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Documento di adesione al campeggio di lotta in sicilia-marzameni
CONTRIBUTO DELL'OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI AL CAMPEGGIO DI LOTTA
DI MARZAMENI -SICILIA- 23-30 LUGLIO 2000 SU FLUSSI MIGRATORI E RISPOSTE
MILITARI
Sono passati dodici mesi dal campeggio di Otranto 99 nel quale alcune
realtà dell'antagonismo si riunirono per cercare di comprendere quali
indicazioni trarre dall'esperienza del movimento contro la guerra del
kosovo 99 e se a fronte anche della fase enormemente fluida che si apriva
con l'accellerazione dei processi della " globalizzazione", vi fosse la
necessità di sviluppare nuove forme di aggregazione.
Nelle diverse commissioni sorsero chiaramente alcune differenziazioni di
vedute su tali percorsi con il conseguente rinvio di ulteriori
approfondimenti a dopo le scadenze che si presentavano a breve, sia a
livello internazionale, (es Seattle") che nazionali, che sarebbero potute
essere un elemento significativo di apporto al lavoro di analisi e
comprensione del momento generale che si stava vivendo.
In particolare l'esigenza che veniva da parte dei compagni pugliesi (e di
alcune altre realtà), più direttamente toccati dall'esperienza della
militarizzazione della regione Puglia, elemento che rivestiva un carattere
continuativo da 10 anni a questa parte, risultava non essere recepita a
fondo da altre realtà che avevano avuto un approccio ai problemi della
militarizzazione come elemento sporadico e contingente al solo episodio
della guerra del kosovo.
A distanza di 12 mesi, possiamo ritenere, (anche a fronte dei processi di
accelerazione che si sono innescati in Europa a l riguardo dei temi
dell'allargamento della Nato ad Est, dell'integrazione ad essa di eserciti
e strutture militari di paesi expatto di Varsavia, dell'aumento della
conflittualità in diverse parti del mondo, il riaccendersi la guerra in
Cecenia, ecc. ,) che quella proposta che partiva dai compagni pugliesi: la
costruzione di una struttura di analisi, controinformazione, a carattere
nazionale, su questi temi, debba andare avanti, affinché quello spirito di
Seattle, più volte evocato in questi mesi, diventi elemento costruttivo e
non semplicemente punto di riferimento di pittoresche e ripetitive
iniziative, ma che ben poco hanno di costruttivo e realmente antagonista.
Con lo spirito che ci ha sempre spinto vogliamo in queste cartelle di
studio voler apportare altri elementi di riflessione al dibattito generale,
senza voler far forzature su nessuno.
I punti salienti sono:
a)breve analisi sugli avvenimenti postKosovo anche partendo da alcuni dati
di fonte ufficiale riguardanti le lezioni apprese su quella guerra.
b)Trasformazione delle alleanze militari
c)Trasformazione dello strumento militare italiano, in particolare
abolizione della leva e ingresso delle donne nelle FFAA
e)rafforzamento dell'uso dello strumento militare nel controllo delle crisi
che implicano flussi migratori .
KOSOVO E DINTORNI
In questi mesi abbiamo prodotto alcuni documenti di carattere tecnico
politico sulle implicazioni che lo "studio delle lezioni apprese" ha
prodotto sulle strategie future degli Stati Maggiori Nato e non (vedi
Russia e crisi Cecena 2000) .ALLEGATO 1
Molte di queste risposte sono in linea con quanto delineavamo nei nostri
documenti del 99 e diffusi anche durante il campeggio.
In poche parole, anche per non ripetersi, si sta affermando da un lato la
linea della guerra ROBOTICA, basata sull'uso dell'alta tecnologia e cara
all'apparato militar-industriale statunitense.-ALLEGATI -2-3-4
Rispetto a questo gli alleati europei sanno di essere totalmente dipendenti
agli Usa e tentare di portare avanti linee autonome di produzione di
tecnologie avanzate, quali quelle stealth o del telecontrollo satellitare,
significherebbe immettersi in una spirale vorticosa di spese che al momento
frenerebbe la debole ripresa economica in atto.
A fronte quindi della capacità unica degli Usa di mobilitare enormi
quantità e qualità di mezzi in questo campo, determinante per la vittoria
sulla Serbia nel 99, l'Europa ha in parte messo in archivio velleità di una
vera Forza Militare Europea Autonoma.
Gli Usa hanno concesso quindi che sì gli Europei costruiscano strutture
europee militari, purchè esse siano controllabili e non in antitesi agli
interessi Nato e che esse non costituiscano una diminuzione del potenziale
militare Nato schierabile in caso di crisi che coinvolgano l'intera
Alleanza.
Quanto per gli Usa sia importante mantenere in piedi un apparato militare
capace di controllare le enormi conflittualità in atto e future mondiali,
che si prevedono in fortissimo aumento man mano che i processi di
sfruttamento legati all'intensificarsi del fenomeno definito
"Globalizzaqzione", lo si può evincere dai dati ufficiali relativi alle
spese militari del Pentagono: 276 miliardi di dollari per il 99, 281 per il
2000, 300 per il 2001, a fronte di una complessiva riduzione delle spese
europee del 7 %.
Da notare come per il 2000 il pentagono acquisterà 53 miliardi di dollari
di nuovi sofisticatissimi equipaggiamenti ed investirà altri 37,7 miliardi
di $ in Ricerca e Sviluppo per nuove armi robotiche e da Guerre Stellari,
ovvero l'equivalente del doppio (per i primi ) e del quadruplo per i
secondi) degli Europei. - dati del ISS di Londra (institute for Strategic
Studes).
Naturalmente non sono problemi di carattere puramente finanziario quelli
che limitano fortemente l'uso delle FFAA Europee, al di fuori dei confini
nazionali, ma innanzitutto di carattere politico,(Ricordiamoci le profonde
divisioni che hanno fatto da sfondo in questi dieci anni di dopo Muro, la
figuraccia della Bosnia prima e le indecisi0oni del Kosovo poi) che si
possono quantificare nella difficoltà di reperire 40000 soldati europei da
inviare nel giardino di casa, il Kosovo, a fronte di un potenziale di 2
milioni di uomini perennemente in servizio nonostante gli accordi CFE che
prevedono la smilitarizzazione del cuore dell'Europa.
Ricordiamo che, immediatamente dopo la crisi kosovara, si aprì quella di
Timor, e come in quell'occasione, le dichiarazioni provenienti non solo da
parte dello SM italiano, parlavano di raschiare il fondo del barile.
Per quanto riguarda l'Italia possiamo confermare, come gli stessi mezzi e
uomini utilizzati per il supporto alle diverse missioni della crisi
kosovare -in particolare i mezzi ed uomini della marina e del Battaglione
San marco- furono inviati presso quelle lontane regioni e la missione è
stata portata avanti solo grazie all'impiego della Folgore ancora in piena
crisi dopo lo scandalo delle torture in Somalia e dei mortali casi di
nonnismo.
