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da Pristina: Radio Kontakt, Sonja Nikolic.
L'intervista che segue è stata realizzata con Sonja Nikolic, direttrice
di Radio Kontakt e trasmessa venerdì 27 ottobre 2000 durante la
trasmissione "Ostavka!" sulle frequenze di Radio Onda d'Urto. Radio
Kontakt è l'ultima radio indipendente e multietnica presente in Kosovo.
Attualmente a Pristina, dove la radio ha sede, degli oltre 40mila serbi
presenti prima dell'ingresso della KFOR nel giugno 1999, ne sono
rimasti poche centinaia. Sonja è oltretutto membro del parlamento
provvisorio del Kosovo voluto dall'ONU in qualità di rappresentante
serba.
Questa estate è passata tranquilla per radio Kontakt? Le tensioni sono
diminuite oppure continuano?
Le tensioni sono aumentate grazie alla campagna pre-elettorale che
hanno condotto soprattutto gli albanesi, perché i serbi non partecipano
a queste elezioni. Siamo rimasti quasi senza giornalisti serbi qua in
Kosovo ma abbiamo il sostegno della comunità internazionale quindi
speriamo di riuscire a rimanere a Pristina (come ci hanno promesso) ed
è questa la cosa per la quale sto maggiormente lottando in questo
momento.
Come vedi le elezioni di domani (28/10) in quanto membro del parlamento
temporaneo del Kosovo?
Le elezioni sono una delle cose più importanti per la costruzione di
tutte le istituzioni in grado di portare un cambiamento positivo in
particolare in Kosovo; quindi questo sarà l’inizio di una
ricostruzione democratica che dovrebbe dare delle possibilità per una
convivenza civile tra le varie etnie, un impegno che tutti noi stiamo
portando avanti.
Si tratta di elezioni comunali quindi di basso profilo: è comunque un
primo passo. Nei comuni si instaurerà un certo tipo di governo grazie
al quale una serie di cose dovrebbe rientrare sotto controllo in quanto
ora rappresentano un grande ostacolo per la costruzione delle
istituzioni democratiche di cui il Kosovo ha tanto bisogno. Sono
dispiaciuta del fatto che i serbi non abbiano partecipato a queste
elezioni. Il problema principale era la sicurezza, la gente non si
sentiva affatto sicura di andare alle urne; bisogna fare in modo che
anche loro prendano parte alla costruzione delle istituzioni
democratiche e trovino una formula di conciliazione ma gli umori dei
serbi erano pessimi. Con questo boicottaggio volevano sottolineare la
loro posizione precaria, vivono in continuo pericolo per le loro vite
ma io spero che si riuscirà a trovare una soluzione per una convivenza
pacifica anche grazie alla comunità internazionale e a tutti quelli che
dimostreranno la buona volontà di contribuire alla democratizzazione.
Credi che attraverso queste elezioni indette dall'Unmik ci sarà la
possibilità che si serbi del Kosovo siano rappresentati e quindi
abbiano un futuro in questa regione?
Questo era un problema preesistente all’inizio della campagna
elettorale che dopo il censimento era discutibile; si sa che dopo la
firma della dichiarazione di Washington la parte albanese ha accettato
l’esistenza dei rappresentanti serbi dietro la proposta di Kouchner, ma
che comunque non potevano partecipare in tutto questo per vari motivi.
Spero che ogni passo porterà delle cose positive.
Come cambiano le prospettive per il Kosovo in seguito ai risultati
delle recenti elezioni avvenute in Serbia?
Le tensioni sono aumentate grazie alle frange più radicali ed
estremiste che non hanno interessi nella soluzione della situazione,
loro si rifiutano di vedere i cambiamenti, ma è una realtà che devono
accettare tutti e dobbiamo fare in modo che tutto si evolva nel miglior
modo possibile. Conoscete le reazioni della comunità internazionale non
solo in Kosovo ma in tutto il mondo, sapete che sono i cambiamenti che
tutti si aspettavano e che si tratta di una chance in particolare per
la Serbia di fare dei passi verso i cambiamenti democratici e per
entrar a far parte dell'Europa. In Kosovo le reazioni sono diverse ma
esiste una grande paura. Holbrook ha recentemente visitato il Kosovo
dopo di che ha incontrato Kostunica; quest’ultimo ha firmato un
accordo con i leader albanesi in cui si impegna a rispettare i
risultati elettorali e tutto quello che la comunità internazionale
offrirà aprendo un dialogo tra Belgrado e il Kosovo.
Che giudizio dai all' operato di Bernard Couchner dal momento che ha
già annunciato che in seguito a queste elezioni le presenterà le proprie
dimissioni? Quali sono le cose che lui non ha fatto ma andrebbero fatte
dal suo successore?
Per quanto riguarda il signor Couchner lui è uno dei primi che si è
mostrato aperto ai cambiamenti a Belgrado poiché secondo la risoluzione
1244 una parte del paese in cui lui è il presidente, quindi questo
protettorato di cui è rappresentante, ha accettato i cambiamenti
entrando in contatto con Kostunica per dialogare su come mettere in
atto la risoluzione 1244. Si incontreranno a Zagabria il mese prossimo
per mettersi d’accordo sui modi di attuazione di questa risoluzione in
Kosovo.
Per quanto riguarda quello che non si è fatto è facile parlarne senza
però giustificare Couchner, è un compito molto difficile ce ne rendiamo
conto; è facile lanciare le accuse mentre è molto difficile trovare le
vie per una soluzione; ma la mia opinione è che ha fatto il possibile
per rispettare le risoluzione 1244. Senza i kosovari questa attuazione
non è possibile: ci vuole apertura da parte di tutti i cittadini e la
loro partecipazione ma anche un dialogo con Belgrado, senza tutto
questo non sarà possibile. Al successore di Couchner auguro un buon
lavoro.
Sonja, tu sei convinta che attraverso le operazioni della comunità
internazionale si riesca a trovare una soluzione di autonomia per il
Kosovo?
Voi sapete che secondo la risoluzione 1244 è stato firmato che il
Kosovo dovrà ottenere “alta” autonomia, questa è stata una delle
conclusioni di Couchner con Holbrook. Questa è stata una delle prime
domande dei giornalisti presenti, appunto la questione dell’autonomia.
La risposta è che la rissoluzione 1244 secondo la quale il Kosovo deve
avere “alta” autonomia cioè il cosidetto self-goverment è in fase di
attuazione. Si tratta di una cosa molto simile a quella di Dayton;
questa risoluzione contiene anche una specie di costituzione per il
Kosovo che presto sarà messa in pratica. Per quanto riguarda le cose
che verranno aggiunte non si è parlato. Il punto centrale rimane che il
Kosovo dovrà avere un governo proprio. La primavera prossima saranno
indette le elezioni a livello più alto è questo sicuramente contribuirà
all’attuazione dell’autonomia.
A cura di Michelangelo Severgnini e Dusko Djordjevic
la trasmissione "Ostavka!" va in onda tutti i venerdì dalle 18.20
sulle frequenze di Radio Onda d'Urto
(FM 98.0 per Milano, 106.5 per Brescia)
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