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Il signore che rubo' una televisione, anzi due.




Dario Fo & Franca Rame News
Il C@C@O della domenica
(per commentare questa news 
http://www.alcatraz.it/redazione/news/show_news_p.php3?NewsID=1778)

25 maggio 2003

Il signore che rubo' una televisione, anzi due.
(Romanzo di fantascienza)

Dopo l'incredibile scoop della settimana scorsa (la truffa della corrente 
elettrica) siamo qui ancora una volta per stupirvi con una notizia che dire 
che e' una bomba e' un vezzeggiativo! Il superscoop alla settimana! Questo 
si' che e' ritmo!!! Leggete, maniaci dell'occulto!!!
Siamo ai confini della realta'. Oggi, maggio 2003, pianeta Italia.
Quel che succede e' che c'e' un signore che ha diritto a un bene e un altro 
signore che lo detiene e che riesce a non consegnarglielo e che lo fa 
grazie a una legge scritta apposta per lui.
C'e' una decisione ufficiale dello stato, una sentenza del Consiglio di 
Stato, una sentenza della Corte Costituzionale che danno ragione al 
legittimo concessionario di questo bene conteso ma non c'e' niente da fare.
E guardate che una sentenza della Corte Costituzionale non e' un giochino 
tanto per ridere, e' la cosa piu' seria che ti puo' succedere. In un 
pianeta di media moralita' quando la Corte Costituzionale dice una cosa 
parte la polizia a metterla in pratica, e se ci sono problemi intervengono 
istantaneamente l'Aviazione e la cavalleria pesante. Cioe', la Costituzione 
e' la base del nostro ordinamento democratico, mica ciccioli.
Ma il fatto ancor piu' incredibile e' che da un'inchiesta che noi abbiamo 
realizzato su di un campione di 100 italiani con licenza media superiore 
solo uno (UNO!!!) era a conoscenza di questa storia.
E, in effetti, tutti i mezzi di informazione hanno brillato per aver 
totalmente censurato qualunque notizia sul caso oppure le hanno riportate 
in modo stitico affinche' passassero il piu' possibile inosservate.
E, ancora una volta, la sinistra ci fa la sua bella figura.

Ma per capire bene questa vergogna nazionale nascosta dobbiamo fare un 
passo indietro e partire dall'inizio.
Berlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni locali che 
trasmettevano non contemporaneamente gli stessi programmi, era una furbata 
che permetteva di violare la legge, visto che al tempo era vietato a 
soggetti privati di possedere televisioni nazionali. Ma Berlusconi si mette 
d'accordo con Craxi che gli fa un decreto legge apposta. Cosi' Berlusconi 
ha finalmente tre televisioni nazionali vere. Ma molti storcono il naso 
perche', essendo possibili solo 11 reti nazionali, e' un po' anomalo che un 
solo imprenditore se ne prenda tre; le frequenze televisive sono un bene 
dello stato e lo stato dovrebbe assegnarle permettendo ai cittadini di 
concorrere in modo paritario. Non siamo nel Far West che il primo che 
arriva si prende tutto. Inoltre, possedere tre reti contemporaneamente 
sembrava un po' esagerato...
Cosi' nel 1994 la Corte Costituzionale con la sentenza 420, stabiliva in 
difesa del pluralismo, che un unico soggetto privato non potesse detenere 
tre reti nazionali concedendo un periodo di transizione e rimettendo il 
problema al legislatore per una sollecita soluzione definitiva entro e non 
oltre l'agosto 1996.
A questo punto la classe politica si trova in un bel pasticcio. Come si fa 
a dirlo a Berlusconi?
La sinistra non poteva agire perche', come ha ricordato  l'on. Luciano 
Violante a Montecitorio, il 2 marzo 2002, parlando di quel periodo: "A 
Berlusconi nel '94 offrimmo delle garanzie sulle sue televisioni: non 
sarebbero state toccate. Lo sa Berlusconi e lo sa anche Letta".
Cosi' arriva il 1996, scade nell'indifferenza generale la decisione della 
Corte Costituzionale e Berlusconi continua ad avere tre tv.
Nel 1997 la legge Maccanico, pur con un anno di ritardo rispetto alle 
raccomandazioni della Corte Costituzionale, stabiliva che un soggetto non 
potesse detenere piu' di due reti, e che,  finche' non ci fosse stato un 
"congruo sviluppo" via satellite e cavo (oggi superiore al 1000% rispetto a 
quella data), Rete4 avrebbe potuto continuare a trasmettere via etere, 
quest'ultima decisione in palese contrasto con le decisioni della Corte 
Costituzionale che aveva deciso per un termine definitivo entro l'agosto 1996.

