Minime. 732



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 732 del 15 febbraio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Una insurrezione delle coscienze
2. Un'intervista ad Alessandra Tramontano
3. Luciano Benini: La norma piu' ignobile
4. Francesco Comina: Il mondo alla rovescia
5. Antonietta D'Antuono: In ambulatorio
6. Gigi Malabarba: Civilta' italiana
7. Fulvio Cesare Manara: Se ci sembra che forse non ci stiamo preparando ad
uccidere, e' perche' gia' lo stiamo facendo...
8. Lanfranco Mencaroni: Una rivoluzione nonviolenta dal basso
9. Francesco Pistolato: Misure razziste
10. Severino Saccardi: Samaritani degli anni 2000
11. Eugenio Scardaccione: Un'atmosfera di paura, discriminazione, esclusione
e misure anti-umane
12. Antonio Vigilante: L'indicibile attuale
13. Riletture: Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo
14. Riletture: Margarete Buber Neumann, Milena l'amica di Kafka
15. Riletture: Adriana Cavarero, Orrorismo
16. Riletture: Etty Hillesum, Diario 1941-1943
17. Riletture: Francoise Sironi, Persecutori e vittime
18. Riletture: Edith Stein, L'empatia
19. Riletture: Simone Weil, Quaderni
20. La "Carta" del Movimento Nonviolento
21. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. UNA INSURREZIONE DELLE COSCIENZE

Il testo del cosiddetto "pacchetto sicurezza" che il Senato della Repubblica
ha votato il 5 febbraio scorso, e che se venisse approvato senza modifiche
anche dalla Camera dei Deputati diverrebbe ipso facto legge dello stato, e'
un crimine e un'infamia, e un atto di eversione delle fondamenta stesse del
nostro ordinamento giuridico.
Un crimine e un'infamia razzista. Un atto di eversione razzista.
Occorre che quel testo sia respinto, o sostanzialmente modificato, dalla
Camera dei Deputati. Ma perche' questo accada occorre che vi sia nel paese
una insurrezione morale in difesa della legalita' repubblicana, dei diritti
umani, della Costituzione antifascista, dello stato di diritto, della
democrazia che tutti raggiunge.
Una insurrezione morale che contrasti il barbaro ordine del passo dell'oca e
delle camicie brune.
Una insurrezione morale che respinga l'intenzione governativa di
ripristinare e legittimare la violenza delle squadracce fasciste.
Una insurrezione morale che respinga l'intenzione governativa di ridurre i
medici a persecutori dei loro pazienti.
Una insurrezione morale che respinga l'intenzione governativa di usare
violenza ai viaggianti e a chi e' senza casa.
Una insurrezione morale che respinga l'intenzione governativa di umiliare e
violentare e consegnare agli aguzzini persone che nel nostro paese sono
giunte nella speranza di trovarvi civilta' e umanita'.
Una insurrezione delle coscienze per la giustizia e per la liberta'.
Una insurrezione nonviolenta per difendere la legalita' e la democrazia.

2. UNA SOLA UMANITA'. UN'INTERVISTA AD ALESSANDRA TRAMONTANO
[Dal sito di Medici senza frontiere (www.medicisenzafrontiere.it) rirendiamo
la seguente intervista del 13 febbraio 2009 ad Alessandra Tramontano,
coordinatrice medica dei progetti italiani di "Medici senza frontiere" dal
titolo "Il Senato abroga il principio di non segnalazione" e il sommario "Le
conseguenze della soppressione del comma 5 dell'art. 35 del Testo Unico
sull'Immigrazione, approvata il 5 febbraio scorso dall'Assemblea del Senato
nell'ambito delle votazioni sul disegno di legge 733 e che ora dovra'
passare al vaglio della Camera. Il comma soppresso prevede che 'l'accesso
alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme
sul soggiorno non puo' comportare alcun tipo di segnalazione all'autorita',
salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parita' di condizioni con
il cittadino italiano'"]