Da quest'ultima contingenza parte l'accellerazione alla trasformazione
delle FFAA in forze armate di soli professionisti, anche con l'apporto di
personale femminile che in un primo momento, per ovvi motivi di immagine
sarà immesso in ruoli di ufficiali e sottufficiali, ma che si prevede possa
andare a coprire in futuro quei larghi vuoti che sono presenti tra le file
dei volontari semplici-ovvero quelli che poi fanno e sempre più spesso in
futuro dovranno fare il "lavoro sporco".
Che siamo in una fase di elaborazione di tutte le esperienze fatte nel
campo delle missioni "umanitarie o di polizia internazionale, ecc", lo
possiamo constatare dal moltiplicarsi nelle riviste specializzate ad uso
prettamente interno ai ruoli medio alti dell'Esercito- vedi Rivista
Militare organo dello SME- di articoli a firma di alti ufficiali sulle
cosidette "LEZIONI APPRESE", - un metodo scientifico di applicare
l'autocritica nello studio dell'intervento che sia esso in campo politico o
militare e che forse molti compagni che si professano antagonisti hanno
ormai archiviato come pratica antiquata e che guarda caso il "nemico" ha
fatto sua per meglio combatterci....
Un interessante articolo di questa rivista è apparso sul numero 3|2000 a
pag 80, intitolato:
UNA TRASFERTA STRESSANTE-ovvero-TENSIONI, FATICHE E RISCHI NELLE MISSIONI
MULTINAZIONALI DI PACE... a firma del Generale Giuliano Ferrari .- ALLEGATO
5-
Un'articolo significativo che molto crudamente partendo dalle ultime
esperienze, cerca di delineare le contromisure materiali, morali e
psicologiche occorrerà prendere per evitare che, una volta terminata la
fanfara mediatica che suona all'inizio di ogni operazione "umanitaria"
all'Estero, gli stessi militari anche professionisti, a lungo andare siano
colpiti da sindrome di stanchezza se non proprio da Vietnam.
Ancora una volta si fa riferimento all'inizio dell'articolo a studi
provenienti dai costosissimi Centri Studi di Guerra Psicologica degli Stati
Uniti e che son serviti ad una migliore pianificazione in complesse
operazioni di trasferimento di personale militare durante le frequenti
crisi o manovre militari che li vedono perennemente coinvolti in tutto il
mondo.
Andando avanti nella lettura dell'articolo tutti i fattori che possono
provocare l'inefficienza delle moderne LEGIONI MULTINAZIONALI DELL'ESERCITO
IMPERIALE vengono accuratamente vagliati:
sindrome di trasferta con il mal di trasferimento e l'allontanamento dagli
affetti famigliari- constatiamo in questo articolo che viene ammesso
l'esistenza di un numero significativo di casi di Ufficiali e Sottufficiali
con figli minori, impediti dalle mogli a partecipare alle missioni
all'Estero - caso previsto nel codice militare di pace, nonostante le
falsità della prosopopea mediatico - militarista che ci ha propinato sempre
interviste di reparti che all'unanimità hanno deciso di partecipare alle
missioni militari "umanitarie".-pag83
Come i mezzi usati per il trasferimento, ma anche impiegati in zona
operativa siano produttori di elemnti stressori- rumore-vibrazioni-perdita
di sonno-sbalzi di temperatura- è chiaramente riportato a pagg84-85-86, ma
anche viene incredibilmente ammesso che al personale in situazioni di
particolare stress, viene rifilato UN COCTAIL DI FARMACI A BASE DI
SCOPOLAMINA,ANTISTAMINICI, CORRETTI CON ANFETAMINE O EFEDRINA. Pag 86
Un ammissione veramente scioccante e che ci fa tornare indietro alle
immagini dei marines che nelle giungle vietnamite si "fanno" di droga ed
alcool.
Ancora più avanti nelle pagine successive abbiamo una sequela di tutte le
condizioni climatiche e di alimentazione che i nostri "soldati
professionisti" dovranno affrontare sempre più spesso, dovendo accorrere ai
confini dell'IMPERO a turare le falle all'immagine monolitica del modello
del Capitalismo dell'era della Globalizzazione.
Ricordiamo come un precedente IMPERO, quello Romano, costruì una fitta e
sicura rete di strade militare, che permettevano ad una FORZA DI INTERVENTO
RAPIDA LEGIONARIA, composta da un numero limitato di feroci legioni
multietniche, di spostarsi rapidamente da una parte all'altra dell'Impero
in caso di imminente pericolo da invasione o rivolta interna.
Oggi la forza delle legioni imperiali è data da un misto di controllo delle
informazioni attraverso complesse reti di spionaggio elettronico, dal
potenziamento delle basi logistiche delle Alleanze Militari-vedi NATO e suo
allargamento_e dal dotarlo di armi da tecnologia aliena tali da
assicurargli la quasi totale invulnerabilità oltre ,che ,alla creazione di
variegate Forze Multinazionali che ,in una specie di meccanismo da scatole
cinesi, si dividono tra loro luoghi, modi e tempi di intervento rendendo
sempre più pagliaccesca l'esistenza dell'ONU.
Ritorniamo quindi su ciò che effettivamente succede durante queste
cosiddette operazioni di Pace e che è ben diversa cosa da quello che ci
propinano gli inviati speciali dei TG in visita guidata.:
molto spesso si tratta di dover fare le belle statuine, chiusi in qualche
blindato a far la guardia ad un incrocio, chiudendo gli occhi sul fatto che
girato l'angolo qualcuno stia appiccando il fuoco alle case dell'etnia
rivale o peggio stia effettuando qualche sanguinosa resa dei conti...son
cose che per lo meno sul personale più sensibile creano stress, come anche
il non sapere se reagire o no con la mitragliatrice a qualcuno che ti stia
tirando le pietre- vedi Mogadiscio- e una volta fatto ,quali conseguenze la
tua azione di singolo può avere come caduta di immagine su una complessa
operazione.- VEDI ALLEGATO 6- nostro documento di controinformazione sul
caso delle Torture in Somalia, da parte dei parà della Folgore-
Da qui sta nascendo l'idea di dotare in maniera massiccia di una nuova
generazione di ARMI NON LETALI i reparti di interposizione all'estero.: gas
paralizzanti, bastoni elettrici e d altre diavolerie saranno i mezzi con i
quali si potranno pacificare le popolazioni più riottose dell'IMPERO senza
che le coscienze dei nostri civili soldati occidentali possano essere
eccessivamente turbati e senza che poi qualche morto "umanitario" possa
cadere sotto l'occhio indiscreto di qualche telecamera
Ci fermiamo sull'esposizione di questo articolo, ma ci basta per
comprendere come una nuova fase di interventi militari scientificamente
pianificati si sta aprendo sul tormentato mondo degli anni Duemila e come
l'antagonismo antimilitarista dovrà affrontare con identica se non
superiore capacità scientifica di contrapporsi, controinformare, aggregare
nella lotta, per non rimanere rinchiuso nello stereotipo rituale
manifestaiolo.
