[Resistenza] Newsletter del 10/6/2013: Riaprire le aziende, creare posti di lavoro





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Milano,10 giugno 2013
Newsletter del 10/6/2013
Riaprire le aziende, creare posti di lavoro
 
Fiat: a cassino un esempio di come l'amministrazione comunale potrebbe mettersi alla testa della lotta per difendere i posti di lavoro esistenti e crearne di nuovi
 
Martedì 4 giugno si è riunito il Consiglio Comunale di Cassino per l’approvazione di una delibera sul tema della salvaguardia della produzione nello stabilimento FIAT di Piedimonte San Germano.
Questo appuntamento segue analoghi consigli comunali “tematici” indetti dal Comune di Cassino (principale cittadina del comprensorio in cui è sito lo stabilimento FIAT) da due anni a questa parte. La convocazione di consigli comunali per varare mozioni e ordini del giorno a difesa della salvaguardia della produzione in FIAT e per l’invocazione di tavoli di confronto con Governo, Regione e direzione aziendale è oramai divenuto un rito inutile e stanco.
Ciò è reso evidente dal disastroso esito di Fabbrica Italia che a Cassino come altrove ha eliminato i diritti dei lavoratori e ridotto al lumicino la produzione. Di fronte a tutto ciò la Giunta Petrarcone (eletta nel 2011 proprio sull’onda del grande movimento anti-Marchionne che scosse l’Italia tra il 2010 e il 2011) anziché essere conseguente con il proprio mandato elettorale e chiamare alla mobilitazione per sconfiggere i progetti di Marchionne di chiusura dello stabilimento di Piedimonte San Germano sceglie ancora una volta la via della conciliazione e della “concertazione”, sceglie ancora una volta di non schierarsi nettamente contro Fabbrica Italia e per la difesa e la creazione di nuovi posti di lavoro in FIAT.
Questo è il succo della proposta di delibera su cui la Giunta Petrarcone esigeva il voto unanime di tutto il Consiglio Comunale il 4 giugno. L’obiettivo era quello di mostrare a Marchionne e al Governo che il Consiglio Comunale e la città di Cassino, malgrado i segnali di prossima chiusura dello stabilimento si facciano sempre più inquietanti, restano docili e disponibili a “concertare” e a trovare soluzioni “condivise” (che significa mettersi d’accordo con Marchionne sui tempi di chiusura dello stabilimento).
Giustamente il capo-gruppo consiliare del P-CARC al Comune di Cassino, il compagno Vincenzo Durante, non ha accettato di prestarsi al teatrino messo in piedi dalla Giunta Petrarcone e ha presentato una proposta di delibera alternativa in cui
  • si mostra il ruolo che un’Amministrazione Comunale seriamente e veramente intenzionata a salvaguardare la produzione dello stabilimento FIAT deve assumere,
  • si indicano chiaramente in Fabbrica Italia, nel sindacato e nella politica che se ne sono resi complici, la responsabilità dello smantellamento della produzione FIAT,
  • si indica il compito principale di un’Amministrazione Comunale veramente intenzionate a difendere i posti di lavoro nel comprensorio: costruire la più ampia mobilitazione in tale direzione.
 
 
·         I lavoratori della ManCoop (ex Evotape) di Castelforte (LT) aderiscono all’assemblea di Firenze del 22 giugno
Intervista a Erasmo Olivella, presidente della Cooperativa che ha riavviato la produzione e autogestisce l’azienda
“Abbiamo per le mani un missile e vogliamo farlo decollare! Possiamo addirittura creare nuovi posti di lavoro”
 
Vuoi spiegare le motivazioni e i passaggi per cui è stata chiusa l’azienda in cui lavoravate, la Evotape? Quando la fabbrica ha chiuso aveva commesse e lavorava a pieno regime, no?
In breve: la fabbrica chiude a gennaio 2011, pur con ordini per milioni di metraggio di nastro adesivo da produrre. I problemi veri, infatti, non erano la mancanza di commesse, ma iniziano quando Manuli vende alla multinazionale americana Tycoh che in breve tempo fallisce, sull'onda del più famoso fallimento della Enron. Dopo il fallimento della Tycoh, la nostra azienda è passata di mano da una scatola cinese all'altra, fino alla cessazione della produzione del 2011. Con una bancarotta fraudolenta, perché di questo si tratta, evitata solamente con un concordato preventivo, possibile perché figurava come proprietario un prestanome, che era un uomo talmente vecchio da non poter andare in galera… Comunque diciamo che tutto questo, ormai, non è più importante. E' importante, invece, che un gruppo di lavoratori abbia deciso di organizzarsi in cooperativa per riaprire la fabbrica, evitare che tutta questa struttura non andasse al macero.
 

