R: [ecologia] Considerazioni dopo aver letto: Libia, non facciamo diventare Sirte un'altra Guernica



Grazie!  Si ogni giorno  cambiamo in piccoli atti coscienti e consapevoli ,   contro i consumi.....  contro il consumo degli esseri umani...  lasciate scorrere le acque materieli e immaterilai ... non andate a caccia di niente ... studiate tanto per piccole salvezze di libertà,  non redetele disponibili sul mercato.. .vi saluto  con affetto sono povera e vecchia ma  pacifista, anticonsumista, antimilitarista, vegetariana , laica , animista, montanara, nonna... per un mondo senza confini ,  per il disarmo ...contro gli allevamenti ecc..ecc. per una ciotola di riso per tutti...  per la tutela delle erbe selvatiche.. per la diffusione dell'urinoterapia....e ogni altro scandaloso comportamento che libera dalle dipendenze...   

----Messaggio originale----
Da: a.marescotti at peacelink.it
Data: 05/09/2011 10.37
A: <pace at peacelink.it>, <ecologia at peacelink.it>
Ogg: [ecologia] Considerazioni dopo aver letto: Libia, non facciamo diventare Sirte un'altra Guernica

Si fa presto a dire mobilitiamoci ! 

 

Non dobbiamo sopravvalutare la nostra indignazione perché  non se ne accorge nessuno.

 

La “ Ggente “  ( ….  che poi siamo tutti noi, il  popolo ) quella sempre pronta a criticare e  protestare per qualsiasi cosa nei bar e sull’autobus, quando serve non si fa coinvolgere.  Sto seguendo l’appello di Padre Alex Zanotelli, che va molto bene, ma guardano la cosa con il giusto distacco, come un osservatore esterno, dopo 10 giorni ha raccolto solo 6.000 adesioni.    E a che serve tutto questo lavoro se poi nessuno ne terrà conto ?

serve forse a farci sentire uomini saggi perché vorremmo che il mondo fosse più giusto ? 

 

È agghiacciante pensare che stiamo usando i  nostri pochi soldi, a  solo duecento chilometri da casa nostra, per mostrare al mondo ( ancora una volta) che anche il nostro paese collabora attivamente ad ammazzare una popolazione civile nel nome di una democrazia che deve mascherare, senza riuscirci, solamente gli interessi economici tutelati da chi è riuscito a rappresentarci.

 

A che serve raccogliere 6.000 o  141.000 firme se poi né giornali né parlamento ne vogliono prendere atto ? 

 

Ogni giorno ci scambiamo miliardi di messaggi per parlare di compleanni, di fidanzatine o dell’ultimo brano musicale e poi abbiamo quattro poveracci ( per usare un termine governativo) che buttano l’anima per far sapere agli amici o a qualche mailing-list rubacchiata che vorremmo farli firmare per smetterla con guerre, furti, angherie.

 

BISOGNA PENSARE prima di mobilitarsi. 

Bisogna trovare un sistema per trasmettere UN SOLO MESSAGGIO IMPORTANTE ALLA VOLTA, per farlo digerire alla gente fino a portare l’opinione pubblica prima, e la politica poi, ad arrendersi al buon senso, ad arrendersi alla ragione.

Deve essere accettato il concetto che i politici “sono impiegati di  tutti i loro elettori” e non dei loro benefattori.

 

Mi rendo conto che quanto scrivo può sembrare un delirio utopico, ma dobbiamo contrastare l’attacco subito dai diritti del cittadino,  portato avanti in assoluta compattezza dai governi di tutto il mondo, nel nome di una democrazia che ormai non esiste più perché svuotata, a tradimento, del suo vero significato.

 

Purtroppo non basta essere nel giusto per far accettare le proprie idee, si devono cercare armi nel marketing, in sofisticati sistemi informatici e nella comunicazione per combattere alla pari contro un sistema che marcia come un carro armato, incurante di quello che possa fare o pensare la gente, che comunque inevitabilmente verrà travolta per manifesta inferiorità.

 

Bisognerà pensare in grande, guardare al mondo e inquadrare i nostri piccoli problemi, insuperabili a casa nostra, in un contesto generale, raggrupparli per argomento insieme a quelli di altri paesi e proporre una soluzione unica che dovrà essere richiesta da milioni di persone ( siamo sei miliardi, sarebbe un numero grosso ma una piccola percentuale).

 

Abbiamo già raggiunto un risultato importante nel riuscire a conoscere quello che veramente accade nel  mondo e che la stampa non dice, ma non basta più raccontarcelo e commentarlo tra di noi.

 

Sfoghi come questo scritto, che leggeremo in pochi e con poco interesse perché troppo lungo, devono aiutare a farci capire che la prossima volta, anziché scrivere tante parole, dovremo mettere in moto una macchina, anche sperimentale, ma che dovrà portarci lontano.  Chi vuole mobilitarsi ?

 

Ernesto