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APPELLO PER UN INCONTRO NAZIONALE
APPELLO PER UN INCONTRO NAZIONALE
Pur fra mille difficoltà, da più di un anno dalla nascita del Coordinamento
Romagnolo contro la Guerra e la Nato, nonostante l'evidente calo di
tensione, abbiamo prodotto e continuiamo a produrre sul territorio decine di
iniziative di informazione, di solidarietà e di lotta contro la guerra e la
Nato, sulle cause della disgregazione della Federazione Jugoslavia e a
sostegno della resistenza del popolo jugoslavo alla aggressione
imperialista. Fortunatamente ci siamo resi conto che anche altre realtà
continuano con determinazione a muoversi sulla guerra nei Balcani e sulla
solidarietà al popolo jugoslavo (non ci riferiamo evidentemente alle
patetiche iniziative di alcune correnti della "sinistra" sindacale della
CGIL noto sindacato pacifista sostenitore delle bombe umanitarie considerate
"contingenti necessità"), che oggi solidarizzano "con i lavoratori
jugoslavi". Partendo dal presupposto che tutta la vicenda Jugoslavia-Serbia
è assai più complessa del modo schematico e superficiale con cui spesso la
sinistra antagonista e rivoluzionaria l'ha trattata sarebbe interessante
aprire un dibattito al fine di tracciare un percorso di lavoro negli anni a
venire considerando che la guerra nei Balcani sta continuando e continuerà
ancora. Da parte nostra, non condividiamo quelle posizioni di equidistanza
(NATO-JUGOSLAVIA), anche se partono con coerenza e sincerità da una critica
radicale tout-court contro ogni forma stato, che, di fatto, impediscono una
comprensione reale dei conflitti di classe non solo nella ex Jugoslavia ma
in tutto l'Est Europa. Il riferimento ad un generico "internazionalismo
proletario", contro ogni forma di nazionalismo se da un lato conserva tutto
il suo fascino e romanticismo rivoluzionario non coglie la natura e lo stato
dei rapporti sociali e del grado di sviluppo dei processi storicamente
determinati nelle varie aree di conflitto nel Mondo. Prevale una visione
eurocentrica dell'antimperialismo, di come vorremmo fossero i movimenti di
liberazione ma che spesso non sono.(neanche in Chiapas, Colombia, Kudistan,
ecc.). Nel caso della Jugoslavia vi è da ricordare che la parte
maggioritaria del popolo è schierata contro la politica NATO nei Balcani e
non tutta, invece, è schierata con Milosevic o con la destra nazionalista, o
nutre sentimenti sciovinisti, o ha perso la memoria storica sulla
occupazione nazista (altra colpa imperdonabile). Il problema non è la caduta
di Milosevic che è ciò che vuole la Nato o la sua equiparazione alla Nato,
ma fermare: l'avanzata della Nato nei Balcani, i processi di penetrazione
del capitale e la distruzione definitiva di quello che rimane della
federazione jugoslava che è ancora, nonostante tutto, un paese multietnico;
mascherare il grottesco umanitarismo sempre "politicamente corretto" della
sinistra imperialista europea; costruire le relazioni con quelle
organizzazioni o realtà della società civile jugoslava (sociali, politiche,
sindacali), che sono interessate a ricostruire un percorso di classe nei
Balcani.
DISCUTERE NON GUASTA.
Sarebbe interessante aprire un dibattito su queste tematiche mettendo a
confronto realtà e situazioni diverse di compagni /e. Pensiamo anche a forme
di operatività e coordinamento nell'immediato partendo dalle poche forze che
ci sono per abbattere il muro di silenzio sulla continuazione della guerra
da parte della Nato, sugli effetti disastrosi della contaminazione
ambientale, ecc.. A tale proposito vorremmo lanciare alcune proposte a tutti
quei compagni\e che in forma associata, singola, organizzata stanno
lavorando su questi temi o sono intenzionati a farlo: aggressione alla
Jugoslavia, basi Nato, solidarietà con il popolo jugoslavo (Embargo,
profughi, ecc..); l'organizzazione di un incontro nazionale per conoscerci e
scambiarci esperienze, informazioni, proposte; una campagna nazionale contro
l'embargo alla Jugoslavia ed un maggiore coordinamento per eventuali futuri
progetti di solidarietà, scambi culturali, invio di aiuti, culminante con
l'organizzazione di una carovana nazionale di aiuti al fine di rompere il
muro di silenzio attorno all'embargo criminale. A tale proposito proporremmo
la stesura di un manifesto nazionale, la preparazione di assemblee
territoriali e la giornata di mobilitazione in varie città con presidi nelle
piazze, di fronte alle prefetture o alle sedi DS; lanciare una campagna
nazionale in forma di petizione popolare (come momento aggregatorio di
controinformazione) per il ritiro delle truppe italiane dal Kosovo, per
rilanciare la battaglia contro la Nato e l'ideologia militarista che va
prendendo piede fra i giovani. Contiamo sull'interesse (anche critico) di
molti compagni \e per quello che proponiamo. Vi preghiamo di rispondere
entro aprile, per verificare la possibilità di organizzare l'incontro nel
mese di maggio con data e luogo da definire.
Un saluto a tutti
Coordinamento romagnolo contro la guerra e la NATO
email red-ghost@libero.it
Vi saremo grati se inoltrate questo appello ai vs. contatti.