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Notizie Est #271 - Bulgaria
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- Date: Mon, 25 Oct 1999 18:57:36 +0200
- Posted-Date: Mon, 25 Oct 1999 19:09:52 +0200
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NOTIZIE EST #271 - BULGARIA
25 ottobre 1999
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AMMINISTRATIVE BULGARE: GOVERNO SCONFITTO,
OPPOSIZIONI IN DIFFICOLTA'
di Andrea Ferrario
Risultano oggi chiari, a elezioni amministrative
terminate, i motivi dell'evidente nervosismo di
cui ha dato prova il governo bulgaro negli
ultimi giorni prima del voto (si veda "Notizie
Est" #268, 16 ottobre 1999). Nonostante la
vittoria nominale di strettissima misura in
termini di percentuale nazionale, e' totalmente
fallito il progetto dell'Unione delle Forze
Democratiche (SDS), il partito che controlla il
governo di Sofia, di crearsi una base di potere
solida a livello locale, due anni dopo avere
conquistato la maggioranza assoluta dei seggi
parlamentari nelle elezioni politiche. Si tratta
di una sconfitta resa ancora piu' rilevante dal
fatto che la SDS ha goduto in tutto questo
periodo di un ampissimo controllo sui media, sul
sistema giudiziario, sulle aziende locali e
sulle amministrazioni regionali (nominate
d'ufficio dal governo), nonche' di un chiaro ed
esplicito appoggio da parte dell'Occidente, che
non ha mancato, per esempio, di ufficializzare
la richiesta di apertura di trattative per
l'ammissione nell'UE a pochi giorni dal voto,
fatto largamente sfruttato a fini
propagandistici dal governo di Sofia. Ma non
solo i larghi poteri discrezionali di cui gode e
l'appoggio internazionale rendevano piu' facili
al governo bulgaro ottenere un successo alle
amministrative: uno dei fattori decisivi nel
rendergli molto piu' semplici i compiti era
rappresentato da un'opposizione praticamente
inesistente e largamente discreditata.
Nonostante tutti questi fattori, la "conquista"
delle amministrazioni locali non c'e' stata e il
governo ha dovuto ammettere la sconfitta di
fatto, di fronte alla raffica di critiche da
parte degli organi di stampa.
CHI PIU', CHI MENO, TUTTI SCONFITTI
Il dato piu' notevole di queste elezioni e'
stato l'astensionismo, che ha toccato livelli
record per la Bulgaria: a livello nazionale al
primo turno ha votato il 45% circa degli aventi
diritto al voto, con punte significativamente
basse in grandi centri come Sofia (38%) e Varna
(35%). Paradossalmente, al secondo turno la
percentuale e' stata piu' alta, ma il dato,
visti i risultati che andremo a elencare sotto,
sembra essere interpretabile come una
mobilitazione "punitiva" da parte degli
elettori. Mancano ancora i dati definitivi, ma a
livello nazionale la percentuale dei votanti al
secondo turno dovrebbe aggirarsi sul 50%, con
balzi in avanti particolari come a Varna, dove
al ballottaggio avrebbe votato circa il 55%
degli aventi diritto al voto. Proprio Varna,
importante porto sul Mar Nero e terza citta' del
paese per numero di abitanti, e' uno dei casi
piu' esemplari: l'aumento dei votanti al
ballottaggio per l'elezione del sindaco e'
andato unicamente a vantaggio del candidato
indipendente sostenuto dal Partito Socialista
Bulgaro (BPS), che ha seccamente sconfitto
quello della SDS, la quale perde quindi una
delle piu' importanti citta' del paese, sua
tradizionale roccaforte fino alla settimana
scorsa. Anche l'altra grande citta' sul Mar
Nero, Burgas, per la quale sono allo studio
importanti progetti infrastrutturali
internazionali (Corridoio n. 8, tra gli altri),
ha visto una netta vittoria del BSP. La SDS ha
subito sconfitte brucianti in altri importanti
centri del paese, come Blagoevgrad, capoluogo
della Macedonia bulgara, Razgrad, uno dei centri
della Bulgaria nord-orientale dove e' piu' densa
la presenza dell'etnia turca, Gabrovo, centro
industriale dell'area centrale. La destra al
governo e' riuscita comunque a confermare il
controllo che gia' deteneva delle due maggiori
citta' del paese, Sofia e Plovdiv. Ma il dato di
Sofia suona in realta' come un pesante
avvertimento per il governo. Qui infatti il
candidato sindaco era uno degli uomini piu'
popolari del paese (grazie anche a un ampio
battage pubblicitario e agli ottimi rapporti con
istituzioni finanziarie internazionali), vale a
dire il sindaco in carica Stefan Sofijanski.