- Quali sono le ragioni per cui "Medici senza frontiere" si e' schierata
contro l'abrogazione di questo comma?
- Alessandra Tramontano: L'attuale Testo Unico sull'Immigrazione (Decreto
Legislativo 286 del 1998) prevede che "l'accesso alle strutture sanitarie da
parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non puo'
comportare alcun tipo di segnalazione all'autorita'". Il rischio di essere
segnalato creerebbe nell'immigrato privo di permesso di soggiorno e
bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza, in grado di
ostacolarne l'accesso alle strutture sanitarie. Inoltre si metterebbe a
rischio uno dei principi fondamentali su cui si basa la gestione di un
sistema sanitario, che e' la sorveglianza epidemiologica volta a prevenire e
controllare l'insorgenza e la diffusione delle patologie. In Italia la
sorveglianza epidemiologica ha permesso di tenere sotto controllo, e in
alcuni casi di ridurre, l'incidenza di alcune malattie. L'abrogazione del
divieto di segnalazione rischia di spingere verso una marginalizzazione
sanitaria una fetta non indifferente della popolazione e potrebbe
influenzare in maniera negativa il sistema di controllo delle patologie,
riducendo cosi' l'efficacia della sorveglianza epidemiologica.
*
- Quali sono le patologie che avete riscontrato negli ambulatori dedicati ai
migranti e che quindi sfuggirebbero alla sorveglianza epidemiologica?
- Alessandra Tramontano: I dati che abbiamo raccolto dopo dieci anni di
assistenza medica ai migranti in Italia ci dicono che le patologie piu'
frequenti in questi pazienti sono strettamente connesse alle condizioni di
vita e di lavoro precarie, in alcuni casi proibitive, in cui versano gli
irregolari. Non si tratta dunque solo di malattie infettive, ma sopratutto
della sfera materno-infantile (assistenza a donne in eta' fertile,
prevenzione di gravidanze indesiderate, controllo delle nascite, difficolta'
di accesso ai programmi di vaccinazione di base per i minori figli di
irregolari), patologie croniche e malattie cardiovascolari. Se questa norma
dovesse essere approvata una larga fetta della popolazione sarebbe
estromessa dal sistema di sorveglianza con conseguenze pericolose anche in
termini di salute pubblica.
*
- Quali potrebbero essere in termini di costi le ricadute di questa norma
sul Sistema sanitario nazionale?
- Alessandra Tramontano: Il mancato trattamento tempestivo di patologie sia
acute che croniche potrebbe aggravare lo stato di salute della popolazione
in oggetto con ulteriore carico sul Sistema sanitario nazionale, mentre un
all'erta precoce ridurrebbe sicuramente gli accessi ad un secondo livello
del Sistema sanitario nazionale. Per esempio, oggi un irregolare che si
presenta in un ambulatorio Stp (straniero temporaneamente presente) con
sintomi influenzali, da protocollo viene curato con farmaci antipiretici o
antinfiammatori con probabile risoluzione del disturbo ed esclusione di
complicazioni. Con l'abolizione del principio di non segnalazione e il
probabile clima di paura e diffidenza che tale abolizione creerebbe tra gli
immigrati, il paziente potrebbe scegliere di non recarsi subito in un Stp,
ma solamente in seguito a complicanze, non inconsuete in questi casi,
sarebbe costretto dopo l'acutizzarsi della malattia, o a rivolgersi a canali
sanitari per cosi' dire "paralleli", o a giungere ad un secondo livello
sanitario con ricovero. Questo meccanismo avrebbe ricadute in termini di
costi e di impiego di risorse umane sul Sistema sanitario nazionale.
*
- Come si comporteranno gli operatori sanitari qualora questa norma fosse
approvata?
- Alessandra Tramontano: Nonostante l'abrogazione del divieto di
segnalazione non sia ancora entrata in vigore, alcuni medici che lavorano
negli ambulatori Stp hanno manifestato ai nostri medici la loro esitazione
nel riferire i pazienti (immigrati irregolari) a servizi sanitari di secondo
livello nel timore che questi vengano li' denunciati. La posizione di
"Medici senza frontiere" e' chiara, all'interno dei nostri ambulatori non si
effettuera' nessun tipo di denuncia o delazione, ma il nostro lavoro negli
Stp e' svolto in stretta collaborazione con le Asl. Tuttavia continuiamo a
ricevere manifestazioni di solidarieta' dagli operatori sanitari di tutta
Italia. A livello nazionale abbiamo ricevuto risposte positive da parte
degli ordini professionali sanitari che in maniera massiccia si sono
espressi contro questa norma. Come organizzazione medico-umanitaria
continueremo a garantire le cure a tutti indipendentemente dallo status
giuridico e faremo di tutto per abbattere le barriere che si frappongono
verso l'accesso alle cure per tutti coloro che sono presenti sul territorio
nazionale.
*
- Avete lanciato un appello pubblico contro questa norma, a cui hanno
risposto molti rappresentanti della societa' civile, giuristi, ordini
professionali e organizzazioni di diverso orientamento politico, come mai
tanta mobilitazione per un singolo emendamento?
- Alessandra Tramontano: In linea di principio questa norma ostacola un
diritto fondamentale che e' quello alla salute sancito nell'articolo 32
della Costituzione, e questa e' una ragione. Un'altra preoccupazione e'
generata dalla percezione che una norma politica, che ignora aspetti
prettamente sanitari, vada ad intaccare un equilibrio etico e professionale
che e' alla base del nostro Sistema sanitario nazionale. In altre parole si
sta sancendo la caduta del principio del segreto professionale per il
personale sanitario volto a tutelare il paziente come essere umano
indipendentemente da ogni altra considerazione.

3. UNA SOLA UMANITA'. LUCIANO BENINI: LA NORMA PIU' IGNOBILE
[Ringraziamo Luciano Benini (per contatti: luciano.benini at tin.it) per questo
intervento]

Ormai questo governo governa con i proclami e stuzzicando le corde piu'
ignobili dell'animo umano. Cosi' e' per il cosidetto "pacchetto sicurezza",
vero e proprio spot elettorale dato in pasto a chi desidera appagare i
prorpi istinti di repulsione verso i diversi.
La norma piu' ignobile e' quella che permettera' ai medici di denunciare i
cosiddetti "irregolari" che si presentano per essere curati. E' evidente che
nessuno si presentera' se non in caso di immediato pericolo di vita, perche'
il rischio di essere rimpatriati nessuno vorra' correrlo. Pertanto l'effetto
del decreto sara' solo quello di far aumentare i malati contagiosi e gravi,
col rischio che muoiano o ci siano gravi conseguenza sulla salute propria e
di altri.
Ma cio' che conta, per questo governo, e' mostrare i muscoli, far capire di
essere cattivi, come ha detto Maroni. Cattivi con i deboli, naturalmente.
Per fortuna l'ordine dei medici e tanti operatori sanitari hanno gia'
dichiarato che non metteranno mai in atto questo assurdo decreto.

