Taranto paga la colpevole inerzia del Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo



Taranto paga la colpevole inerzia del Ministro dell'Ambiente
Prestigiacomo

Il faticoso cammino, della direttiva che disciplina la
prevenzione e la riduzione dell'inquinamento del settore
manifatturiero italiano, registra, ancora una volta, una
nuova puntata. Il TAR del Lazio, con sentenza n°10598/2009
del 21 maggio 2009 e depositata in segreteria il 30 ottobre
2009, ha dichiarato illegittima, la frettolosa destituzione
del Ministro Prestigiacomo, dei componenti delle Commissioni
IPPC e VIA ed ha chiesto il reintegro dei Commissari entro
45 giorni.
Dopo la sentenza, cosa accade?
Puntualmente i nodi vengono al pettine.
Risulta di pubblico dominio e dai registri INES ed EPER che
a Taranto l'industria manifatturiera immette in atmosfera
il 95% degli IPA prodotti da tutto il settore industriale
italiano (idrocarburi policiclici aromatici), il 57% di
mercurio, rilevanti quantitativi di cadmio, cromo e più
del 90% di diossine e furani. E’ inoltre certificata l’
incidenza di malattie gravi superiore di un terzo alla media
nazionale. Lo strumento che consente di ridurre le emissioni
di inquinanti è l'Autorizzazione Integrata Ambientale.
Nell'aprile del 2008 fu sottoscritto un Accordo di Programma
con il quale entro 300 giorni sarebbero state concesse le
AIA statali, alle industrie tarantine. Questa grave e
certificata situazione, avrebbe dovuto indurre il Ministro e
il suo Gabinetto ad accelerare la procedura per le Aia.
Riscontriamo invece che sono in procedura di Aia 157
istruttorie e l'ordine di istruttoria è per Taranto
spaventoso: Al 13° posto la Raffineria Eni, al 96° posto
la Centrale Termoelettrica Edison, 118° posto Centrale
Enipower, 119 posizione per la Centrale Enipower a ciclo
combinato. Ma, il dato più preoccupante, sempre
nell’ordine d’istruttoria, è quello dell’Ilva: il
113° posto. Facendo un po’ i conti, al ritmo di 26 Aia
all'anno, Ilva avrà l'Aia tra 5 anni!!!
La dichiarazione di illegittimità del provvedimento da
parte del Tar rende nulli eventuali atti che la Commissione
insediata dal Ministro dovesse prendere e Taranto, già al
113 posto con Ilva, rinvia il miglioramento della situazione
ambientale ad un tempo indefinito.
Nell’agosto del 2008 noi Verdi di Puglia avvertimmo il
bisogno di convocare una conferenza-stampa per denunciare il
grave passo indietro, per la salvaguardia ambientale, del
Ministro all’Ambiente Prestigiacomo che in poco tempo
azzerò la commissione IPPC, istituita dal suo
predecessore, Pecoraro Scanio, con una motivazione
abbastanza discutibile: non aveva concesso nessuna
autorizzazione. La Commissione insediata nell'ottobre 2007,
aveva invece concluso 78 istruttorie e a settembre 2008 ne
avrebbe rilasciato 70.
Quanto tempo dovrà ancora trascorrere, affinché le
industrie tarantine, oggetto di Aia e dell'Accordo di
Programma tra Ministero dell'Ambiente, Regione Puglia,
dovranno applicare le migliori tecnologie disponibili per
contenere le emissioni di notevoli quantità di inquinanti?
L'unico atto prodotto dal Ministro Prestigiacomo è stato
quello di impugnare la legge regionale pugliese sulle
diossine che, nella sua autonomia e sovranità il Consiglio
Regionale ha prodotto. Tutto ciò è molto grave e la
denuncia dei Verdi continuerà fino ad ottenere la
realizzazione di tutti quegli obiettivi caratterizzati da un
denominatore comune: il rispetto delle norme europee e
italiane e l’abbattimento esponenziale dell’inquinamento
per la salvaguardia della qualità della vita come diritto
indiscusso di ciascun individuo.
Gregorio Mariggiò - Componente Consiglio di Presidenza
Federazione Nazionale dei Verdi.


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