ALLEANZE MILITARI, ESERCITO di PROFESSIONISTI E SOLDATI-DONNA.
Stiamo assistendo ad un prolificare di Forze multinazionali i cui nomi
diventano sempre più incomprensibili; infatti alle vecchie Forze di
Reazione della Nato, o all EUROFOR ultimamente si sono aggiunte la SHIRBRIG
-una sorta di Legione Straniera al soldo dell'ONU -, la MPFSEE-nata su
richiesta turca nel1996, che vede reparti turchi, italiani, greci, rumeni,
albanesi e bulgari convivere in nome della stabilità dei confini dell'ex
SACRO ROMANO IMPERO D'ORIENTE che aveva Costantinopoli come capitale, ed
infine la MLF- una Brigata composta da unità ungheresi, italiane e slovene.
Tutto ciò mentre ,come riportato precedentemente, si lavora per la
costruzione dell'Esercito europeo, in un quadro di prolificazione di queste
strutture che ci fa comprendere come i complessi processi che stanno dietro
la Globalizzazione del potere capitalista abbisognino di un estrema
stabilità e questo lo si spera di ottenere non solo con le alleanze in
campo economico, le acquisizioni, fusioni, accordi di mercato, ma anche
dotandosi di una complessa struttura militare che sia capace di intervenire
ovunque facendo solo un'opera di maquillage ma che permetta di far dormire
sogni tranquilli ai PREDATOR che affamano gran parte del mondo.
CONNUBI INFERNALI...
Nella nuova dottrina dell'Alleanza Atlantica, la struttura militare CJTF
(Task Force Comune comprendente paesi Nato e non) è una organizzazione ad
hoc, di dimensioni variabili adatta a condurre operazioni "di sostegno alla
pace" e di gestione delle crisi del 2000...anche se "fuori area" ovvero
deve essere capace di intervenire ovunque gli interessi di qualunque genere
dei paesi imperialisti siano messi in pericolo.
Gli USA daranno in essa un apporto determinante nel campo della guerra
elettronica e spionaggio (sistemi C4 I) e del trasporto aereo strategico
grazie ai Galaxi.
Ma nello stesso tempo la UEO, braccio armato dell'Europa ha firmato accordi
di cooperazione con l'Ucraina per assicurarsi, in caso di defezione
americana, la sicurezza del trasporto delle proprie truppe sulla lunga
distanza.
In questo modo gli exnemici ucraini si impegnano ad affittare ricevendo in
cambio valuta pregiata in dollari ed euro, i loro giganteschi aerei da
trasporto militare IL76 o ANTONOV
Comunque ,noi compagni pugliesi non ci scandalizziamo più di tanto, avendo
seguito direttamente gli effetti della svolta Eltziniana in questo campo:
da anni nell'aeroporto militare NATO di Brindisi, ove dal 94 è stata
insediata la MEGABASE LOGISTICA ONU, stazionano ed operano accanto ai
GALAXI statunitensi, i giganteschi Antonov russi e iliuscin ucraini,
dipinti di bianco ed affittati a suon di dollari all'ONU.
Ma le sorprese non son finite, da anni nel quadro degli accordi di
cooperazione tra NATO e Russia, accanto alla presenza di osservatori dei
rispettivi Stati Maggiori, nelle Esercitazioni di Routine annuali, si è
arrivato addirittura ad utilizzare i mezzi militari dell'orso russo pur di
ingraziarlo e renderlo maggiormente compartecipe della RAPINA MONDIALE,
vedi l'utilizzo di un ANTONOV 124, affittato dall'aeronautica militare
italiana per trasportare 90 tonnellate di di materiale militare
dall'aeroporto di Amendola, diretto al CAIRO, per l'esercitazione NATO
BRIGHT STAR 99 (LUGLIO 99) (rivista aereonautica )
A distanza di 10 anni dalla caduta del Muro, gli apparati militari trovano
attraverso una mutua collaborazione la possibilità di alimentarsi,
spartendosi in maniera scientifica e collaborativa le zone di influenza
(CECENIA E KOSOVO DOCET )
E' in questa operazione che va vista la tendenziale trasformazione di
tutti gli eserciti nazionali in eserciti professionisti, visti non più come
elemento di difesa di interessi puramente nazionali, ma bensì come reparti
di una efficiente ed oliata macchina produttrice di ricchezza e sicurezza
per un pugno di sfruttatori pur in un apparente generale consenso.
In questo avviene l'inserimento dell'elemento DONNA nelle strutture
militari dove tradizionalmente è stata sempre estromessa: è l'altra metà
della società che accetta l'uso della forza della violenza per avere in
cambio falsa sicurezza di poter vivere perlomeno agli standard attuali,
anche a costo di far rimanere il SUD del Mondo nelle più nera situazione.
Con le donne in divisa la nostra società diventa una società in armi pronta
difendersi dai più oscuri pericoli, una società che vuol costruire più
carceri per i devianti e i clandestini, che mette milioni di telecamere che
spiano altre telecamere, che vive sotto la protezione di ECHELON e dei
satelliti spia, che si attrezza a difendersi dalla minaccia delle valanghe
di profughi, disperati, descamisados, provenienti dalle colonie imperiali,
ormai in marcia da un decennio e che man mano la spoliazione dei territori
di partenza sarà giunta ad un punto critico, li tramuterà in una valanga
inarrestabile....
Fino a pochi anni fa, movimenti fondamentalisti-religiosi, dittature
supportate da economie drogate dai paesi capitalistici, faide interne tra
vicini accuratamente ravvivate dagli apparati di intelligence imperialisti
che applicano sempre il "dividet et impera", le briciole dei proventi della
vendita del petrolio utilizzante come tranquillante delle masse popolari
alla stregua del "panem et circenses",di romana imperiale memoria, erano i
fattori che, insieme ad ostacoli di carattere politico ( quale per esempio
l'invalicabilità della Cortina di Ferro che divideva i due Blocchi), e di
tipo geografico, ostacolavano un arrivo massiccio di immigrati nel nostro
Continente.
Oggi, la caduta dei Blocchi, il calo demografico europeo,la bomba
demografica dei Paesi dell'area sud- sud-est del Mediterraneo, le esigenze
di nuovo carburante umano per l'affamato e scalpitante motore dell'economia
della Nuova Europa Unita, sono i fattori che invece concorrono ad
accellerare questo processo.
