PER UNA CAMPAGNA SUI PIANI DI PROTEZIONE CIVILE NEI PORTI NUCLEARI



PER UNA CAMPAGNA NAZIONALE SUL RILASCIO DEI PIANI DI PROTEZIONE CIVILE
IN CASO DI INCIDENTE NEI PORTI NUCLEARI ITALIANI

Ciao a tutti, sono sei mesi che il Prefetto di Trieste ci ha assicurato per iscritto di aver esperito i suoi compiti rispetto ai Piani di Protezione civile in caso di incidente al porto militare nucleare, inviando i documenti all'A.P.A.T. per i pareri di competenza in attesa della divulgazione, rispondendo alle istanze presentate dai pacifisti e dalla Provincia di Trieste, condivise anche dall'attuale sottosegretario agli Interni con delega alla Protezione civile Ettore Rosato e dal neo presidente dell'Autorità portuale Claudio Boniciolli.
Credo che un'azione coordinata anche a livello Parlamentare del Movimento anti nucleare, potrebbe sbloccare in tempi rapidi i Piani di protezione civile nei porti in tutt'Italia, dandoci in mano una buona possibilità di propaganda e "riduzione del danno" in materia ambientale e sanitaria sulla quale lavorare in seguito, in collegamento con altre iniziative in materia di installazioni ( mobilitazione di Vicenza ) e di armi atomiche ( processo di Pordenone il 23 marzo e prossima Via crucis Pordenone - Aviano ) per arrivare a risultati concreti.

Vi allego pertanto la lettera del Prefetto e il volantino " Lettera al sottosegretario Rosato - Navi a rischio nucleare e Piani di protezione civile a Trieste e Koper / Capodistria ( come per il porto petroli e i rigassificatori ) ". Con la proposta di realizzare assieme una campagna di pressione a livello nazionale per il rilascio dei Piani, con la forza della legge e dell'opinione pubblica.

Per quanto riguarda le conseguenze di eventuali incidenti nucleari nella Repubblica di Slovenia, relative alla questione posta in merito allo scalo del naviglio al porto di Koper/Capodistria, le stesse verranno valutate a livello nazionale ed analogamente verrà gestita un'emergenza eventuale; ma è confermato che interessano anche il nostro territorio e la popolazione, come succedeva a livello internazionale ai tempi di Chernobyl.
Per la prima volta dall'ingresso Sloveno nella Nato e nell'UE, viene riconosciuta
implicitamente l'esistenza del rischio a Koper/Capodistria, che si affaccia sul golfo di Trieste.
Da notare che nessuno, per Trieste Koper/Capodistria Venezia e gli altri porti, parla di rischio da presenza di Armi di Distruzione di Massa a bordo di navi e sottomarini o a terra. L'Italia aderisce al Trattato di non proliferazione nucleare e il nuovo Statuto regionale del Friuli Venezia Giulia, sostiene i processi di "moratoria internazionale" cioè abolizione degli ordigni A.D.M., la cui possibile presenza è coperta ovviamente dal segreto come ad Aviano e Ghedi.
Da noi i passaggi sono molto radi (a quanto sembra l'ultimo a Koper un anno e mezzo fa, giusto per "testare" gli Sloveni appena entrati nella Nato che avevano dovuto cambiare il codice marittimo, poichè un articolo impediva l'ingresso di naviglio nucleare nelle acque territoriali...) mentre a Venezia sembra non passino più da un pezzo (Paolo Cacciari).
In caso di interesse si possono trovare referenti qualificati anche di parte Slovena e Croata sull'argomento, posto che il confine nordestino accomuna in pochi chilometri i tre Stati, le rispettive popolazioni e minoranze nazionali e le relative acque territoriali.

Da aggiungere infine che è iniziata a circolare tra il serio e il faceto, ma in modo preoccupante una incredibile proposta da centrodestra, di portare in Punto franco vecchio a Trieste parte della base nonvoluta a Vicenza, da dividere con l'aeroporto di Aviano che pure sussiste in Regione. Il Presidente Illy è iscritto al club dei comandanti onorari della base e pochi anni fa si è esibito in un volo su di un f-16 con tanto di tuta pressurizzata.

