Re: Sulle presunte atomiche russe nel mare di Napoli




Le notizie trascinano molto, la realtà un po' meno...

gli USA non si fanno problemi del genere, menzogna e verità fra apparenza e realtà, sortiscono lo stesso effetto: guerra


Gli Stati Uniti rispettano pienamente tutte le clausole contenute nell'articolo fondamentale del Trattato di non proliferazione, 3 febbraio 2005

(Rademaker ha riferito che il Paese sta spendendo milioni di dollari per il disarmo e nulla per nuove armi nucleari)

Un alto funzionario statunitense incaricato del controllo degli armamenti ha affermato che le Nazioni che vorrebbero giustificare le violazioni al Trattato di non proliferazione nucleare siglato nel 1970 sostenendo che gli Stati Uniti non ottemperano pienamente all'Articolo VI dello stesso, che prevede negoziati per il conseguimento di un disarmo nucleare generale e completo, non solo hanno torto, ma sono anche pericolosamente incauti.

Secondo Stephen Rademaker, Sottosegretario di Stato per il controllo degli armamenti, l'accusa mossa contro gli Stati Uniti è "totalmente priva di fondamento" e distoglie l'attenzione dalla reale crisi legata alla non ottemperanza che mina la credibilità e la vitalità del trattato stesso.

Nel corso di un intervento pronunciato il 3 febbraio a Washington presso l'Associazione per il controllo degli armamenti, Rademaker ha dichiarato che il Trattato di non proliferazione nucleare è minacciato da quelle Nazioni che non rispettano i loro obblighi in materia di non proliferazione, anche quando "rivendicano l'immunità da misure punitive una volta che siano state scoperte le [loro] attività illecite".

"Consideriamo particolarmente preoccupante il fatto che i Paesi responsabili di tale crisi, tra cui oggi vi sono Iran e Corea del Nord, e, in passato, Libia e Iraq, siano altresì Paesi indicati da molto tempo quali sostenitori del terrorismo dagli Stati Uniti."

"Questi Paesi hanno un passato segnato incontrovertibilmente dal sostegno fornito alle organizzazioni terroristiche. Dobbiamo preoccuparci perché, nel caso in cui essi riuscissero a procurarsi armi nucleari, potrebbero essere indotti a fornirle ai loro alleati terroristi", ha proseguito il Sottosegretario.

Rademaker ha riferito che il raggiungimento di un consenso generale a favore di "un'azione internazionale efficace e decisa nei casi di inottemperanza" costituirà una priorità statunitense alla Conferenza per la revisione del Trattato di non proliferazione nucleare in programma a New York tra il 2 e il 27 maggio prossimo.

Con riferimento all'affermazione secondo cui il mancato rispetto dell'Articolo VI da parte degli Stati possessori di armi nucleari, in particolar modo degli Stati Uniti, possa spiegare o giustificare le violazioni di Paesi quali Iran e Corea del Nord, egli ha aperto il suo intervento citando l'Articolo stesso:

"Ciascuna parte si impegna a concludere in buona fede trattative su misure efficaci per una prossima cessazione della corsa agli armamenti nucleari e per il disarmo nucleare, nonché per un Trattato sul disarmo generale e completo sotto stretto ed efficace controllo internazionale."

Egli, innanzitutto, ha fatto notare che tutti gli obblighi contemplati nell'Articolo in questione si applicano allo stesso modo sia agli Stati militarmente nucleari sia agli Stati militarmente non nucleari e ha poi indicato gli obiettivi dell'Articolo VI raggiunti dagli Stati Uniti.

"La corsa agli armamenti nucleari si è conclusa ben oltre un decennio fa e, da allora, sia noi sia i Russi operiamo in maniera scrupolosa al fine di ridurre i nostri rispettivi arsenali nucleari."

Il Sottosegretario ha elencato i numerosi ed importanti trattati sul disarmo che gli Stati Uniti hanno negoziato negli ultimi 15 anni e ha ricordato i risultati da essi prodotti: * riduzione delle testate strategiche dispiegate da oltre 10.000 unità a meno di 6.000 entro il 5 dicembre 2001, come previsto dal Trattato START I (Negoziati sulla riduzione delle armi strategiche); * eliminazione di circa il 90 % degli armamenti nucleari non strategici statunitensi e riduzione del numero dei tipi di impianti nucleari presenti in Europa, passati dai 5 del 1991 all'unico rimasto oggi;
   * smantellamento di oltre 13.000 armamenti nucleari dal 1988;
* fine della produzione di uranio altamente arricchito da impiegare nella realizzazione di armi nucleari dal 1964, e blocco nel 1988della produzione di plutonio da impiegare per lo stesso fine;
   * sospensione degli esperimenti sugli esplosivi nucleari dal 1992;
* rimozione dai depositi militari di oltre 200 tonnellate di materiale fissile, una quantità sufficiente alla realizzazione di almeno 8000 armi nucleari.

Secondo i termini del più recente accordo siglato in materia, il Trattato di Mosca del 2003 sulla riduzione degli arsenali nucleari offensivi, entro il 2012 gli Stati Uniti dovranno ridurre di circa l'80 % rispetto ai livelli del 1991 le testate nucleari strategiche di cui dispongono. Rademaker ha asserito che "non aspetteremo fino al 2012 per attuare tali riduzioni".

Egli ha affermato che, in linea con gli impegni derivanti da alleanze e con le esigenze di difesa, gli Stati Uniti hanno sospeso anche avanzati studi concettuali, avviati per individuare alternative tecnologiche volte a soddisfare le varie contingenze della difesa, e continuano a tener fede alla moratoria sui test nucleari esistente da tempo.

"Il fatto è che gli Stati Uniti non stanno sviluppando alcun nuovo armamento nucleare, neanche a basso potenziale."

"Negli Stati Uniti e in Russia, spendiamo ogni anno centinaia di milioni di dollari per smantellare missili e armi di distruzione di massa, ma non spendiamo nemmeno un dollaro, lasciatemelo ripetere, neanche uno, per lo sviluppo o la produzione di nuove armi nucleari."


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