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Notizie Est #278 - Macedonia
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- Subject: Notizie Est #278 - Macedonia
- From: "Est" <est@ecn.org>
- Date: Mon, 8 Nov 1999 18:51:16 +0100
- Posted-Date: Mon, 8 Nov 1999 19:03:16 +0100
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"I Balcani" - http://www.ecn.org/est/balcani
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NOTIZIE EST #278 - MACEDONIA
8 novembre 1999
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CARTELLINO GIALLO PER IL NUOVO GOVERNO
di Iso Rusi - (AIM Skopje, 3 novembre 1999)
[Il primo turno delle elezioni in Macedonia e'
stato vinto dal candidato socialdemocratico
Trajkovski con il 33% dei voti. Nel secondo
turno egli affrontera' il candidato della VMRO-
DPMNE, Trajkovski, che ha ottenuto una
percentuale sorprendentemente bassa: il 21%.
Riportiamo qui sotto due commenti: uno del
corrispondente dalla Macedonia dell'agenzia
interbalcanica AIM, l'altro dal settimanale
bulgaro "Kapital". Va notato che queste elezioni
hanno portato alla luce la grande fragilita' del
governo macedone, un particolare che completa e
acuisce il quadro di instabilita' politica (ma
anche economica e sociale) sull'asse Sofia-
Skopje-Tirana, gia' messo in luce dalla
sconfitta del governo bulgaro alle recenti
amministrative e dalla caduta, nei giorni
scorsi, del governo Majko in Albania - a.f.]
In Macedonia, per la seconda volta in un anno,
e' stato dimostrato che le elezioni non si
vincono grazie alle proprie qualita', ma per gli
errori degli avversari. Cosi' come l'anno scorso
alle elezioni parlamentari la coalizione "Per i
cambiamenti" ha vinto perche' gli elettori
volevano puntire il catastrofico governo della
SDSM, oggi la stessa coalizione sta perdendo le
elezioni presidenziali perche' gli elettori non
sono soddisfatti del suo governo che dura ormai
da un anno.
Skopje, 3 novembre 1999
I risultati del primo turno delle elezioni
presidenziali in Macedonia hanno sorpreso sia
coloro che ne sono usciti vincitori, sia coloro
che ne sono usciti perdenti. Il candidato del
maggior partito dell'opposizione, l'Unione
Socialdemocratica della Macedonia (SDSM), Tito
Petkovski, [...] ha ottenuto, in vista del
secondo turno, un vantaggio di circa 120.000
voti rispetto a Boris Trajkovski, il candidato
del maggiore partito di governo, la VMRO-DPMNE.
Dal secondo turno del voto, oltre ai candidati
dei partiti politici albanesi, che non avevano
nemmeno teoricamente la possibilita' di
qualificarsi per il secondo turno, sono state
escluse "vecchie volpi" della scena politica
macedone come Vasil Tupurkovski, candidato del
partito Alternativa Democratica (DA) e Stojan
Andov, candidato del Partito Liberal-Democratico
(LDP). Petkovski, nella sua prima dichiarazione
rilasciata dopo la pubblicazione dei risultati
del primo turno, non ha nascosto la sua sorpresa
per il vantaggio ottenuto nei confronti del
concorrente, con il quale si confrontera' in
occasione del secondo turno delle elezioni
presidenziali, mentre la VMRO-DPMNE, e
soprattutto il suo leader, il premier macedone
Ljubco Georgievski, sembrano avere subito
accettato i primi commenti diffusisi tra
l'opinione pubblica, incentrati sul concetto che
"il popolo ha punito la VMRO-DPMNE" e hanno dato
il via a una purga interna al fine di cercare di
salvare il possibile al secondo turno.