4. UNA SOLA UMANITA'. FRANCESCO COMINA: IL MONDO ALLA ROVESCIA
[Ringraziamo Francesco Comina (per contatti: francesco.comina at gmail.com) per
averci messo a disposizione il seguente articolo apparso come editoriale
sull'"Adige" di Trento]

Il mondo alla rovescia. Sull'altra sponda dell'Atlantico finisce l'era della
tolleranza zero e incomincia quella della responsabilita'. Il primo
presidente nero nella storia degli Stati Uniti inizia il mandato promettendo
la chiusura di Guantanamo, la fine della tortura e un dialogo aperto con il
mondo islamico. Parla a tutti gli americani ricordando che fino a
cinquant'anni fa i neri non potevano nemmeno ordinare un caffe' in un bar.
Nel giorno in cui Obama estende la copertura sanitaria a tre milioni e mezzo
di bambini rimasti scoperti e annuncia la riforma dell'intero sistema, in
Italia si vota un emendamento in cui si invitano i medici a denunciare gli
stranieri feriti, malati, bisognosi di cure, che non posseggono documenti.
Un provvedimento barbaro che, di fatto, ferisce mortalmente la professione
medica. Con quella norma non si creano soltanto le condizioni per cui un
medico si trova ad essere improvvisamente amico e nemico, salvatore e
distruttore d'anime; quella norma spezza il vincolo ontologico che lega il
sapere all'agire. E i medici lo sanno bene. Quando pronunciano il giuramento
d'Ippocrate affermano: "In qualsiasi casa andro', io vi entrero' per il
sollievo dei malati, e mi asterro' da ogni offesa e danno volontario, e fra
l'altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini,
liberi e schiavi. Cio' che io possa vedere o sentire durante il mio
esercizio o anche fuori dell'esercizio sulla vita degli uomini, tacero' cio'
che non e' necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili".
Il medico ha il dovere di curare gli uomini e le donne libere allo stesso
modo con cui cura gli uomini e le donne schiave. E deve mantenere il segreto
sulla cura e sull'identita' dei malati. Ippocrate lo aveva proclamato
chiedendo la benedizione di Apollo e delle altre divinita'. In qualsiasi
parte del mondo, sotto qualsiasi cielo, negli orizzonti plurali dell'unico
Dio quel principio etico ha un valore che trascende la giurisprudenza
ordinaria. Anche laicamente ogni medico che si appresta a curare un ferito,
ha il dovere deontologico di attenersi a questo principio fondamentale per
cui il bisognoso va curato e protetto senza condizioni. Perche' il fine
della medicina e' quella di ristabilire un organismo, di uccidere la morte.
Come si legge nel Talmud di Babilonia: "Chi salva una vita salva il mondo
intero".
Ippocrate parlava in nome di una societa' riconciliata, di un agire del
medico che fosse libero dalla distinzione fra cittadino regolare e
irregolare, fra padrone e schiavo. Il medico doveva essere interessato
unicamente alla salvezza del malato, il suo fine era soltanto quello di
debellare la malattia, mantenendo il segreto e, se necessario, l'anonimato.
Ora la maggioranza al governo chiede l'appoggio dei medici per rafforzare la
grande caccia al nemico, ossia l'immigrato che cerca un riscatto possibile
in una vita stremata, cosparsa di rischi, pericoli, tragedie quotidiane. La
maggior parte degli immigrati clandestini che vivono nelle nostre citta' (ci
sono badanti, colf, lavoratori in nero, operai, stranieri con tanto di
laurea) provengono da esperienze allucinanti di vita: uomini e donne che
fuggono la fame, la persecuzione, che scappano dal morso della violenza,
della sopraffazione, baraccati che hanno come unico sogno quello di poter
salire sulle carrette del mare per poter almeno vedere le luci dell'opulenza
vista in televisione o ascoltata nei racconti dei turisti. Ma appena mettono
piede sul nostro suolo sono colpevoli, sono criminali per il semplice fatto
di esistere. Devono nascondersi per non farsi sorprendere. Molti non ce la
fanno ad integrarsi perche' non ne hanno nemmeno i mezzi. E vengono
ributtati indietro dopo essere passati nei centri di detenzione temporanea.
Ora si chiede perfino ai medici di farsi persecutori e agli ospedali di
diventare dei luoghi di reclusione per cui e' meglio soffrire in silenzio se
necessario fino alla morte piuttosto che farsi sorprendere e rischiare di
tornare nel proprio Paese.
Non c'e' spazio. Non c'e' piu' nessuna speranza. Mentre in America una nuova
politica allunga il braccio verso i miserabili che chiedono aiuto, in Italia
la tolleranza zero delle ronde leghiste vorrebbe stringe sempre di piu' il
cappio intorno ai poveracci che si azzardano ad entrare nel nostro Pase. Il
disegno di legge sulla sicurezza impone la tassa per il permesso di
soggiorno, la schedatura per i clochard, gli eserciti territoriali per
controllare gli "altri", capri espiatori di ogni sorta di violenza
perpetrata sul nostro territorio. Si vorrebbe che tutti fossero zelanti
nella denuncia. Fortunatamente in questo nostro Paese ci sono ancora
cittadini pronti a resistere perche' sanno che la politica non e' solo
demagogia e che i giochi della politica sono sempre aperti. Come in fretta
puo' cambiare lo scenario di un grande Paese come gli Stati Uniti d'America,
cosi' anche lo scenario italiano puo' trasformarsi con pari velocita'. E la
durezza, e la forza e la deriva razzista possono sciogliersi in cenere e
risvegliare il sogno che fu di Martin Luther King, il sogno di una umanita'
di uguali, di liberi, di uomini e donne che possono compartecipare alla vita
senza sentirsi esclusi, senza sentirsi "altri", senza temere la cura del
medico come una minaccia per la vita.

