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Notizie Est #279 - Balcani



"I Balcani" - http://www.ecn.org/est/balcani

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NOTIZIE EST #279 - BALCANI
10 novembre 1999
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[Riportiamo qui sotto una serie di notizie 
brevi, ma tutte importanti, riguardanti diversi 
paesi dei Balcani: dal "disgelo" inaugurato da 
Meta nelle relazioni tra Albania e Italia, 
fattesi difficili nell'ultimo anno, al grande 
piano di investimento della Grecia per i 
Balcani, alle ingenti forniture tedesche di armi 
per la Macedonia, alle voci sull'apertura di 
basi militari USA in Bulgaria]


META, E IL RITORNO DI NANO, APRONO IL "DISGELO" 
NELLE RELAZIONI TRA ITALIA E ALBANIA

"Mercoledi' 10 novembre, Roma dara' il benvenuto 
al piu' giovane primo ministro albanese di tutti 
i tempi, Ilir Meta. Il capo del governo albanese 
e' stato invitato dalla propria controparte, 
Massimo D'Alema, pur non avendo ancora ottenuto 
il voto di fiducia in Parlamento. Il 4 novembre, 
Meta aveva sottolineato nel programma del suo 
nuovo governo (sara' presentato fra breve al 
Parlamento albanese) che l'Italia sara' uno dei 
paesi che godera' di relazioni speciali nelle 
relazioni estere dell'Albania, cosi' come la 
Grecia. Ma la visita immediata del nuovo premier 
a Roma e' una dimostrazione, nei fatti, del 
maggiore supporto di cui gode l'Italia in 
Albania. I principali temi che verranno discussi 
tra Meta e la sua controparte italiana saranno i 
piani di ampliamento delle reciproche future 
attivita' d'affari, nonche' la possibilita' di 
un disgelo nelle relazioni tra i due paesi. 
L'Albania vedra' nell'Italia un partner per 
ottenere aiuto nel risolvere i propri vari 
problemi e uno dei principali sostenitori del 
suo nuovo esecutivo, nonche' del popolo 
albanese, nell'implementazione piu' tempestiva 
possibile del Patto di Stabilita' in Albania. Il 
capo del nuovo governo ha la grande 
responsabilita' di promuovere le relazioni con 
l'Italia, facendole tornare al precedente 
livello, mantenuto per lungo tempo quando il 
presidente del Partito Socialista, Fatos Nano, 
era premier. C'e' stata tensione nelle relazioni 
tra i due paesi durante il governo del 
precedente premier, Pandeli Majko: a volte, 
secondo quanto riportava la stampa, gli incontri 
tra Majko e D'Alema consistevano piu' in 
tentativi di salvare le fragili relazioni tra 
l'Albania e l'Italia, che in vere e proprie 
riunioni di lavoro. Il giovanissimo premier 
albanese costruira' un nuovo ponte che dara' 
nuovo impulso alle relazioni fattesi fredde tra 
i due paesi."

(da "Koha Jone", 5 novembre 1999)


MILLE MILIARDI DALLA GRECIA PER I BALCANI

Il presidente bulgaro Petar Stojanov, il 
presidente romeno Emil Constantinescu e il 
premier greco Costa Simitis, si sono incontrati 
in occasione di un summit svoltosi a Borovec, in 
Bulgaria, giovedi' scorso, 4 novembre. Il 
premier Simitis ha lanciato ufficialmente un 
piano di investimento per complessivi 543 
milioni di euro (quasi mille miliardi di lire), 
con il quale si prevede di raccogliere capitali 
dal settore privato e dal bilancio statale per 
finanziare progetti relativi ai trasporti, 
all'energia e alle telecomunicazioni nella 
regione. "Le aziende pubbliche greche sono 
ansiose di partecipare alla ricostruzione delle 
infrastrutture distrutte dai bombardamenti della 
NATO contro la Jugoslavia", scrive l'agenzia 
Reuters. Il piano di investimento della Grecia 
e' mirato a dare un ruolo di primo piano a 
questo paese nell'ambito del Patto di Stabilita' 
per i Balcani, del quale tuttavia i leader hanno 
lamentato il lentissimo avvio. La parte del 
leone, nel piano di investimento greco, e' 
riservata alla Jugoslavia, per la quale bisogna 
pero' attendere la cancellazione delle sanzioni: 
piu' della meta' dei fondi, 241 milioni di euro, 
sara' destinata a Belgrado. Seguono il Kosovo, 
con 75 milioni di euro, la Romania, con 72 
milioni di euro, la Bulgaria, con 56 milioni di 
euro, l'Albania, con 51 milioni di euro e la 
Macedonia, con 47 milioni di euro. Non sono 
previsti investimenti in Croazia e Bosnia. Negli 
stessi giorni, a Salonicco, il coordinatore del 
Patto di Stabilita', Bodo Hombach, ha affermato 
che bisogna accelerare il programma per la 
ricostruzione dei Balcani e assicurare i 
relativi mezzi finanziari. Il piano definitivo 
verra' messo a punto in un summit finanziario 
che si terra' a Bruxelles o a Lisbona e al quale 
prenderanno parte i paesi del G-8, 
rappresentanti delle maggiori istituzioni 
finanziarie ed economiche mondiali ed europee e 
i ministri delle finanze dei paesi balcanici. 
Tuttavia, che le cose stiano andando sempre 
molto a rilento lo testimonia il fatto che 
Hombach non abbia saputo dare ai giornalisti 
nemmeno una data approssimativa per tale summit, 
limitandosi a dire che "sara' meglio aspettare 
un mese o due, per non prendere decisioni 
affrettate". In occasione della riunione di 
Salonicco, inoltre, l'ambasciatore statunitense 
in Grecia, Nicholas Burns, ha espresso la 
propria positiva valutazione del piano greco di 
investimenti per il rinnovo dei Balcani e ha 
definito la Grecia "culla della riorganizzazione 
economica dell'Europa Sud-Orientale". Infine, 
l'inviato dell'UE in Bosnia, ed ex mediatore in 
Kosovo, Wolfgang Petritsch, si e' espresso in 
altra sede a favore dell'estensione dell'area 
dell'euro a tutti i Balcani, accompagnata dalla 
trasformazione dell'intera area in una zona di 
libero scambio e senza barriere doganali.