E' evidente che il principale partito della
coalizione di governo e il suo leader,
nonostante i segni di insoddisfazione si fossero
fatti chiari dopo un anno di governo con i
partner di coalizione (oltre alla DA, del
governo fa parte anche il Partito Democratico
degli Albanesi - DPA), non si sognavano nemmeno
che gia' fin dal primo turno le cose sarebbero
andate cosi' male. Tanto piu' che la stessa SDSM
era stata per lungo tempo incerta se presentare
il proprio candidato Tito Petkovski, un
candidato della vecchia guardia, oppure optare
per un appoggio aperto a Stojan Andov, come
candidato presentato insieme al Partito Liberal-
Democratico (LDP). L'elettorato che nel mese di
novembre dell'anno scorso aveva dimostrato la
propria sfiducia nei confronti del blocco di
coalizione guidato dalla SDSM, alla guida del
paese praticamente da otto anni, ora ha espresso
in modo drastico la propria insoddisfazione per
i primi dodici mesi di governo del nuovo
esecutivo. [...] La semplice matematica parla a
favore inoltre della tesi secondo cui forse il
maggiore errore dell'attuale coalizione
tripartitica e' stata la decisione dei singoli
partiti di andare alle elezioni ognuno con un
proprio candidato. Per quanto suoni paradossale,
se si sommano i voti ottenuti dai tre candidati
presidenziali della coalizione di governo,
risulta che la coalizione non ha perso il primo
turno delle elezioni, perche' i suoi tre
candidati hanno ottenuto piu' di 500.000 voti,
che, nel caso in cui avessero avuto un candidato
unico per il quale i suoi simpatizzanti
avrebbero potuto votare, sarebbero stati
sufficienti per eleggere il presidente gia' al
primo turno!
La decisione di presentarsi con candidati
separati e' stata presa dalla VMRO-DPMNE, la
quale ha rifiutato l'ipotesi di una candidatura
unitaria per l'intera coalizione, candidatura
che non avrebbe potuto essere, agli occhi
dell'opinione pubblica, che quella del
carismatico Vasil Tupurkovski. Con il suo
rifiuto, la VMRO-DPMNE ha voluto prendere le
distanze dal riconoscimento di Taiwan e dal
troppo ottimistico Programma per il rinnovo e lo
sviluppo basato sul denaro che si riteneva
sarebbe arrivato in Macedonia in seguito a tale
riconoscimento, un programma promosso
direttamente da Tupurkovski. La VMRO-DPMNE ha
evidentemente voluto "lavarsi le mani" da tutto
cia'. Perfino il DPA e' stato favorevole a una
candidatura comune fino a quando essa pareva
possibile, perche' riteneva che avrebbe
rafforzato la coalizione. Ora e' chiaro che e'
stato fatto un errore e i risultati del primo
turno hanno un riflesso negativo anche sulla
situazione e la qualita' dei rapporti
all'interno della coalizione.
La coalizione ha cominciato nei fatti a
spaccarsi ancora prima dell'insuccesso delle
trattative per un candidato presidenziale unico.
Nel corso della campagna elettorale, nonostante
il desiderio di evitare liti tra i partner della
coalizione, vi sono state accuse molto aspre,
con le quali si voleva addossare la
responsabilita' degli effetti negativi sugli
altri partiti. E' stata perfino evidente la
strategia di una parte della VRMO-DPMNE di
addossare tutta la colpa del mancato
conseguimento degli obiettivi su Tupurkovski e
la DA. Ora la DA chiede trattative aperte
riguardo agli obiettivi fondamentali del governo
e alla realizzazione del Programma per il
rinnovo e lo sviluppo, come condizione per
mantenere in vita il governo.
La matematica indica che nel secondo turno delle
presidenziali il candidato della VMRO-DPMNE,
Boris Trajkovski, puo' sperare in una vittoria
solo se oltre ai voti ottenuti dal suo partito
otterra' anche i voti dei partiti di coalizione,
o almento parte dei 150.000 voti che Tupurkovski
ha ottenuto e i poco piu' di 130.000 voti
ottenuti dal candidato del DPA, Muharem Nexhipi.
Ma Tupurkovski ha gia' dichiarato che i voti da
lui ottenuti con il primo turno non sono chiusi
in un sacco e non li puo' consegnare cosi' come
sono a Trajkovski, mentre il leader del DPA,
dopo un incontro amichevole con quest'ultimo, ha
rilasciato una dichiarazione analoga. Di
conseguenza, riuscire a convincere i rispettivi
elettori a votare a favore del candidato della
VMRO-DPMNE, sara' qualcosa di veramente
difficile da realizzare al secondo turno.
Inoltre, e' logico presupporre che gli albanesi,
i quali hanno gia' svolto il loro ruolo al primo
turno (indicando di sostenere in grande
maggioranza il DPA), si asterranno per la
maggior parte nel sceondo turno, perche' la
competizione tra i due candidati macedoni non li
riguarda. [...] Gli elettori che hanno votato
per Tupurkovski, ma anche per Stojan Andov (piu'
di 100.000), inoltre, sembrano essere
ideologicamente piu' vicini al candidato della
SDSM Petkovski, al quale, con ogni probabilita'
e se si recheranno alle urne al secondo turno,
daranno il proprio voto.