5. UNA SOLA UMANITA'. ANTONIETTA D'ANTUONO: IN AMBULATORIO
[Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente
intervento del 12 febbraio 2009 col titolo "Noi non segnaliamo" e il
sommario "C'e' sempre molta gente in ambulatorio. Da qualche giorno, meno
immigrati. Il racconto di una dottoressa di Bologna"]

Le otto del mattino. Comincia la mia giornata di lavoro in ospedale. C'e'
sempre molta gente in ambulatorio. Da qualche giorno, meno immigrati. Questa
mattina solo due signore moldave, badanti, con le loro "nonne" in
carrozzella e un ragazzo ucraino che deve ritirare i suoi esami.
Ci sono dei cartelli affissi alla porta dell'ambulatorio e
dell'accettazione: "noi non segnaliamo".
Molti ci chiedono spiegazioni, chiarimenti, leggono il testo integrale del
giuramento di Ippocrate.
L'emendamento che cancella il divieto di "denunciare" i "clandestini" che si
rivolgono alle strutture sanitarie, approvato in Senato il 5 febbraio
scorso, non e' ancora in vigore, ma si registra gia' una sensibile
diminuzione degli accessi agli ospedali e agli ambulatori da parte degli
immigrati cosiddetti "irregolari". Molti pensano che la legge sia gia'
operativa, molti hanno paura e preferiscono, in ogni caso, non rischiare. E
la paura li spinge a mettere in secondo piano la propria salute. Ormai e'
esperienza comune, lo abbiamo letto sui giornali negli ultimi giorni.
Gli immigrati "irregolari" si recano di meno al Pronto Soccorso, vanno di
meno anche agli ambulatori delle associazioni di volontariato che, per
definizione, sono piu' amichevoli.
Me ne rendo maggiormente conto al pomeriggio, all'ambulatorio Sokos: la sala
d'aspetto non e' vuota, ma ci sono, stranamente, delle sedie libere. Ci sono
giovani donne e uomini, madri e bambini, anziani, sono le badanti, le
collaboratrici domestiche, i muratori che lavorano nei cantieri e nelle
nostre case, gli uomini dei traslochi, i loro figli, i loro padri.
Penso che la norma con cui si vuole permettere ai medici di denunciare i
loro pazienti "clandestini" (e con cui si tenta di incoraggiarli a farlo)
sia contro l'etica e la deontologia, contro la civilta' e il buon senso.
Penso che questa mattina ho visitato in ospedale una trentina di persone,
credo di essermi comportata secondo "scienza e coscienza" e non ho mai
pensato, davanti ad un paziente: sara' un evasore fiscale? avra' qualche
pendenza penale? sara' "irregolare"?
Penso che i nostri ospedali e i nostri ambulatori debbano essere luoghi di
cura, non di discriminazione. So che gli immigrati irregolari non sono un
pericolo per la salute pubblica, perche' non hanno, in genere, malattie
"pericolose", ma so anche che l'emarginazione, la poverta', l'invisibilita'
producono malattie e che queste, se infettive, possono diffondersi, ma solo
se chi ne soffre non viene curato, non si rivolge alle strutture sanitarie,
diventa invisibile. So che le malattie si possono non solo curare, ma anche
prevenire, a meno che non sia troppo tardi e credo che, con le nuove norme,
lo stato dovra' spendere piu' soldi per curare malattie altrimenti
evitabili.
Il rischio concreto e' che si sviluppino percorsi sanitari paralleli, non
ufficiali, clandestini, pericolosi. Vi sono gia' molte testimonianze in
proposito, anche questo abbiamo letto sui giornali in questi giorni.
Rischiamo di perdere il controllo sanitario, con gravi ripercussioni sulla
salute di tutti.
Le sette di sera, l'ambulatorio e' finito. Al bar sotto casa il "pacchetto
sicurezza" e' un argomento di attualita', mi chiedono: lei cosa fara'
dottoressa? Nulla, continuero' a lavorare come sempre, per me non cambiera'
niente. Se prima non mi era mai passato per la testa di chiamare la polizia
o i carabinieri, non lo faro' neanche dopo, neppure se entrera' in vigore la
norma che abolisce il divieto per i medici di denunciare gli immigrati
irregolari. E a casa penso: come diventera' (cosa diventera') il mio lavoro?
Saro' costretta alla disobbedienza civile? Ci sono le prime discussioni con
i colleghi, si continua a parlarne al bar, gli immigrati irregolari ed i
loro bisogni di salute cominciano a confluire nella clandestinita' piu'
inumana e pericolosa, quella sanitaria. Ma passano anche pensieri positivi:
un sentire comune, trasversale alle convinzioni politiche, che puo' unire
tutti i professionisti della salute in una visione unica, per salvaguardare
la propria dignita' professionale e per garantire la salute di tutti.
Cronaca di una giornata... Gia' Ippocrate diceva "non siamo spie". Vado a
letto piu' tranquilla.
E ci vedremo in piazza, per chiedere che l'iter legislativo dell'emendamento
venga bloccato, per stimolare le istituzioni locali ad impegnarsi in questo
senso, perche' associazioni e cittadini possano manifestare la propria
opposizione contro un provvedimento ingiusto, inutile e dannoso.

