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  cronaca  gallutra  del 3\3\204 unione sarda

Maddalena.
Breve conferenza stampa dopo il vertice a porte chiuse

«Nell'arcipelago non esiste nessun rischio radioattivo»
Incontro tecnico col presidente della Regione Italo Masala Contestazioni del
Wwf e dei consiglieri di opposizione

All'uscita dal salone comunale un gruppo di irriducibili lo ha applaudito
poi gli ha gridato dietro un "vergogna!" che rappresentava più il frutto di
un malinteso che una critica alla presenza di Italo Masala a La Maddalena. L
'equivoco è nato dalla circostanza che il presidente della Regione era a La
Maddalena, ed era stato annunciato, in visita di servizio, ossia per
incontrare le autorità locali e i tecnici preposti al controllo della
radioattività locale e non per un incontro con la popolazione, come alcuni
avrebbero voluto che fosse stato. Ma l'equivoco c'è stato ed è durato per
tutto il tempo che il presidente è restato nell'aula consiliare.
C'è stato perché a fianco ai tecnici dell'Apat, dell'Arpas e della stazione
di Monitoraggio della Ricciolina, dell'ammiraglio Roberto Baggioni e del
comandante militare della Sardegna Angelo Dello Monaco, c'erano parecchi
membri del comitato di gestione del Parco, e quasi tutti i membri della
maggioranza, ma non quelli della minoranza. Una discriminazione che ha
mandato in bestia i consiglieri esclusi e che ha fatto rilevare «che sono
dentro l'aula, blindata, persone nominate da un ministro, e restano fuori
quelli eletti dal popolo» (Franco Curedda, 'Nuovo Progetto Arcipelago').
Difficile è stato anche per le forze dell'ordine tenere a bada i membri del
'Co.Ci.S.' e del WWF che intendevano portare davanti al presidente Masala le
ragioni della loro protesta contro la base d'appoggio americana e contro il
prospettato progetto di riqualificazione del sito di Santo Stefano.
Al di là di questo, Italo Masala, una volta terminata la riunione tecnica e
avviata una breve conferenza stampa, ha precisato il fine «tecnico ed
informativo della visita che, per rispetto, abbiamo chiesto si tenesse in
questa città. Il nostro intento era quello di trarre informazioni di prima
mano da questo comitato tecnico organizzato il 24 febbraio scorso», quindi
ha spiegato che «sulla base delle informazioni che abbiamo avuto stamattina
non esiste alcun rischio radioattivo, perché non esiste alcun valore
anomalo. I responsabili del laboratorio hanno affermato che in aria non c'è
nulla, in acqua non c'è nulla, per cui abbiamo avuto conferma dell'assenza
di valori anomali nell'ambiente». Per tranquillizzare ha anche affermato che
lo stesso comitato tecnico ha avviato già dal giorno 24 febbraio scorso,
«una serie di nuovi esami straordinari già calendarizzati che dovrebbero
dare risultati attorno al 5 aprile prossimo. Siamo soddisfatti del lavoro
svolto sinora dai tecnici con strumenti molto sofisticati in grado di
registrare la benché minima variazione del grado di presenza radioattiva
nell'ambiente. Per quanto mi riguarda sono convinto di quello che affermano
i tecnici».
Alla domanda di cosa pensasse delle analisi dell'agenzia francese 'Criirad'
ha risposto: «Le analisi eseguite dai francesi non sono fatti che lasciano
indifferente e saranno fatte tutte le valutazioni necessarie anche su questo
campo seppure io sia un'istituzionalista e mi fidi di più delle parole delle
istituzioni che di quelle di un privato, comunque non posso che ripetere
quanto dicono i tecnici sulla possibilità che esistano delle radioattività
in natura. Il nostro compito è ora stabilire certezza se esistono delle
variazioni rispetto ai dati di partenza».
Su questo problema del fondo di radioattività ambientale - in cui
rientrerebbe anche l'eccezionalità del torio 234 - è tornata anche Floriana
Manca del laboratorio della Ricciolina confermando l'ipotesi dell'accumulo
di radioattività naturale «ma devo ripetere che sono qui da 25 anni e
garantisco che non abbiamo mai avuto evidenza di variazioni, a parte l'unico
caso registrato in seguito all'incidente di Cernobyl».