Quest'ultimo ha apparentemente ottenuto una
vittoria schiacciante gia' al primo turno (68%),
ma se si considera che solo il 38% degli
elettori si e' recato alle urne si ha che
l'unico esponente della SDS che gode di un
consistente seguito popolare e' riuscito in
questa occasione a mobilitare solo il 25%
dell'elettorato. Il dato complessivo nazionale
del voto per i consiglieri comunali vede l'ODS
(coalizione costituita in massima parte dalla
SDS) ottenere il 30,37% dei mandati, il BSP il
30,31%, il DPS (partito della minoranza turca)
il 7% ed Evrolevica (socialdemocratici
fuoriusciti dal BSP) il 6% (gli ultimi due dati
non sono ancora definitivi). La percentuale
ottenuta dalla coalizione guidata dalla SDS non
solo e' largamente inferiore ai suoi obiettivi,
ma e' ulteriormente sminuita dal fatto che in
realta' molte liste "indipendenti", destinatarie
di buona parte del restante 30% circa di voti
"vari", erano liste appoggiate dal BSP o da
Evrolevica. Va notato, pero', che nemmeno il BSP
puo' cantare vittoria: non solo, infatti, non e'
riuscito ad approfittare in maniera sufficiente
dell'evidente scontento, ma per riuscire a
ottenere il suo risultato ha dovuto ricorrere in
misura larghissima a candidati indipendenti
(come nel caso di Varna), un segno del fatto che
la sua sigla rimane ancora discreditata e
impopolare dopo la disastrosa esperienza del suo
governo, caduto nel 1997. Che anche il BSP sia
stato oggetto di un voto di protesta lo
dimostrano i casi di Pleven, roccaforte del
partito, persa a favore della SDS, e della
regione di Montana, tradizionalmente "rossa",
dove il BSP ha perso il controllo di molti
centri medi e minori. L'ultimo dato rilevante di
queste elezioni e' quello della sconfitta del
DPS, il partito della minoranza turca, che ha
perso il controllo del capoluogo dell'unica
regione a maggioranza turca del paese, quella di
Kardzali, dove il suo sindaco uscente Rasim Musa
e' stato battuto dal candidato indipendente
Rumen Dimitrov, sostenuto tra gli altri dalla
SDS (e si tratta forse dell'unico importante
successo politico di quest'ultima). Il DPS paga
evidentemente lo scotto non solo dell'ampia
corruzione tra le sue fila (fenomeno comune a
tutte le forze politiche), ma anche del suo
disinteresse per i problemi reali della
minoranza turca, cioe' la gravissima situazione
sociale e la negazione di fatto dei suoi diritti
nazionali.
QUALI SARANNO LE CONSEGUENZE DEL VOTO?
Il premier Kostov, nella sua conferenza stampa
dell'altroieri, 23 ottobre, ha ammesso che il
voto e' stato un "avvertimento" per il suo
partito, ma si e' limitato ad affermare che
"bisognera' cambiare stile di lavoro",
aggiungendo, tuttavia, "senza modificare di una
virgola le riforme avviate". E' difficile
prevedere che vi siano rilevanti cambiamenti
immediati nella politica del governo, e questo
soprattutto perche' l'opposizione e'
assolutamente debole e passiva, mentre e' ancora
forte il sostegno internazionale. Quello che
invece e' probabile e' l'inizio di un periodo di
faide interne al partito, tenute sotto controllo
fino a oggi, ma che dopo la sconfitta elettorale
sara' difficile tenere a freno. Un ampio
controllo del potere locale, infatti, e' di
importanza fondamentale per mantenere salde le
strutture di una forza politica, in un paese
povero di risorse e di prospettive di sviluppo
come la Bulgaria. E' a livello locale che si
puo' costruire una rete di potere effettivamente
ampia, in grado di mantenere una classe di
burocrati tale da dare basi solide al partito
(e, non e' un segreto per nessuno, ottenere gli
introiti piu' o meno "legittimi" che soli
possono mantenere tale classe). Senza questa
base solida la SDS rischia da una parte di
attirare sempre piu' l'attenzione sulle
difficolta' della sua politica nazionale e,
dall'altra, di perdere nel tempo uomini e
settori del partito che meno possono sperare di
attingere al bottino centrale "statale". In
fondo il BSP, dopo la secca sconfitta alle
elezioni politiche del 1997, e' riuscito a
sopravvivere come forza organizzata soprattutto
grazie al controllo della maggior parte delle
municipalita' del paese. E a proposito del BSP,
non si puo' non rilevare, come gia' accennato
sopra, che non e' stato capace di sfruttare lo
scontento e di fare dimenticare il suo
malgoverno. Anche questo partito dovra' fare i
conti con il fatto di avere perso ora gran parte
del potere locale conquistato nel 1995, nel suo
momento di massima popolarita', fatto che
potrebbe favorire ulteriormente le forze
centrifughe al suo interno, presenti sia
nell'ala "destra" (socialdemocratici) sia in
quella "sinistra" (nazional-patriottici e
pseudocomunisti). Il DPS, infine, dovra'
decidere quale strada prendere. Il suo leader,
Ahmed Dogan, ha minacciato un acuirsi delle
tensioni etniche nel paese, ma sembra piu' un
messaggio mirato in questo momento a ottenere
maggiore peso a livello internazionale che,
vista la realta', un'effettiva dichiarazione
d'intenti. Se si considera la linea seguita fino
a oggi dalla dirigenza del partito, e' piu'
probabile che esso cerchi di diluire la propria
immagine "etnica" dando vita a una nuova
formazione con forze minori di tendenza liberale
(un processo gia' avviato l'anno scorso e per il
momento arenatosi), oppure di assumere ancora di
piu' il ruolo di garante della "pace etnica" nel
paese, magari con qualche occasionale mossa
populistica mirata a ottenere maggiore peso in
successivi mercanteggiamenti. Ma la situazione
del suo elettorato e' davvero gravissima sotto
tutti gli aspetti e pertanto la sconfitta alle
elezioni amministrative apre ampi spazi a
eventuali nuovi soggetti o personalita' che
facciano riferimento alla comunita' nazionale
turca.
(sulla base dei servizi trasmessi nelle ultime
due settimane dalla Televisione di stato bulgara
e della selezione di articoli dalla stampa
quotidiana bulgara pubblicata dal sito "BG News
& Media", http://www.db.online.bg/bg/news.main)
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