6. UNA SOLA UMANITA'. GIGI MALABARBA: CIVILTA' ITALIANA
[Ringraziamo Gigi Malabarba (per contatti: luigi.malabarba at senato.it) per
questo intervento]

Le ultime settimane sono state tra le piu' tragiche per le coscienze
democratiche e laiche del nostro paese. Tre avvenimenti accaduti,
apparentemente slegati tra loro, che dovrebbero far riflettere sullo stato
di imbarbarimento al quale e' arrivata la nostra societa'.
A Nettuno tre italianissimi assassini in erba hanno dato fuoco a un giovane
immigrato che dormiva in stazione. La sera stessa il Ministro degli interni
Maroni, colui che e' deputato a prevenire e reprimere atti cosi' atroci,
dichiarava: "Per contrastare l'immigrazione clandestina non bisogna essere
buonisti ma cattivi".
Qualche giorno dopo il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto sicurezza
che rende ancora piu' difficile la vita ai migranti presenti nel nostro
paese, a partire dalla norma che invita i medici a denunciare i pazienti
stranieri e irregolari che avranno in cura. Un atto che di fatto privera'
della possibilita' di rivolgersi alle strutture sanitarie alcune centinaia
di migliaia di persone presenti nel nostro paese.
Infine, e con somma ipocrisia, il Consiglio dei Ministri ha tentato di
emettere un decreto per impedire che cure sanitarie forzate e artificiali
venissero interrotte a Eluana Englaro, con l'intenzione di prolungare la sua
"non vita" e compiendo un atto di violenza inaudita nei confronti di una
famiglia gia' provata da tanta sofferenza.
E' evidente che le forze che sostengono il governo Berlusconi sono ormai in
preda a un furore ideologico teso da un lato a compiacere le istanze dei
settori piu' integralisti e oscurantisti della chiesa cattolica e dall'altro
ad additare i migranti come capri espiatori del problema della sicurezza,
per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dal peggioramento delle
condizioni di vita di milioni di lavoratori e lavoratrici a seguito della
crisi economica, crisi alla quale il governo non sta fornendo alcuna
risposta convincente.
L'esperienza del precedente governo Prodi ci ha dimostrato che l'ossequio ai
poteri forti del paese e il cavalcare i sentimenti razzisti di parte della
popolazione nel tentativo di trarne un ritorno elettorale sono purtroppo
strategie che attraversano tutte le forze politiche rappresentate in
parlamento.
Per questo riteniamo che il tempo della delega sia finito e solo una reale
mobilitazione delle coscienze e delle persone in carne e ossa possa rompere
una spirale che ci sta spingendo verso una regressione di civilta'. Contro
il decreto sicurezza e in particolare contro la negazione di fatto delle
cure ai migranti irregolari bisogna ostacolare la definitiva approvazione
parlamentare e in ogni caso promuovere un forte movimento di disobbedienza
civile di massa contro una norma barbara, anticostituzionale e
antidemocratica.

