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Re: emergenza Jugoslavia
Scusate se intervengo, accedo spesso alla lista Jugoslavia in "sola
lettura". Non per fare polemica, anzi personalmente mi piacerebbe
capire meglio, tento di dare il mio contributo (ancorche' sporadico).
Un saluto
Francesco
Paola Lucchesi wrote:
[...]
> ci sono dei portavoce ufficiali che non hanno mai parlato di Grande
> Albania, e neppure di indipendenza della Macedonia occidentale, anzi, si
> sono sgolati a negare di voler disfare la Macedonia.
[...]
> Trovami dove questi hanno detto che vogliono la grande Albania.
> Pescami una dichiarazione, una sola, di qualche portavoce di NLA, UCK o
> come diavolo vuoi chiamarlo, che sostenga di volere la Grande Albania
[...]
A questo proposito il manifesto - 23 marzo:
" Ieri notte l'ambasciatore presso l'Onu Naste Calovski, ha
dichiarato che l'obiettivo delle milizie albanesi è quello di occupare
una parte della Macedonia e di annetterla al Kosovo se la provincia
jugoslava otterrà l'indipendenza. "E' però una causa persa - ha detto
Calovski - non c'è possibilità di cambiare i confini". Quasi in
contraltare ha avuto larga eco a Skopje l'intervista rilasciata al
quotidiano viennese Die Presse da un portavoce delle milizie dell'Uck
che ha dichiarato che il loro obiettivo è "conquistare la capitale
macedone Skopje perché diventi parte di un territorio a maggioranza
albanese". "
Non ho controllato se Die Presse ha un sito internet e se riporti
l'intervista a tale "portavoce delle milizie dell'Uck". Comunque
Tommaso Di Francesco, per quanto si possa non esser d'accordo con lui
(cfr. Jugoinfo et al.) su certe prese di posizione, fatti come questi
non se li inventa di certo. Allego l'articolo intero per lettura nel
contesto
----------------------------
Il Manifesto
23 Marzo 2001
L'esercito macedone all'attacco
Finita la tregua, si combatte. Nato e Ue si mostrano solidali con
Skopje: pressioni sui kosovaro-albanesi
T. D. F. - SKOPJE
La tregua è finita, si combatte su tutto il fronte. Anche se fino a
ieri mattina presto la città di Tetovo (per diversi giorni epicentro
dello scontro armato fra polizia macedone e guerriglieri albanesi)
sembrava calma, la ripresa dei combattimenti era nell'aria fin dalla
sera prima, a dispetto dell'offerta di un cessate-il-fuoco in cambio
di trattative avanzata dall'Uck. Mercoledì il segnale negativo era
stato l'uccisione di un poliziotto a Skopje; ieri il segnale è venuto
da due attacchi contro poliziotti nel villaggio di Kuceviste e in
quello di Tabnovski, a pochi chilometri dalla capitale. A quel punto
l'esercito macedone è entrato in azione, sferrando un attacco contro
le postazioni delle milizie armate albanesi con uso di artiglieria
pesante e mortai. Almeno tre colpi avrebbero centrato un gruppo di
costruzioni sulla collina di Beltepe che sovrasta Tetovo. Richiesto di
commentare l'offerta di tregua fatta il giorno prima dall'Uck, un
portavoce del governo lasciave intendere che ormai la questione era in
mano allo stato maggiore, dunque che la decisione di attaccare e
distruggere i guerriglieri era stata presa.
Si contano le prime vittime, due civili albanesi sono infatti rimasti
uccisi presso lo stadio di Tetovo. Secondo testimoni oculari erano
stati fermati su un'auto ad un posto di blocco della polizia; uno di
essi - è la versione del comandante di polizia Rauf Ramadani, albanese
- sarebbe sceso nell'atto di lanciare una granata contro gli agenti,
che hanno reagito sparando e uccidendo entrambi.
Ieri notte l'ambasciatore presso l'Onu Naste Calovski, ha dichiarato
che l'obiettivo delle milizie albanesi è quello di occupare una parte
della Macedonia e di annetterla al Kosovo se la provincia jugoslava
otterrà l'indipendenza. "E' però una causa persa - ha detto Calovski -
non c'è possibilità di cambiare i confini". Quasi in contraltare ha
avuto larga eco a Skopje l'intervista rilasciata al quotidiano
viennese Die Presse da un portavoce delle milizie dell'Uck che ha
dichiarato che il loro obiettivo è "conquistare la capitale macedone
Skopje perché diventi parte di un territorio a maggioranza albanese".
In serata la notizia dell'offensiva contro le milizie albanesi è stata
confermata dal portavoce del governo macedone, Antonin Milosovski. Una
decina di granate "sono state lanciate contro la collina di Kale,
presso Tetovo - ha detto il portavoce - le nostre forze armate
ricorreranno a ogni mezzo a loro disposizione per neutralizzare ed
eliminare i terroristi". Insomma, il governo fa sapere che la
decisione politica di attaccare con l'esercito le milizie dell'Uck è
stata presa e va considerata come "una risposta ai ripetuti attacchi
contro le forze di sicurezza in queste ultime 24 ore".
La Comunità internazionale corre intanto agli estremi ripari. Ieri la
trojka europea era a Skopje, di ritorno anche - con chissà quale coda
di paglia - Javier Solana che annuncia il suo "moderato ottimismo,
perché la situazione sta migliorando e c'è la possibilità di risolvere
il conflitto". Non è la prima volta che Solana venendo in Kosovo e in
questa area e dichiara che la violenza sta terminando, deve avere
problemi alla vista o troppa falsa coscienza per le gravi colpe quando
era segretario della Nato.
Più decisa la presa di posizione di Chris Patten, commissario europeo
agli affari esteri, e rivolto esplicitamente a Pristina ha ricordato
ai leader kosovaro-albanesi che se non prenderanno le distanze
chiaramente dalle iniziative armate dell'Uck in Macedonia "non
riceveranno più aiuti". Inoltre da ieri formalmente i generali della
Nato hanno autorizzato le truppe ex nemiche di Belgrado ad entrare
nella fascia di sicurezza che, non controllata mai dai militari
dell'Alleanza atlantica, aveva finora permesso il libero accesso delle
milizie armate albanesi.