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Notizie Est #281 - Macedonia
- To: yugoslav@peacelink.it
- Subject: Notizie Est #281 - Macedonia
- From: "Est" <est@ecn.org>
- Date: Wed, 24 Nov 1999 19:58:35 +0100
- Posted-Date: Wed, 24 Nov 1999 20:10:14 +0100
- Priority: normal
"I Balcani" - http://www.ecn.org/est/balcani
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NOTIZIE EST #281 - MACEDONIA
23 novembre 1999
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BROGLI "PRESIDENZIALI" E FUTURO INCERTO
[Pubblichiamo qui sotto alcuni brani di articoli
sul recente secondo turno delle elezioni
presidenziali in Macedonia. Sottolineiamo la
(triste) ironia del fatto che il partito del
premier Georgievski, fino a poco piu' di un anno
fa apertamente sciovinista (suoi i complimenti
agli studenti macedoni di Skopje che nel 1997
manifestavano sotto lo slogan "Camere a gas per
gli albanesi") sia stato ora salvato dal
disastro elettorale da un partito albanese
considerato "radicale" - a.f.]
IL DRAMMA DEMOCRATICO DI LJUBCO GEORGIEVSKI
di Saso Ordanoski - ("Kapital", 20-26 novembre
1999)
La smorfia raggelata su volto di Ljubco
Georgievski e il suo trattenuto applauso quando,
a nome della commissione elettorale statale, la
VMRO-DPMNE ha annunciato il nuovo presidente
della Macedonia, sono stati sufficientemente
eloquenti. Georgievski ha compreso cosa e' stato
costretto ad accettare: il suo candidato
presidente Boris Trajkovski e' stato eletto con
i voti apportati da Arben Xhaferri, leader del
Partito Democratico degli Albanesi (DPA),
secondo modalita' che mettono in questione la
correttezza e la democraticita' delle elezioni.
L'accordo tra la VMRO-DPMNE e il DPA, raggiunto
tra i due turni delle elezioni, dava a
Georgievski la sicurezza che Xhaferri gli
avrebbe portato circa un centinaio di migliaia
di voti degli albanesi di Macedonia. A quanto
pare, tuttavia, Georgievski non ha capito cosa
intendeva Xhaferri, quando ha promesso che gli
avrebbe portato dei voti - era qualcosa che
doveva avvenire letteralmente con un trasporto
collettivo delle schede nelle urne elettorali?
Xhaferri doveva [...] proprio esagerare fino al
punto che il numero dei voti per Trajkovski
superasse il numero dei voti ottenuti [al primo
turno] dai candidati albanesi Nexhipi e Haliti
messi insieme? Al secondo turno hanno votato per
Boris Trajkovski circa 230.000 cittadini di
etnia albanese, un numero maggiore di quello dei
cittadini di etnia macedone che avevano votato
per lui al primo turno (219.000). Naturalmente,
bisogna specificare che Trajkovski non ha
guadagnato solo i voti degli albanesi. Hanno
votato per lui anche circa 370-380.000 macedoni,
[rom e turchi]. Il numero degli albanesi che
hanno votato per lui rappresenta quasi il 40%
dei suoi elettori, una quota sproporzionatamente
alta, se si pensa che gli albanesi sono circa il
23% del numero complessivo degli abitanti della
Macedonia. Se si conta che per Trajkovski hanno
votato anche piu' di diecimila rom e alcune
decine di migliaia di turchi [grazie ad accordi
preelettorali], ne viene fuori che solo poco
piu' della meta' degli elettori di Trajkovski e'
di etnia macedone. Il loro numero e' di poco
superiore a 300.000, cioe' inferiore di circa
200.000 al numero dei macedoni che hanno votato
per Petkvoski. [...]
Per gli osservatori piu' attenti, il modo in cui
si e' comportato Xhaferri non costituisce
affatto una sorpresa. Era scontato che avrebbe
ulteriormente rafforzato la propria partnership
con la VMRO-DPMNE, anche tramite un voto a
favore di Trajkovski. Non meraviglia neanche il
modo in cui e' stato portato a termine questo
accordo politico - con irregolarita' evidenti
durante il voto nella maggior parte delle
sezioni elettorali delle regioni occidentali [a
maggioranza albanese]. Da una parte, Xhaferri e'
riuscito a fare accettare a Georgievski una
violazione massiccia delle procedure elettorali.
Si tratta di un precedente che d'ora in poi
confermera' Xhaferri come l'unico fattore nelle
are occidentali del paese e rendera' Georgievski
estremamente vulnerabile e dipendente
dall'alleanza con il DPA. Dall'altra, il leader
albanese ha introdotto il "modello democratico"
di Sali Berisha, che e' estremamente pericoloso
per lo stato. In un tale modello tutto sembra
democratico, fino al momento in cui l'intero
sistema crolla e diventa chiaro che sono state
violate le norme piu' elementari di uno stato di
diritto. [...]