7. UNA SOLA UMANITA'. FULVIO CESARE MANARA: SE CI SEMBRA CHE FORSE NON CI
STIAMO PREPARANDO AD UCCIDERE, E' PERCHE' GIA' LO STIAMO FACENDO...
[Ringraziamo Fulvio Cesare Manara (per contatti: philosophe0 at tin.it) per
questo intervento]

Simone Weil scrisse, in una lettera a Bernanos: "Per quanto mi riguarda, ho
avuto la sensazione che quando le autorita' temporali e spirituali hanno
messo una categoria di esseri umani fuori da quelli la cui vita ha un
prezzo, non c'e' niente di piu' naturale per l'uomo che uccidere. Quando si
sa che e' possibile uccidere senza rischio di castigo o di biasimo, si
uccide; o almeno si circondano di sorrisi incoraggianti coloro che uccidono.
Se per caso si prova un po' di disgusto, lo si fa tacere, e presto lo si
soffoca per paura di sembrare privi di virilita'. Si tratta qui di un
allenamento, di un'ebbrezza cui e' impossibile resistere senza una forza
d'animo che devo credere eccezionale, perche' non l'ho incontrata da nessuna
parte".
Stava parlando della paura che era alla base dei massacri compiuti durante
la guerra civile spagnola.
Il filo infernale che puo' spingere gli esseri umani in queste sacche di
distruzione e in questi vicoli ciechi ci e' svelato. Perche' continuiamo a
ripetere?
L'ossessione della sicurezza discende dalla paura, e dalla nostra
incapacita' di trasformarla, di prendercene cura in modi non distruttivi.
La paura e' sempre una cattiva consigliera. La sicurezza un idolo fatuo che
inseguiamo tra le ombre, che si tingeranno presto di rosso, se non
convertiamo la nostra rotta.
La demonizzazione dei clandestini, come se fossero la radice di tutti i
nostri mali, e' un fatale, ennesimo errore. Il filosofo Harald Ofstad
direbbe che e' la weltanschauung nazista che si svela in noi (a proposito,
mai come ora torna utile la lettura di Our Contempt for Weakness. Nazi Norms
and Values and Our Own, che purtroppo ancora non e' stato tradotto in
italiano).
Non tollerare l'immigrazione illegale non e' un segno di grande coraggio. E'
un segno di quella paura, di quellí'idolatria. Un segno di cattivo
funzionamento della mente. Un immigrato "clandestino" non e' di per se' un
criminale.
E' un'ossessione per la "pulizia" che tristemente dovremmo temere. Gli
etimologi dicono che non c'e' connessione tra la radice latina di "pulizia"
e quella di "polizia", ma certi dubbi sulla loro connessione attuale ci
sorgono. Di fatto, il prosindaco di Treviso, il famoso "primo sceriffo
d'Italia", ha sostenuto che essere un lavoratore in regola non e' una
condizione sufficiente per poter prendere parte nelle ronde perche', spiega,
"solo i cittadini italiani saranno ammessi perche' qui non siamo in
Abissinia con le forze aggregate degli ascari, quelli erano tempi di
guerra". Ascoltando queste parole, non ci vien certo da ridere.
Con la modifica dell'articolo 365 del Codice Penale non si tratta di
denunciare crimini: e' una delazione immorale. E' il primo gradino di una
scala purtroppo gia' nota: prima vanno a stanare i clandestini, poi, uno a
uno, tutti gli altri diversi, e infine finiremo anche noi sotto il maglio, e
non ci sara' nessuno a protestare.
Avremo la forza d'animo, saremo sufficientemente allenati a resistere?

8. UNA SOLA UMANITA'. LANFRANCO MENCARONI: UNA RIVOLUZIONE NONVIOLENTA DAL
BASSO
[Ringraziamo Lanfranco Mencaroni (per contatti: l.mencaroni at libero.it) per
questo intervento che estraiamo da una generosa ed affettuosa lettera
personale]

Mi sembra che il razzismo e la cattiveria delle proposte del governo siano
lo specchio fedele delll'opinione pubblica italiana nei riguardi dei diversi
e degli stranieri.
In una incultura generale e sollecitata ogni ora dalle idee borghesi diffuse
dai canali pubblicitari, dalla scuola, dai politici, egoismo, violenza,
stupidita' si mescolano e producono lo stato d'animo che il governo traduce
in legge, con lo stile adatto a clienti dei bar e delle discoteche.
Malgrado la dedizione di parecchi oppositori, mi sembra che la nostra
reazione sia fragile e che abbia poca capacita' di attrazione.
Io rimango piu' convinto della maggiore incisivita' delle proposte di
Capitini, che ci voleva uniti per una rivoluzione nonviolenta dal basso, con
centri di partecipazione collegati e operanti sul territorio ogni giorno e
su ogni problema.
La crisi del capitalismo mondiale, che cerca di uscirne con mezzi socialisti
gestiti in proprio, ci offre un'occasione unica per proporre la nostra
alternativa nonviolenta.
Speriamo che fra i giovani di tutto il mondo ce ne siano sufficienti a
sostituire i vecchi parolai come noi.

9. UNA SOLA UMANITA'. FRANCESCO PISTOLATO: MISURE RAZZISTE
[Ringraziamo Francesco Pistolato (per contatti: fpistolato at yahoo.it) per
questo intervento]

Sono profondamente indignato per le continue misure razziste promosse dal
governo italiano, che riportano il nostro paese legislativamente agli anni
Trenta del Novecento e culturalmente - insieme a molte altre - indietro di
secoli.
Tra le innumerevoli cose che si potrebbero citare, ricordo che il governo
Berlusconi del quinquennio 2001-2006 approvo' il Decreto Legislativo 9
luglio 2003 n. 215, in attuazione della direttiva 2000/43/CE per la parita'
di trattamento tra le persone indipendentemente dall'origine etnica, che
espressamente vieta proprio tutto cio' che in materia di immigrati si
legifera ora, in palese violazione delle norme comunitarie che l'Italia e'
tenuta ad applicare.