Alessandro Capuzzo



Prefettura di Trieste
Trieste, 07 settembre 2006

Alla Tavola della Pace del Friuli Venezia Giulia
Piani di protezione civile in caso di incidente nucleare a Trieste e Capodistria

Con riferimento alla nota del 12 luglio '06 si comunica che il nuovo piano di emergenza per la sosta in rada nel porto di Trieste di unità militari a propulsione nucleare è stato trasmesso all'A.P.A.T. così come previsto dall'art. 119 del D.L.vo n.230/95 per "eventuali osservazioni" in data 18 luglio u.s..
Non appena verrà restituito si provvederà alla sua formale approvazione. Per quanto riguarda le conseguenze di eventuali incidenti nucleari nella vicina Repubblica di Slovenia le stesse verranno valutate a livello nazionale ed analogamente verrà gestita una eventuale emergenza.
A livello provinciale è comunque già operativo un piano di difesa civile che ricomprende anche il rischio nucleare.

per il Prefetto
Il Viceprefetto aggiunto dott. Benedetti

(ndr. i piani esistenti sono ovviamente segreti)



Trieste, 4 luglio 2006

Lettera al Sottosegretario Rosato - Navi a rischio nucleare
e Piani di Protezione civile a Trieste e Capodistria
( come per il porto petroli e i rigassificatori )

La Tavola della pace del Friuli Venezia Giulia ha spedito al Sottosegretario agli Interni con delega alla Protezione civile Ettore Rosato una lettera per segnalare un problema urgente di sua competenza in ordine all'argomento in oggetto.
Il 4 aprile 2005 era stata inviata al Prefetto una richiesta di divulgazione dei Piani che era stata ripresa da Rosato sotto forma di interrogazione al Governo in qualità di deputato. A un anno di distanza, dei Piani di protezione civile in caso d'incidente nucleare militare al porto di Trieste, previsti dalla legge e dalle direttive europee, non vi è ancora traccia a dispetto della procedura europea di infrazione aperta verso il nostro Paese.
La richiesta, supportata da Sindacati e Associazioni e sostenuta da interrogazioni presentate in Comune Provincia e Regione, oltre che in Parlamento da Rosato insieme ai deputati Maran e Damiani, non ha finora prodotto risultati.
Il Prefetto di Trieste è stato invitato al Convegno sul nucleare di Pordenone (Aviano) il 7 agosto prossimo, anniversario dell'olocausto di Hiroshima e Nagasaki, per discutere assieme dell'argomento.
La cittadinanza, i militari e le strutture di protezione civile conoscono bene i rischi relativi alla presenza del porto petroli (si ricordi il grave attentato del '72 al deposito Siot di Dolina) ma nulla si sa del rischio portato dal naviglio a propulsione (ed eventuale armamento) nucleare nel golfo di Trieste, coperto dal segreto più totale.
Tanto più che i suddetti Piani di protezione civile dovrebbero tener conto dei rischi d'incidente anche nel Porto di Koper / Capodistria, aperto alle navi nucleari militari dopo l'adesione Slovena alla Nato; in quanto una malaugurata ricaduta radioattiva verrebbe diffusa su tutto il territorio come Chernobyl insegna.
Questa necessità è ancor più sentita nel momento in cui gravitano sul nostro golfo ulteriori progetti per la costruzione di rigassificatori ed il transito di navi gasiere, strutture a rischio di incidente e attentato, che determinano una militarizzazione crescente del territorio, e necessitano dei piani di protezione civile quanto il porto petroli e le navi da guerra nucleari.
Nel ricordare il personale impegno del Sottosegretario per la rimozione della città dall'elenco dei Porti nucleari militari quale candidato Sindaco di Trieste, la Tavola della pace ha chiesto a Ettore Rosato di attivarsi per l'immediata divulgazione dei Piani di protezione civile come previsto dalla legge, non solo a Trieste ma in tutti i Porti nucleari militari del Paese.

 per la Tavola della Pace del Friuli Venezia Giulia
Silvia Altran, Alessandro Capuzzo, Lorenzo Croattini, Alessandro De Paoli



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