l'ARCI per il ritiro del paccehtto sicurezza



COMUNICATO STAMPA
 
Il Governo ritiri il c.d. Pacchetto sicurezza e apra un confronto con le parti sociali
Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci
 
Il c.d. Pacchetto sicurezza, varato ieri dal Consiglio dei ministri, contiene una serie di disposizioni che, se applicate, avranno delle conseguenze gravissime sul piano culturale e giuridico.

Vengono  di fatto  criminalizzati comportamenti riconducibili a fenomeni di disagio sociale, a cui si attribuisce un rilievo di carattere penale, anziché predisporre servizi e misure atte ad alleviarlo.

Viene introdotto il reato di immigrazione clandestina, un vero obbrobrio giuridico, su cui già sono stati espressi dubbi di costituzionalità e che otterrebbe l'effetto di paralizzare un sistema giudiziario già intasato. 

Già abbiamo avuto modo di spiegare come sia responsabilità dell'attuale normativa l'ingresso irregolare nel nostro paese, data l'inapplicabilità del sistema della chiamata diretta da paese a paese. 

L'aumento delle pene, a parità di reato, per i cittadini stranieri e la procedura di espulsione per una condanna superiore a due anni rappresentano un doppio livello giuridico, incompatibile con il principio universale della responsabilità penale che non può essere manipolato a seconda della nazionalità.

Il divieto di affitto agli immigrati irregolari è in aperta violazione della nostra Costituzione che riconosce il diritto di tutti i cittadini ad un'esistenza dignitosa, così come prevede anche la Carta dei diritti dell'Unione europea che parla di 'diritto all';assistenza abitativa'.
Si trasformano i Centri di detenzione in vere e proprie galere, dove, senza assistenza legale, si può restare rinchiusi fino a 18 mesi.
Si rischia, con questi provvedimenti, di distruggere i principi cardine del nostro stato di diritto, disattendendo a gran parte delle norme europee che tutelano i diritti universali e vietano interventi discriminatori.
Siamo convinti che per rassicurare i cittadini servano ben altri interventi, favorendo la coesione sociale e la civile convivenza, adottando misure che servano a far uscire dal disagio e dal degrado i cittadini italiani quanto quelli stranieri.

Chiediamo al Governo di ritirare questi provvedimenti, di aprire un confronto con le organizzazioni dei migranti, dei rom, e con quelle associazioni che da anni si occupano della loro accoglienza.

Chiediamo un intervento urgente della Commissione europea che costringa l'Italia ad adeguarsi alle norme previste dai Trattati e dalle direttive europee.
 
Roma, 22 maggio
2008
 
 
Filippo Miraglia
Responsabile Immigrazione ARCI
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