FFAA, FLUSSI MIGRATORI,.....
Una sintesi di 10 anni di lotte al fianco dei migranti:
Marzo 91...sono ormai gli ultimi giorni della guerra del Golfo, quando la
città di BRINDISI, si ritrova direttamente coinvolta in quella che sarebbe
stata una vicenda, quella della migrazione di popolazioni provenienti
dall'oriente balcanico e anatolico, le cui dinamiche avrebbero avuto forti
accellerazioni e sviluppi imprevedibili.
Fino a quel momento, la Puglia e la sua piazzaforte militare sul basso
Adriatico - Brindisi, era stato l'avamposto difensivo meridionale della
fortezza Occidentale dalle mire dell'Impero del Male.
Nella stessa vicenda del Golfo, da essa erano partite le navi e gli aerei
italiani e Nato, che avevano partecipato a alla vittoriosa spedizione
contro il diavolo Saddam .
Non solo, dalla importante base USAAF di San Vito dei Normanni, sede del
6917 th Electronic Security Group, -poi convertita in base di Echelon e di
guerra elettronica contro la Yugoslavia -è condotto il controllo e
spionaggio delle comunicazioni militari e civili dell'area medioorientale
in quel particolare frangente, oltre che il tradizionale identico lavoro
verso i Paesi ex Patto di Varsavia, mentre dall'aeroporto militare di
Brindisi e lungo le areovie di sua competenza transita il fiume di armi e
materiale logistico che dai depositi Nato del Nord Europa va verso l'Armata
AntiSaddam schierata nel golfo e verso le Basi Nato del tradizionale
alleato, la Turchia.
L'atmosfera che l'apparato mediatico ci fa respirare in quei giorni è
quella della soddisfazione dello scoprirsi una Nazione "capace di mostrare,
attraverso le sue vittoriose forze armate, di avere diritto di aspirare al
ruolo di media potenza", e di scoprire che con la caduta del MURO e
l'essere interni alla più forte ALLEANZA MILITARE - LA Nato-, nulla ci può
realmente minacciare....
La doccia fredda arriva a pochi giorni di distanza: quelle immagini che ci
arrivano dalla tv sui disordini sui moli albanesi, quelle bande di
disperati affamati che cercano di impossessarsi di qualche nave a Valona o
a Durazzo, ci sembrano venire da migliaia di chilometri di distanza, poiché
fino a quel momento l'Albania, geograficamente così vicina, grazie al suo
forzato isolamento, ci è apparsa un Paese enormemente distante e invece
quella mattina del marzo 91, ci ritroviamo, a Brindisi, con ventimila
disperati che vagano senza meta nelle nostre strade: una vera pacifica
invasione.
E' un'esperienza che in un primo momento ci lascia attoniti, ma poi si
innesca un meccanismo incredibile di solidarietà umana che coinvolge tutta
la città in senso trasversale e che ci fa vivere un'esperienza unica.
Entriamo così direttamente in un mondo nel quale aspetti complessi ed anche
contraddittori si mescolano e ai quali la nostra esperienza politica fatica
a dare delle risposte.
Nonostante ciò comprendiamo che accanto alla partecipazione dei nostri
compagni ,al lavoro di prima assistenza, va fatta la denuncia e la
controinformazione sulle storture, gli inganni e le truffe, antesignane
della "ARCOBALENO", che si stanno realizzando sin dalle prime ore.
Riusciamo a coinvolgere alcuni giovani studenti universitari, operai,
professori albanesi che son fuggiti anch'essi sulle navi della speranza e
formiamo nelle prime 48 ore un comitato di solidarietà italo-albanese,
organizziamo conferenze stampa, ci si presenta durante le dirette delle tv
nazionali ed internazionali, giunte a Brindisi in quei giorni ad assistere
al crollo della parte meridionale del MURO, si partecipa ai dibattiti negli
studi televisivi, insomma non crediamo che limitarsi alla buona azione del
vestire gli ignudi e dar da mangiare gli affamati, possa soddisfare la
nostra voglia di estirpare dalle radici le ragioni per cui migliaia di
esseri umani debbano fuggire, come topi, dal loro paese di origine,
lasciando gli affetti e la loro storia.
L'essere meridionali, in una terra che da secoli ha prodotto migranti per
tutto il mondo, ci stimola ancora di più nel campo della solidarietà,
mentre l'essere antagonisti al sistema capitalistico-imperialista ci porta
ad affermare che il NUOVO ORDINE MONDIALE che si vuol fondare in quei
giorni del 91 si fonderà su un accellerazione della rapina nei confronti
del SUD del Mondo e questo comporterà tragiche conseguenze che a loro volta
metteranno in moto ancor più grandi fette di popolazione mondiale.
In quei giorni ci capita dover vedere di tutto, in particolar modo
assistere allo spettacolo indegno dello sfruttamento dell'immagine del
migrante, di pennivendoli e incantatori della tele-comunicazione.
A seconda degli imput che arrivano dalle direzioni dei giornali e delle TV,
gli albanesi sono rappresentati come sporchi e ignoranti o all'opposto
tutti intellettuali, forbiti e unanimemente anticomunisti .
Riusciamo in quei difficili momenti, grazie al COMITATO DI SOLIDARIETA'
ITALO-ALBANESE fondato in quei giorni, a far parlare gli albanesi del
Comitato con gli organi di informazione in un rapporto più corretto, dando
anche alcune indicazioni relative all'esigenza di non disperderli onde
evitare, data la fragilità della loro situazione che fossero macinati ed
inghiottiti dai meccanismi implacabili e vorticosi della nostra società.
-allegati A1a-a1B-A1c
Infatti dove ciò fu possibile ,ed in particolare per quella prima ondata e
grazie all'impegno di tutte le organizzazioni del volontariato e di
assistenza sociale, si riuscì a dare delle ottime risposte nel campo del
lavoro, dell'abitazione e più in generale di quella che impropriamente è
definita integrazione.
Tutto questo non fu ottenuto in maniera indolore, anzi solo grazie alla
tenacia di alcuni compagni che seppero, per esempio ,con la presenza DECISA
di alcuni albanesi, a far sospendere la diretta di un TG della RAI
Nazionale, quando videro che era arrivato l'ordine di Smobilitare,
nonostante che ci fossero sulle banchine del porto di Brindisi, avvolti il
teli di plastica centinaia di donne e bambini affamati- mentre i
giornalisti dicevano che erano stati rifocillati e messi in strutture al
coperto .
