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Notizie Est #267 - Macedonia
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- Subject: Notizie Est #267 - Macedonia
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- Date: Thu, 7 Oct 1999 18:24:45 +0100
- Organization: Est
- Posted-Date: Thu, 7 Oct 1999 18:38:22 +0200
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NOTIZIE EST #267 - MACEDONIA
7 ottobre 1999
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LE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN MACEDONIA:
INCERTEZZA FINO ALL'ULTIMO
di Saso Ordanovski - ("Kapital", 18-24 settembre
1999)
[In Macedonia si svolgeranno a fine mese mese
importanti elezioni presidenziali, di cui
riferisce l'articolo del settimanale bulgaro
"Kapital" che riportiamo qui sotto. Con
l'occasione ricordiamo che nei Balcani sono
imminenti altri appuntamenti elettorali. In
Bulgaria il 16 ottobre si svolgeranno elezioni
amministrative, per le quali si prevede una
vittoria della destra al governo, anche se il
calo di popolarita' dell'esecutivo potrebbe
riservare sorprese, rese tuttavia piu'
improbabili dalla debolezza dell'opposizione.
Anche in Serbia a novembre si svolgeranno
elezioni amministrative, che saranno un
importante test degli umori politici nel paese
dopo la guerra. Non e' invece ancora stata
fissata la data precisa delle elezioni
parlamentari in Croazia, che secondo le
previsioni dovrebbero svolgersi tra dicembre e
gennaio e, stando ai sondaggi, dovrebbero vedere
una secca sconfitta per la HDZ di Tudjman - a.f.]
SKOPJE - Dalla dichiarazione della sua
indipendenza fino a oggi la Macedonia non ha
ancora assistito a elezioni con un risultato
piu' incerto di quelle ormai imminenti, che
cominceranno ufficialmente il primo ottobre.
Alla corsa per conquistare il posto di
presidente della repubblica partecipano sei
forti candidati: l'attuale viceministro degli
esteri Boris Trajkovski della VMRO-DPMNE; il
candidato dell'Unione Socialdemocratica (SDSM),
Tito Petkovski, gia' presidente del parlamento
macedone e uomo presente sulla scena politica
macedone da piu' di 20 anni; il presidente di
Alternativa Democratica (DA), Vasil Tupurkovski,
alto funzionario di partito nella ex Jugoslavia,
partner di coalizione nell'attuale governo e
fino a poco tempo fa candidato non ufficiale
dell'intera coalizione; Stojan Andov, politico
di lunga data, ex ambasciatore jugoslavo in
Iraq, primo presidente del parlamento macedone
dopo la dichiarazione di indipendenza e attuale
alto funzionario del Partito Liberaldemocratico
(LDP), che si presenta coma candidato
indipendente, puntando a un bacino elettorale
che va oltre il suo modesto partito; e infine i
due albanesi, Muhamed Halili (fino a poco tempo
fa ambasciatore in Danimarca, appartenente al
Partito della Prosperita' Democratica, PDP), e
Muharem Nexhipi, attualmente viceministro della
sanita', candidato del Partito Democratico degli
Albanesi (DPA), che fa parte della coalizione di
governo. Questa composizione delle candidature
e' il frutto di un lungo dramma politico
svoltosi nelle fila della coalizione al governo
(VMRO-DPMNE, DA e DPA), che non ha trovato forze
e volonta' politica sufficienti per presentarsi
con un unico candidato presidenziale. Tale fatto
e' illustrato nel migliore dei modi dai cattivi
rapporti tra i partner politici nel governo, che
dopo soli otto mesi al potere rimangono
coinvolti almeno una volta alla settimana in
qualche scandalo politico. Se l'unita' tra i
partner e' stata conservata, lo si deve solo al
regolare intervento settimanale dei maggiori
leader di partito, che "cinque minuti prima di
mezzogiorno" riescono a concordare in qualche
modo il proseguimento della collaborazione a
livello governativo. Tutte le analisi indicano
che nonostante i candidati con le maggiori
chance di passare alla seconda e decisiva
tornata di voto presidenziale siano i
rappresentanti dei due maggiori partiti,
Trajkovski per la VMRO-DPMNE e Petkovski per la
SDSM, gli altri due candidati di etnia macedone
non sono assolutamente fuori dal gioco.