Francesco Nardini

dalla  nuova  sardegna

Masala: «Non c'è radioattività» Opposizione esclusa dal vertice
Gruppo di cittadini contesta la blindatura dell'incontro

DAL NOSTRO INVIATO PIERO MANNIRONI


  LA MADDALENA. Il presidente Italo Masala voleva "prendere il Torio per le
corna" e diffondere un messaggio rassicurante: nelle acque turchesi dell'
arcipelago maddalenino non ci sono tracce di inquinamento radioattivo.
Insomma: le inquietudini e gli allarmismi degli ultimi mesi, nati dai
risultati delle analisi del laboratorio indipendente Criirad, non sono
giustificati. Tutto è sotto controllo.
  Ma in quella che voleva essere un'iniziativa di ecumenismo politico, si è
verificato un cortocircuito diplomatico che ha prodotto una grave gaffe
istituzionale. La scelta di questo «incontro tecnico» - come lo ha definito
Masala - proprio alla Maddalena non è stata certo casuale. E' stato lo
stesso presidente della giunta regionale a chiarirlo: «Tenevo a portare il
mio saluto alla comunità della Maddalena che ha il diritto, attraverso il
proprio consiglio comunale, di essere primo attore in questa vicenda. Anche
attraverso la possibilità di procedere ad accertamenti nelle acque dell'
arcipelago in completa autonomia».
  Tutto bene, quindi, almeno secondo quanto si era scritto nel quaderno delle
buone intenzioni. Peccato, però, che alle parole non siano seguiti i fatti.
La cosiddetta "riunione tecnica" è stata infatti "blindata" e tra i
consiglieri comunali è stata fatta una discriminazione: la maggioranza,
infatti, è stata ammessa al vertice, mentre la minoranza (insieme alla
stampa) è stata messa fuori dalla porta.
  Un atteggiamento - per essere sinceri - molto poco istituzionale e poco
coerente con i criteri di trasparenza tanto decantati in questi giorni. Il
problema è che le parole d'ordine funzionano soltanto quando i comportamenti
sono conseguenti a quanto si afferma. Altrimenti il rischio è che si faccia
soltanto propaganda.
  Ma c'è di più. Un centinaio di rappresentanti di associazioni ecologiste,
del "Comitato di difesa sardo-corso", del Comitato spontaneo della
Maddalena, del Comitato no-scorie e di Sardigna Natzione sono stati tenuti
lontani dalla sala consiliare. «Volevamo incontrare il presidente - hanno
detto -, rappresentargli le nostre preoccupazioni e le nostre paure. Ha
scelto di non sentirci e ne prendiamo atto. Allora ci chiediamo cosa sia
venuto a fare qui, oggi».
  In questo clima, scontato l'epilogo della riunione: quando Masala è infatti
uscito dalla sala consiliare è stato duramente contestato. Per qualche
minuto il clima è diventato incandescente. «Presidente - hanno gridato
alcuni rappresentanti delle associazioni - ci dica di che morte dobbiamo
morire». E ancora: «Presidente, questa non è trasparenza». Forse un po'
eccessiva la reazione del sindaco Rosanna Giudice che ha chiesto ai
carabinieri di identificare chi contestava il presidente della giunta
regionale.
  Dopo quasi due ore di anticamera, i consiglieri dell'opposizione e i
rappresentanti dell'informazione sono stati ammessi nell'aula consiliare,
dove si era appena esaurita la riunione alla quale hanno partecipato, oltre
al presidente Masala, il sindaco Rosanna Giudice, i rappresentanti del Parco
Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena, quelli dell'Agenzia Apat, dell'
Icram, dell'Arpas, dell'Asl numero 1 di Sassari, dell'Asl numero 8 Cagliari,
