Bolivia. Il Governo nazionalizza gas e petrolio



A SUD Ecologia e cooperazione ONLUS

Bolivia

Il Gas e il Petrolio tornano nelle mani del Popolo Boliviano



Il primo maggio 2006
con il Decreto supremo 28701 ìEroi del Chacoî
Evo Morales ha nazionalizzato le risorse energetiche della Bolivia

Durante la festa dei Lavoratori, quando tutti riuniti nelle piazze,
sindacati della Cob (Central Obrera Boliviana) inclusi, si aspettavano il
decreto sul lavoro e líaumento salariale, fedele a quanto promesso dal
programma elettorale che lo ha portato alla Presidenza della Bolivia, Evo
Morales, il primo maggio, ha nazionalizzato le risorse energetiche del
Paese. Il Presidente ha firmato il decreto degli Eroi del Chaco sul campo
San Alberto, nel municipio di CaraparÌ, in Tarija, il primo in Bolivia per
la produzione di gas. Gli articoli del decreto, letti direttamente dallo
stesso Presidente, con su il casco dellíazienda petrolifera pubblica YPFB,
sono rimbalzati su tutte le televisioni, radio e strade di La Paz, fino
alla Plaza Murillo dove il Popolo in festa agitava le uipale boliviane. ìŠ
la prima nazionalizzazione del secolo XXI ñ ha arrigato la folla il Vice
Presidente, Alvaro Garcia Linera, dal Palazzo del governo ñ a partire da
oggi gli idrocarburi saranno di tutti i Boliviani. Mai pi™ torneranno nelle
mani delle imprese multinazionali. Oggi la Patria alza la testa. In questo
momento le forze armate dellíEsercito e della Polizia stanno occupando 56
stazioni idrocarburifere î.

Líintervento dellíesercito e líoccupazione delle imprese È stato un gesto
ìsimbolicoî, ma di forte impatto emotivo sullíopinione pubblica. Meno
simboliche e pi™ concrete sono invece le implicazioni economiche e
politiche che seguiranno nei prossimi mesi.

Dal primo maggio del 2006 le risorse energetiche del Paese sono dello Stato
Boliviano. Attraverso líimpresa pubblica YPBF (Yacimientos Petroliferos
Fiscales Bolivianos) le risorse verranno distribuite ed esportate
allíestero. Entro 60 giorni la stessa YPBF si occuper· dellíintera catena
produttiva degli idrocarburi (esplorazione, produzione commercializzazione
trasporto, controllo delle quantit·, industrializzazione).

ìSe est· volteando la tortillaî ha sottolineato Alvaro Garcia Linera. Le
multinazionali avranno 180 giorni di tempo per firmare un nuovo contratto
con lo Stato boliviano.

Tre imprese petrolifere Chaco, Andina e Transredes, circa il 10% delle
riserve petrolifere, passanno direttamente sotto il controllo dello stato
Boliviano, sempre attraverso YPBF.

I campi di San Alberto e di Sabalo che producono circa il 70% del gas
boliviano dovranno versare lí82% per cento della produzione allo stato
boliviano il 18% rester· alle imprese Petrobras, Total e Repsol YPF. Con la
legge precedente avveniva esattamente líopposto. I Campi meno produttivi
verseranno invece il 50% della produzione al Paese.

Alla luce della nuova normativa nelle casse semivuote della Bolivia
entreranno allíanno circa 780 milioni di dollari, 320 milioni di dollari in
pi™ che serviranno per industrializzare e rendere efficente líimpresa
pubblica YPBF.

ìQuesto È un decreto in onore degli Eroi del Chaco e della Guerra del Gas
del 2003 ñ Evo morales si È presentato cosÌ alla folla di Piazza Murillo
che lo ha aspettato fino al tramonto ñ dopo la nazionalizzazione delle
risorse energetiche, stiamo preparando i decreti anche per la
nazionalizzazione dellíestrazione mineraria, delle risorse forestali e per
la distribuzione delle terre. Con líaiuto dei Popoli amici la Bolivia
torner· anche ad avere líaccesso al mareî.

I rappresentanti dei movimenti, che incalzano il Presidente pi™ che altro
sulla prossima assemblea Costituente che dovrebbe ridisegnare il volto
della Bolivia, si sono espressi in maniera positiva per le misure prese dal
governo. Solo il segretario della Cob, Jaime Solares, che aveva mobilitato
i sindacati per líaumento salariale e una nuova legge sul lavoro, ha
classificato il decreto come una semplice presa in giro.ìLe multinazionali
devono essere espulse dal Paese senza indennizzoî ha dichiatrato il
segretario sindacale.

I colossi dell'energia coinvolti dalla nazionalizzazione lanciano intanto
messaggi di moderata preoccupazione. ìIl decreto non È un gesto amichevole
e puÛ essere inteso come una rottura degli accordi fino ad ora mantenuti
con il governo bolivianoî ha fatto sapere il portavoce della multinazionale
Petrobr·s.

La Paz, 2 Maggio.


Redazione A SUD
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