Tupurkovski e' completamente compromesso agli
occhi dell'opinione pubblica a causa del
fallimento del "progetto Taiwan" [nei mesi
scorsi la Macedonia ha riconosciuto Taiwan su
iniziativa di Tupurkovski, il quale aveva
promesso l'arrivo di 1 miliardo di dollari di
investimenti in brevissimo tempo, cosa che non
e' avvenuta - N.d.T.]. Ma egli e' un abile
demagogo e populista politico, le cui risorse
nel manipolare l'elettorato non vanno
sottovalutate. A sua volta, Stojan Andov e' il
candidato dal formato politico probabilmente
"piu' presidenziale": possiede una grande
esperienza politica e l'ambizione personale per
una tale carica, ma gode di uno scarso sostegno
da parte degli elettori. Le sue possibilita'
risiedono nell'eventuale decisione, da parte
degli elettori, che i destini politici della
Macedonia non devono essere cercati solamente
nei due maggiori partiti, la VMRO-DPMNE e la
SDSM, sufficientemente discreditata a causa
degli errori compiuti al governo. Inoltre, i
mercanteggiamenti politici riguardo a chi gli
albanesi daranno il loro voto al secondo turno
delle elezioni incideranno molto, o saranno
addirittura decisivi per il risultato finale.
Naturalmente, cio' vale solo nel caso in cui gli
albanesi decideranno di recarsi a votare per un
macedone, cosa che non e' affatto scontata.
MATEMATICA ELETTORALE
E' noto che gli elettori macedoni, circa un
milione e mezzo di persone, di norma si recano a
votare in misura del 60-70%. Si tratta di una
percentuale che, grosso modo, corrisponde a poco
piu' di un milione di elettori. Se da questa
cifra si sottrae l'elettorato duro
rispettivamente della VMRO-DPMNE e della SDSM
(circa 250.000 per ciascuno dei due partiti) e
gli elettori albanesi (circa 200.000), rimangono
circa 300.000-400.000 elettori, sui quali fanno
affidamento tutti i candidati di etnia macedone.
La lotta per conquistare gli elettori ancora
indecisi, la cui percentuale, secondo le attuali
inchieste, si avvicina al 35-40%, sara'
chiaramente senza esclusioni di colpi e di
mezzi, visto che saranno loro a decidere il
vincitore ultimo. Le vere complicazioni,
tuttavia, cominceranno solo al secondo turno
delle elezioni. Secondo la costituzione, le
elezioni possono essere convalidate solo se ha
votato almeno il 50% degli aventi diritto al
voto. E poiche' al secondo turno giungeranno
solo i due candidati con piu' voti, gli albanesi
con ogni probabilita' rimarranno senza un
candidato della propria etnia. Questo vuol dire
che al secondo turno si scontreranno due
candidati di etnia macedone, ma in caso di
eventuale astensione dal voto da parte
dell'elettorato albanese, gli elettori di
origine macedone dovranno recarsi alle urne in
misura eccezionalmente alta (quasi 800.000
persone) affinche' le elezioni siano valide.