Poi D'Alema, una volta diventato capo del governo, decide di risolvere la 
questione e indice una gara per l'assegnazione delle concessioni delle reti 
nazionali.
La commissione nominata dal Ministero, e' presieduta da un avvocato di 
Mediaset. Berlusconi si aspetta che finalmente possa detenere 
legittimamente, con un regolare mandato dello Stato, e non perche' se le e' 
prese e basta, le sue tre reti e relative frequenze.
Nel luglio 1999 si svolge questa gara d'appalto, per partecipare si 
richiedono requisiti spaventosi e sembra chiaro che nessuno riuscira' a 
scombinare i giochi.
Invece, colpo di scena, arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno di 
documenti e dice: "Buon giorno sono Francesco Di Stefano di Europa 7, 
vorrei due RAI nazionali, grazie."
Panico! E chi e' questo? E' pazzo?
No, non e' pazzo, e' il loro peggior incubo.
Un signor Nessuno, spuntato dal nulla, che ha tutte le carte in regola. 
Cavolo non ci avevano pensato! E adesso cosa facciamo?
Iniziano a mettergli i bastoni tra le ruote: "Le manca il certificato 3457!"
"No e' qui!"
"Il modulo 13 bis compilato in 8 lingue?"
"Ne ho due, bastano?"
Ma poi trovano la furbata: "Il bando di gara richiede di avere 12 miliardi 
di capitale interamente versato lei ne ha solo 12 puo' chiedere una sola tv."
"Balle!" Risponde il signor Di Stefano, "dodici miliardi sono per 
concorrere non per ognuna delle due frequenze". Ricorre al Tar e poi al 
Consiglio di Stato e vince.
Insomma alla fine gli devono dare UNA concessione per una rete nazionale e 
presto anche una seconda perche' ne ha diritto e a Berlusconi ne tolgono 
una, non che la debba chiudere, deve traslocarla sul satellite che ormai e' 
ricevuto da 18 milioni di italiani. Ma in effetti, volendo potevano 
lasciare anche tre reti a Berlusconi e darne comunque due a Di Stefano, 
visto che a tutt'oggi due sono le reti di Tele+ (che Murdock deve mollare, 
questo e' stato stabilito chiaramente quando gli e' stato concesso di 
inglobare Tele+ e Stream).
Ma a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio niente.
Evidentemente lui deve essere uno che da piccolo lo allenavano ad abbattere 
i muri con la cerbottana perche' avvia una serie di procedimenti giudiziari 
spaventosa. Ingiunzioni, diffide, cause penali, civili, regionali, 
Commissione Europea. E vince tutti i ricorsi, tutti gli appelli, tutte le 
perizie. E alla fine arriva alla Corte Costituzionale che nel novembre 
2002, sentenza numero 466-2002, ha stabilito inequivocabilmente che 
Retequattro, dal 1 Gennaio 2004  dovra' emigrare sul satellite, e ha 
stabilito che le frequenze resesi disponibili, dovranno essere assegnate al 
legittimo possessore nella persona di Di Stefano!
L'avete sentito dire al telegiornale?
Abbiamo chiesto a Di Stefano come si sentisse in questa storia e ci ha 
risposto in modo lapidario ma con un lieve sorriso:
"Nonostante siano trascorsi ben nove anni dalla decisione della Corte 
Costituzionale e quattro anni dal mancato rilascio della Concessione, 
Retequattro continua a trasmettere, mentre Europa 7, pur avendo ottenuto la 
Concessione, non e' stata messa in condizione di trasmettere perche' non le 
sono state assegnate le frequenze di cui aveva e ha diritto.
Attualmente Mediaset continua a detenere e utilizzare appieno tre reti 
nazionali su un totale di sette concessioni assegnate sulle undici 
assegnabili (comprese quelle Rai).
Il fatto che un soggetto, a cui e' stata data una concessione (in 
concessione si da' un bene pubblico, in questo caso le frequenze), non 
riceva poi materialmente il bene e' un avvenimento che non ha precedenti al 
mondo.
Nel luglio 1999 Centro Europa 7 aveva fatto richiesta di due concessioni, 
una (Europa 7) l'ha ottenuta, per l'altra (7 Plus) c'e' stato un diniego, 
in quanto non ritenuta idonea per la mancanza del requisito del capitale 
sociale.
Una sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto esistente il requisito 
del capitale sociale, per cui siamo in attesa di una seconda concessione, 
anche se il Ministro Gasparri prende tempo.
Nel frattempo Centro Europa 7 per iniziare le trasmissioni, si e' dotata di 
una struttura di oltre 20.000 mq, di otto grandi studi di registrazione per 
le proprie eventuali produzioni, di una library di oltre 3000 ore di 
programmi e di tutto cio' che e' necessario per esercire una rete 
televisiva nazionale che prevede circa 700 dipendenti.
Questa preparazione e' stata necessaria poiche' la legge stabilisce che, 
entro sei mesi dall'ottenimento della concessione, la neo-emittente ha 
l'obbligo di iniziare le trasmissioni.
Attualmente Centro Europa 7, e' una societa' praticamente ferma, non ha 
alcun introito, poiche' non e' stata messa in condizione di operare, ma ha 
avuto, e continua ad avere, pesanti oneri per la gestione della struttura, 
l'adeguamento della library, l'adeguamento tecnologico, le ingenti spese 
legali, i costi dei dipendenti, ecc,  pur avendo nel frattempo chiuso gli 
uffici di Milano ed altre infrastrutture per cercare di ridurre i costi.
Centro Europa 7 si trova in questa situazione a causa di gravi inadempienze 
e omissioni da parte del Ministero per le Comunicazioni  e soprattutto da 
parte dell'Autorita' per le Comunicazioni nei confronti dei quali sono 
stati sviluppati numerosi ricorsi e numerose diffide."
Ma ora (diciottesimo colpo di scena!) la situazione diventa esplosiva 
perche' Gasparri si sta muovendo per salvare Rete 4 dalla retrocessione.

