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Peppe Sini, al terzo giorno di sciopero della famenell'anniversario dell'inizio della guerra dei Balcani



Dichiarazione del responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di
Viterbo, Peppe Sini, al terzo giorno di sciopero della fame
nell'anniversario dell'inizio della guerra dei Balcani cui anche l'Italia
prese parte un anno fa

Cari amici ed egregi signori,
gli assassini garbati ed eleganti, sono per questo meno assassini?
Il fatto che chi ordina e commette una strage sia vestito bene e parli in
televisione, rende quella strage meno atroce?
Davvero è possibile che una strage sia "umanitaria"?

Chi deporta e chi bombarda popolazioni innocenti va proprio proclamato eroe?
Il fatto che i complici di un crimine siano tanti e potenti, rende quel
crimine lodevole?
E' ammissibile che al governo di paesi democratici siedano degli assassini?
E' ammissibile che al governo di un paese democratico, ad esempio l'Italia,
ci siano personaggi che hanno violato la Costituzione e il diritto
internazionale, che hanno infranto la legalità, che sono quindi dei
fuorilegge a tutti gli effetti?

Oh sì, oggi molti parlano su ciò che è accaduto un anno fa, e che continua
ad accadere da allora (poiché molti sono gli assassinati in questo anno di
"pulizia etnica" che prosegue in Kosovo con la complicità della sedicente
"comunità internazionale").
Oh sì, oggi molti di coloro che decisero le stragi, o che alle stragi
applaudirono, o che dagli stragisti ricevono finanziamenti, parlano e
parlano con tanta proprietà e finezza, loro ben nutriti, loro ben
rimpannucciati, amabilmente sorridendo alle telecamere, ai giornalisti,
agli invitati.
Non parlano invece, e non possono essere invitati ai tg e ai talk-show, le
vittime della guerra: i morti assassinati, le donne e gli uomini ammazzati
dalle milizie di Milosevic e dell'Uck, dall'aviazione di Clinton e di
D'Alema.
Non parlano: i morti restano muti, dimenticati, rimossi, nascosti come
fossero spazzatura. Ed erano esseri umani, uguali a te e a me.

La guerra: che è sempre omicidio di massa, che trasforma esseri umani in
materiale organico in decomposizione, in un nulla intollerabile alla vista,
all'olfatto, al pensiero.
La guerra: che cancella la civiltà, la verità, quanto di meglio vi è nell'uomo.
La guerra: con la quale tutto è perduto, che è il crimine più grande, che
occorre impedire sempre e comunque, che occorre assolutamente ripudiare; e
lo dice bene la Carta dell'ONU, e la Costituzione della Repubblica Italiana.
Quella Carta dell'ONU che nessuno ha saputo difendere; quella Costituzione
della Repubblica Italiana che un governo fellone, un Parlamento complice,
un presidente della Repubblica traditore, hanno così bassamente,
ignominiosamente, atrocemente, sanguinariamente stuprato un anno fa.
Cordialmente,

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
tel. e fax 0761/353532

Viterbo, 25 marzo 2000


--
Sandro e Roberta Ercoli
Via C.P. La Fontaine 69
01100 Viterbo
tel. 0761 290037