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lettera aperta ai politici italiani



Lettera  aperta  ai  politici  italiani

L’Assemblea Nazionale di Pax Christi, riunita a Prato dal 6 al 9 Luglio, mi
ha chiesto di richiamare la vostra attenzione su alcune preoccupazioni
relative alla crescente ideologia militare e alla mancanza di tutela dei
diritti civili delle persone più deboli.

	Militarismo

1. La scelta operata in favore dell’esercito professionale, sempre ispirata
al Nuovo Modello di Difesa, proprio “non ci piace”, come sottolineato nel
nostro precedente comunicato stampa del 15 giugno u.s.
2. Gli interventi “umanitari” o “missioni di pace” nelle zone di conflitto
debbono essere condotti rigorosamente sotto la responsabilità dell’ONU.
3. La nostra Costituzione afferma che tutti i cittadini sono uguali. Appare
anticostituzionale la corsia preferenziale per l’impiego pubblico tra
coloro che hanno svolto un periodo di ferma nell’esercito professionale.
4. L’abolizione di fatto del servizio civile alternativo alla leva militare
ci sembra in contrasto con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nel
1985 che riteneva tale servizio uno dei modi per compiere il sacro dovere
di “servire la Patria”.
5. L’apertura del servizio militare anche alle donne non ci sembra affatto
una conquista.

	Rispetto dei diritti umani

Alla luce di quanto scritto nel documento dei Vescovi italiani “Educare
alla legalità” del 1991, “È un appello a riflettere non tanto su come gli
altri rispettano il principio di legalità, quanto su come noi – cristiani e
cittadini – lo viviamo, in ordine a sviluppare una rinnovata cultura della
norma”, siamo preoccupati per alcuni segnali che emergono nell’attuale
contesto sociale e politico del nostro Paese.
La legittima preoccupazione per la sicurezza dei cittadini apre però la
strada all’introduzione di norme repressive in contrasto con la
Costituzione  e la Dichiarazione dei Diritti Umani. Pensiamo ad esempio
all’espulsione automatica degli immigrati che commettono reati; alla
persistente confusione delle norme per il rilascio dei permessi di
soggiorno e ai tempi di attesa per il rinnovo; all’incapacità di trovare
soluzioni per il recupero delle persone carcerate.
Un ordinamento clemente verso i reati commessi dai ricchi e persecutorio
verso i reati commessi dai poveri e dalla gente comune, facilita la
degenerazione di uno stato di diritto in stato di polizia.
Conforme alla sua tradizione di denuncia e di impegno a favore dei diritti
umani (vedi Vietnam, Cile, Argentina, Centro America, Sud Africa, Sudan,
Kossovo, Cecenia,…) Pax Christi richiama l’attenzione dei responsabili
della politica e l’opinione pubblica sui pericoli di involuzione del vivere
civile che sono in atto oggi in Italia, che porta preoccupanti fenomeni di
intolleranza, razzismo  e risorgente nazionalismo.
La vera sicurezza ed il reale progresso della nostra nazione si otterranno
solo con il doveroso rispetto della dignità e dei diritti fondamentali di
ogni persona di qualsiasi condizione, nazionalità o colore della pelle.

Mons. Diego Bona - presidente
										
Prato, 14 Luglio 2000   

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