Il D.D.L. Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1, realizza in pratica 
un condono, riconoscendo il diritto di trasmettere a "soggetti privi di 
titolo" che occupano frequenze in virtu' di provvedimenti temporanei, come 
le sentenze sospensive dei TAR, discriminando cosi' le imprese come Europa 
7 che hanno legittima concessione, il tutto sempre al fine di salvaguardare 
Retequattro.
Infatti, quest'ultima potra' continuare a trasmettere, in barba alla 
sentenza del '94 e del 2002 della Corte Costituzionale e della legge 
249/97, pur non avendo ormai da quasi quattro anni la concessione, mentre 
Europa 7 non potra' mai trasmettere, dimenticando che nel luglio 1999 c'e' 
stata una regolare gara dello Stato per assegnare le concessioni, gara 
persa da Retequattro e vinta da Europa 7.
Si realizza quindi un ennesimo gravissimo stravolgimento del diritto. In 
pratica, chi ha perso la gara (Retequattro) puo' continuare tranquillamente 
a trasmettere, e chi l'ha vinta (Europa 7), perde definitivamente tale diritto.
Non vi sembra straordinario?
Ma qui viene il bello: la cosa e' talmente sporca che fa vomitare, ma la 
sinistra non reputa sia il caso di incatenarsi ai banchi e darsi fuoco 
davanti al Palazzo. E allora tocca ai deputati del Polo fare una cosa 
sensata!!! Travolti da un miracoloso afflato civico bocciano alla Camera 
dei Deputati il decreto Gasparri proprio laddove vuol tagliare la gola a 
Europa 7.
E a questo punto vien da pensare che Dio esiste.
Certo bisogna vedere come va al Senato.
E' chiaro che le urla di Berlusconi di questi giorni sono per ricompattare 
i suoi, che se lo mollano adesso... Che lui in fondo potrebbe vivere anche 
solo con due televisioni, che un cristiano normale si deve accontentare di 
due palle... Ma e' l'idea che una sua frequenza finisca a Di Stefano che lo 
fa impazzire. Che oltretutto Di Stefano e' piu' bello di Cacciari...
  Comunque, non tutto e' perduto. Bisogna vedere cosa fa il Senato... E poi 
la legge deve tornare alla Camera... E poi bisogna vedere se Ciampi la 
firma una legge del genere. Sarebbe proprio abnorme. Si tratta di una 
questione sostanziale per la legalita' e il pluralismo dell'informazione 
nel nostro paese, gia' piu' volte schiaffeggiata. Ma qui saremmo 
all'oltraggio definitivo del concetto stesso di stato di diritto.
Gravita' nella gravita', un conto e' fare una legge per non finire in 
galera, un conto e' fare una legge per prendersi qualche cosa che 
appartiene a un altro. Si comincia cosi' e poi si pretende il Jus Primae 
Noctis.
Quindi, cara cittadina, caro cittadino, sappi che in questo momento si sta 
giocando una partita incredibile. Se questa legge passa quel che e' tuo e' suo.
E medita pure, se vuoi, su questa sinistra bolsa che non vede neppure il Re 
quando appare nudo fino in fondo e non lo attacca mai veramente dove gli 
da' fastidio.
E, visto che i leader della sinistra non sembrano interessati a occuparsi 
dei fatti della vita (sono troppo impegnati a fare a gara a chi ce l'ha 
piu' lungo), sara' il caso di guardarci in faccia e dirci la verita'.
Il signor Di Stefano, qui, chi lo difende?
Ci scrivete due righe che cosi' va a letto piu' contento la sera?
Cioe', sarebbe utile mandare due righe al presidente. Al tuo presidente. 
Sai il presidente di quella cosa che si chiama Repubblica democratica 
fondata sul lavoro... e' una cosa che tra averla e non averla e' meglio 
sempre averla, cosi' per scaramanzia, casomai ti servisse.
Vedi un po' tu ma a noi sembra giusto firmarla una letterina al tuo 
presidente della Repubblica e magari anche a Pera e Casini.
E vedi tu se riesci a far girare questa mail. Che secondo me anche solo se 
si sa in internet un po' li rende nervosi... Che poi casomai gli viene di 
fare un altro passo falso... Che internet non conta niente in borsa ma 
siamo comunque una decina di milioni...