Il primo turno delle presidenziali ha avuto
effetti anche all'interno dei singoli partiti.
Nel caso della VMRO-DPMNE, esso da' al suo
leader l'occasione per sbarazzarsi di coloro che
negli ultimi tempi si erano rafforzatti e
avevano creato dei centri di potere autonomi.
[...] Nella SDSM, se Petkovski conquistera' la
poltrona di presidente, difficilmente Branko
Crvenkovski conservera' la posizione di leader,
perche' ha perso le elezioni parlamentari
dell'anno scorso e l'uomo contro la cui
candidatura si era espresso vincerebbe le
elezioni presidenziali. A livello di partiti,
l'unico ad avere vinto, a quanto sembra, e' il
DPA di Arben Xhaferri, poiche' il suo opponente
politico, il Partito per la Prosperita'
Democratica di Abdurrahman Haliti, ha
chiaramente perso e la sua scomparsa dalla scena
politica e' solo questione di tempo.
[...] "Non e' stato Petkovski a vincere, ma e'
stato Trajkovski a perdere ", ha detto qualcuno
questi giorni. Le possibilita' per Tito
Petkovski di trionfare al secondo turno, se le
cose si evolvono normalmente, sono molto forti.
Se cio' avverra', la Macedonia avra' un
presidente che passa per un politico della
vecchia guardia del periodo socialista, accusato
a chiare lettere di condurre una politica
"jugonostalgica" e di essere stato agente del
famigerato KOS [i servizi segreti dell'esercito
della Jugoslavia socialista - N.d.T.], cosa che
non ha mai smentito. Tutto lascia pensare che un
insuccesso di Petkovski lo si potrebbe avere
solo con un alto tasso di astensioni al secondo
turno. Se votera' meno del 50 per cento degli
elettori, le elezioni presidenziali non saranno
valide e ne verranno indette di nuove entro un
termine di 6 mesi.
LA VMRO-DPMNE PERDE LE ELEZIONI PRESIDENZIALI
PER LA SUA INCOMPETENZA E LA SUA ARROGANZA
di Saso Ordanoski - ("Kapital", 6-12 novembre
1999)
SKOPJE - [...] Le cause dell'insuccesso elettorale di Trajkovski sono
complesse. Indubbiamente egli e' vittima del cattivo lavoro del governo.
L'esecutivo guidato da Georgievski, composto da tre partiti diversi con
piattaforme politiche e ideologiche diverse, nel corso dei dieci mesi del suo
governo ha dato prova di grande incoerenza e scarsa coordinazione nel suo
lavoro, ai quali si sono aggiunte liti aperte e reciproche accuse. I grandi
cambiamenti promessi sono stati sostituiti nella pratica da una purga tra i
quadri dell'amministrazione statale, che ha colpito migliaia di funzionari,
sostituiti da esponenti di partito "fidati", ma spesso incompetenti. Il governo
e' stato attraversato ai suoi massimi vertici da due grandi scontri tra fazioni
diverse. Il primo scontro e' stato quello all'interno della VMRO-DPMNE, tra i
vicepresidenti Dosta Dimovska e Boris Stoimenov. Queste due ali sono quella
ideologica (della Dimovska, responsabile dei quadri della VMRO-DPMNE) e quella
della business-frazione (di Stoimenov, attualmente ministro delle finanze). Il
secondo conflitto e' stato quello tra i quadri di partito della VMRO-DPMNE e
gli esponenti di Alternativa Democratica (DA) il partito di Vasil Tupurkovski.
I maggiori danni, tuttavia, sono venuti dal "progetto Taiwan", al quale Ljubco
Georgievski ha preso parte come una "giovane sposa" prima della prima notte di
matrimonio. Ora che e' chiaro come il riconoscimento di Taiwan abbia arrecato
un grande danno politico, diplomatico ed economico alla Macedonia, Georgievski
cerca di uscire in qualche modo come politicamente vergine da questo
"matrimonio per interesse".