(fonti: Reuters, 4 novembre 1999 e 5 novembre 
1999; "Dnevnik", 4 novembre 1999; "Danas", 6-7 
novembre 1999)


VALANGA DI ARMI TEDESCHE PER LA MACEDONIA

Il 20 ottobre scorso il ministro della difesa 
tedesco, Rudolf Scharping, si e' recato in 
visita ufficiale in Macedonia, dove si e' 
incontrato con il primo ministro macedone Ljubco 
Georgievski, con il ministro degli esteri 
Aleksandar Dimitrov e' con il ministro della 
difesa Nikola Kljusev. Scharping ha definito 
positiva la collaborazione tra Berlino e Skopje 
e ha formulato i fattori che a suo parere 
saranno essenziali per il futuro della 
Macedonia: la sicurezza dell'intera regione e 
l'immodificabilita' dei confini, la lotta contro 
la criminalita', la collaborazione a livello 
militare e la collaborazione economica con 
l'intera regione. Ma l'elemento essenziale della 
visita di Scharping e' stata l'ufficializzazione 
dell'invio entro uno o due mesi di ingenti 
"aiuti" militari tedeschi: 100.000 armi 
automatiche, 30.000 pistole, 1.115 autoblindo e 
300 jeep. L'esercito macedone, di entita' 
limitatissima fino a solo un anno fa, sta cosi' 
aumentando enormemente il proprio potenziale 
militare. Nel febbraio scorso la Macedonia, che 
aveva fino ad allora solo quattro carri armati, 
ha ottenuto in dono dalla Bulgaria, oltre a 
decine di cannoni, 180 carri armati del modello 
sovietico T-55, piuttosto arretrati dal punto di 
vista tecnologico, ma ancora efficaci sullo 
scacchiere balcanico o per repressioni interne, 
come ha dimostrato il loro massiccio impiego da 
parte dell'esercito jugoslavo in Kosovo nel 
biennio 1998-1999. Anche l'Italia ha effettuato 
forniture militari alla Macedonia, in 
particolare di sistemi radar e autoblindo.

(da MILS, 21 ottobre 1999)


BASI NAVALI USA IN BULGARIA?

Rimane ancora avvolta nel mistero l'intricata 
questione della possibile apertura di basi 
navali USA in Bulgaria, alla vigilia di una 
visita a Sofia del presidente statunitense Bill 
Clinton, che sara' nella capitale bulgara il 21 
e il 22 novembre. La notizia della possibile 
apertura di basi americane circolava nel paese 
gia' dal settembre scorso, quando era stata 
ventilata dal quotidiano "Monitor" 
l'eventualita' di uno trasferimento delle basi 
della marina USA in Turchia, rese in parte 
inagibili dal recente terremoto, sulle coste 
bulgare del Mar Nero, e piu' precisamente in 
prossimita' di Varna. Il presidente Stojanov 
aveva allora smentito la notizia, aggiungendo 
tuttavia alcune frasi sibilline in merito alla 
disponibilita' a ogni collaborazione con la NATO 
e gli USA. Nelle ultime settimane, con 
l'avvicinarsi della visita di Clinton, le voci 
hanno tornato a farsi insistenti e, di fronte 
alle pressioni dei giornalisti, il membro del 
Consiglio di Sicurezza Nazionale degli USA ed ex 
mediatore per il Kosovo, Christopher Hill, ha 
confermato che saranno aperte trattative in tal 
senso, ma le sue dichiarazioni sono state 
smentite ufficialmente due giorni dopo 
dall'ambasciatore USA a Sofia (ed ex 
ambasciatore a Belgrado), Richard Miles. Il 
presidente bulgaro Stojanove e il premier 
Kostov, hanno smentito l'apertura di "basi 
nucleari" in Bulgaria (deviando cosi' il 
discorso dalle "normali" basi navali) e hanno 
confermato unicamente la disponibilita' a 
offrire alla marina statunitense i porti della 
Bulgaria "per rifornimenti e soste temporanee", 
aggiungendo tuttavia ancora una volta la totale 
disponibilita' della Bulgaria a collaborare 
militarmente con "gli alleati occidentali".

(varie fonti quotidiane bulgare dal sito "BG 
News & Media", 
http://www.db.online.bg/bg/news.main)


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