In quel momento quell'AZIONE DIRETTA riuscì a far rettificare
l'Informazione e il TG riprese solo dopo che gli impalliditi giornalisti
decisero di dire la verità: ovvero che i migliaia di pasti caldi pagati con
i soldi pubblici, commissionati ad una ditta della grande ristorazione di
Taranto, non erano mai arrivati, come anche le cucine dei militari,
promesse e mai viste e che solo grazie alla mobilitazione dell'intera
cittadinanza brindisina che istituì mense e dormitori nelle strade, nelle
chiese, nelle private abitazioni, resse all'emergenza.
Ricordiamo come le premesse dell'Arcobaleno furono gettate in
quell'occasione con la decisione di istituire a cento chilometri di
distanza da Brindisi, ovvero a Bari, noto feudo DC, il Centro di Crisi da
parte del Ministro Lattanzio e come per avergli urlato che si doveva
vergognare, durante una sua frettolosa visita a Brindisi, una decina di
appartenenti del Centro Sociale furono denunciati per diffamazione, accusa
poi caduta con l'incriminazione per ben più pesanti reati di quel
ministro.-vedi - vedi allegato 2 all2-
Smantellate ben presto le tv, il problema dei ventimila albanesi diventa
solo di ordine pubblico:
la città si ritrova a dover riparare i danni dell'incompetenza della
Protezione Civile e del Ministero dell'interno, avendo dovuto ospitare
nelle scuole pubbliche 20000 esseri umani, ai quali non erano state aperte
le porte degli edifici militari e civili dello stato notoriamente
inutilizzati nel suo territorio .
Questo fatto, provoca la chiusura ,per le riparazioni delle scuole, delle
lezioni per molto tempo ed innesca un risentimento che ben presto trasformò
quella spontanea e corale corsa alla solidarietà, che l'aveva
contraddistinta nei primi momenti ,in fredda indifferenza ad eccezione dei
soggetti più sensibili che ancor oggi a dieci anni di distanza continuano
la loro volontaria opera di assistenza, nel campo dell'associazionismo.La
città ,che vive le contraddizioni di una progressiva deindustrializzazione
senza alternative occupazionali, con un'agricoltura messa in crisi da
logiche di mercato Europeo che hanno visto la distruzione forzata di
vigneti e oliveti che per secoli l'avevano contraddistinta e con una
malavita resasi forte e tracotante grazie all'appoggio di connivenze
incredibili, comprese con la GdF e la PS, viene lasciata a sé stessa con un
"grazie tanti e arrivederci." Mentre industriali d'assalto leccesi e
baresi, coperti dalle lobby politiche in parlamento e nel governo regionale
si lanciano all'assalto dell'Albania.
Ora la lotta si sposta nei campi profughi, quale per esempio quello di
Restinco, un exCaserma dell'Esercito alla periferia della città e poco
distante dalla base USAAF di S.Vito dei Normanni, dove gli albanesi sono
rinchiusi ed attendono di essere dispersi in piccoli nuclei in tutta Italia.
Si organizza lo sciopero della fame che si estende negli altri campi e che
si ferma solo dopo una parziale accoglienza delle richieste relative al
rispetto dei nuclei familiari e di appartenenza dei paesi di origine, oltre
che religiosa .Il peso da pagare è comunque pesante, la maggior parte dei
soggetti, in particolare intellettuali, ingegneri, operai, tecnici, che
avevano partecipato al Comitato Italo-Albanese, vengono dispersi in
tutt'Italia, e con loro il patrimonio di quattro mesi di lotta. D'ora in
poi sarà sempre più difficile riuscire a coinvolgere gli albanesi in Italia
come soggetto omogeneo, se non su momentanei momenti di mobilitazione.
Cambia la politica italiana nei confronti dell'Albania, si incominciano a
tessere i fili per raggiungere " il protettorato", da una parte, quella
italiana, si sventolano mazzi di banconote, per avere come referente una
classe di potere più morbida alle nostre esigenze e dall'altra si cerca di
alzare il prezzo, mentre contemporaneamente la lotta politica interna
diventa lotta per bande.
In questo contesto, constatato come l'opinione pubblica italiana sia molto
sensibile al pericolo invasione, si utilizzano masse di disperati
,imbarcati a migliaia su navi in disuso, come massa dirompente per far
alzare il prezzo della contrattazione.
A farne le spese sono proprio i desperados, nell'operazione" DIFESA DEL
BAGNASCIUGA DI BARI", nel l'agosto successivo, splendido esempio di sana e
calorosa accoglienza....
Infatti in questo caso, la nave Vlora con migliaia di albanesi a bordo,
affamati e disidratati ,in quell'estate torrida, pur riuscendo a violare il
blocco navale, di numerose navi e motovedette della marina, finanza, CC e
capitaneria di bordo, viene fatta attraccare su un molo isolato della città.
Questa volta, fuori da occhi indiscreti della popolazione barese, si forma
un solido cordone sanitario che impedisce ai profughi di scendere a terra,
se questi si gettano in mare li si recupera e li si costringe a risalire a
bordo appena rimessi in sesto. Si va avanti cinicamente fino a quando ci si
accorge che ben presto il sole infuocato, la sete e la disperazione
potrebbero causare troppe vittime scomode.
Sotto un'imponente scorta si fanno sfilare gli "indesiderabili", perché è
così che vengono definiti, fino allo Stadio San Nicola e lì la tortura del
sole e della sete prosegue.
A quanto pare la lezione cilena dell'uso dei campi di calcio come prigione
per i sovvertitori dell'ordine pubblico è diventata parte dei manuali
operativi delle nostre forze dell'ordine!!!
Man mano, sfiniti ,i più deboli cedono e in cambio di qualche pacco viveri
e di qualche jeans, si fanno riaccompagnare in Albania, mentre per i "duri"
si finirà con un bel pestaggio e il riaccompagnamento forzato con le
manette ai polsi.- allegato 2da pag5-pag10
In questo contesto è rilevante il ruolo dei giornalisti, ai quali è stato
detto di lasciar perdere la parola solidarietà e che occorre parlare di
questo sbarco come un'invasione di criminali scappati dalle prigioni e di
agenti segreti e poliziotti dal passato comunista che vogliono mettere in
crisi l'immagine dell'Italia capitalista: non c'è stato uno che abbia
versato una goccia di inchiostro in favore di quei disgraziati ed alla fine
della vicenda le uniche lacrime che si verseranno saranno sui danni
provocati dagli albanesi teppisti al povero Stadio, mentre immediatamente
partiranno da CONI e dalle autorità cittadine baresi le richieste, subito
accolte da parte del Governo, per la ricostruzione dello Stadio; una
rapidità che ci fa pensare a come ,forse ,qualcuno non aspettava l'ora per
far partire quell'appalto.