Al successo del DPA ha contribuito il
comportamento dei Socialdemocratici (SDSM) nel
corso degli ultimi anni. Il maggiore partito
macedone di opposizione non ha fatto nulla, nel
corso dei lunghi anni in cui era al governo, per
dare vita a una politica per la quale potessero
votare almeno alcune decine di migliaia di
albanesi. Al contrario, alleandosi in queste
elezioni con i socialisti, con il Partito
Democratico dei Serbi e con altri isterici
dichiaratamente antialbanesi, la SDSM ha deciso
di rimanere per lungo tempo su posizioni
antialbanesi. [...] E' chiaro che, anche se si
dovesse ripetere il voto in tutte le sezioni
elettorali riguardo alle quali la Commissione
Elettorale Statale ha ricevuto segnalazioni di
irregolarita', gli albanesi voterebbero ancora
una volta per Boris Trajkovski. A meno che,
naturalmente, Xhaferri non decidesse di
utilizzare una tale eventualita' come asso nella
manica per destabilizzare lo stato e dichiarare
il boicotto di un tale voto ripetuto. Ma si
tratta di una cosa poco probabile, se si tiene
conto delle pressioni internazionali alle quali
attualmente e' esposto. [...]
L'atmosfera politica in Macedonia e' difficile e
tesa. Perfino la comunita' internazionale, a
quanto sembra, e' incerta nelle sue valutazioni
del voto alle presidenziali. I motivi sono le
evidenti irregolarita' e i dubbi sulla
legittimita' delle elezioni. Si puo' dire che il
vero vincitore delle elezioni presidenziali
ancora non c'e'. La vittoria di Trajkovski e'
una vittoria di Pirro. Il modo in cui la SDSM ha
perso, ha fatto comunque tornare quest'ultima al
centro dell'interesse pubblico solo una decina
di mesi dopo la grande sconfitta subita alle
elezioni presidenziali. Per questo non e'
irrilevante la domanda se Ljubco Georgievski
comprende o meno tutti gli aspetti e i dettagli
della sua coalizione con Arben Xhaferri. Perche'
sia le elezioni locali che quelle parlamentari
arriveranno piu' presto di quanto egli non pensi.
L'EPILOGO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN
MACEDONIA
di Dragan Nikolic - ("Danas" - 20-21 novembre
1999)
[...] Nelle valutazioni [in merito alla
regolarita' delle elezioni] si sono espressi in
maniera molto diversa il rappresentante della
missione di osservazione OSCE , Marc Stevens, e
quello del Comitato Helsinki britannico, Marc
Arlond. Stevens ha in una certa misura
ammorbidito la posizione presa precedentemente
in occasione della pubblicazione dei dati
preliminari, affermando che in quel momento non
disponeva di tutte le informazioni su quanto era
accaduto nelle aree occidentali del paese, ma ha
continuato ad aderire alla posizione secondo cui
e' necessario analizzare con precisione le
irregolarita', senza che tuttavia queste ultime
mettano in questione il processo elettorale nel
suo complesso, che e' stato regolare nella
stragrande maggioranza del paese, soprattutto
nelle zone a maggioranza macedone.
Differentemente da lui, Marc Arlond mette in
dubbio la regolarita' del secondo turno delle
elezioni e critica il capo della missione OSCE
per le sue "timide critiche a questo secondo
turno delle elezioni". Arlond, inoltre, rivela
che gli ambasciatori occidentali a Skopje
accettano la posizione dell'OSCE secondo cui ci
sono state delle irregolarita', ma esse non
hanno influito sul risultato finale del voto.
Arlond ha dichiarato che "nessun paese ha mai
ottenuto una prosperita' democratica facendo
quello che gli impongono altri paesi" e che la
stabilita' di uno stato diventa problematica "se
la maggior parte del popolo e' convinto che la
regolarita' delle elezioni sia stata violata non
da una minoranza che ha votato come intendeva,
ma dai leader politici di una minoranza" e se
esiste "l'accusa non pronunciata secondo cui
l'elezione del presidente e' stata manipolata
dai potenti e dai grandi". [...] L'occidente, e'
evidente, riconoscera' le elezioni,
accontentandosi semplicemente della ripetizione
del voto in alcune sezioni, magari anche in
alcune province nel loro complesso, ma senza che
cio' incida sul risultato finale. D'altronde, il
Dipartimento di Stato degli USA ha gia' salutato
l'elezione di Trajkovski come presidente, motivo
per il quale alcuni commentatori macedoni
ritengono che la questione sia ormai chiusa.
Probabilmente ne e' conscia anche la sconfitta
SDSM, che ha accusato il Dipartimento di Stato
di immischiarsi negli affari interni della
Macedonia dichiarando Trajkovski vincitore prima
che la commissione elettorale avesse terminato
il conteggio definitivo dei voti e avesse
comunicato i risultati finali, nonche' prima che
si fosse pronunciata in merito ai circa 294
esposti con i quali si contesta la regolarita'
delle elezioni in 17 distretti elettorali. [...]
