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Notizie Est #281 - Macedonia



"I Balcani" - http://www.ecn.org/est/balcani

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NOTIZIE EST #281 - MACEDONIA
23 novembre 1999
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BROGLI "PRESIDENZIALI" E FUTURO INCERTO

[Pubblichiamo qui sotto alcuni brani di articoli 
sul recente secondo turno delle elezioni 
presidenziali in Macedonia. Sottolineiamo la 
(triste) ironia del fatto che il partito del 
premier Georgievski, fino a poco piu' di un anno 
fa apertamente sciovinista (suoi i complimenti 
agli studenti macedoni di Skopje che nel 1997 
manifestavano sotto lo slogan "Camere a gas per 
gli albanesi") sia stato ora salvato dal 
disastro elettorale da un partito albanese 
considerato "radicale" - a.f.]


IL DRAMMA DEMOCRATICO DI LJUBCO GEORGIEVSKI
di Saso Ordanoski - ("Kapital", 20-26 novembre 
1999)

La smorfia raggelata su volto di Ljubco 
Georgievski e il suo trattenuto applauso quando, 
a nome della commissione elettorale statale, la 
VMRO-DPMNE ha annunciato il nuovo presidente 
della Macedonia, sono stati sufficientemente 
eloquenti. Georgievski ha compreso cosa e' stato 
costretto ad accettare: il suo candidato 
presidente Boris Trajkovski e' stato eletto con 
i voti apportati da Arben Xhaferri, leader del 
Partito Democratico degli Albanesi (DPA), 
secondo modalita' che mettono in questione la 
correttezza e la democraticita' delle elezioni.

L'accordo tra la VMRO-DPMNE e il DPA, raggiunto 
tra i due turni delle elezioni, dava a 
Georgievski la sicurezza che Xhaferri gli 
avrebbe portato circa un centinaio di migliaia 
di voti degli albanesi di Macedonia. A quanto 
pare, tuttavia, Georgievski non ha capito cosa 
intendeva Xhaferri, quando ha promesso che gli 
avrebbe portato dei voti - era qualcosa che 
doveva avvenire letteralmente con un trasporto 
collettivo delle schede nelle urne elettorali? 
Xhaferri doveva [...] proprio esagerare fino al 
punto che il numero dei voti per Trajkovski 
superasse il numero dei voti ottenuti [al primo 
turno] dai candidati albanesi Nexhipi e Haliti 
messi insieme? Al secondo turno hanno votato per 
Boris Trajkovski circa 230.000 cittadini di 
etnia albanese, un numero maggiore di quello dei 
cittadini di etnia macedone che avevano votato 
per lui al primo turno (219.000). Naturalmente, 
bisogna specificare che Trajkovski non ha 
guadagnato solo i voti degli albanesi. Hanno 
votato per lui anche circa 370-380.000 macedoni, 
[rom e turchi]. Il numero degli albanesi che 
hanno votato per lui rappresenta quasi il 40% 
dei suoi elettori, una quota sproporzionatamente 
alta, se si pensa che gli albanesi sono circa il 
23% del numero complessivo degli abitanti della 
Macedonia. Se si conta che per Trajkovski hanno 
votato anche piu' di diecimila rom e alcune 
decine di migliaia di turchi [grazie ad accordi 
preelettorali], ne viene fuori che solo poco 
piu' della meta' degli elettori di Trajkovski e' 
di etnia macedone. Il loro numero e' di poco 
superiore a 300.000, cioe' inferiore di circa 
200.000 al numero dei macedoni che hanno votato 
per Petkvoski. [...]