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A sua Eccellenza il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi

A sua Eccellenza il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini

A sua Eccellenza il Presidente del Senato Marcello Pera

Noi sottoscritti cittadini italiani ci rivolgiamo a Voi e alle Vostre 
cariche istituzionali perche' siamo scandalizzati e profondamente offesi in 
quanto una decisione dello Stato Italiano non viene applicata e si tenta di 
legiferare in modo tale che chi possiede un bene per diritto non ne possa 
usufruire.
Esattamente quanto e' accaduto all'azienda Centro Europa 7 Spa, che e' 
legittimamente in diritto di utilizzare due frequenze televisive nazionali 
assegnatele tramite una gara ufficiale dello Stato Italiano ma che, al 
momento, a piu' di tre anni di distanza, non ha nessuna frequenza sulla 
quale trasmettere.
Al contrario, Rete 4 non ha nessun diritto di trasmettere ma continua a 
occupare abusivamente una frequenza che e' stata assegnata a Centro Europa 7.
Non capiamo proprio come sia possibile tollerare un simile stravolgimento 
del diritto all'interno di una democrazia costituzionale.

In Fede
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(Inviare ai seguenti indirizzi: presidenza.repubblica@quirinale.it , 
casini_p@camera.it , m.pera@senato.it e per conoscenza a europa7@quipo.it)