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PAESI BASCHI: Il Treno della Pace [Paso a Paso N°21 ]



  << EUSKADI, PASO A PASO N°21 >>
 Servizio Informativo di ASKAPENA
     askapena1@euskalnet.net

                    Alla ricerca di un nuovo treno

Quando venne firmata la Dichiarazione di Lizarra qualcuno la definì come
"Il Treno" che si metteva in moto. La metafora ebbe molto successo. Anche
noi vogliamo usare questa allegoria in questo Servizio per cercare di
riassumere con la maggiore chiarezza possibile quello che è successo e
quello che stà accadendo in questo confuso momento. 

       Il Treno di Lizarra continua attendendo il segnale della partenza

Il "treno" di Lizarra venne messo in marcia con la pretesa di diventare un
treno di lunga percorrenza, ma in realtà non è mai riuscito nemmeno a
percorrere le immediate vicinanze; anzi di più, non è stato nemmeno capace
di uscire dal perimetro della stazione. Nonostante il suo brevissimo
percorso, tutto sembra indicare che molti dei suoi passeggeri stanno in
questo momento "cambiandosi di treno".

 Questo è stato l'atteggiamento dei diversi protagonisti:

EUSKADI TA ASKATASUNA, ETA (ndr: Patria Basca e Libertà): Si è ritirata
dallo scenario politico nel settembre del 1998, lasciando il via libera ad
un processo di ricostruzione nazionale che potesse scorrere attraverso
percorsi esclusivamente politici. Nel riscontrare un forte ostruzionismo ha
rinfacciato al nazionalismo moderato la propria debolezza e la mancanza di
impegno (estate del 1999). Di fronte alla mancata reazione di questi e
all'atteggiamento demolitore degli unionisti decide di colpire coloro che
si trovavano sulla prima linea di fuoco, distruggendo il treno: l'apparato
militare spagnolo (attentato di gennaio a Madrid contro l'esercito), il
partito socialista (attentato di febbraio a Vitoria contro Fernando Buesa),
la guardia civile (auto-bomba del 6 marzo a Intxaurrondo),  i mezzi di
comunicazione belligeranti (pacchetto bomba del 27 marzo, contro il
giornalista Carlos Herrera), il Foro de Ermua (attentato di maggio a
Andoain, contro López de Lacalle), il Partito Popolare (attentato di giugno
a Durango, contro il consigliere Pedrosa) e l'oligarchia basca (auto-bomba
del 25 giugno contro il quartiere residenziale di Getxo).

SINISTRA ABERTZALE: EUSKAL HERRITARROK (ndr: Cittadini/e Baschi/e) e
ABERTZALE BATASUNA (ndr: Unione Patriottica):  Sebbene non facesse parte
dei firmatari degli accordi previi, si incorpora con entusiasmo al
progetto, con l'illusione di poter portare avanti la propria attività
politica senza il condizionamento della lotta armata. In questa prima tappa
commette un importante errore: si rilassa. Beneficia di un grande
miglioramento della propria situazione, dal momento che smette di soffrire
la pressione che, fino ad allora, aveva sofferto: la solitudine. Prende
comodamente posto nel treno, ammira il paesaggio dai finestrini ed attende
che il treno parta. Non si rende conto che la macchina sono in realtà tutti
i passeggeri e, soprattutto, quelli che da tanti anni si muovono in opposta
direzione. Dovranno passare varii mesi prima che si renda conto del proprio
errore, si rimetta in piedi ed inizi ad attivare tutte le proprie
potenzialità per cercare che il treno si metta in moto. Quando ETA riprende
la lotta armata insiste disperatamente sulla necessità che il treno parta.
Questo avrebbe lasciato indietro gli aggressori che si sarebbero visti
buttati fuori dalla rapidità degli eventi e avrebbe reso innecessaria
l'attività di ETA. Quasi nessun passeggero condivide la sua attuale
preoccupazione.

IL NAZIONALISMO MODERATO (PNV ed EA):  Si inseriscono nel convoglio con
sufficienti aspettative. Assumendo nuovi impegni, ottengono che ETA
dichiari la tregua unilaterale ed indefinita, qualcosa che mai era accaduto
prima. Questa conquista li colloca in una posizione privilegiata di fronte
alla nuova tappa che si apre e conferma le loro tesi sulla pace di fronte
alla soluzione militare, sostenuta dal governo di Madrid. Si attendono che
quest'ultimo risponda con un altro gesto simile di distensione, che
permetterebbe di avanzare lungo il cammino del dialogo. Vedono la
possibilità di realizzare riforme nel quadro politico, superando lo statuto.