10. UNA SOLA UMANITA'. SEVERINO SACCARDI: SAMARITANI DEGLI ANNI 2000
[Ringraziamo Severino Saccardi (per contatti: s.saccardi at aliceposta.it) per
averci messo a disposizione il seguente articolo pubblicato su "Il Nuovo
Corriere di Firenze" del 9 febbraio 2009]

L'affollata realta' del mondo globale e' popolata  di solitudini. Solitudini
opposte e complementari. E' solo il migrante approdato nei territori,
sconosciuti, del benessere, insidiati dalle zone d'ombra dell'insicurezza,
della diffidenza e della crisi. Si sente solo, spesso, il cittadino
autoctono, che vede nell'inedita presenza dell'"altro" una possibile
minaccia alla propria sicurezza.
Vive una contraddizione, la nostra societa'. Di immigrati c'e' bisogno. Per
svolgere mansioni da noi ritenute umili e ingrate e per le attivita' di cura
di una societa' colma di anziani. Contemporaneamente, secondo una percezione
distorta, gli immigrati paiono "troppi" o "troppo invasivi". Due immagini si
sovrappongono. Quella dell'immigrato necessario e quella che potremmo
definire (per come, talora, lo si vorrebbe) dell'immigrato invisibile.
Confrontarsi con il fenomeno immigrazione non e' semplice. Non va alimentata
l'imprenditoria politica della paura (delle reciproche e contrapposte
paure), come, sostanzialmente, fa la norma che rende possibile ai medici
denunciare i pazienti "clandestini", contraddicendo non solo elementari
principi etici, ma diffondendo, insieme al timore (di chi si sottrarra' alle
cure), anche possibili rischi di contagio.
Ci sono associazioni di medici che si prodigano per assicurare interventi
sanitari negli angoli meno fortunati del pianeta. E' paradossale una
legislazione che, di fatto, mette in discussione il diritto alla salute di
quel pezzo di Sud del mondo che vive nelle nostre citta'.
Oltre ai mali fisici, bisogna curare anche i pregiudizi generati da
diffidenza e solitudini sociali. La cronaca, a volte, ci e' maestra. Il
gesto di Ammar, tunisino "irregolare", buttatosi in Arno per salvare una
nostra connazionale ha il sapore di una bella parabola degli anni 2000. Che
conferma che i samaritani hanno spesso un volto straniero, ma  sanno
intendere l'universale comandamento di soccorrere chi, in quel momento, ti
e' prossimo.

11. UNA SOLA UMANITA'. EUGENIO SCARDACCIONE: UN'ATMOSFERA DI PAURA,
DISCRIMINAZIONE, ESCLUSIONE E MISURE ANTI-UMANE
[Ringraziamo Eugenio Scardaccione (per contatti: mareug at libero.it) per
questo intervento]

Stiamo vivendo in Italia un periodo molto triste e grigio, il cosidetto
"pacchetto sicurezza" non solo non ci aiuta, ma se approvato senza
sostanziali cambiamenti rischia di fare indietreggiare tutti. E il
continuare imperterriti in prove di forza a maggioranza non agevola il
compito di nessuno. Non si e' piu' "sicuri" se ci "difendiamo" in modo
accanito dagli "stranieri" e dai "diversi" e soprattutto se viene alimentata
un'atmosfera di paura, di discriminazione, insomma di esclusione.
Considerare poi i medici come dei delatori di clandestini e' veramente una
misura anti-umana, anti-etica, non consona a chi ha il dovere di curare, a
prescindere dalla nazionalita' di appartenenza e dalla regolarizzazione.
Un'altra norma creerebbe un precedente pericoloso: le ronde (sia pure senza
armi) non aiuterebbero a rasserenare il clima.
Il buon senso, un approccio non ideologico, una voglia di dialogare e di
condividere misure ragionevoli farebbero bene a tutti.

12. UNA SOLA UMANITA'. ANTONIO VIGILANTE: L'INDICIBILE ATTUALE
[Ringraziamo Antonio Vigilante (per contatti: antoniovigilante at gmail.com)
per questo intervento]