L'affare Albania incomincia a diventare un grande business e mentre stuoli
di imprenditori di assalto vanno a saggiare il terreno per spostare lì,
dove la manodopera, specie quella femminile è quasi gratuita, lavorazioni
attualmente presenti in Italia, inizia la caccia per la gestione degli
aiuti provenienti dalla Comunità Europea e dal resto del mondo.
Le missioni Pellicano si accompagnano ad un mare di progetti aiuti
cooperazioni che vedono un flusso enorme di denaro indirizzato in questo
campo, mentre da parte degli Stati Uniti si incomincia a pensa re di
utilizzare l'Albania in funzione antiMilosevich.
Si supporta Berisha, facendogli cavalcare l'idea della grande Albania con
l'annessione del Kosovo ed in cambio la CIA vi installa le basi degli aerei
spia, Predator, che tanta importanza avranno nella guerra Nato-Serbia del
99.
Ben presto questo fiume di denaro è inghiottito da una corrotta e avida
classe politica che fa a gara nel dichiararsi anticomunista e che inizia
una salutare opera di purificazione dell'apparato statale.
Incredibilmente man mano che aiuti civili e militari aumentano, ricordiamo
come europei, italiani in testa, fanno a gara nel "riorganizzare" forze
armate e polizia del paese delle aquile, criminalità e corruzione
aumentano, si formano potenti gruppi mafiosi che tessono una fitte rete di
alleanze con le mafie balcaniche, orientali, turca intesa e con quelle
della vicina Italia, Sacra Corona Unita e Camorra.
L'Albania diventa il crocevia degli affari illegali di questa parte del
Mediterraneo e punto di transito per la tratta dei nuovi schiavi di cui
abbisogna l'economia legale ed illegale della Fortezza Europa.
Ben presto albanesi, curdi, cinesi ed addirittura dello SRI Lanka, sono
traghettati dai Caronte che giorno e notte partono da Valona e Durazzo.
Il caso dei curdi è emblematico di un meccanismo perverso ma che ha una sua
logica infernale ricordavamo come dall'aeroporto, di Brindisi, durante la
guerra del Golfo erano transitate gli armamenti Nato verso la Turchia e
come alla fine della guerra fossero rimasti lì inutilizzati e come con il
trattato CFE che prevedeva una riduzione degli armamenti nel Centro Europa,
a questo surplus di morte ,insieme con l'arsenale dell'exDDR divenuto di
proprietà della Germania di Kohl, si concordò tra Nato e Russia che lo si
potesse "donare" agli alleati schieratati sui confini, Turchia in testa e
come questo servì subito per la resa dei conti contro l'agguerrito esercito
di resistenza curdo. Centinaia di villaggi ribelli bruciati e popolazioni
deportate, secondo metodologie da Vietnam, anni 60, e gettati nelle mani
della mafia Turca, che a sua volta li subappalta a quella albanese che a
sua volta paga il pizzo alla SCU per poterli sbarcare in Puglia.- vedi
ALLEGATO 2
Un affare colossale che niente e nessuno può e deve mettere in discussione
e che ancor oggi è perfettamente in piedi nonostante una flotta di
pattugliatori militari schierati in acque albanesi ed italiane, la presenza
di un folto gruppo di finanzieri nell'isola di Saseno, all'ingresso di
Valona e di un ancor più folto gruppo, lautamente pagato, di agenti dei
servizi segreti italiani e di Carabinieri, in trasferta in Albania.
In Italia diverse forze politiche incominciano a soffiare sul fuoco
dell'allarme criminalità prodotta da immigrati clandestini mentre le FFAA e
l'apparato militar-industriale soffia sul fuoco di nuovi finanziamenti.
Il tutto avvalorato dagli esperti della NATO che vedono nelle popolazioni
non occidentali del mediterrraneo, in rapido aumento, come una delle
maggiori potenziali minacce al "MONDO LIBERO", che questo sia fatto proprio
dai nostri esperti militari, quali lo STEFANO SILVESTRI, lo possiamo
leggere nel L'ELMO DI SCIPIO dell'ISPI a cura di Carlo M:Santoro- il mulino
editori92 -VEDI ALLEGATO A10BIS- e come ancor oggi, nel 2000 il CENTRO
FRANCESE PER GLI ALTI STUDI D'ARMAMENTO, consideri la crescita demografica
del TERZO Mondo e le ondate migratorie come una delle grandi sfide del
nuovo secolo-vedi ALLEGATO A10TER-
Parte l'operazione" Militari nel Salento" con lo schieramento a mo' di
acchiappafantasmi di unità dell'Esercito che coadiuvano con i CC a dar la
caccia all'immigrato appena sbarcato. Maggio 95
Un aspetto curioso ed emblematico è l'atteggiamento delle amministrazioni
locali che all'inizio sono preoccupate dell'immagine di una Puglia con le
sue bellissime spiagge presidiate da soldati in armi, ma che ben presto
comprendendo che la parola "SICUREZZA" ha un effetto magico
sull'elettorato, una volta deciso dal Governo che i soldati possono
andarsene, incominciano a strillare affinchè i guardiani in armi, non siano
allontanati e lo stesso vescvovo di Lecce la cui Caritas è quella che d'ora
in poi gestirà i centri di prima accoglienza e i relativi aiuti e
finanziamenti, prende una posizione alquanto ambigua.
I compagni si Brindisi, già impegnati nelle lotte contro la installazione
della MegaBase Logistica ONU a Brindisi e con l'aumento della
militarizzazione del territorio, in particolar modo connessa alla crisi
Yugoslava e ai piani di guerra NATO e USA, si trovano a dover battersi su
più fronti in un contesto molto difficile.-VEDI ALLEGATO A2a-
Si cerca ,per quanto è possibile di costruire sul fronte dell'antirazzismo,
l'accoglienza e contro i metodi repressivi e polizieschi, dei formare una
rete ANTIRAZZISTA PUGLIESE che coordini iniziative di lotta e di
sensibilizzazione su tali problemi: ricordiamo le forti mobilitazioni
contro il già citato schieramento dei militari sulle coste pugliesi, le
campagne per il riconoscimento di rifugiati dei curdi che sbarcano sulle
nostre coste e l'apertura di uno sportello itinerante del Commissariato per
i Rifugiati dell'ONU, contro l'installazione dei container di Otranto e per
l'istituzione di strutture più umane. Dal 94 al 97 è un fiorire di
iniziative, mentre la crisi balcanica si aggrava e l'effetto della vittoria
militare dell'esercito turco sul PKK si nota con il mare di curdi,
sconfitti, in fuga che arrivano in Puglia.-alllegati
A3-A4-A5-A6-A7-A8-A9-A10- A10BIS-
Ricordiamo l'episodio dell'aggressione ad alcuni nostri compagni da parte
di militari dei servizi segreti turchi che sul lungomare del porto di
Brindisi cercano di impedirci un volantinaggio a favore dei curdi
effettuato a poca distanza dal cacciatorpediniere AKOENIZ (regalato dalla
germania di KOHL) in missione NATO anti-Serbia. (20 maggio 95)-ALLLEGATI
A11-A12
Ma è con la crisi delle finanziarie albanesi del gennaio 97 e la successiva
guerra civile del marzo 97 che si ha una svolta decisiva sul fronte
italo-albanese.
