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campagna obiezione in Bosnia



Cari amici e amiche,
vi informiamo che sta nascendo una campagna d'azione per introdurre il
discorso dell'obiezione di coscienza anche in Bosnia.
In un viaggio a Sarajevo abbiamo conosciuto un ragazzo di nome Zoran che
vorrebbe fare obiezione di coscienza e ci ha parlato di questo progetto.
Abbiamo raccolto la sua sfida, qui sotto riportiamo la sua storia, le
notizie che abbiamo e i nostri riferimenti.
Vogliamo allargare e diffondere quest'iniziativa: vi chiediamo se siete
interessati, se avete delle idee o dei suggerimenti in proposito e se avete
voglia di collaborare.
Siamo all'inizio e vogliamo mettere insieme le forze per fare qualcosa di
efficace.
Aspettiamo un vostro riscontro
A presto.

Roberto Bianchetti, GAVCI Bologna
tel. 051/6344671
e-mail gavci@iperbole.bologna.it
web: http//www.peacelink.it/users/gavci

Luca Martelli, ARCI Novara
tel.fax 0321457215 / 0321457330
e-mail arci.nova@libero.it

Luca Palagi,  tel. 0321.35489.


PROGETTO OBIEZIONE IN BOSNIA

Incontriamo Zoran nella sede di Sprofondo a Sarajevo. Siamo nel quartiere di
Grbavica. La linea del fronte passava tra le case. Nelle macerie c’è chi
vive di una luce fioca, le strade sterrate ed un filo tirato tra i balconi.
Una zona sfollata si ripopola dei proprietari che ritornano solo per
sfrattare. Due bambini giocano a basket, dietro di noi incomincia una
sfilata di parabole e di antenne, sciolte dai calori del fuoco. A due passi
c’è il ponte dove fu colpita la prima vittima.
Zoran ci aspetta nel cortile. Ha una stretta di mano forte e pantaloni
rigati, il fare deciso e sbrigativo di chi vuole dimenticare una guerra.
Zoran vuole portare in Bosnia un dibattito serio sull’obiezione di
coscienza. Ci chiede una mano. Un mese fa si è riunito a Zenica con un
gruppo di volontari, la “pro vobis”. 17 ragazzi bosniaci vogliono andare
avanti.
Il momento è delicato. Nel quadro degli accordi di Dayton, l’esercito della
federazione croato-musulmana deve progressivamente smantellare l’artiglieria
pesante. Le parti vivono con un senso d’inquietudine questo passaggio, in
cuor loro non credono che la potenza dei serbi sia stata realmente
indebolita. Temono nuovi problemi a venire, e questa volta non si faranno
trovare impreparati. La direzione del nuovo esercito di Bosnia è congiunta
tra le due etnie. In realtà Croati e Musulmani hanno due eserciti in
sostanza indipendenti, finanziati esternamente. Le cose stanno cambiando
perché la vittoria in Croazia di Stipe Mesic, minaccia radicalmente la
consistenza degli introiti per esercito e polizia. I musulmani, invece,
gestiscono direttamente una pioggia di fondi dai paesi arabi, e i loro campi
d’addestramento sono sotto gli occhi di tutti.
L’idea dell’obiezione nasce dalla volontà di cambiare approccio al problema
della leva e della guerra. Non si vuole solo accettare ma entrare in una
fase propositiva. Al motivo ideale si unisce un problema concreto di
sostentamento per le famiglie. Con il servizio civile si può fare anche un
lavoro part-time, arrotondando un bilancio non certo roseo. A Sarajevo la
disoccupazione tocca vette dell’80%, figuriamoci nei villaggi dove non è
neppure partita la ricostruzione.
La difesa ha più volte scoraggiato energicamente precedenti tentativi. L’
intellighenzia dell’esercito è scelta direttamente dai partiti e non può
tollerare una diminuzione cospicua del numero di cartoline. Ci vengono
incontro due fattori però: la legge d’iniziativa popolare, che con 10000
firme garantisce un dibattito parlamentare della bozza di legge, e l’
interessamneto del partito Socialdemocratico (SDP), unico esempio di
coesistenza multietnica e moderata, vincitore delle ultime elezioni
amministrative, e propositore in passato delle prime iniziative sull’
obiezione civile.
Con le prossime elezioni si gioca una partita importante nel futuro della
Bosnia. Una vittoria dei socialdemocratici, ridimensionerebbe le velleità
guerrafondaie dell’HDZ (estremisti croati) e del partito musulmano di
Izebegovic ora al potere.
Il Parlamento Bosniaco, ha una sovranità ancora filtrata dall’operato delle
Nazioni Unite. Infatti, se le leggi hanno un corso regolare, vengono votate,
approvate o respinte, ed in seguito azionate. Se insorgono problemi
farraginosi interviene l’Alto Responsabile per la Bosnia, ora Wolfang
Petrich.
Ad ottobre ci sono le elezioni. Abbiamo inviato a Zoran la legge italiana,
tra poco metterà le mani anche su quella spagnola. In questi passaggi è
affiancato da due legali e da due parlamentari bosniaci. Suo punto di
contatto sono i giovani dell’università. Il nostro obiettivo sarebbe quello
di arrivare per quella data con una proposta di legge chiara in materia.
Vorremmo tentare di dare un supporto tecnico logistico.
Intanto Zoran Roser rischia in prima persona, ha già ricevuto due cartoline
di chiamata, ed il suo esercito non aspetterà per molto una terza. Chi non
parte per il servizio militare viene prima denunciato e poi, al termine
della pena scontata in prigione, dovrà comunque svolgere il servizio
militare. Non ci sono stati ancora casi di obiettori.
Come per molte altre questioni legali, la federazione croato-musulmana ha
mantenuto in vigore i regolamenti dell'ex-Jugoslavia. Questa prevedeva un
paragrafo dove il servizio militare poteva essere svolto al di fuori della
routine militare con impieghi “civili”. Il paragrafo è stato disatteso a
livello interpretativo. Nessuno si è sognato però di scrivere o pensare che
la legge sia cambiata. La nostra scommessa è quella di portare in Europa una
giusta informazione su questa iniziativa e di aiutare Zoran in questo suo
progetto. Zoran vorrebbe inoltre coinvolgere la vicina Repubblica Srbska.
Solo ieri sembrava un’utopia, oggi, rinvigoriti dalle proteste di Belgrado,
e dai dibattiti in corso sull'obiezione di coscienza in diversi Paesi, può
caratterizzarsi come una speranza.

