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Relazione da Belgrado sull'attività 8-15 aprile
Cari amici, vi invio in allegato relazione dal nostro ufficio di Belgrado e
vi ricordo che il 13 e 14 maggio 2000 si terrà a Viareggio l'Assemblea
Nazionale dei Berretti Bianchi.
Spero di vedervi. Un caro saluto, Silvano.
BERRETTI BIANCHI
Ambasciata di pace di Belgrado
Relazione sull'attività 8-15 aprile
I progetti:
Valjevo
Ho "girato" alla direttrice del giardino d'infanzia di Valjevo gli
aggiornamenti di Riccardo per cio' che riguarda il gemellaggio col Comune
di Scandicci. La signora Nikolic aspetta perciò un ulteriore fax di
conferma coi dati delle persone che dovrebbero visitare Valjevo a maggio
(inutile dire che alla notizia della probabile presenza di Riccardo,
l'entusiasmo ha toccato il suo apice...). Non so come siano andate le
elezioni in toscana ma spero che questo non causi nuovi ostacoli.
Per cio' che riguarda le richieste di materiale educativo (soprattutto
lettini e giocattoli, ma anche qualche pc), ho fatto visita alla "Zavod za
ekonomiku domacinstva", la principale produttrice di arredi e forniture per
gli enti pubblici (scuole, ospedali, etc.) del paese. E' la stessa che in
passato ha fornito i materassi di misura sbagliata all'asilo di Valjevo, ma
allora si era trattato soprattutto di un fraintendimento con la Croce Rossa
Jugoslava. In realta' la "Zavod" produce materiale di ottima qualita',
secondo i parametri dell'Organizzazione Mondiale della sanita', e a
mettermi in contatto con il suo responsabile, Miodrag Dimic, e stata
proprio la sig.ra Nikolic. Cerchero' comunque, anche attraverso la Croce
Rossa Jugoslava, di avere indicazioni su altri produttori locali,
soprattutto per disporre di un termine di paragone sul rapporto
qualità/prezzo. Ad ogni modo, i lettini del "Zavod" (3 modelli disponibili)
costano tra i 146 e i 165 DM a pezzo, comprensivo di materasso. Questa
volta vorrei pero' che a scegliere il modello fosse la direttrice stessa,
che nei prossimi giorni parlerà direttamente con Misa Simic e mi farà
sapere. La quantità di pezzi da acquistare dipende, ovviamente, dalle
nostre possibilità. Lo stesso discorso vale per i giochi didattici: la
sig.ra Nikolic ci tiene che siano giocattoli Chicco, il costo e' percio'
molto simile a quello degli stessi modelli in Italia (la Chicco ha qui un
ufficio di rappresentanza). La quantita' (andrei insieme con la Nikolic a
sceglierli) dipende da noi. Infine, per ciò che riguarda i computer, mi
sono messo in contatto via e-mail con Carla Latini, dei Berretti di Empoli
(FI), che potrebbe donare dei pc dismessi ma ancora in ottime condizioni;
se la sua offerta sarà praticabile, il costo si risolverebbe in quello del
trasporto. Vedremo come evolverà la cosa.
Bogutovac
Riepilogo brevemente i costi degli interventi richiesti per la scuola di
Bogutovac.
1) Pavimentazione sede centrale, a Kraljevo (da cui dipende anche
l'istituto di Bogutovac): 35000 DM, ma l'intervento piu' urgente potrebbe
riguardare solo il piano terreno, dimezzando la spesa.
2) Quattro PC (5000 DM) o materiale audiovisivo (6 televisori con
videoregistratore, sarebbe la quantità ottimale richiesta, ma possono
essere anche di meno). Anche in questo caso aspetterei di verificare la
praticabilita' dell'offerta da Empoli.
3) Banchi scolastici (per 4 classi ancora senza arredo): costo sui 10.000 DM.
Postpessimisti
Hanno già comunicato la loro piena disponibilità all'incontro e mi faranno
avere i nomi dei partecipanti al più presto (ferma restando la presenza dei
due ragazzi fuggiti da Pristina nei mesi scorsi). Ho inviato una e-mail al
centro per l'amicizia tra i popoli di Pristina per un primo contatto.
