Rigassificatore:Lettera aperta a Vendola



LETTERA APERTA
Caro Presidente Vendola,
la tua lettera e le tue successive dichiarazioni pubbliche con le quali
affermi che la Regione Puglia fa proprie le ragioni della nostra comunità e
delle nostre istituzioni sulla questione del rigassificatore sono una
confortante, per quanto scontata, conferma dell'impegno da te assunto sin
dall'inizio della campagna elettorale regionale. Hai detto che «la Regione
Puglia farà di tutto per mettersi di traverso» contro l'imposizione di un
impianto che impedirebbe ogni innovazione e perpetuerebbe, aggravandole, le
tristi vicende che hanno fatto del nostro territorio il ricettacolo di
tutte le pericolosità e di tutti gli sfruttamenti. Te ne siamo veramente
grati.
Le associazioni ed i movimenti di Brindisi che stanno da anni conducendo
una durissima battaglia per liberare questo territorio dalle vecchie
ipoteche che hanno pesantemente gravato sul passato della nostra comunità e
tentano oggi di gravare ancor peggio sul suo futuro, si sono venute a
trovare negli ultimi tempi in una feconda sintonia di intenti con le
Amministrazioni comunale e provinciale di Brindisi rispettivamente guidate
dal Sindaco Mennitti e dal Presidente Errico. Queste associazioni hanno
visto, come ben sai, nella tua elezione a Presidente della nostra Regione
un punto importante di riferimento e di forza. Ed è per questo che ti hanno
ripetutamente chiesto un incontro per esporti le loro ragioni e le loro
attese. Ma finora gli incalzanti impegni del nuovo incarico non ti hanno
consentito di manifestare la tua ben nota disponibilità all'ascolto. Mi
permetto perciò di scriverti questa lettera per anticiparti, in attesa
dell'auspicato incontro, il contributo di alcune considerazioni.
Va innanzitutto rilevato che l'autorizzazione alla costruzione e
all'esercizio del rigassificatore è stata concessa in forza dell'art. 8
della Legge 24/11/2000 con provvedimento del 21/01/2003, quando cioè la
riforma del titolo V della Costituzione era già stata operata con la Legge
del 18/10/2001 n. 3 che aveva attribuito alla legislazione concorrente
dello Stato e delle Regioni la materia concernente le attività di
«produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia». Il quadro
delle competenze regionali in tale materia, per come regolamentato dal D.
Lgs. 31/03/98 n. 112 negli articoli dal 28 al 31, è stato quindi
incisivamente modificato dalla riforma del titolo V della Carta
costituzionale dal momento che l'art. 17 stabilisce al primo comma che «la
potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle regioni nel rispetto
della Costituzione nonché dai vincoli derivanti dall'ordinamento
comunitario e dagli ordinamenti internazionali». Questa disposizione
costituzionale determina in merito una parificazione fra la potestà statale
e quella regionale attribuendo ai due soggetti «pari dignità». Ne consegue
che alle Regioni spetta, sempre in siffatta materia, un'ampia potestà
normativa e più incisivi poteri amministrativi ben al di là dei confini
determinati dal D. Lgs. 112/98.
Alla luce di tale decentramento di funzioni e di poteri va allora
interpretata, per non risultare in contrasto con la recente riforma
costituzionale, anche la normativa prevista dall'art. 8 della Legge n.
340/00 che già prevedeva come necessaria l' "intesa" fra la Regione e lo
Stato. Una intesa che deve esprimere le volontà concorrenti delle due
istituzioni, l'una e l'altra indispensabili per la validità di un atto
complesso che implica in sostanza l'accordo fra i due soggetti. Ne discende
che anche la Regione (come lo Stato) va considerata titolare del potere di
autotutela con la conseguenza che la revoca del consenso alla costruzione
del rigassificatore non può che comportare l'immediata rimozione del
provvedimento autorizzativo. Ed è questa una delle ragioni per le quali
abbiamo chiesto che la Regione Puglia esprima, nel più breve tempo
possibile, la sua opposizione alla costruzione dell'impianto con atti
formali degli organi competenti, procedendo così alla revoca del proprio
assenso per vizi di merito in quanto inopportuno e contrario a criteri di
equità e di buona amministrazione. Ci sono poi ovviamente diverse altre vie
sulle quali le amministrazioni locali e la Regione si possono «mettere di
traverso» per impedire legittimamente la realizzazione dell'impianto. Sono
sicuro che gli uffici competenti di tali enti sono all'opera per
predisporre le necessarie misure e gli adeguati interventi. Ti prego quindi
di credere che in queste mie indicazioni, prive certamente di organicità e
di approfondimento, non c'è alcuna velleitaria pretesa di tracciare
percorsi che non siano già noti a te e ai tuoi collaboratori ma c'è solo il
bisogno di farti presente l'esigenza di una tempestiva ed efficace
opposizione alla strategia del "fatto compiuto" messa in atto dalla LNG e
dal Governo.
Per la Provincia ed il Comune di Brindisi si pone poi, sul versante
politico-istituzionale, una questione di centrale importanza, quella per la
quale la Costituzione riconosce alle amministrazioni locali una "autonomia"
di funzioni e di poteri sicché la legge ordinaria non può, senza esporsi a
gravi censure di incostituzionalità, limitare tale "autonomia" fino ad
annullarla del tutto, in una materia (quella appunto riguardante il
progetto di un nuovo sviluppo economico col conseguente rifiuto del
rigassificatore) che costituisce il nucleo centrale del programma
politico-amministrativo dei due enti territoriali. Ed è per questo che, di
fronte agli atti effettivi di costruzione del rigassificatore, viene
prospettato il possibile ricorso, come extrema ratio e nelle forme ritenute
più adeguate, alla sospensione del funzionamento degli organi democratici
delle amministrazioni locali fino alla rimozione delle attuali decisioni. E
ciò mentre il governo dovrà fare i conti con una crescente mobilitazione
popolare determinata a mettere in atto, in sintonia col Comune e con la
Provincia, le più dure manifestazioni democratiche di protesta per mettere
il Governo di fronte alle sue gravi responsabilità.
Brindisi, 2 giugno 2005
Michele DI SCHIENA


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