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3 giugno: Tribunale contro i crimini NATO
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- Subject: 3 giugno: Tribunale contro i crimini NATO
- From: Sergio Di Vita <sdivita@neomedia.it>
- Date: Sat, 20 May 2000 18:18:35 +0200
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fonte:
TRIBUNALE ITALIANO CONTRO I CRIMINI DELLA NATO
s.deangelis@agora.stm.it
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Roma 3 giugno 2000
via Pietro Cossa 40 - sala Universita' valdese
dalle ore 9.00
proiezione video, mostre fotografiche
tribuna aperta tra i comitati e le associazioni
ore 15.00
sessione finale della Sezione italiana del Tribunale indipendente contro i
crimini della NATO in Jugoslavia
Il 31 luglio 1999 hanno avuto inizio a New York le attivita' del "TRIBUNALE
INTERNAZIONALE INDIPENDENTE CONTRO I CRIMINI DELLA NATO IN JUGOSLAVIA",
promosso da Ramsey Clark, con la stesura di 19 punti di accusa contro la
NATO ed i governi occidentali.
Le attivita' del "Tribunale" hanno trovato seguito in molti altri paesi del
mondo.
In Italia il primo novembre 1999 alla presenza di Ramsey Clark ha preso il
via la sezione italiana del Tribunale.
Nel corso di questi mesi, confortati dal crescente interesse suscitato e
dalle numerose iniziative di presentazione del "Tribunale Italiano" in
molte citta', abbiamo potuto verificare con dati oggettivi la veridicita'
delle nostre accuse.
A completamento del lavoro svolto in questi mesi, noi sottoscritti
firmatari di questo appello accusiamo le massime autorita' della Repubblica
in carica nel marzo 1999 - in particolare il presidente del Consiglio dei
Ministri Massimo D'Alema e i membri del Governo per la partecipazione alla
guerra illegale e il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per
non aver difeso la Costituzione - nonche' i loro successori per quanto
attiene ai crimini in continuita' con l'aggressione armata, ciascuno
secondo la personale responsabilita' scaturente dalle diverse competenze,
azioni e omissioni:
- per avere collaborato attivamente all'aggressione contro la Repubblica
Federale Jugoslava, paese sovrano da cui non era venuta nessuna minaccia
ne' all'Italia ne' ai suoi alleati;
- per aver liquidato e vanificato con l'aggressione militare le iniziative
internazionali tendenti a favorire la soluzione con mezzi pacifici dei
problemi esistenti nel Kosovo;
- per avere violato tutti i principi del diritto internazionale e in
particolare la Carta delle Nazioni Unite, i principi del Tribunale di
Norimberga, le Convenzioni di Ginevra e i protocolli aggiuntivi sulla
tutela delle popolazioni civili, nonche' lo stesso trattato istitutivo
della NATO;
- per aver consentito che dal proprio territorio partissero attacchi contro
istallazioni e popolazioni civili, condotti su obiettivi e con armi
appositamente studiate per infliggere il massimo danno, anche protratto nel
tempo, alle persone e alle loro condizioni di vita (attacchi deliberati
contro strutture civili, bombe a grappolo);
- per aver consentito l'utilizzo massiccio di proiettili e missili
all'uranio impoverito, causando danni incalcolabili e per un tempo
indeterminato alle popolazioni della Federazione Jugoslava, con enormi
rischi attuali anche per i volontari civili e per i militari italiani
impegnati nel Kosovo;
- per aver partecipato al bombardamento di impianti chimici e farmaceutici,
causando deliberatamente danni ambientali di enorme rilevanza, tali da
configurare una vera e propria guerra batteriologica, chimica e nucleare;
- per aver danneggiato l'economia della Costa Adriatica con la chiusura
degli aeroporti civili e per aver consentito e cercato di occultare lo
smaltimento di ordigni bellici nelle acque territoriali italiane e in
quelle immediatamente adiacenti, causando danni alle persone, all'ambiente,
all'economia;
- per aver violato la Costituzione italiana e ignorato le procedure che
essa impone in caso di stato di guerra, guerra che non puo' mai essere
intrapresa dall'Italia ma solo combattuta per difendere dall'aggressione
altrui il nostro paese e i paesi di cui l'Italia sia impegnata a
condividere la difesa;
- per avere attivamente collaborato ad affamare e sacrificare la
popolazione della Jugoslavia, sia nel corso della guerra sia con
l'imposizione di misure di embargo internazionalmente illegittime;
- per avere attivamente collaborato a esercitare pressioni e ingerenze
contro un paese sovrano e le sue legittime istituzioni;
- per avere inviato truppe e personale civile a governare territori ridotti
di fatto a nuovi protettorati e colonie, senza peraltro impedire nel Kosovo
la persecuzione sistematica e l'espulsione della popolazione di etnia
serba e di altre etnie non albanesi, nonche' degli stessi abitanti di etnia
albanese considerati non affidabili o dissidenti dal nuovo potere di fatto
ivi insediato in violazione della risoluzione 1244 dell'ONU;
- per aver usato la Missione Arcobaleno come operazione di promozione e
legittimazione della guerra, e per avere allo stesso fine attivato o
favorito una disinformazione e propaganda di guerra;
- per avere rinunciato all'esercizio della sovranita' del nostro paese e al
diritto-dovere di controllo delle attivita' che vi svolgono comandi,
strutture e mezzi militari stranieri;
- per avere acconsentito a modificare, senza nessuna decisione del
Parlamento, lo "status" politico e giuridico della NATO.
Queste accuse saranno esposte e ampiamente documentate il 3 giugno a Roma
nella sessione plenaria del Tribunale Indipendente contro i crimini NATO
costituitosi in Italia che si terra' presso l'Universita' Valdese (via
Pietro Cossa 40) e saranno quindi portate a New York, dove il 10 giugno si
riunira' il Tribunale Internazionale Indipendente promosso dall'ex Ministro
della Giustizia USA Ramsey Clark.
Invitiamo tutti i cittadini, le associazioni, le personalita' consapevoli
della necessita' di impedire che tali crimini siano perpetuati e diventino
anzi la norma delle relazioni internazionali, a sostenere l'iniziativa
della sezione italiana del Tribunale Clark e la raccolta di testimonianze e
documenti, e a partecipare attivamente all'assemblea del 3 giugno a Roma.
INVIATE LA VOSTRA ADESIONE.
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Mi scuso con tutti coloro che hanno gia' ricevuto questo testo,
e con tutti per l'arbitrio che mi prendo nel mandarvi questo tipo di documenti.
Chiedo a chi non vuole riceverli di mandarmi un cenno.
I contenuti qui espressi non corrispondono necessariamente col mio punto di
vista.
Sdv
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