Roberto Bianchetti, GAVCI Bologna
Luca Martelli, ARCi Novara
Luca Palagi.

Collaborano alla campagna per Zoran:

G.A.V.C.I.: fondato nel 1977, è un gruppo di volontari/e e di obiettori di
coscienza. Si occupa di Pace, Nonviolenza e solidarietà sociale, impegno
civile, prevalentemente in Italia, ma anche all'estero collaborando con ONG.
Autofinanziato. Attualmente opera a Bologna, Modena, e Padova.
tel. 051/6344671
e-mail gavci@iperbole.bologna.it
web: http//www.peacelink.it/users/gavci

ARCI  Associazione ricreativa di promozione culturale atta allo sviluppo
sociale in ambito nazionale e sovranazionale
Novara Via Pola 10
28100 Novara
tel.fax 0321457215 / 0321457330
e-mail arci.nova@libero.it

Sprofondo: nata il 25 luglio 1994 a Como. Fondata da un gruppo d'uomini e
donne, under 30, fin dall’inizio del conflitto nell'ex-Jugoslavia. Ha due
sedi stabili a Como e Sarajevo. E’ aperta a tutti coloro che vogliono
impegnarsi concretamente per la promozione della pace e dei diritti degli
individui e dei popoli.
tel. 031/806026 fax 031/807884