Se e' vero che il lavoro a favore di Trajkovski
e della VMRO-DPMNE e' stato opera di Arben
Xhaferri, si pone la domanda del prezzo che i
primi dovranno pagare. Se si dovra' pagare un
prezzo eccessivamente alto, cio' potrebbe
destabilizzare la Macedonia sul "lato macedone",
se invece il prezzo non verra' pagato, la
Macedonia verra' comunque destabilizzata, questa
volta sul "lato albanese". Il successore di
Gligorov dovra' dare prova di "sufficiente
inventivita'" per giungere a rapporti concordi.
[...] Boris Trajkovski, del quale si ritiene che
sia di orientamento proamericano, pur non
recando con se' macchie dalla sua breve carriera
politica [...], ora giunge al trono
presidenziale in presenza di grandi terremoti
politici, e la soglia del terzo millennio,
attraverso la quale dovra' passare la Macedonia,
potrebbe essere anche la soglia che portera' a
molte prove, prevedibili, ma anche
imprevedibili, per questo paese.
GLI ALTRI
(da "Nova Makedonija" - 17 novembre 1999)
Il quotidiano macedone "Nova Makedonija" ha
pubblicato il 17 novembre una serie di materiali
sulle posizioni degli altri partiti, al di la'
della VMRO-DPMNE e del DPA, sui quali sono
puntati i riflettori di tutti.
Tupurkovski, il leader di Alternativa
Democratica (DA), partito che attualmente fa
parte della coalizione di governo, ha constatato
che "sono state rilevate irregolarita', che
devono essere corrette" e ha affermato che "noi,
come coalizione, abbiamo perso alle elezioni
presidenziali l'occasione di dare ai cittadini
il diritto di decidere liberamente". Egli ha
inoltre dichiarato che il suo partito ha messo a
punto un nuovo patto di governo, e che se tale
patto non verra' accettato dalla VMRO-DPMNE si
potrebbe arrivare a uno scioglimento della
coalizione.
Riguardo alla SDSM, il quotidiano segnala che il
segretario del partito Crvenkovski dovrebbe fra
breve indicare la data del congresso
straordinario di tale forza politica. Secondo
"Nova Makedonija" all'interno della SDSM e'
forte l'insoddisfazione per il modo in cui il
segretario ha impostato la campagna elettorale.
"In particolare, Crvenkovski e' stato
categorico, durante la campagna elettorale,
riguardo al fatto che si dovesse giocare la
carta nazionalistica, per ottenere voti. Bisogna
inoltre ricordare che Crvenkovski, prima delle
elezioni, era fortemente contrario alla
candidatura di Tito Petkovski" e le elezioni
avrebbero dimostrato che non controlla la base
del partito. Da una parte, la sconfitta della
SDSM alle presidenziali mette in causa la
posizione del suo segretario, scrive "Nova
Makedonija", dall'altra tale posizione e' resa
ancora piu' fragile dal fatto che Petkovski
abbia riscosso in fin dei conti un buon
risultato personale, motivo per cui, secondo il
quotidiano di Skopje, la carriera di Crvenkovski
potrebbe essere agli sgoccioli.
Haliti, il leader dell'altro partito degli
albanesi, il PDP, seccamente sconfitto al primo
turno, ha avuto parole molto dure. "[Per me] non
ha alcuna importanza chi sara' il futuro
presidente dalla Macedonia, se sara' Trajkovski
o Petkovski, o qualcun altro, poiche' essi
ignorano e rifiutano le richieste degli albanesi
e all'elettorato albanese e' diventato
assolutamente chiaro che i due candidati hanno
entrambi la medesima e inaccettabile posizione
rispetto alle richieste degli albanesi", ha
detto Haliti, chiedendo la risoluzione,
all'interno della Costituzione del paese, delle
richieste degli albanesi. Riguardo al secondo
turno, egli ha affermato che "[come il primo]
esso si e' svolto con modalita' estranee e in
nessun modo democratiche, che hanno degradato il
diritto dell'elettorato albanese di dare
liberamente il proprio voto" e ha denunciato
coloro che "al secondo turno, in modo euforico,
ovvero plebiscitario, hanno dato il loro
appoggio a una terza opzione, ovvero alla
opzione macedone per una risoluzione delle
richieste degli albanesi in Macedonia". Haliti
ha definito il voto come un "fatto che ha dato
legittimita' a un processo di soffocamento del
diritto degli albanesi di votare liberamente e
che costituisce un precedente fatale",
affermando che in futuro bastera' che 4-5 gruppi
di 10-15 si organizzino al fine di esercitare
violenza sull'elettorato albanese, grazie ai
loro mezzi e ai loro soldi, per vincere le
elezioni e legittimarsi democraticamente.
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