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Legambiente: elettromagnetismo a Napoli



03 Novembre 2000 

SOS INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO A NAPOLI 

    Nessun valore fuori norma per gli impianti radiobase per telefonia
cellulare, valori allarmanti per gli impianti di radiotelecomunicazioni
localizzate nell'area dei Camaldoli, con casi di superamento dei valori ben
40 volte i limite previsti dal decreto. Situazione particolarmente grave
per impianti bassa frequenza (elettrodotti e cabine di trasformazione) con
otto casi su 14 che presentano valori per le quali le ultime ricerche
epidemiologiche rilevano un aumento di rischio di leucemie infantili.
Questa la fotografia dell' inquinamento elettromagnetico a Napoli grazie al
monitoraggio effettuato da Legambiente ed Arpac con il contributo
dell'Omnitel i cui dati sono stati presentati stamattina a Napoli in una
conferenza stampa da Francesco Ferrante, direttore generale Legambiente,
Ferdinando Di Mezza, presidente Legambiente Campania, Antonio Tosi,
direttore Arpac e Roberto La Rocca, direttore area sud Omnitel. Il
monitoraggio è stato effettuato sugli impianti ad alta frequenza (stazioni
radiobase per telefonia cellulare e impianti di radiotelecomunicazione),
perché regolamentati dal Decreto Ministeriale n.381/98 sui limiti di
esposizione ai campi elettromagnetici generati da questi. E' stato
effettuato anche il monitoraggio di alcuni impianti a bassa frequenza,
elettrodotti e cabine di trasformazione, in vicinanza di abitazioni e
scuole. Per queste installazioni la normativa vigente è riconosciuta
obsoleta e non adeguata per la protezione sanitaria dei cittadini. Il
monitoraggio effettuato dai tecnici dell'Arpa Campania ha rilevato 76
misurazioni di esposizione ai campi elettromagnetici di impianti ad alta
frequenza (51 stazioni radio base e 25 impianti di radiotelecomunicazione)
e 14 di impianti a bassa frequenza (elettrodotti e cabine di
trasformazione) per un totale di 90 misurazioni; delle 51 che hanno
riguardato siti interessati ai campi elettromagnetici generati da stazioni
radiobase per telefonia cellulare in nessun caso sono stati registrati
superamenti dei limiti di legge Le 25 misurazioni che hanno riguardato gli
impianti di radiotelecomunicazioni sono tutte localizzate nell'area dei
Camaldoli. Qui la situazione registrata è allarmante : delle 25 misurazioni
effettuate solo 4 sono a norma di legge mentre ben 21 superano i limiti
previsti dal decreto 381/98, di cui 2 hanno superato di ben 40 volte il
limite ed in 3 casi oltre 10 volte i limiti del decreto 381/98 Per quanto
riguarda le 14 misurazioni effettuate su impianti di bassa frequenza
(elettrodotti e cabine di trasformazione) 4 hanno evidenziato dei valori al
di sopra del limiti di esposizione(un caso nella Scuola Elementare Viale
Resistenza-Secondigliano e tre nella Scuola Media Santa Maria di
Constatinopoli) e 4 oltre gli obiettivi di qualità previsti dalla legge
quadro in approvazione in Parlamento (da evidenziare due casi al nuovo
campo nomadi di Secondigliano). Situazione particolarmente grave se si
pensa che i superamenti si sono registrati tutti all'interno di scuole,
aree dove lo stesso Istituto Superiore della Sanità consiglia di attuare
norme di particolare cautela. Questi otto misure registrate sono oltre i
valori per le quali le ultime ricerche epidemiologiche rilevano un aumento
di rischio di leucemie infantili (0,2 e 0,4 microtesla)."I dati - dichiara
Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - confermano che le
principali sorgenti di campi elettromagnetici che determinano un rischio
sanitario per popolazione sono le antenne di radiotelecomunicazione e gli
elettrodotti. Le autorità, innanzitutto il Sindaco, in quanto massima
autorità sanitaria, devono urgentemente intervenire nel caso delle antenne
nell'area dei Camaldoli, perché vengano rispettati i valori del decreto
381/98. Nel caso degli elettrodotti e delle cabine elettriche di
trasformazione chiediamo che si intervenga al più presto almeno nelle
scuole per portare i livelli di esposizione non superiore a 0,2
microtesla." Nell'occasione Legambiente ha presentato il censimento delle
stazioni radiobase per telefonia cellulare presenti sul territorio comunale
di Napoli dove si è in presenza di una diffusa situazione di irregolarità
amministrative e in molti casi non vi è alcuna autorizzazione. Sul
territorio comunale risultano insediati 243 stazioni radiobase per
telefonia cellulare. Di questi 83 (34%) sono stati realizzati sulla base di
autorizzazioni del Comune e 160 illegittimamente (11,5% con procedura
illegittima di D.I.A. e 54,3% senza alcuna autorizzazione) di quest'ultime
ben 31 installati in aree di vincolo ambientale 10 su edifici soggetti a
vincoli storici architettonici. Il primato spetta alla Circoscrizione
Posillipo-San Ferdinando con 28 impianti non autorizzati, segue S. Carlo
-Stella con 21 e Circoscrizione S. Giuseppe-Avvocata con 20. Ebbene in
questo scenario Legambiente lancia l'allarme Camaldoli, un area
completamente invasa da ripetitori, radar ed antenne, mai autorizzate e
installate nelle vicinanze del centro abitato e delle scuole. In via dell'
Eremo e nell'Eremo stesso dove deve essere rispettato vincolo di
inedificabilità, paesaggistico e storico nessun impianto risulta
autorizzato. Qui impianti mai autorizzati sono forniti di energia elettrica
(in contrasto con la normativa L 47/85) e ironia della sorte alcuni di
questi sono di proprietà dell'Enel. Sul terrazzo dell' Eremo nelle
vicinanze dell'antenna della SEB Radio Americana si raggiungono valori
altissimi (330 V/m), laddove i limiti sono 6 E(v/m), quindi valori che
superano 55 volte i limiti di legge. "E' necessario- commenta Ferdinando Di
Mezza, presidente Legambiente Campania- che avvenga in tempi brevi la
verifica del rispetto delle norme sia sanitarie che urbanistiche degli
impianti già esistenti e prendere provvedimenti rapidi per le situazioni
illegali ivi compresi la rimozione degli impianti non sanabili". "Le
misurazioni dei campi elettromagnetici generati dalle stazioni radiobase
della telefonia cellulare effettuate da Legambiente ed Arpac, su Napoli ci
confortano e confermano quanto in più occasioni è stato già detto ed
asseverato da autorevoli fonti scientifiche. Le potenze di emissione- ha
dichiarato Roberto Larocca, direttore Generale Area Sud Omnitel- sono tali
da rientrare ampiamente entro i limiti di sicurezza imposti dal D.M.
381(20V/mt) e perseguono anche i cosiddetti "Obiettivi di qualità" cui lo
stesso DM fa riferimento(6 V/mt). In merito agli aspetti urbanistici-
prosegue Larocca- alle procedure adottate per il passato va precisato che
Omnitel ha sempre osservato le normative vigenti all'epoca delle singole
installazioni. Omnitel comunque è disponibile a ricercare con gli Enti a
ciò preposti una soluzione che sia in grado di garantire la massima
trasparenza, certezza e tempistica all'intero procedimento autorizzatorio o
concessorio. Ritengo comunque di fondamentale importanza il cui oggi
Legambiente e Arpac sono giunte: è stata fornita alla cittadinanza la più
ampia assicurazione sul problema che desta maggiore attenzione da parte di
tutti, la salute."