Corruzione? L'unica soluzione è eliminare il numero chiuso



Partito Umanista - Segreteria Nazionale Programma 

                   CORRUZIONE? L´UNICA SOLUZIONE 
                    È ELIMINARE IL NUMERO CHIUSO 
Il fenomeno sembra più ampio di ciò che si poteva immaginare. A quanto 
pare, in molte facoltà universitarie italiane i test di ammissione per 
immatricolarsi sono risultati truccati, nel senso che da alcuni studenti sono 
stati sborsati anche 30mila euro per avere le risposte giuste. Il fenomeno 
interessa un po´ tutto il territorio italiano, da Catanzaro a Messina, da Bari 
a ad Ancona, da Chieti a Roma, e così via. 
Le dichiarazioni di sconcerto e di sorpresa abbondano sulle pagine dei 
giornali, come non mancano le proposte di modifica di un sistema che fa 
acqua da tutte le parti. 
Il ministro dell´Università Mussi, sulle prove di ammissione alle facoltà 
universitarie, dichiara: "... a volte ho l´impressione che siano destinate più a 
proteggere corporazioni che a soddisfare i fabbisogni professionali". 
Mentre il ministro si crogiola in queste vaghe impressioni, i fatti 
dimostrano ampiamente che le cose stanno molto peggio di quanto egli 
afferma. 
Alla base di queste vergognose irregolarità c´è, senza ombra di dubbio, il 
numero chiuso. In alcune facoltà il numero chiuso è stato introdotto sulla 
base di norme europee che obbligherebbero in tal senso. Poi il numero 
chiuso è stato applicato in molte altre facoltà. 
Sin dall´inizio l´applicazione del numero chiuso fu contestato aspramente 
da molti settori della società, primo fra tutti il movimento studentesco. Le 
critiche si basavano innanzitutto sul concetto che il numero chiuso avrebbe 
determinato una forte restrizione del diritto allo studio, costringendo molti 
giovani a dover scegliere corsi di studi che non avrebbero mai intrapreso se 
fossero stati liberi di scegliere. 
Inoltre, il dissenso nei confronti del numero chiuso si basava anche sul 
timore - se non la certezza - che l´ammissione non più libera allo studio 
universitario sarebbe diventata terreno fertile per la corruzione ed il 
clientelismo. 
I fatti di questi giorni dimostrano che tali critiche - avanzate 30 anni fa e 
poi portate avanti fino ad oggi da alcuni movimenti studenteschi e da ormai 
pochissime formazioni politiche come il Partito Umanista - erano 
assolutamente vere e più che mai attuali. 
Non solo il numero chiuso è una manna dal cielo per i corrotti e i corruttori 
di turno - determinando tra l´altro una forte discriminazione nei confronti 
di chi non può permettersi di sborsare migliaia di euro e di chi non ha i 
cosiddetti "santi in paradiso" - ma sta determinando anche un 
abbassamento del livello di professionalità, visto che molti cittadini sono 
spesso costretti a studiare ciò che non vorrebbero e a svolgere poi un lavoro 
che non vorrebbero fare. 
Vista, infine, l´incostituzionalità dell´ultima legge - la 264/99 - sul numero 
chiuso, non c´è altra soluzione se non il ripristino della totale libertà di 
accesso allo studio universitario, sia per l´immatricolazione alle facoltà che 
per l´ammissione alle scuole di specializzazione mediche e non mediche. 
Tutto ciò che restringe il libero accesso al sapere deve essere eliminato. La 
lotta non dovrebbe mai fermarsi fino a quando non sarà raggiunto questo 
obiettivo di civiltà. 
Roma, 13 settembre 2007 
Carlo Olivieri