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Re: l'ultima lettera a Milosevic, da Ivan Stambolic



*  On:           10 Jun 01,    at 15:15 
*  Subject:   Re: l'ultima lettera a Milosevic, da Ivan Stambolic 
*  Paola Lucchesi <pck-yugoslavia@peacelink.it>   wrote: 

> Non ci sono stati 200.000 morti in Kosovo, pero' ci sono tuttora
> due o tremila desaparecidos (ho qui da qualche parte un
> aggiornamento recente della Croce Rossa Internazionale, adesso
> vedo di pescarlo fuori), compresi anche quelli non albanesi
> vittime delle vendette "dopo", pero' la maggior parte sono i
> kosovari fatti fuori dalle milizie speciali, e qui non e' che puoi
> cancellarli solo perche' la NATO ha fatto una porcata in piu'
> dall'altra parte.

Già qualcuno qui ha detto che parlare di cifre quando si parla di morti non 
sta bene, ma talvolta questo ragionamento è indispensabile. 

Partendo dal fatto che la Nato e chi la comanda fa da parecchio tempo le 
sue porcate dappertutto e non solo nei Balcani, per cui dovrei addebitargli 
perlomeno i cadaveri dal VietNam in poi, e non sono certo 3000, le vittime in 
Kosovo come ben tu dici sembra siano state meno di 3000 appartenenti ai 
vari popoli kosovari, da cui presumibilmente le vittime filo-Uck una cifra che 
si aggira sui 1600 (60% circa delle 2600 vittime accertate dagli ispettori 
Onu), ti ricordo che i Kosovari (bande UCK) "fatti fuori" dalle milizie speciali 
(esercito jugoslavo) prima dell'attacco Nato sono stati una parte minima di 
questi 1600, visto che i servizi di informazione tedeschi nel novembre '98 
escludevano qualsiasi guerra totale generalizzata contro "gli albanesi" del 
Kosovo, o "pulizia etnica" (il documento del ministero degli interni se vuoi te 
lo mando in privato). 

Detto questo, cioè 1600 morti da una parte e 1000 dall'altra in un paese di 
2.000.000 di abitanti, nel corso di una guerriglia cui si opponevano le forze 
regolari che bene o male avevano il compito di fermare la guerriglia stessa 
(qui non ho dati inoppugnabili, ma si parla di decine di migliaia di armati 
compresi i mercenari d'ogni dove, italiani compresi), prima dei e poi durante 
i bombardamenti Nato, mi sembra evidentete che chi combatteva la 
guerriglia sembra sia stato ben attento a non colpire indiscriminatamente 
civili estranei al confronto armato. Per capire meglio il concetto, metti una 
guerriglia armata nella nostra bella città e provincia di 250.000 abitanti e 
considera un bilancio dopo mesi di combattimenti casa per casa (così ci 
descrivevano la situazione in Kosovo i nostri bravi media prima e durante la 
primavera '99): poi arriva l'Onu, conta i morti e risulta che sono 200 
(2.000.000 : 1500 = 250.000 : 200) e poi dimmi cosa ne pensi. 


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Giorgio Ellero 
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