sempre sull'oleodotto giapponese



Gli ambientalisti giapponesi si mobilitano contro la costruzione di un oleodotto che colleghera' la Siberia orientale alla costa della Russia sul Pacifico: se il sito non sara' spostato, dicono, il rarissimo leopardo dell'Amur, ormai ridotto a poche decine di esemplari, potrebbe rischiare l'estinzione.
Le associazioni ambientaliste che hanno lanciato l'allarme, la Societa' per la conservazione della fauna selvatica e gli Amici del pianeta, hanno iniziato una raccolta di firme chiedendo al governo giapponese di non fornire finanziamenti pubblici per la costruzione dell'oleodotto; i destinatari della campagna sono il primo ministro Junichiro Koizumi, il presidente della Camera Bassa Yohei Kono e il presidente della Camera Alta Chikage Ogi.
Secondo gli ambientalisti, la costruzione dell'oleodotto sulla sponda destra del fiume Amur potrebbe avere gravi ripercussioni sull'ecosistema locale, eccezionale riserva naturale e ultima dimora del leopardo, di cui restano solo 35 esemplari. Sarebbe sufficiente, dicono gli ambientalisti, spostare il sito dei lavori di alcune decine di chilometri a est, nella zona della baia di Nakhodka, per attenuare notevolmente l'impatto ecologico dell'oleodotto su flora e fauna locali.
Il Giappone sta esaminando da tempo la possibilita' di partecipare finanziariamente alla costruzione dell'oleodotto russo (4.188 chilometri la lunghezza complessiva), nell'ottica di assicurarsi nuove fonti di approvvigionamento petrolifero nell'area Asia-Pacifico.
Il governo giapponese da parte sua, tramite l'Agenzia per l'energia e le risorse naturali, ha fatto sapere di tenere in grande considerazione i problemi legati all'ambiente.
(ANSA) 

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