Commettono, però, due gravi errori di calcolo. Si sbagliano rispetto al
governo spagnolo dal momento che quest'ultimo non solo non facilita il
dialogo, ma anche lo rende difficile, incrementando la repressione. Si
sbagliano rispetto ad ETA. L'organizzazione armata rispetta e sviluppa il
proprio impegno, dal momento che la tregua si prolunga per dieci mesi in
più a quanto accordato (nonostante gli attacchi subiti). Però, al contrario
di quanto credevano i nazionalisti moderati, riprende le armi quando
considera che l'accordo non è stato rispettato.

Di fronte alla nuova situazione i nazionalisti moderati spengono il motore
della macchina e pretendono rimanere con le chiavi di accensione in mano,
per condizionare Euskal Herritarrok (e per mezzo di questi ETA) che erano
impegnati nel tentativo di accelerarla. Cresce tra loro la convinzione che
questo treno non sia il loro.

FORZE CENTRALISTE:  Tanto il partito Popolare come il Partito Socialista si
dedicano ad attaccare il treno fin dall'inizio. Il loro obiettivo è farlo
deragliare perché non possa realizzare il proprio percorso. Una simile
reazione confonde e impaurisce il nazionalismo moderato. Questi ultimi non
l'attendevano dal momento che non erano abituati alla ferocia dei loro
antichi compagni di viaggio del Patto di Ajuria Enea. Quando gli aggressori
comprovano il successo della loro strategia, la intensificano, concentrando
gli attacchi ai vagoni dove osservano maggior smarrimento e ripiegamento.

Quando soffrono attacchi di ETA rafforzano i loro contrattacchi,
appellandosi al vittimismo. Coloro che da due anni stanno attaccando il
treno si presentano ora come vittime innocenti ed esigono ai "democratici"
che abbandonino il treno, per schierarsi dalla loro parte...

IZQUIERDA UNIDA DELLA COMUNITA' AUTONOMA:  Salgono sul treno contro la
volontà degli organismi federali a livello nazionale. Quest'ultimi
accettano con mala voglia la decisione dei loro compagni di Euskadi però,
d'altra parte, vogliono anch'essi stare ben accomodati qualora il treno
dovesse partire con forza. Quando si rendono conto che il treno non cammina
e che la pioggia di pietre che si tirano contro di questo coinvolge IU a
livello nazionale, il malessere si sviluppa. Ogni volta si esige con più
forza ai compagni baschi che abbandonino il treno. IU della Navarra chiede
la non partecipazione. IU della Comunità Autonoma lo abbandona, invece, il
26 gennaio.

Tanto Zutik (ndr: "In piedi") come Batzarre (ndr: "L'Assemblea"), sebbene
in modo molto critico, continuano invece sul treno.

                  Un nuovo treno parcheggiato su una via morta

In giornate di tanta confusione appare nelle banchine un nuovo convoglio
introdotto dal Partito Socialista (PSE), un treno di grande utilità tanto
per questo partito come per il Partito Nazionalista Basco (PNV). 

Il PSE non può continuare per altro tempo ancora ad accumulare ostali nei
confronti del Partito Popolare. Stà perdendo la propria identità e si è
convertito in una mera comparsa tra i conservatori. Il PNV - almeno il
settore più legato al governo - ha bisogno di un altro treno per poter
scendere da quello attuale senza rimanere al palo. Questo supporrebbe il
riconoscimento della propria impossibilità di fare qualcosa e la necessità
di lasciare nelle mani di altri il protragonismo.

Entrambi i partiti sono da tempo occupati in conversazioni segrete cercando
qualche soluzione di mutua utilità. Il PSE ha fatto la prima mossa
introducendo il nuovo treno sulla via (Proposta di pace che riunisca coloro
che rifiutano la violenza). Il PNV era andato preparando il terreno con
reiterati messaggi che "la tappa precedente era finita e che bisognava
pensare a qualcosa di diverso".

La sessione del Parlamento in cui si è discussa la proposta socialista
(venerdì 16 giugno) è stata la sceneggiatura del trasbordo. Il PNV ha
sommato i propri voti a quelli dei socialisti sebbene questi ultimi non
accettassero né continuano ad accettare il carattere basco della decisione.
Eusko Alkartasuna (EA), per ora sufficientemente più coerente, non ha
seguito il PNV. 

Una volta istallatisi sul nuovo treno, la questione era attuare con grande
rapidità e mettere il treno in marcia (cosa che non hanno mai provato a
fare con l'anteriore treno). Lunedì 19, Ibarrtexe (il Presidente del
Parlamento della Comunità Autonoma) ha svolto un giro di conversazioni con
tutti i partiti che hanno accettato (ad eccezione del Partito Popolare)
"per compiere il mandato parlamentare del giorno 16". 