Continuiamo a Firenze il percorso iniziato a Grottaminarda
22 giugno 2013 - 14.00-19.00 - Assemblea
RIAPRIAMO LE FABBRICHE, CREIAMO POSTI DI LAVORO!
ESTENDIAMO IL CONFLITTO, COSTRUIAMO L’ALTERNATIVA!
Adesioni aggiornate al 5/6/2013
Casa del Popolo S. Bartolo a Cintoia - Via di S. Bartolo a Cintoia, 95 - FI
Il sei aprile si è tenuta un'assemblea a Grottaminarda, in provincia di Avellino, promossa dal Comitato NoDebito e dal Comitato di Resistenza Operaia, composto da operai della fabbrica Irisbus della Valle Ufita avviato alla chiusura ed allo smantellamento e dai cittadini schierati in loro difesa, mobilitati per riprendersi lo stabilimento e riavviare la produzione. L'iniziativa, in questo luogo simbolo di mille realtà diffuse nel paese, mirava a riprendere la riflessione necessaria ad elaborare soluzioni praticabili qui ed ora, dall’autogestione alla nazionalizzazione degli stabilimenti in dismissione, ad organizzare la lotta coordinata con le altre mobilitazioni in corso, a costruire una campagna nazionale che imponga all’ordine del giorno il lavoro.
L'assemblea è stata un successo, e l'obiettivo è stato raggiunto. Chi vi ha preso parte e chi l'ha seguita, ha avuto possibilità di CONQUISTARE FIDUCIA, la fiducia che a Grottaminarda è iniziato un percorso capace di UNIFICARE veramente le migliaia di forme in cui si esprime la resistenza degli operai, di tutti i lavoratori, dei giovani, delle donne, di chi lotta per la difesa dell'ambiente, per la difesa dei beni comuni, della Costituzione, del patrimonio che ci ha lasciato la Resistenza, insomma di tutte le mobilitazioni in corso tra le masse popolari. Parliamo di qualcosa che si unifica non tanto e non solo per resistere alla guerra sociale che la classe dominante conduce contro la classe operaia, tutti i lavoratori e le lavoratrici e tutte le masse popolari, ma di qualcosa che si unifica convergendo e avanzando nella costruzione di un nuova visione del mondo, di una nuova politica, di un nuovo modo di produrre nelle fabbriche, nelle città e nelle campagne, a partire da qui e da ora.
Mettiamo quindi in campo proposte, perché di fronte a questa crisi è necessario che i lavoratori prendano coscienza di essere in un momento in cui non è più possibile delegare ad altri il proprio futuro. Non è possibile delegare a una casta che fa parte ormai in maniera strutturale del sistema di potere e che, come la politica, mira prima di tutto a salvaguardare i propri interessi e i propri privilegi

Per rimettere in piedi e fare ripartire il nostro paese lavoro da fare ce n’è tanto e ce n’è per tutti. Riconoscerlo e mettere in atto misure per realizzarlo, elaborare un Piano del Lavoro per il paese, è solo questione di volontà politica. Senza lavoro, senza un salario non c’è progresso, né democrazia né dignità. E’ possibile far fronte a tutto ciò? E’ possibile riprenderci e conquistare ciò di cui abbiamo bisogno? E’ ormai palese che continuare a rivendicare ad un qualche governo emanazione dei poteri forti i nostri diritti non è sufficiente, da parte loro non c’è nessuna intenzione di soddisfare le nostre rivendicazioni.
E’ necessario costruire un’alternativa politica alla UE del debito, della guerra sociale, dei padroni e delle banche. E’ necessario qui ed ora connettere le lotte per iniziare a praticare le soluzioni ai nostri problemi, senza più deleghe né attendismi.

