rassegna stampa: Contro il caro vita il Coordinamento "C omitati per la Quarta Settimana" apre la vertenza "R iduzione prezzi del 50%"



Vi riportiamo due comunicati pervenutici attraverso l'associazione
Consumatori Utenti di Milano che pubblicizzano le iniziative che sabato 5
novembre si terranno in molti centri commerciali contro il carovita.
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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Sabato 5 Novembre dalle ore 10 alle ore 18
CAROVITA DAY
Apriamo la vertenza  "Riduzione prezzi del 50%"

L’appuntamento per Milano è in Viale Piave n. 38-40
(MM 1 Porta Venezia) adiacenze Esselunga

L'ascesa vertiginosa del carovita pone la popolazione meno abbiente in una
condizione di disagio crescente, di prostrazione ed indigenza.
All'aumento progressivo dei prezzi dei generi di prima necessità , ha
corrisposto quello delle tariffe acqua-luce-gas, dei
carburanti-assicurazioni-autostrade,  dei trasporti dell'affitto di casa,
per non parlare dei costi della scuola, dell'assistenza, della salute, della
cultura.
Il Governo Berlusconi e gran parte delle Amministrazioni Locali hanno
lasciato correre  anzi ci hanno lucrato sopra : vedi i ricavi delle "accise
sui carburanti", l'IVA sulle imposte di consumo e le addizionali regionali
sulle bollette, l'ICI e le altre gabelle locali, l'aumento del gravame
fiscale sui
redditi da lavoro e sulle pensioni.
Da almeno 3 anni si assiste ad un generale impoverimento, tanto che la
cittadinanza attiva ha ridotto i consumi alimentari e tagliato le spese per
il vestiario, la cultura, il week end e le ferie. Il risparmio si è
prosciugato a fronte del progressivo indebitamento e si sono moltiplicati i
pignoramenti e le liti per morosità. Dall'avvio dell'euro, nel 2002, i
prezzi delle merci  sono in media raddoppiati, mentre i salari al netto
dell'inflazione sono aumentati solo dell'8%; è triplicata la precarietà del
reddito a causa della diffusione del lavoro saltuario e mal pagato; le
pensioni sono rimaste ferme al palo, il 50% e oltre di quelle sociali sono
ancora a 400euro/mese!
Dentro un sistema economico-produttivo declinante e stagnante per quanto
attiene i consumi, assistiamo al dissesto dei bilanci familiari e al crack
del potere di acquisto dei cittadini: ormai non c'è organo dei media che non
denunci l'impossibilità, con così pochi mezzi, di giungere alla fine del
mese, la crisi della "quarta settimana" è divenuta una cruda realtà, tanto
diffusa che, sia le catene dei supermercati, sia gli altri negozianti, di
fronte al calo delle vendite sono corsi ai ripari concedendo alla clientela
di pagare dilazionato e/o a rate!
Per reagire a questa catastrofe annunciata, per riuscire a riguadagnare il
potere d'acquisto, sia in termini di recupero del reddito che di riduzione
dei prezzi,  i comitati dei cittadini, le associazioni dei consumatori, i
gruppi di acquisto e di scambio, i sindacati di base, l'organizzazione degli
agricoltori autoconvocati, hanno dato vita al  "Coordinamento dei Comitati
per la quarta settimana" che si propone fin dal prossimo 5 novembre di
chiamare alla mobilitazione la cittadinanza per aprire la vertenza contro il
carovita al fine di raggiungere lo sconto del 50% su un paniere di generi
alimentari di prima necessità. All' appello del 5 novembre, che chiameremo
"Carovita day" , hanno già risposto le realtà sociali di  Roma, Napoli,
Palermo, Cosenza, Taranto, Teramo, Pisa, Bologna, Milano,Torino, che daranno
vita ad articolate iniziative di protesta  tese a riconquistare il potere di
acquisto della quarta settimana.

Coordinamento “Comitati per la Quarta Settimana"

Con la partecipazione di Confederazione Unitaria di Base-Rappresentanze di
Base, Coordinamento milanese di solidarietà  “Dalla parte dei lavoratori”,
ACU-Associazione Consumatori Utenti, Rete per il reddito sociale e i
diritti, Altragricoltura-Foro contadino,
CNCA-Coordinamento nazionale comitati agricoli autoconvocati

Roma tel. 06/6879849, 06/762821, 06/70452452 fax 06/6819175 e-mail:
serena.malta at libero.it
Milano  tel. 02/6615411 02/683091 fax 02/6425293 02/6080381 e-mail:
associazione at acu.it, info at milano.rdb.it
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FORO CONTADINO/ALTRAGRICOLTURA - CNCA/COORDINAMENTO NAZIONALE COMITATI
AGRICOLI AUTOCONVOCATI - ACU/Associazione Consumatori Utenti

