
nonviolenza, o non vi sara' scampo per l'umanita' intera.
La catastrofe incombe.
La nonviolenza e' in cammino.
Scegliere e' urgente.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 948 del 19 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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