Insensato, inaudito, impossibile!





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 Insensato, inaudito, impossibile!
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Nel bagaglio culturale dell'umana società, sono riposti alcuni aggettivi importanti, i quali ci hanno periodicamente affiancato in momenti particolari della nostra evoluzione.

Da sempre, pochi animi coraggiosi hanno cercato soluzioni originali ai tremendi problemi ereditati dalle legioni di stolti che li avevano preceduti, ed ancora li accompagnavano, addentrandosi in una giungla di pensiero che nessuno aveva ancora, mai, prima attraversato.

E proprio quegli stolti, quegli irresponsabili che avevano originato situazioni di immani difficoltà, udendo per la prima volta idee mai udite prima, che apparivano necessariamente insensate alle loro anguste visioni e per questo impossibili, hanno ripetuto fino alla loro nausea le parole: Insensato! Inaudito! Impossibile!

Queste son sempre state invece parole dal suono melodioso per i grandi esploratori, per i grandi innovatori, per i grandi solutori. Quando le udivano, erano sicuri di esser, dopo tante fatiche, quasi giunti alla méta.

Insensato, inaudito, impossibile!

Tal quale poteva apparire appena cent'anni fa andare sulla Luna.

O tal quale poteva sembrare il solo pensiero di comunicare tra noi, grazie ad una rete di computer, appena qualche decennio fa.

Insensato, inaudito, impossibile!

Proprio come doveva apparire anche solo l'idea di abolire la schiavitù, o di estendere il voto alle donne.

Insensato, inaudito, impossibile!

Così, a tante misere menti, apparve all'inizio il concetto di reddito minimo garantito, quando della gran brava gente si impegnava a metterlo a punto, qualche decina d'anni fa. Oggi, in un certo mondo, non si sentono altro che richieste in favore del reddito minimo. Mentre nessuno ricorda più nemmeno i nomi di coloro che concepirono quell'idea.

Insensato, inaudito, impossibile!

Ebbene, questi son di certo aggettivi da tenere presenti. Si tratta di espressioni significative, che vanno colte, per il semplice motivo che segnalano la presenza di chi desidera davvero cambiare le cose, di chi desidera davvero far girare il mondo in una nuova, più giusta direzione, e per questo si adopra per rendere reali una marea di cose che appaiono al momento insensate, certo inaudite, apparentemente impossibili.

Insensato, inaudito, impossibile!

Allo stesso modo in cui, oggi, invece di rincorrerci, l'un popolo contro l'altro, alla conquista di una supremazia demografica, economica e tecnologica, invece di una crescita ad oltranza che ci sta distruggendo uno ad uno e parimenti sta annichilendo, metro quadro dopo metro quadro, l'intera biosfera, dobbiamo deciderci a stipulare dei patti tra noi, persone e Paesi, ben precisi:

noi: ci impegnamo
a non arricchire,
a non sbranare il mondo
più di quanto ci occorra per vivere,
a patto che voi
facciate la stessa cosa

noi: ci impegnamo
a non far figli in surplus,
a patto che voi
facciate la stessa cosa

noi: ci impegnamo
a non evolvere
tecnologicamente da soli,
a patto che voi
facciate la stessa cosa,
a patto che voi siate d'accordo
per farlo insieme.

Insensato, inaudito, impossibile!

Così come oggi può apparire l'idea di distribuire il pubblico impiego a rotazione tra l'intera cittadinanza di un Paese.

Eppure, se si desidera condurre una buona vita, occorre stabilire delle buone regole. E se davvero si concepisce il senso del vivere in una repubblica, non si può pretendere che la cosa pubblica, poteri e redditi, sia di fatto posseduta da una minoranza della popolazione. E difatti a tutt'oggi le nostre non sono delle Repubbliche, bensì sono Cosa Loro, dei pubblici dipendenti a vita.

Ed allora

noi: ci impegnamo
a restituire periodicamente
la mansione pubblica
che ci è stata assegnata,
a patto che voi
facciate la stessa cosa.

Insensato, inaudito, impossibile!

Amiamole queste parole, aneliamole, sognamole.

Perché esse ci segnalano l'arrivo di nuovi e migliori valori, di nuovi e migliori percorsi, di nuove e migliori finalità di vita.

Finchè non le sentiremo gridate forti intorno a noi, possiamo esser sicuri che nulla davvero starà cambiando.


danilo d'antonio

Laboratorio Eudemonìa
Via Fonte Regina, 23
64100 Teramo - Italy


III V 1.0 - 02/07/37