CHI E' IL PIU' GRANDE NAZIONALISTA
Anche la crisi del Kosovo ha svolto il suo ruolo. Essa ha impegnato il
potenziale economico e politico del governo non appena esso era salito al
potere. Ma la politica confusa condotta da Georgievski rispetto al Kosovo, ha
provocato la reazione negativa dell'opinione pubblica macedone, che e'
eccezionalmente sensibile alla questione albanese. Georgievski ha consentito
che grande parte del business illegale e mafioso dal Kosovo passasse sotto la
giurisdizione di Arben Xhaferri [il leader del DPA - N.d.T.] e questo e' il
risultato di un accordo segreto tra Xhaferri e Georgievski. E' in una tale
atmosfera che si e' inserita la campagna elettorale di Tito Petkovski, il quale
e' riuscito a dare l'impressione che il governo non ha una posizione rispetto a
questioni essenziali delle relazioni tra macedoni e albanesi. Cosi' si e'
giunti a un paradosso politico possibile solo nei Balcani: il nazionalista
Trajkovski ha accusato il socialdemocratico Petkovski di condurre una campagna
elettorale sciovinista e antialbanese.
LA GRANDE PURGA
Ora la Macedonia si trova ad affrontare due scenari elettorali. Uno e' una
questione di matematica: i mercanteggiamenti con la VMRO-DPMNE e con la SDSM
per stabilire su chi verranno diretti i voti dei candidati non qualificatisi
per il secondo turno. Si parla di nuovo di scenari secondo i quali vi sarebber
un boicottaggio al secondo turno da parte dei partiti della coalizione di
governo, per causare una ripetizione del voto. Dopo essere caduto nella
disperazione, Georgievski ha deciso di agire in maniera radicale. Ha sostituito
decine di dirigenti delle maggiori organizzazioni locali della VMRO-DPMNE. Nel
governo, secondo fonti bene informate, veranno sostituiti tutti i ministri
della VRMO-DPMNE a causa dei quali l'esecutivo e' stato criticato nel corso
degli ultimi mesi. Sara' questo il destino di Dimitar Dimitrov, ministro della
cultura, principale "motore della bulgarizzazione" della cultura macedone e uno
dei principali responsabili del fatto che la VMRO-DPMNE sia stata accusata di
essere un partito filobulgaro. E' stato sostituito anche Mladen Srbinovski,
appena nominato direttore della Biblioteca Nazionale, da anni sostenitore della
tesi secondo cui i macedoni sono bulgari. Dell'elenco fa parte anche Nenad
Novkovski, ministro per l'educazione, che con le sue mosse politiche spesso
folli e' stato all'origine di dispute spiacevoli [sua, tra le altre cose, la
decisione di reintrodurre l'insegnamento della religione ortodossa nelle scuole
macedoni e di aprire in tutte le scuole l'anno scolastico con una messa
obbligatoria - N.d.T.]. Segue [poi il nome di] Boris Stoimenov, ministro delle
finanze, per i gia' descritti intrighe nel conflitto con Dosta Dimovska [...].
E' POSSIBILE UNA SVOLTA?
[...] Gli elettori ritengono il modo in cui lavora la VMRO-DPMNE incompetente e
arrogante e hanno approfittato della prima occasione per dimostrarlo con
chiarezza. Vi sono anche i fallimenti di alcuni grandi progetti di politica
estera come il "progetto Taiwan" o i rapporti con la Bulgaria. Da una parte,
riguardo a Taiwan tutto e' chiaro: il prezzo di questo accordo poco chiaro deve
essere pagato. Dall'altra, l'eccessiva accelerazione nello sviluppo dei
rapporti con la Bulgaria, accompagnata da una
serie di incidenti e scandali, si e' dimostrata
controproducente non solo per l'autorevolezza
della VMRO-DPMNE come partito, ma anche per
l'evoluzione degli stessi rapporti tra Macedonia
e Bulgaria. Nessuno dei politici macedoni e'
contrario allo sviluppo di buoni rapporti con
tutti i paesi vicini, ivi inclusa la Bulgaria,
ma la promozione politica di tutto cio' che e'
bulgaro, che la VMRO-DPMNE ha apertamente reso
parte del suo lavoro, ha irritato gli elettori
piu' di quanto Ljubco Georgievski fosse pronto a
credere. Probabilmente questo risultato
elettorale contiene messaggi che devono essere
colti anche da alcuni fattori nella stessa
Bulgaria. [...]
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