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SLOBO E I POST-COMUNISTI (Fwd) [Linea-Rossa]



Per chi non l'ha letto.

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To: <jugoinfo@ecircle.it>
From: "Massimo PIERMARINI" <massimo55@iol.it>
Date sent: Sat, 7 Oct 2000 17:59:11 +0200
Subject: [Linea-Rossa] SLOBO E I POST-COMUNISTI


Abbiamo letto i commenti sulla "caduta" di Slobo. Incredibile, sembra la ripetizione di un copione, un copione che conosciamo. Quello dell'infame propaganda occidentale e occidentalista di marca NATO e UE che considera tutta l'europa orientale come una riserva indiana.
Impressionanti le cifre spese dall'amministrazione USA per sostenere l'opposizione e corrompere gli elettori incerti o ingenui (senza contare i miliardi spesi per la guerra dello scorso anno), il balletto delle cifre elettorali, la danza à deux della Russia e degli USA, lo squallore del giornalismo nostrano ("Repubblica" in testa) che ha rispolverato, dopo i casi di Honecker, Ceaucescu, Oxha tutto il repertorio della concezione (dura a morire) della storia come fatta da Regine buone e Regine cattive, dinastie familiari nobili e felloni da impiccare sui pali. Dualismo manicheo che credevamo ormai da archiviare dopo l"'Ideologia tedesca"(1845) di Marx ed Engels e "Stato e rivoluzione" di Lenin.
Macchè, digiuni di letture marxiste, gli specilisti dell'opinione prefabbricata e della tecnica di controllo mediatica hanno superato se stessi nell'idiozia. I loro pezzi sembrano sermoni domenicali, inni alla gioia, all'esultanza per la "caduta" dell'ennesimo "tiranno comunista"...così dicono. Contagiano persino settori di Rifondazione.

Kostuniza come salvatore e "rivoluzioni" che durano un giorno...un vero miracolo! L'apoteosi del lieto fine! Sembra che la storia sia un sonnellino da consumare tra un cuscino e l'altro, eliminati i cattivi!!!
Già dimenticati i bombardamenti di fabbriche, ospedali, abitazioni, l'uranio impoverito e la radioattività, l'Adriatico pieno zeppo di bombe.... Niente!!! Bisogna essere gioiosi, perchè anche la Serbia, finalmente diventerà una colonia americana, come noi, come i nostri vicini....
Ma andiamo: un semplice confronto tra il comportamento politico di Milosevic, le cui posizioni anti-Nato e anti-USA prima, durante e dopo la guerra e la massiccia distruzione del suo paese, rivelano un livello di coraggio e una determinazione politica incomparabili con quella dei post- comunisti nostrani, la dice lunga sui motivi di tanta gioia manifestata dai pennivendoli del centro-sinistra e dei forcaioli che squadernano i consunti stilemi e le utopie regressive di un anticomunismo anni 50 e le atmosfere da disordini di Ungheria 1956.

Milosevic, come loro, è un post-comunista. Noi non rinunciamo a quel nome, al metodo e alla concezione del mondo proletaria del socialismo scientifico. Ma non siamo così beceri da non capire che il suo nazionalismo (che faceva storcere il naso ai trotskisti d'annata di tutte le sfumature) giocava e giocherà un ruolo essenziale nella lotta dei popoli per la sovranità nazionale e contro l'imperialismo. Insomma che una vittoria dell'imperialismo è una sconfitta dei popoli, del proletariato e dei comunisti di tutto il mondo.
Milosevic non ha mai baciato la mano al Papa o al Segretario di Stato americano. E' una colpa? E' la ragione della sua rovina? Non direi, D'alema, che non ha esistato a prostrarsi ai diktat di Washinton, non ha avuto sorte migliore...
Infine la stampa sottace il punto essenziale: la maggioranza del parlamento federale, per effetto dei risultati elettorali e non di colpi di mano o di coda immaginari, rimane in mano al partito di Milosevic.
E la sinistra jugoslava non muore con l'era Kostunica, come non muore la volontà di indipendenza del popolo jugoslavo.
Certo, manca un soggetto importante, un partito comunista all'altezza della situazione e con un disegno strategico di lungo periodo, una rigorosa impostazione ideologica e programmatica. La politica è il campo della lotta di classe. E' in questo campo che i comunisti giocheranno la carta fondamentale, in Serbia e in Italia, facendo tesoro del bilancio delle vittorie e delle sconfitte.

Massimo Piermarini


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"Io ho dato tutto al sole. Tutto tranne la mia ombra". (Guillaume Apollinaire, Alcools)

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