CONTATTI:
Donne in nero
Stasa Zajovic, di rientro dall'Italia, mi ha chiamato a casa per la solita
questione della pubblicazione in italiano sull'attività recente delle ZUC,
ma soprattutto (!), per raccontarmi (in termini MOLTO positivi)
dell'incontro avuto con Silvano nei giorni scorsi. Le ho girato l'invito in
Italia per maggio. Lei non ci sara', ma quasi sicuramente verra' Rada
Zarkovic con qualcun'altra delle ZUC.
Cooperazione Italiana:
L'attuale responsabile dell'agenzia è il dr. Bartolini, che ha sostituito
il dr. Micciche' con cui Francesca era in contatto. Anche il dr. Bartolini,
trasferito qui dal Kosovo dove stava fino ad alcune settimane fa, conosceva
gia' i Berretti per il tramite di Alberto L'abate. Mercoledì scorso (19/4),
presso la sede della Cooperazione, si è svolto un incontro di "tutte" le
ONG italiane operanti nei Balcani. In realtà erano presenti soprattutto le
grandi ONG, ICS, COOPI, INTERSOS, espertissime nella gestione dei
finanziamenti governativi (ECHO, progetto "Città-Città", etc.), con una
concezione che definirei tecnicistica dell'aiuto umanitario. Anche la
qualità dell'incontro ne ha un po' risentito (l'argomento principe sono
state le clausole contrattuali imposte dallo Stato italiano alle ONG
nell'elargire i fondi). Al riguardo c'è pero' una novità interessante. La
possibilità di ottenere finanziamenti per "microprogetti" (costo
complessivo non superiore ai 50.000 DM) di fornitura (arredi e simili) o
riabilitazione di edifici pubblici. In pratica l'ONG segnala il singolo
caso all'ufficio della Cooperazione, presenta il progetto relativo e, se il
progetto è accettato, se ne ottiene il finanziamento in tempi piuttosto
brevi (attenzione, non anticipato: 80% a stato di avanzamento lavori, il
restante 20% a lavoro ultimato). La procedura sembra relativamente agile
(trattandosi pur sempre di contratto Stato/privati), grazie al fatto che
l'autorizzazione del progetto stesso non passa per Roma ma è decisa in
loco. Il progetto, e il finanziamento, sarebbero preventivamente presentati
alle altre ONG riunite per l'occasione a garanzia della trasparenza della
procedura. Penso che sarebbe l'ideale per interventi forse troppo onerosi
per noi (vedi pavimentazione scuola di Kraljevo-Bogutovac, etc.), ma
irrilevanti per un'agenzia governativa. In più, almeno per ciò che riguarda
questi microprogetti gestiti localmente, sembra essere passato il principio
che l'aiuto umanitario resta tale, a prescindere dalla colorazione politica
di chi lo riceve, ovvero che non ci si puo' limitare ad operare nelle
famose 5 municipalità guidate dall'opposizione, abbandonando a se stesse
quelle dove ha vinto la coalizione governativa.
Zdravo da ste
Segnalo solamente la possibilità, per ora teorica, di invio di volontari e
collaborazione tra lo Zdravo da ste e il gruppo scout di Fossano (CN). In
questi giorni e' a Belgrado per motivi di studio una delle responsabili del
gruppo di Fossano, Cinzia Apra' (anche lei studentessa di slavistica a
Torino), gia' attiva nel volontariato cattolico a Mostar e in Erzegovina. A
titolo per ora privato, si è interessata molto al lavoro dei Berretti e a
quello di Zdravo da ste e si e' impegnata a trasmettere la proposta di
scambio di volontari agli altri membri del gruppo.