Con la caduta di Berisha, divenuto padre padrone dell'Albania e
interlocutore privilegiato di italiani, tedeschi ed americani, il paese
delle aquile dimostra di essere una realtà ben complessa e tutti i nodi del
losco intervento "occidentale" vengono al pettine.-ALLEGATO A13
Alla fuga di centinaia di consiglieri militari USA, italiani, ecc e di
migliaia di "imprenditori d'assalto" con le loro famiglie ed amici, si
aggiungono i personaggi più odiati del governo Berisha, poliziotti,
militari ed agenti segreti, che fanno a gara di trovare un posto
sull'ultimo elicottero in partenza da SAIGON...no, volevo dire da Tirana.
Sì il lapsus non è casuale, perché è proprio quella l'aria che si respirava
in quei giorni tra gli staff delle unità di crisi degli Stati Maggiori
delle potenze occidentali: centinaia, migliaia di miliardi di interventi in
quel paese per farne uno Stato-fantoccio della NATO e poi vederli andare in
fumo con una rivolta popolare le cui conseguenze non erano prevedibili ,con
il rischio di essere presa ad esempio in future da altri popoli, esasperati
magari dai diktat dei vari FMI o BM, o incazzati contro classi politiche
troppo succubi alle bramosie di multinazionali e affini.
Se da Tirana e da Durazzo fuggono in gran parte, albanesi vicino a Berisha,
da altre parti del paese si fugge da tutto e da tutti: gli assalti alle
armerie hanno fatto del popolo albanese, unn popolo in armi che non si fida
di sé stesso o come nel caso di Valona o Argirocastro, che rivendica
autonomia e maggiore giustizia. Per un breve periodo, il paese si dissolve
e Berisha aumenta le proporzioni del disastro comandando all'esercito di
usare i carri armati contro gli insorti del Sud: fortunatamente pochi lo
fanno e quei pochi sono fermati dai ribelli.
Le navi della marina militare albanese si autoconsegnagno nei porti
pugliesi ed i marinai portano nella loro fuga con sé centinaia di loro
familiari.
Molti dubbi su questa operazione rimangono poiché forte è il sospetto che
sia un'operazione concordato con il governo italiano.
Pescherecci ed altre piccole navi trasportano, provenienti dai paesi del
Sud, dove più forte èl la rivolta ,alcune migliaia di fuggiaschi, in
massima parte donne e bambini.
In Italia l'opinione pubblica viene pilotata dai mass media a seconda degli
indirizzi spesso contradditori che il Governo Italiano cerca di prendere
durante l'evoluzione della vicenda: si passa dall'allarme per i nostri
interessi messi in pericolo, con l'intervista di alcuni nostri padroncini
fuggiti da quel paese, all'accoglienza sotto un rigido controllo poliziesco
e militare che nulla ha che vedere con l'esperienza di solidarietà di
Brindisi del marzo 91, poi quando dall'Europa e dall'ONU, visto che gli USA
hanno deciso di defilarsi da questa ingarbugliata vicenda per non bruciarsi
la possibilità di rientrare come sostenitori degli albanesi in armi contro
la Serbia (Kosovo).
Arrivano le intese che porteranno l'Italia a comandare una Forza
Multinazionale di stabilizzazione dell'Albania e del controllo dei
successivi aiuti, si passa alla propaganda mass mediatica del respingimento
e del "aiutiamoli a casa loro, perché di delinquenti albanesi in Italia ne
abbiamo troppi!"ALLEGATO A14
Gli ordini alla Marina sono ben chiari: si deve guadagnare tramite un
efficace blocco navale i prossimi finanziamenti per il suo Ammodernamento!
In questo contesto, dopo un paio di efficaci respingimenti, avviene la
cosiddetta "TRAGEDIA DEL VENERDI SANTO NEL CANALE D'OTRANTO", dove la
motovedetta Kater I Rades, partita da Valona il 28 marzo 97, carica di
oltre un centinaio di donne e bambini, viene incredibilmente speronata ed
affondata dalla corvetta SIBILLA della Marina Militare Italiana, comandata
dal comandate LAUDADIO.
Immediata da parte dei compagni dell'Osservatorio permanente Italia Albania
parte la denuncia di questo grave fatto ed una campagna di vera
informazione in opposizione alle falsità che governo, Stato Maggiore della
Marina e giornalisti loro complici diffondono.- VEDI ALLEGATO A16
Arriviamo ad avere una ricostruzione dei fatti allucinante che vede una
lenta e stracarica barchetta tramutarsi in un veloce e sfrecciante scafo
contrabbandiero che si getta come un Kamikaze contro la Sibilla e si nega
che i morti siano un centinaio, bensì "due o tre" nonostante le
affermazioni dei pochi naufraghi superstiti che hanno visto intere loro
famiglie morire affogate.
Per Governo e Forze Armate che in quelle ore stanno lanciando ponti d'oro a
diverse ONG "più malleabili" affinchè i loro operatori sbarchino fianco a
fianco ai reparti scelti per le teste di ponte, nella imminente missione
ALBA, a mo' di missionari e conquistadores spagnoli, questa grana deve
essere messa a tacere al più presto, anche se sotto un mare di bugie.
(nota : su come i rapporti tra militari e ONG, nelle "missioni umanitarie"
stiano correndo il rischio di diventare un "connubio infernale., vedi
ALLEGATO 16 BIS)
Per noi diventa, l'affermazione della verità, una battaglia di primaria
importanza, anche se ci troviamo isolati in una città indifferente, che non
vuol credere alla dura verità e che si dovrà ricredere solo quando in
autunno con il recupero della nave e di decine di corpi, straziati, solo
allora di fronte alle scene terribili del dolore dei parenti, .-ALLEGATO A17
Sul recupero della nave e dei corpi, quale primo momento di verità, che la
nostra lotta procede fianco a fianco coi superstiti del, naufragio.
Allo scadere di ogni 28, per mesi si organizzano manifestazioni che vedono
sfilare albanesi e italiani sul molo di Brindisi, mentre di concerto a
Valona altri lanci di fiori in mare avvengono.- ALLEGATI 18-A19-A20.