Sono possibili anche altre combinazioni
matematiche. Il vicepresidente del parlamento
macedone Tomislav Stojanovski-Dalavera della
VMRO-DPMNE ha dichiarato apertamente ai media
che nel caso in cui il candidato Trajkovski non
dovesse arrivare al secondo turno, la VMRO-DPMNE
lavorera' per il "fallimento" delle intere
elezioni, invitando i cittadini a non recarsi
alle urne in occasione del secondo turno. A
Skopje c'e' la paura che cio' possa essere
l'occasione di un'agguerrita battaglia
elettorale tra i partiti, senza risparmi di
mezzi per la conquista della piu' alta carica
statale. Per ora i quartieri generali dei
partiti nascondono le proprie strategie, ma e'
quasi sicuro che tra i principali argomenti che
verranno impiegati contro Trajkovski vi saranno
la sua appartenenza religiosa (e' un noto
esponente metodista) e il fatto che suo padre,
nel corso delle tempeste storiche dei Balcani,
si sia definito come bulgaro. Dall'altra parte,
non vi e' dubbio che la VMRO-DPMNE stia
preparando un nutrito "dossier" sul curriculum
di partito e politico del candidato
dell'opposizione, Tito Petkovski, ai tempi del
regime comunista. [...]
LE LOTTE FRAZIONISTICHE ALL'INTERNO DEI PARTITI
Una delle cose piu' interessanti sara' vedere
come le lotte interne alla VMRO-DPMNE si
rifletteranno sulla campagna presidenziale di
questo partito. La frazione dell'attuale
ministro delle finanze e vicepresidente del
partito Boris Stoimenov, leader della cosiddetta
"ala business" del partito, e' aspramente in
conflitto con la vicepremier e vicepresidente
del partito Dosta Dimovska. Stoimenov non aveva
nascosto la propria ambizione di essere lui il
candidato del partito alle presidenziali. Il
conseguimento di questo obiettivo gli e' stato
in gran parte impedito da Dimovska, leader della
cosiddetta corrente "ideologicamente dura". Si
ritiene che l'attuale candidato Boris Trajkovski
sia frutto della scelta di Dimovska. In questi
ultimi giorni prima dell'inizio ufficiale della
campagna, che comincera' il 30 settembre, tale
scontro ormai non e' piu' un segreto. Dimovska
non nasconde la sua insofferenza nei confronti
di Stoimenov, definendolo nei corridoi un
"delinquente" e una persona dedita a "intrighi
finanziari". Stoimenov le ribatte con parole
analoghe (non ufficialmente), definendo Dimovska
la colonna portante dell'idea di "Grande
Bulgaria" in Macedonia. Si prevede che il
conflitto culminera' nel luogo piu' delicato:
nel ministero macedone degli interni. In
ambienti bene informati si dice da tempo che
l'amicizia tra il ministro degli esteri Pavle
Trajanov e Boris Stoimenov sia ormai di lunga
data e risalga al precedente governo, quando
Trajanov era un alto funzionario della polizia
(capo della sezione analisi del Ministero degli
Interni). Alcuni osservatori interpretano il
fiorire delle attivita' imprenditoriali di Boris
Stoimenov come risultato dei suoi buoni rapporti
con Trajanov. (Non dimentichiamo che egli e'
entrato nel governo come esponente di un partner
di coalizione, Alternativa Democratica, ma
subito dopo avere occupato la poltrona
ministeriale ha cambiato "abito di partito" e si
e' inaspettatamente avvicinato alla VMRO-DPMNE).