CAROVITA DAY Sabato 5 novembre 2005

CONTADINI E ALLEVATORI ALLEATI AI CITTADINI CONTRO LA PRECARIETA’, PER IL
REDDITO E I DIRITTI SOCIALI
PER UN MODELLO DI PRODUZIONE, DISTRIBUZIONE, CONSUMO DEL CIBO CHE REMUNERI
IL LAVORO, RISPETTI IL TERRITORIO,
GARANTISCA PREZZI GIUSTI A TUTTI I CITTADINI.
Chi lavora la terra sta attraversando una profondissima crisi che mette in
gioco la sopravvivenza stessa dell’azienda contadina e del lavoro agricolo,
trascinando nella crisi interi territori esposti alla desertificazione
sociale e la condizione di vita di tutti i  cittadini.
La posta in gioco per noi è chiara: il modello della globalizzazione sta
disegnando per l’Europa un destino senza contadini; un grande mercato di
consumi agroalimentari con la produzione consegnata nelle mani delle
multinazionali, di un’agricoltura come reparto all’aperto della produzione
industriale, e dei veri padroni delle filiere agroalimentari.
I cittadini italiani, così, pagherebbero due volte l’effetto di questo
disegno: con l’abbandono del lavoro di cura del territorio dalle campagne e
l’incremento dell’insicurezza sociale, ambientale ed economica e con l’
insicurezza alimentare che li esporrebbe sempre più agli effetti delle crisi
ricorrenti che colpiscono la salute (polli alla diossina, mucca pazza,
influenza aviaria, lingua blue, vino al metanolo, ecc..) e di prezzo che
divide i cittadini fra quelli che possono permettersi di pagare a caro
prezzo la qualità e quelli costretti alla schifezze dei discount.
Gli agricoltori hanno visto diminuire i loro margini, al punto tale che
sempre più spesso non conviene loro raccogliere ad esempio la frutta, dal
momento che il costo del lavoro della sola raccolta è già superiore, per
unità di prodotto,  al prezzo pagato loro dal commerciante acquirente.
In pratica gran parte della produzione dell’azienda contadina italiana (pari
all’80% delle aziende agricole) è destinata a scomparire dal mercato, non
solo Italia ma in tutta Europa.  Il fenomeno è tanto più grave se si
considera che il costo dei mezzi tecnici (carburanti, concimi, prodotti
fitosanitari, macchine agricole) ed il costo del denaro (prestiti e mutui)
hanno letteralmente eroso non meno del 50% dei margini aziendali dei
contadini negli ultimi cinque anni. In pratica si assiste al fatto  che l’
agricoltore vede aumentare i prezzi dei mezzi tecnici, ma non dei prodotti
agricoli che produce, che anzi  gli vengono pagati sempre meno.
La battaglia dei contadini è per la sopravvivenza dell’azienda produttrice,
per il reddito, per un uso corretto delle risorse pubbliche, per il diritto
a produrre un cibo sano, di qualità, in un territorio tutelato; in una
parola per la funzione sociale dell’agricoltura.
I motivi della nostra vertenza generale sono chiari:
· una Politica Agricola Comune (PAC) che destini le risorse dei cittadini
europei a finanziare il lavoro, la qualità e la sicurezza delle produzioni,
la funzione sociale dell’agricoltura e non, come avviene adesso, la rendita
improduttiva, la funzione speculatrice, le grandi imprese e le
multinazionali
· una agricoltura senza ogm e brevetti sul vivente
· una agricoltura che risponda ai bisogni dei cittadini, rispetti il diritto
di ogni popolo alla Sovranità Alimentare, stabilisca relazioni corrette ed
eque negli scambi commerciali, contro il dumping e le delocalizzazioni,
fuori dalle regole del Wto
· una revisione generale del sistema agricolo italiano, profondamente
ingiusto per i contadini e i cittadini, figlio degli errori del passato e
dell’incapacità di arrivare all’appuntamento con la globalizzazione con gli
strumenti giusti: quelli che rimettono al centro delle scelte politiche gli
interessi delle persone e la solidarietà.

PER QUESTO SIAMO MOBILITATI IN QUESTA FASE IN TUTT’ITALIA PER RIVENDICARE IL
DIRITTO A SOPRAVVIVERE E RIAPRIRE UNA STAGIONE DI SPERANZA  NELLE CAMPAGNE.