A partire dalle fabbriche e dai territori in lotta per la difesa dei diritti della maggioranza, dalla Val Susa alla classe operaia che non si è piegata a Pomigliano, Mirafiori, Melfi, Taranto, Termoli, dagli operai dell’ALCOA, dai lavoratori dell’Ikea al Comitato di Cittadini Liberi e Pensanti di Taranto, dagli operai che occupano le fabbriche minacciate di chiusura al movimento dei beni comuni fino ad arrivare al movimento studentesco, è necessario coordinare le azioni di lotta e confrontarsi per iniziare ad elaborare e sperimentare la messa in campo di possibili misure atte alla ripresa delle produzioni utili alla collettività o alla conversione di quelle dannose, salvaguardando i posti di lavoro, i diritti e le condizioni di vita dei territori, creando nuovi posti di lavoro.

Partiamo dalle battaglie condotte in questi giorni dai lavoratori e dalle lavoratrici dell’ospedale S. Raffaele di Milano e della Richard Ginori di Sesto Fiorentino, da quanto sono riusciti a conquistare con la volontà e la determinazione a non cedere, a combattere e vincere.
Invertiamo la tendenza imposta dai padroni a ridurre i salari e il numero dei lavoratori, per lavorare meno e lavorare tutti. Lottiamo per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e senza aumenti di produttività, per l’esproprio/nazionalizzazione sotto controllo collettivo delle aziende in crisi e che de localizzano.

A Firenze continuiamo il percorso iniziato a Grottaminarda, per una seconda assemblea che terremo il 22 giugno (Casa del Popolo di S. Bartolo a Cintoia) e che mira a coinvolgere le realtà attive nella resistenza in Toscana, ma anche quelle dell'Emilia Romagna e delle altre regioni del nord Italia. Invitiamo a partecipare tutti coloro tra intellettuali, tecnici specialisti, rappresentanti istituzionali progressisti che a vario titolo possono o dicono di voler dare un contributo alla rinascita del paese

Questa di Firenze è una ulteriore tappa della strada che deve portarci a Montecitorio, per affermare con forza in modo che tutti sappiano che solo il lavoro può essere lo strumento per rilanciare l'economia e per fare uscire il paese dalla situazione fallimentare e drammatica in cui versa, per assediare questo governo infame fino a cacciarlo e imporre le nostre soluzioni alla crisi!
Il futuro dipende da ciascuno di noi!

Per adesioni
riaprirelefabbriche@libero.it


Cobas Richard Ginori di Sesto Fiorentino
Comitato di Resistenza Operaia IRISBUS di Avellino



Prime adesioni
Comitato Nazionale NoDebito
Comitato NoDebito Pisa
Coordinamento lavoratrici e lavoratori autoconvocat* - contro la crisi"
Massimiliano Murgo, rsu Fiom Cgil Marcegaglia Buildtech Milano
Fabrizio Onofri, Cobas AMA Roma
Ugo Mattei – ALBA - Costituente dei Beni Comuni
Gino Carpentiero – Medico – Medicina Democratica, sezione Pietro Mirabelli, Firenze
No Austerity - Coordinamento delle Lotte
Dimensione Autonoma Studentesca, Siena
Mauro Romanelli, Consiglio Regionale Toscana (SeL)
Angelo Baracca, docente di fisica, Università di Firenze
Vincenzo Simoni, presidente nazionale Unione Inquilini
Marco Spezia, redattore della newsletter “Conosci i tuoi diritti”
Andrea Malpezzi, Segretario Provinciale PRC Firenze
Massimo Bani - ALBA Firenze
Fabio Frati - CUB Trasporti
Andrea Calò capogruppo PRC Provincia di Firenze
COBAS ATAF Firenze
Roberto Rizzo, responsabile lavoro IDV Regione Toscana
Piattaforma Comunista
Azione Antifascista Perugia
Comitato Disoccupati Organizzati, Cecina
Corrado Gabriele, consigliere regionale Campania
PdAC Napoli
SOS Geotermia (Coordinamento dei Movimenti per l'Amiata)
Scintilla Arcidonna Onlus
Antonellla Beltrami, impiegata, Omegna
 
 
 
A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione,
RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE

Cordiali saluti dalla redazione di:
RESISTENZA

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