Dall'altra parte, e' noto che Dosta Dimovska ha
conquistato il controllo della polizia macedone
grazie ai cambiamenti di quadri da lei messi in
atto per il tramite del direttore del personale
in uniforme, Pane Velev, e del vicedirettore dei
servizi segreti macedoni, Ljube Boskovski. Gli
scontri tra il ministro Trajanov e i suoi due
sottoposti, che egli non puo' sollevare dal loro
incarico a causa del sostegno dato loro da
Dimovska, si sono ormai fatti quotidiani,
pubblici, sempre piu' comici, ma con gravi
conseguenze per il lavoro della polizia. Proprio
a questo livello si prevede un "regolamento dei
conti" tra Dimovska e Stoimenov. Tutto cio'
lascera' dei profondi segni sulle possibilita'
del candidato della VMRO-DPMNE Boris Trajkovski
di ottenere un successo alle elezioni. La gente
e' molto insoddisfatta di come ha lavorato fino
a oggi il nuovo governo, che ha promesso
cambiamenti, ma nei fatti si comporta in maniera
analoga, o addirittura peggiore, del precedente
governo della SDSM. Gli scandali che hanno
colpito il governo, e i suoi errori, sono
innumerevoli. Trajkovski dovra' cercare di
spiegarli in qualche modo, anche nei casi in cui
siano attribuibili ai partner di coalizione, e
non alla VMRO-DPMNE. Da parte sua, Tito
Petkovski e' da lungo tempo tra coloro che
maggiormente si oppongono all'influenza e del
potere di Branko Crvenkovski [ex premier nel
precedente governo - N.d.T.] nella SDSM. Gli
"uomini di Tito" sono meno numerosi dei
sostenitori di Crvenkovski, ma si dice che siano
ben piazzati all'interno della struttura del
partito, negli ambienti affaristici e nello
stato. Se Petkovski perdera' le elezioni, si
trattera' di una grande vittoria per Crvenkovski
all'interno del partito. Se invece verra' eletto
presidente, per la carriera di Crvenkovski come
presidente della SDSM i giorni cominceranno a
essere contati. Per questo non sono del tutto
privi di fondamenti le ipotesi di molti, secondo
cui determinati ambienti all'interno della SDSM
lavoreranno affinche' Petkovski alla fine non
esca come vincitore da questa competizione
elettorale. Da tutto quello che abbiamo esposto
fino a qui risulta che la Macedonia sta entrando
in una campagna elettorale piena di incognite.
Sia per il governo, che per l'opposizione,
queste elezioni sono molto importanti, poiche'
sono la prima verifica del loro rating tra gli
elettori dopo le elezioni parlamentari dell'anno
scorso.
[Il settimanale macedone "Forum" ha pubblicato
nel suo numero del 24 settembre scorso i
risultati della prima indagine preelettorale
seria compiuta per queste presidenziali (1.000
intervistati nelle maggiori citta' del paese,
nonche' nelle zone rurali). Secondo i dati
raccolti, l'82,6% degli intervistati ha espresso
l'intenzione di recarsi a votare; tra gli
elettori di etnia macedone il dato e' dell'85%,
mentre tra quelli di etnia albanese e' del 76%.
La citta' con il numero piu' alto di persone
intenzionate a votare e' Stip (97%), quella con
il numero piu' basso e' Tetovo, "capitale"
dell'area a maggioranza albanese (66%). A fine
settembre, il candidato che godeva delle
maggiori preferenze era Tito Petkovski, della
SDSM (19,3%), seguito di stretta misura da Boris
Trajkovski, della VMRO-DPMNE (18,2%).
Sorprendentemente alto il numero delle
preferenze per l'"indipendente" Stojan Andov
(12,4%), e piuttosto basso quello di
Tupurkovski, di DA (7,5%). Tra i candidati
albanesi, Nexhipi, del DPA, registra un numero
di preferenze (9,6%) quasi doppio rispetto a
quelle ottenute dal candidato del PDP, Halili
(4,9%). La percentuale di coloro che sono ancora
incerti e' del 21,4%. Tra gli altri dati
dell'inchiesta vi e' da segnalare che per
Petkovski voterebbe circa un 2,7% di albanesi,
per Tupurkovski un 2,2%, mentre per Trajkovski
la percentuale di elettori albanesi sarebbe uno
0,0% tondo. Nelle zone rurali, il distacco tra i
due principali candidati sarebbe maggiore (13,4%
per Petkovski, 10,8% per Trajkovski), mentre
nelle citta' l'"indipendente" Andov otterebbe
quasi il triplo di voti rispetto alle zone
rurali (15,6% contro 5,8%).]
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