del comandante militare marittimo autonomo della Sardegna, ammiraglio
Roberto Baggioni, e del generale Angelo Dello Monaco, comandante militare
della Sardegna.
  Lo sgarbo istituzionale non poteva non innescare una reazione a catena
polemica. Era nelle cose. Masala ha cercato di tamponare come poteva una
situazione che forse neppure lui aveva voluto e programmato. Ma ormai la
frittata era fatta. E così, ecco subito il consigliere Franco Curedda all'
attacco: «Le porgo il benvenuto, presidente, anche se con quasi due ore di
ritardo. Volevo ricordarle che anche noi della minoranza rappresentiamo la
popolazione maddalenina e avremmo voluto ascoltare le relazioni dei
tecnici».
  Ma è dal capogruppo dei ds, Pier Franco Zanchetta, che sono partiti gli
attacchi più violenti: «Oggi ci aspettavamo che il presidente dei sardi
potesse incontrare la cittadinanza maddalenina. Stiamo qui, in piedi, per
dirle che anche noi rappresentiamo la città della Maddalena. La massima
istituzione autonomistica deve tener conto di tutti: minoranze e opposizioni
comprese. Questo di oggi è uno sgarbo istituzionale. Siamo infatti stati
messi alla porta, benché legittimati a partecipare a questo incontro da un
mandato popolare». Zanchetta ha poi affondato i colpi sul potenziamento
della base della Us Navy, richiamando Masala al rispetto della normativa
ambientale, sollecitando così l'attivazione della procedura di valutazione
di impatto ambientale.
  Masala non ha risposto, ma ha annuito. Era un sì? E Zanchetta di rimando:
«Presidente prima dell'inizio dei lavori, però. Altrimenti è tutto inutile».
  Altro consigliere dell'opposizione e altra stoccata. Pier Franco Tirotto ha
chiesto infatti se i risultati delle analisi sono pubblici e se quindi se ne
può prendere visione. La parola è passata a Floriana Manca, del presidio di
prevenzione multizonale. La risposta è che non c'è da preoccuparsi, ma che i
controlli continuano e solo il prossimo 5 aprile si potrà avere il quadro
completo della situazione. «Vogliamo capire - ha detto la dottoressa Manca -
perché alle alghe rosse piace tanto il Torio 234. I prossimi giorni faremo
ulteriori prelievi nella secca dei Monaci». Zanchetta non si è lasciato
sfuggire la battuta e ha subito incalzato: «Ma l'incidente del sommergibile
Hartford non è avvenuto nella secca delle Bisce?».
  Il problema è che sul luogo esatto del misterioso incidente non è mai stata
chiarezza fino in fondo. E' perfino incerto il punto in cui si sarebbe
incagliato...
  Il rappresentante del Wwf Andrea Quliquili ha riportato il discorso ai dati
del Criirad: «Il Torio 234 è presente in quantità stupefacente», mentre l'ex
sindaco Deligia ha ribadito la sua amarezza per lo sgarbo istituzionale.
  Finale con sorpresa: Masala non ha superato l'incidente con il ministro
della Difesa Antonio Martino. «Io non ho dichiarato guerra al ministro - ha
detto -, ma dopo le sue parole la pace non è stata ancora stipulata. Lui ha
chiarito con Serrenti, non con me».
  Gli ambientalisti sardi e corsi, intanto, hannon chiesto formalmente all'
istituto indipendente francese Criirad di approfondire le analisi sui
campioni prelevati nei mesi scorsi nelle acque dell'arcipelago. Come dire:
ci fidiamo di quanto ci viene detto dalle fonti istituzionali, ma fino a un
certo punto. Le spese saranno coperte con una sottoscrizione popolare.