"Le cose fuori del loro stato naturale ne' vi si adagiano ne' vi durano",
diceva il buon Giambattista Vico (Scienza Nuova, d. VIII). Ed e' un
principio (una "degnita'", ad essere precisi) che consente di considerare lo
svolgimento dei fatti storici e politici con qualche fiducia, con qualche
ottimismo. Non puo' durare, si pensa, di fronte a questa o quella
espressione di chiusura umana e politica, di fronte all'ennesima meschinita'
fatta legge, di fronte alla violenza istituzionalizzata. Ma le cose, quelle
cose che paiono innaturali, durano. E quando sembra che siano morte, si
ripresentano sotto una diversa forma.
"Famiglia cristiana" ha parlato di leggi razziali in riferimento al
pacchetto sicurezza del governo Berlusconi. Maroni se ne e' dispiaciuto. Il
razzismo e' l'indicibile attuale. Siamo razzisti, lo siamo profondamente, ma
non bisogna dirlo. Puoi prendere un indiano, dargli fuoco e, se ti
acchiappano, dichiarare che l'hai fatto per noia, perche' volevi divertirti,
perche' avevi bevuto un po' ed eri su di giri. Niente razzismo, ci
mancherebbe. Quella e' un'aggravante, e le aggravanti sono una brutta cosa.
Invece la noia ha una sua tradizione alta. Moravia, Sartre, Camus. Quasi
quasi diventi un eroe postmoderno. I telegiornali - responsabili principali
del razzismo montante nel nostro paese - convocano gli specialisti. Lo
psicologo spiega che e' tutta colpa del consumismo, qualche altro parla
della crisi dei valori. Manca poco che si evochi il tramonto dell'Occidente.
Intanto una parlamentare viene sommersa di e-mail di insulti e minacce per
aver visitato in carcere le persone rumene accusate dello stupro di
Guidonia, in seguito alla segnalazione di violenze in carcere.
La barbarie ricorsa esige punizioni per le vie brevi, non e' piu' tempo per
le sottigliezze del diritto e della civilta', le feroci tricoteuses - cio'
che siamo diventati - vogliono il sangue, la vendetta, l'assalto, l'ebbrezza
della muta di caccia.
La sicurezza e' la nostra principale preoccupazione. Sicurezza: securitas:
sine cura. Vivere senza preoccupazione. Che e' una aspirazione legittima, ci
mancherebbe. Se non fosse che il piano della sicurezza ha la spiacevole
tendenza ad inclinarsi. La cura da cui occorre liberarsi non e' la
preoccupazione, ma la cura dell'altro, la sollecitudine, l'apertura morale
che la nostra tradizione filosofica e religiosa, pur tra mille cadute, ha
saputo trasmetterci. Non e' piu' tempo di cura dell'altro, se per altro si
intende il debole, colui che maggiormente ha bisogno della nostra
sollecitudine. Tutto cio' e' oggi fuori tempo e fuori luogo. Buonismo, si
dice. Come se il bene fosse suscettibile di un "ismo", come una qualunque
ideologia.
L'ideologia della sicurezza, che e' trasversale ai partiti ed agli
schieramenti politici, ha bisogno di degradare alcuni uomini, di farne
esseri umani di scarto, nuda vita liberamente massacrabile. Da una parte
c'e' la comunita' degli esseri sacri, dall'altra la periferia degli esseri
dissacrati. Negli stessi giorni in cui cerca in ogni modo, anche giungendo
allo scontro istituzionale con il presidente della Repubblica, di tenere in
vita (di fatto una mera sopravvivenza biologica) una donna che e' da
diciotto anni in stato vegetativo, il governo chiede ai medici di denunciare
i clandestini che dovessero presentarsi da loro per chiedere cure. Da una
parte la vita sacra, dall'altra la vita massacrabile. Da una parte la
persona umana, dall'altra il clandestino. La prima non puo' morire, nemmeno
quando lo chiede espressamente, il secondo puo' morire, anche quando chiede
di vivere.
Le cose possono adagiarsi anche fuori dal loro stato naturale. Soprattutto
in una societa' che dell'adagiarsi, dello star comodi a contemplare il mondo
davanti ad un televisore, ha fatto la propria regola di vita. Agli altri,
quelli che non si adagiano, dev'essere chiaro che non si tratta di
contrapporsi a questo o quel provvedimento di governo, ma ad una piu'
generale tendenza del tempo attuale, per contrastare la quale occorre andare
al fondo delle nostre paure e del nostro bisogno di securitas.

13. RILETTURE. HANNAH ARENDT: LE ORIGINI DEL TOTALITARISMO
Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunita', Milano
1967, 1996, pp. LVI + 712, lire 36.000. Una lettura sempre utile.

14. RILETTURE. MARGARETE BUBER NEUMANN: MILENA L'AMICA DI KAFKA
Margarete Buber Neumann, Milena l'amica di Kafka, Adelphi, Milano 1986,
1999, pp. 312, lire 18.000. Una sempre preziosa lettura.

15. RILETTURE. ADRIANA CAVARERO: ORRORISMO
Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli,
Milano 2007, pp. 174, euro 14. Una sempre preziosa lettura.

16. RILETTURE. ETTY HILLESUM: DIARIO 1941-1943
Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996, pp. 268, lire
15.000. Una sempre preziosa lettura.

17. RILETTURE. FRANCOISE SIRONI: PERSECUTORI E VITTIME
Francoise Sironi, Persecutori e vittime. Strategie di violenza, Feltrinelli,
Milano 2001, pp. 212, lire 45.000. Una sempre preziosa lettura.

18. RILETTURE. EDITH STEIN: L'EMPATIA
Edith Stein, L'empatia, Franco Angeli, Milano 1986, 2002, pp. 208, euro
18,50. Una sempre preziosa lettura.

19. RILETTURE. SIMONE WEIL: QUADERNI
Simone Weil, Quaderni, Adelphi, Milano 1982-1993, quattro volumi per
complessive pp. 1846. Una sempre preziosa lettura.

20. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

21. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 732 del 15 febbraio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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