la legge sulla guerra d'Algeria dev'essere emendata



Movimento per la società di giustizia e per la speranza, Lecce
 
Cari amici,
                    il Movimento ha preparato questo documento in cui chiede sia emendata una legge francese per colonialismo; e chiede il vostro aiuto.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

 

 

Al Presidente della Repubblica Francese Jacques Chirac

Al Primo Ministro Dominique de Villepin

Al Presidente dell’Assemblea Nazionale Jean-Louis Debré

 

La legge n. 2005-258 sulla guerra d’Algeria dev’essere emendata

 

Nelle ultime settimane la stampa italiana ha diffuso la notizia di una legge che è stata approvata dall’Assemblea Nazionale nel febbraio scorso, ma che soltanto ora ha avuto una certa risonanza, in seguito alle rimostranze del governo algerino.

 

La legge in questione è la n. 2005-258 del 23/02/2005 e concerne la “riconoscenza e il contributo della Nazione in favore dei Francesi rimpatriati”, in particolare per “per le vittime di massacri o di esazioni commesse durante la guerra d’Algeria”.

E però all’art. 4 v’è un passaggio che parla del “ruolo positivo della presenza francese oltremare, particolarmente in Nordafrica”, e chiede che i programmi scolastici lo riconoscano e accordino alla storia e ai sacrifici dei combattenti dell’esercito francese in quei territori il “posto eminente” a cui hanno diritto.

 

Si tratta forse di un emendamento il cui peso è sfuggito al legislatore. Poiché tutti sanno che la guerra d’Algeria ha significato una volontà di dominio coloniale e di colonialismo, e un’azione repressiva che si è estesa per circa vent’anni, dal primo movimento indipendentista del 1943 agli  accordi di Évian del ’62. Quando la Francia aveva già aderito al Trattato dell’ONU in cui si riconosceva il diritto di autodeterminazione dei popoli, il diritto di ogni popolo all’autonomia. E tutti sanno che la repressione in Algeria è stata violenta e crudele, contrassegnata da sanguinosi massacri.

 

Perciò la presenza francese in Nordafrica non può essere assolta come un “fatto positivo”, ed è difficile assegnare ai combattenti di quella guerra un “posto eminente”; anche se di quella infelice politica non sono stati autori ma vittime.

 

Il Movimento per la società di giustizia chiede che l’art. 4 di questa legge sia soppresso o ulteriormente emendato. Trova infatti sconveniente lo spirito che anima questo articolo; e trova particolarmente diseducativo che nelle scuole i giovani non vengano formati ad una coscienza retta, che riconosca anche gli errori commessi e ne assuma la responsabilità collettiva. Riconoscendo così  pienamente la dignità e il diritto del popolo algerino, e il suo particolare sacrificio; come quello di ogni popolo che il colonialismo ha oppresso.

 

Lecce, il 28 giugno 2005

                                                                                            Per il Movimento, il Responsabile

                                                                                                   Prof. Arrigo Colombo

 

Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, Italy, tel/fax 0832-314160

E-mail arribo at libero.it/ Pag web http://digilander.libero.it/ColomboUtopia

 

 

(testo francese)

 

Au Président de la République Française Jacques Chirac

Au Premier Ministre Dominique de Villepin

Au Président de l’Assemblée Nationale Jean-Louis Debré

 

La loi n. 2005-258 sur la guerre d’Algérie doit être amendée

 

Ces dernières semaines la presse italienne a diffusé la nouvelle d’une loi qui a été approuvée par l’Assemblée Nationale en février dernier, mais qui n’a eu un certain retentissement que ces temps-ci, à la suite des remontrances du gouvernement algérien.

 

La loi en question est la n. 2005-258 du 23/02/2005 et concerne la « reconnaissance et la contribution de la Nation en faveur des Français rapatriés », en particulier pour les « victimes de massacres ou d’exactions commis durant la guerre d’Algérie ».

Toutefois l’art. 4 comporte un passage qui parle du « rôle positif de la présence française outre-mer, notamment en Afrique du Nord », et demande que les programmes scolaires le reconnaissent et accordent à l’histoire et aux sacrifices des combattants de l’armée française dans ces territoires la « place éminente » à laquelle ils ont droit.

 

Il s’agit peut-être d’un amendement dont le poids a échappé au législateur. Car tout le monde sait que la guerre d’Algérie a signifié une volonté de domination coloniale et de colonialisme,  et une action répressive qui s’est prolongée pendant environ vingt ans, à partir du premier mouvement indépendantiste de 1943 jusqu’aux accords d’Évian de 1962. Alors que la France avait adhéré déjà au Traité de l’ONU qui avait reconnu le droit des peuples à l’autodétermination, le droit de tout peuple à l’autonomie. Et tout le monde sait qu’en Algérie la répression a été violente et cruelle, et marquée par des massacres sanglants.

 

C’est pourquoi la présence française en Afrique du Nord ne peut être absoute et reconnue comme un «  fait positif », et il est difficile d’accorder aux combattants de cette guerre une « place éminente »; même s’ils n’ont pas été les auteurs, mais les victimes, de cette politique fâcheuse.

 

Le Mouvement pour la société de justice sollicite que l’art. 4 de cette loi soit supprimé ou soit ultérieurement amendé. Il trouve en effet inconvenant l’esprit qui anime cet article ; il trouve contraire à l’esprit éducatif que dans les écoles les jeunes ne soient pas formés à une conscience droite, qui reconnaisse aussi les erreurs commises et en assume la responsabilité collective. Reconnaissant ainsi pleinement la dignité et le droit du peuple algérien, et son sacrifice particulier; comme celui de tout peuple que le colonialisme a opprimé.

 

Lecce, le 20 juin 2005

                                                                                            Pour le Mouvement, le Responsable

                                                                                                   Prof. Arrigo Colombo