   La protesta della minoranza

«E' stata commessa una scorrettezza»


  LA MADDALENA. Hanno dovuto attendere circa un'ora e mezza i consiglieri di
minoranza per poter entrare nel salone consiliare, e poter interloquire con
il presidente Masala. Non hanno certo nascosto il disappunto per essere
stati tenuti fuori dall'appuntamento. Masala, con garbo ma con fermezza, ha
detto di non avere responsabilità sull'esclusione dell'opposizione al
vertice, e i consiglieri Culedda, Zanchetta e Deligia lo hanno rimarcato nei
loro interventi, scagionando il presidente della giunta regionale.
  Forse per essere solidale con i colleghi di minoranza, Diego Cannas,
esponente di An, non è entrato nell'aula insieme ai rappresentanti di
maggioranza preferendo aspettare a lungo con chi era stato escluso. Cannas
ha evitato di fare polemiche, ma certo qualcuno ha sbagliato nel gestire l'
organizzazione di un evento importante per l'isola. Carlo Randaccio,
Margherita, invece ha parlato senza remore dello «sgarbo». «Ci sentiamo
delusi e amareggiati, è stata commessa una scorrettezza. Si parla di salute,
di centraline del monitoraggio, ma tre quarti della popolazione
rappresentati dai gruppi dell'opposizione vengono lasciati fuori dalla
discussione, quasi che non avessero diritto di sapere».
  Gian Vincenzo Belli non se la prende con il presidente Masala ma con il
presidente del Consiglio Antonio Satta: «Mi sento offeso e indignato con
Satta perché era lui che avrebbe dovuto organizzare l'incontro odierno
assicurando la presenza di tutti. Ma è ancora più grave che i cittadini
abbiano dovuto aspettare fuori dalla porta e che siano stati messi sotto il
controllo delle forze dell'ordine. Tutto ciò ha impedito che anche loro
potessero essere informati sull'argomento di cui si è discusso. Non
parteciperò a nessun saluto ufficiale e me ne andrò a casa: non voglio fare
anticamera perché non sono diverso dai consiglieri di maggioranza».
  Dal canto suo il presidente del Consiglio Satta tirato in ballo si è
scusato declinando ogni responsabilità. L'ordine era di far partecipare all'
incontro soltanto la giunta, invece poi l'ingresso è stato allargato ai
rappresentanti di tutta la maggioranza.
Andrea Nieddu



LA MADDALENA

«Contro la base Usa, l'Ue»



  LA MADDALENA. Il presidente della commissione provinciale all'Ambiente
Giulio Cesare Giudice, di Forza Italia, ha presentato un nuovo ordine del
giorno sul raddoppio della base Usa della Maddalena, esprimendo «gravissime
perplessità in ordine al comportamento tenuto sia dall' amministrazione
comunale, sia dalla Regione, sia dal Governo sulla vicenda relativa all'
incremento delle strutture e delle superfici, peraltro concesse in modi
ancora non chiariti, alla base Usa.
  «Perché ritengo - è scritto nella mozione - di dover denunciare apertamente
lo stato di pericolo e di allarme per l'incremento notevole delle malattie
tumorale, delle leucemie e di altre gravi patologie nella popolazione dell'
isola e delle aree limitrofe».
  Nella nota, Giudice ha messo in evidenza «anche la grave insipienza, l'
omertà e l'ottusità, anche sul piano formale, dimostrata dai rappresentanti
politici della Sardegna in quanto si è evitato volutamente di prendere
posizione nei termini giuridicamente corretti presso il consiglio regionale
contro un vero e proprio abuso di diritto internazionale. Ciò perché la Base
Usa non fa parte degli accordi Nato ed è comunque estranea agli accordi di
difesa dell'Unione europea, come pure agli accordi assunti dal consiglio
europeo e dallo stesso parlamento europeo in ordine ai principi di difesa
comune».
  La base Usa, termina Giudice, «è un vero e proprio atto di sopruso, di
offesa e di disprezzo della volontà contraria delle popolazioni residenti.
La Corte di giustizia dell'Unione europea dovrebbe occuparsi del caso su
richiesta della Regione e del Comitato europeo delle regioni, che mi risulta
molto attivo, come testimoniato dal recente caso dell'inquinamento della
Galizia. Ritengo opportuno, a questo punto, un preciso ordine del giorno del
consiglio provinciale di di Sassari che approvi iniziative realmente
incisive e capaci di scuotere l'opinione pubblica». (a.n.)