Resurces de Animation Intercultural (RAI)
Sono in questi giorni a Belgrado, su invito delle Donne in nero, anche i
ragazzi del RAI, un gruppo di volontari catalani (Barcellona), già operante
in altre aree dell'ex Jugoslavia, Bosnia e Krajna in particolare. In
Catalogna, operano soprattutto per valorizzare le culture locali, ma in
un'ottica di scambio e confronto con realta' altre. Durante il periodo
dell'intervento NATO, attuarono una forma di protesta sul modello di quella
delle Donne in Nero, 15 minuti di sit-in, in silenzio, ogni mercoledì in
una piazza centrale di Barcellona. Sono qui per un primo contatto, ma il
loro progetto e' molto vicino al nostro: costruire rapporti regolari di
scambio culturale (in prospettiva vorrebbero essere presenti a Belgrado
stabilmente), soprattutto con associazioni giovanili e gruppi della
societa' civile. L'obiettivo e' duplice: contrastare l'isolamento
internazionale nel quale la Jugoslavia è tenuta forzatamente dall'embargo;
rompere il muro di silenzio e di indifferenza con cui i mezzi di
informazione spagnoli - zelantissimi fino alla primavera scorsa
nell'informare sul genocidio in atto in Kosovo e sul carattere umanitario
dell'intervento NATO - hanno avvolto la situazione di oggi in Jugoslavia.
A PROPOSITO E AL DI LA' DELLA MANIFESTAZIONE
Delle grandi manifestazioni di piazza di venerdì scorso a Belgrado,
sicuramente si è parlato molto anche in Italia. 30.000 partecipanti secondo
i giornali di governo, 200.000 secondo quelli dell'opposizione, la grande
affluenza alla protesta dimostra comunque la capacita' dei partiti di
opposizione di mobilitare i cittadini quando si presentano uniti.
Dimostrano soprattutto la capacita' della gente di mobilitarsi per una
prospettiva credibile di cambiamento. Quanto la manifestazione della
settimana scorsa abbia reso piu' "credibile" l'opposizione serba resta
invece da verificare, cosi' come la credibilità della sua unita' ritrovata,
soprattutto alla luce delle polemiche interne e dei veti incrociati che gli
organizzatori della protesta si sono scambiati quasi fino alla vigilia, per
decidere chi avrebbe avuto il diritto, e in quale ordine (!), a salire sul
palco e parlare alla folla riunita. Persino "BLIC", la principale testata
di opposizione, di tanto in tanto non resiste a fare dell'ironia
sull'incredibile rissosità dei diversi partiti dell'area antigovernativa.
Sulle grandi questioni di programma (Kosovo, autonomie locali, economia),
la sola soluzione su cui sembrano tutti d'accordo, è la nomina di
commissioni interpartitiche per discutere della posizione da assumere di
volta in volta, alcune di queste commissioni esistono da mesi, si
riaggiornano continuamente, senza partorire nulla di concreto. Intanto,
Draskovic (SPO) vola a Mosca per conto suo a cercare benedizioni (e
visibilita' per il suo partito) dal grande fratello russo. La Tv di stato
invita i leader dell'opposizione ad una trasmissione intitolata "Quinta
colonna", ideata come linciaggio mediatico dell'opposizione stessa, bollata
come traditrice della patria, e Djindjic, da solo, decide di prendervi
parte, mentre tutti gli altri capi-partito ne prendono le distanze.
Nel frattempo, aumenta in modo strisciante la stretta del regime sulle voci
di dissidenza. La notizia piu' allarmante di questi giorni riguarda una
nuova legge sulle ONG in discussione in parlamento. Se, come e' probabile,
verra' approvata, tutte le ONG jugoslave dovranno rifare domanda di
iscrizione al registro delle ONG nazionali (fin qui nulla di drammatico,
anzi, potrebbe aiutare a districare un po' la jungla dei vari gruppuscoli
nati in questi anni, talvolta col solo scopo di rastrellare soldi là dove
possibile). Non solo, ma sara' loro proibito ricevere finanziamenti di
qualsiasi genere dall'estero e, qui sta la trappola, esiste il serio timore
che dovranno dimostrare di non averne mai ricevuti, il che metterebbe fuori
legge i _ delle associazioni jugoslave, ZUC comprese.
Come contattare l'ambasciata di pace
Indirizzo:
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