Per questo siamo mobilitati anche il 5 novembre per rivendicare i comuni
diritti al reddito, contro l’insicurezza e la precarietà sociale, sosteniamo
gli obiettivi dei comitati per la IV settimana e rivendichiamo:

Ø	L’introduzione in tutti i  punti vendita della GDO, almeno per una
settimana al mese, di un paniere sociale di prodotti alimentari e non food
essenziali, ricavato dal paniere Istat (rilevazione periodica dei prezzi),
con una riduzione del 50% del prezzo, calcolato sull’attuale prezzo medio
delle referenze di ciascuna categoria merceologica definita nel periodo 1
gennaio–31 ottobre 2005  (esempio se il prezzo medio di tutte le referenze
della pasta di semola di grano duro in un punto vendita nel periodo in
oggetto è pari a 1,00 */kg , la nostra richiesta prevede che nell’ultima
settimana del mese sia messa in vendita almeno una marca di pasta prodotta
in Italia a 0,50 */kg);

Insieme, nei Comitati per la 4^ settimana  abbiamo individuato nella GDO una
precisa controparte che nell’ambito degli attuali meccanismi di
funzionamento del cosiddetto libero mercato gioca un ruolo fondamentale nel
determinare i prezzi che i consumatori sostengono con  l’acquisto dei
prodotti alimentari e di largo consumo non food, tanto da ritenere oggi
insignificante la “storica” funzione concorrenziale che la GDO ha svolto in
passato quando si trattava di mettere fuori mercato il dettaglio
tradizionale.
Del resto i meccanismi della formazione dei prezzi dalla produzione agricola
al banco di vendita sono controllati e determinati da elitès commerciali e
finanziarie. Infatti, il ricarico commerciale che la GDO applica, ad esempio
all’ortofrutta nazionale, è semplicemente il doppio del prezzo che essa
paga al proprio fornitore e quasi sempre tale valore è il doppio di quello
che il primo acquirente paga all’agricoltore.
In una filiera commerciale dove dovrebbero guadagnare agricoltori,
raccoglitori, grossisti, trasformatori, imballatori, trasportatori e
venditori finali, chi sicuramente paga tutti è il consumatore e chi paga per
tutti è il produttore agricolo !!!  Ad esempio, se all’agricoltore un
chilogrammo di ciliege viene pagato 0,50 *, sul banco del supermercato le
stesse ciliegie vengono pagate dal consumatore 2,50-3,00 *. Non si trova
quasi nulla, nel reparto ortofrutta di un qualsiasi supermercato che costi
meno di 1,50-2,00 Euro al chilogrammo ed  è certamente più facile incontrare
prezzi che superano tranquillamente 3,00 * al chilogrammo anche per le
verdure e frutta in piena stagione. La reazione dei consumatori a questa
situazione è stata quella di ridurre gli acquisti di oltre il 12% in un anno
! Per questo:

· La GDO deve assicurare di acquistare innanzitutto  tutta la produzione
disponibile  di prodotti agro-alimentari e zootecnici  nazionali, prima di
rivolgersi alle produzioni e ai mercati internazionali, garantendo una
giusta remunerazione dei produttori agricoli italiani;
· Chiediamo alle amministrazioni regionali che  nell’assegnare le  nuove
licenze a ipermercati e centri commerciali,  impongano a tutti i soggetti
licenziatari l’obbligo della sottoscrizione di clausole sociali quali l’
acquisto di prodotti nazionali e la giusta remunerazione dei produttori
agricoli anche attraverso l’istituzione di tavoli di mediazione tra
Regione, agricoltori,  GDO e rappresentanze dei cittadini
consumatori/lavoratori; così pure le Regioni devono impegnarsi ad introdurre
entro 12 mesi tali clausole sociali nelle licenze finora concesse;
· Chiediamo a ciascuna Regione di istituire i tavoli sulla sovranità
alimentare  coinvolgendo anche i contadini autorganizzati, le rappresentanze
dei consumatori, dei cittadini, dei lavoratori precari e senza lavoro con il
prioritario obiettivo di assicurare l’esistenza economica e sociale  delle
aziende contadine del proprio territorio, la tutela del territorio, la
promozione di produzioni di qualità, lo sviluppo dei mercati locali, la
promozione della filiera corta (produttore-consumatore), introducendo un
nuovo paradigma nella Politica agraria che premi il lavoro nelle campagne e
contrasti con tutte le energie le speculazioni di ogni tipo;
· Chiediamo ai Comuni italiani, anche aggregati tra loro, di mettere a
disposizione dei contadini, dell’artigianato e delle attività sociali,
adeguati spazi attrezzati per la compravendita di prodotti locali con una
puntuale  vigilanza relativamente alla sicurezza, la qualità ed i prezzi.
· Chiediamo che tutti i cittadini e consumatori possano diventare i
controllori dei prezzi sul mercato, rilevando i prezzi dei propri acquisti
per segnalarli, anche via internet, a centri di raccolta presso i Comuni e
le Prefetture.

IL 16 NOVEMBRE I COMITATI AGRICOLI AUTOCONVOCATI DI TUTT’ITALIA SARANNO A
ROMA MOBILITATI PER CHIEDERE MISURE URGENTI SULLA FINANZIARIA E L’AVVIO DI
UN VERO CAMBIAMENTO. BATTITI CON NOI.
Per info e adesioni www.altragricoltura.org/CNCA/associazione at acu.it
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N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at italytrading.com

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