Nella battaglia sulla verità si uniscono a noi, oltre ai soliti (pochi)
uomini di buona volontà brindisini e pugliesi, altri soggetti, quale il
compianto avvocato BAFFA, di Cosenza di origine albanese e l'on FALCO
ACCAME. - VEDI ALLEGATI A15
Tramite un'accurato vaglio delle testimonianze dei superstiti, cercando di
non farci influenzare dalle comprensibili emozioni, attraverso lo studio
delle caratteristiche tecniche delle navi, condizioni meteo, foto, manuali
di comportamento marittimo e convenzioni internazionali, effettuiamo una
controinchiesta che diventa anche una mostra itinerante molto scomoda per
la sua cruda verità e che ancor oggi, anche grazie alla perizia sullo scafo
della nave albanese, il perno dell'accusa contro il comandante della nave
italiana, ma innanzitutto contro i suoi superiori di "SuperMarina" e del
governo dell'epoca.- VEDI ALLEGATO A21
Una volta recuperata la nave dopo le lacrime di coccodrillo delle autorità
presenti e false promesse di aiuti finanziari a superstiti e parenti delle
vittime, ci ritroviamo a
protestare per l'assurdo rimpatrio forzato di qualche migliaio di poveri
cristi giunti durante la rivolta del marzo 97 ..
Oggi a luglio del 2000 siamo solo alle prime fasi del, Processo che si
svolge nel tribunale di Brindisi, con un aggravio di spese mai rimborsate
per gli albanesi che ogni volta debbono fare la fila per il visto di
ingresso in Italia e con tre altre vittime eccellenti: l'avvocato Baffa e
due suoi giovani collaboratori morti in un incidente stradale, questo
inverno, mentre stavano venendo a Brindisi per una delle udienze.)
E oggi?
Da due anni a questa parte le coste pugliesi, prima per la guerra contro la
Serbia 99 poi contro le organizzazioni contrabbandiere locali (operazione
Primavera) risultano pattugliate e sorvegliate utilizzando metodi
ultrasofisticati e costosissimi, che in breve tempo hanno sostituito le
centinaia di militari di leva dell'operazione "SALENTO" del 95.
Radar, motovedette e pattugliatori d'altura, elicotteri ed aerei della
guardia costiera e della GdF,insieme ad un variegato schieramento di
pattuglie e blindati di GdF, CC, PS, ecc, muniti di visori a raggi
infrarossi, telecamere ed altri dispositivi, formano l'armata schierata sul
limes della Fortezza Europa, contro contrabbandieri di droga ,armi,
immigrati clandestini, ecc,
Eppure nonostante quest'imponente e costoso schieramento, quotidianamente
un centinaio di disgraziati, viene intercettato sulle coste, lungo le
autostrade e sui treni della nostra regione.
Come mai? Su questo sarebbe bello e utile aprire una profonda riflessione ....
Ci si sta accorgendo che il controllo militare dei flussi migratori è solo
un illusione o invece si preferisce far mantenere un livello minimo di
insicurezza delle frontiere per richiedere finanziamenti per una ulteriore
militarizzazione con grande gioia di venditori di apparecchiature
sofisticate e mezzi aeronavali?
A questo proposito proprio oggi, 21 luglio 2000, la commissione antimafia
con il presidente Lumia, in visita a Lecce richiede un aumento dei fondi UE
(ovvero soldi da stanziare per le nostre forze di polizia ) da destinarsi
al controllo delle nostre coste, minacciate dalle mire delle mafie
balcaniche .(nel bilancio della difesa 2000 sono previsti 140 miliardi per
l'acquisto di nuovi pattugliatori per il controllo delle coste a cui si
aggiungono altri 225 miliardi di una rata dei pattugliatori exIraq- vedi
ALLLEGATO A22)
D'altro canto come ci testimoniano i nostri amici albanesi di Valona, ma
anche lo stesso Xavier Raufer, sociologo, esperto di mafie, docente
all'università di Parigi (vedi articolo su mafie e Balcani su Gazzetta del
Mezzogiorno di oggi 21 luglio 2000, pag 3), l'economia albanese ed in
particolare di città come Valona è ormai fortemente dipendente dal fiume di
denaro connesso a produzione di cannabis, trasporto e vendita in Italia,
traffico di immigrati e di armi.
Nello stesso articolo è unanime il concetto che il trasferimento di
immigrati è inserito in disegno della multinazionale delle mafie non si fa
riferimento al più criminale disegno, quello dei banchieri internazionali
che riciclano il mare di denaro sporco di sangue e lacrime degli affogati
del mare d'Otranto, dei profughi kosovari di tutte le etnie, dei curdi in
fuga, delle giovani albanesi costrette a prostituirsi sulle strade di
mezz'Europa, ecc.
Come non si fa riferimento che le mafie balcaniche sono supportate dai
governi nazionali, gli stessi che ad Ancona in maggio 2000 hanno firmato
con l'Italia e la UE accordi importanti di collaborazione economica,
militare e politica, oltre che essere candidati ad entrare a far parte
della NATO o già inseriti in essa!
Non si dice che con queste mafie la stessa organizzazione NATO negli anni
della crisi bosniaca e kosovara ha stretto accordi sul traffico di armi e
sul finanziamento di questo o quel gruppo paramilitare: sulle
triangolazioni di armi e denaro sotto il naso del blocco navale, terrestre
ed economico, in teoria a tutti i contendenti, da parte NATO, andatevi a
leggere l'interessante libro di Michele Gambino e Luigi Grimaldi -Traffico
d'armi, crocevia yugoslavo- della editori riuniti 95.
A nostro avviso e per la nostra personale esperienza proseguire l'impegno
sul fronte dell'immigrazione, significa comprenderne appieno la
complessità, per il superamento dell'ottica delle crocerossine e per una
nuova rifondazione del concetto dell'internazionalismo proletario.
Occorre cercare di superare quelle ottiche che ci hanno costretto a vivere
nella frammentarietà delle nostre situazioni comprendendo come alla
diabolica scientificità degli infernali processi connessi alla
Globalizzazione, occorra contrapporre l'intelligenza e la propositività
dell'antagonismo, occorra andare a rivedere concetti quali lotte di
liberazione nazionale e solidarietà internazionale, considerandoci invece
come un'entità unica quella umana, alla quale una sottospecie maledetta di
parassiti, sfruttatori, assassini, sottopone ad una quotidiana infinita
serie di violenze, imbarbarendola, portandola ad odiare i propri simili per
perpetuare sfruttamento e violenza, per potersi legittimare attraverso le
sue armate imperiali, quale unica classe capace di far transitare
quest'Umanità nel paradiso di un mondo governato dalle leggi del Mercato
Unico, quello Capitalista .
OSSERVATORIO SUI BALCANI
DI BRINDISI
BRINDISI 21 LUGLIO 2000
\
Email: osservatoriobrindisi@libero.it