Il giorno 22 si è riunito quindi con Aznar per fare loro conoscere
"l'accordo parlamentare" e la disponibilità dei partiti. Però qual è questa
disponibilità?

PARTITO SOCIALISTA SPAGNOLO (PSE):  E' molto soddisfatto perché considera
che la sessione del giorno 16 abbia sepolto Lizarra. Ha quindi un nuovo
treno che mette di nuovo il PNV "sulla via della Costituzione e dello
statuto". 

Una volta ottenuto il proprio proposito, sono rimaste allo scoperto le sue
reali intenzioni e necessità (riunione di Ibarretxe con Chaves il giorno
23): Se il PNV vuole avere compagni nel nuovo treno deve impedire l'accesso
a Euskal Herritarrok e dare la propria mano al Partito Popolare perché
quest'ultimo si incorpori. 

Se i conservatori non salgono sul treno, i socialisti scendono. E se sale
il PP potranno invece ristabilire la vecchia armonia e proteggersi da ETA
(Patto di Ajuria Enea, 1988). Nonostante questo, il treno non uscirà mai
dalla Stazione-Costituzione.

PARTITO POPOLARE (PP):  E' abbastanza contrariato dal PSE, dal momento che
percepisce gli smacchi alla unità monolitica che si è mantenuta fino ad
ora. Osserva poi che i socialisti hanno acquisito in pochi giorni un
notevole protagonismo. Però, soprattutto, è molto impegnato ad affrontare
il PNV, dal momento che quest'ultimo non rinuncia a muoversi. Per
continuare nella stazione della Spagna, non manca nessun treno.

La riunione del giorno 22 alla Moncloa è stata la sceneggiatura di un
importante disaccordo carico di rimproveri. Aznar non ha flessibilizzato la
propria posizione però nemmeno ha potuto fermare la claudicazione di
Ibarrtexe. 

EUSKO ALKARTASUNA, EA (Solidarietà Basca):  Si è sganciata dai propri soci
di governo. Considera che bisogna mantenere il treno anteriore e che
bisogna utilizzarlo bene. Coincide come posizione a quella di un settore
del PNV.

PARTITO NAZIONALISTA BASCO, PNV:  Lancia simultaneamente tre messaggi diversi:

· Il  settore più legato allo statuto considera, allo stesso modo del
Partito Polare, che non c'è bisogno di nessun treno e che si stà comodi in
Spagna. Dopo che Arzallus (ndr: Presidente del Partito Nazionalista Basco)
li ha squalificati come peso morto, si muovono in modo molto nascosto.

· Il settore più legato al governo si sente più comodo nel nuovo treno, dal
momento che ha incorporato ad uno degli ex aggressori e ciò grantisce loro
la governabilità. Ibarrtexe ha approfittato della grande udienza che aveva
a Madrid, per condannare la violenza, per rimproverare ad Aznar il suo
immobilismo e per riaffermare l'esistenza in Euskadi di un conflitto
politico che bisogna risolvere. Atteggiamento coraggioso però poco
costruttivo. Ha permesso di confrontare le tesi del proprio partito con
quelle del governo centrale. Ancora una volta è risultato evidente
l'immobisimo di quest'ultimo, però nemmeno l'ipotesi di Euskal Herría
avanza. Questo settore del partito e il partito sono usciti rafforzati
dalla visita a Madrid.

· Il settore che ha sottoscritto Lizarra vuole che l'Accordo continui anche
se è stato sospeso. Avrà utilità, credono, quando cessi l'attività di ETA
ed adesso, come misura di pressione perché si ritorni alla tregua: se
Lizarra prosegue con il motore spento, l'organizzazione avrà posizioni meno
dure per ottenere che si ritorni ad attivare il contatto (questa stessa
posizione la difende anche Eusko Alkartasuna).

LA SINISTRA ABERTZALE:  Crede che Lizarra continui ad avere pieno valore
perché è il metodo più democratico per risolvere il conflitto. Esige che si
riuniscano con carattere urgente gli organi firmatari di Lizarra perché
riaffermino la sua esistenza e disegnino la strategia del futuro.

Brevi:

· Continua attraverso la Navarra la Marcia Nazionale in favore dei
prigionieri. Stà subendo misure repressive proprie di uno stato d'assedio.

· 25 giugno: Partecipata manifestazione di Euskal Herritarrok a Donosti,
rivendicando soluzioni democratiche.

· 26 giugno: Esplosione di un auto bomba a Getxo.

Euskal Herria, 27 giugno 2000

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                    NO ALLA GLOBALIZZAZIONE!           
                   Da Seattle a San Vicente,                      
    la ribellione contro l'impero dell'ingiustizia avanza! 

       INFO:
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                     Comitato d'Organizzazione del campo
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