Per gli osservatori piu' attenti, il modo in cui 
si e' comportato Xhaferri non costituisce 
affatto una sorpresa. Era scontato che avrebbe 
ulteriormente rafforzato la propria partnership 
con la VMRO-DPMNE, anche tramite un voto a 
favore di Trajkovski. Non meraviglia neanche il 
modo in cui e' stato portato a termine questo 
accordo politico - con irregolarita' evidenti 
durante il voto nella maggior parte delle 
sezioni elettorali delle regioni occidentali [a 
maggioranza albanese]. Da una parte, Xhaferri e' 
riuscito a fare accettare a Georgievski una 
violazione massiccia delle procedure elettorali. 
Si tratta di un precedente che d'ora in poi 
confermera' Xhaferri come l'unico fattore nelle 
are occidentali del paese e rendera' Georgievski 
estremamente vulnerabile e dipendente 
dall'alleanza con il DPA. Dall'altra, il leader 
albanese ha introdotto il "modello democratico" 
di Sali Berisha, che e' estremamente pericoloso 
per lo stato. In un tale modello tutto sembra 
democratico, fino al momento in cui l'intero 
sistema crolla e diventa chiaro che sono state 
violate le norme piu' elementari di uno stato di 
diritto. [...]

Al successo del DPA ha contribuito il 
comportamento dei Socialdemocratici (SDSM) nel 
corso degli ultimi anni. Il maggiore partito 
macedone di opposizione non ha fatto nulla, nel 
corso dei lunghi anni in cui era al governo, per 
dare vita a una politica per la quale potessero 
votare almeno alcune decine di migliaia di 
albanesi. Al contrario, alleandosi in queste 
elezioni con i socialisti, con il Partito 
Democratico dei Serbi e con altri isterici 
dichiaratamente antialbanesi, la SDSM ha deciso 
di rimanere per lungo tempo su posizioni 
antialbanesi. [...] E' chiaro che, anche se si 
dovesse ripetere il voto in tutte le sezioni 
elettorali riguardo alle quali la Commissione 
Elettorale Statale ha ricevuto segnalazioni di 
irregolarita', gli albanesi voterebbero ancora 
una volta per Boris Trajkovski. A meno che, 
naturalmente, Xhaferri non decidesse di 
utilizzare una tale eventualita' come asso nella 
manica per destabilizzare lo stato e dichiarare 
il boicotto di un tale voto ripetuto. Ma si 
tratta di una cosa poco probabile, se si tiene 
conto delle pressioni internazionali alle quali 
attualmente e' esposto. [...]

L'atmosfera politica in Macedonia e' difficile e 
tesa. Perfino la comunita' internazionale, a 
quanto sembra, e' incerta nelle sue valutazioni 
del voto alle presidenziali. I motivi sono le 
evidenti irregolarita' e i dubbi sulla 
legittimita' delle elezioni. Si puo' dire che il 
vero vincitore delle elezioni presidenziali 
ancora non c'e'. La vittoria di Trajkovski e' 
una vittoria di Pirro. Il modo in cui la SDSM ha 
perso, ha fatto comunque tornare quest'ultima al 
centro dell'interesse pubblico solo una decina 
di mesi dopo la grande sconfitta subita alle 
elezioni presidenziali. Per questo non e' 
irrilevante la domanda se Ljubco Georgievski 
comprende o meno tutti gli aspetti e i dettagli 
della sua coalizione con Arben Xhaferri. Perche' 
sia le elezioni locali che quelle parlamentari 
arriveranno piu' presto di quanto egli non pensi.


L'EPILOGO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN 
MACEDONIA
di Dragan Nikolic - ("Danas" - 20-21 novembre 
1999)

[...] Nelle valutazioni [in merito alla 
regolarita' delle elezioni] si sono espressi in 
maniera molto diversa il rappresentante della 
missione di osservazione OSCE , Marc Stevens, e 
quello del Comitato Helsinki britannico, Marc 
Arlond. Stevens ha in una certa misura 
ammorbidito la posizione presa precedentemente 
in occasione della pubblicazione dei dati 
preliminari, affermando che in quel momento non 
disponeva di tutte le informazioni su quanto era 
accaduto nelle aree occidentali del paese, ma ha 
continuato ad aderire alla posizione secondo cui 
e' necessario analizzare con precisione le 
irregolarita', senza che tuttavia queste ultime 
mettano in questione il processo elettorale nel 
suo complesso, che e' stato regolare nella 
stragrande maggioranza del paese, soprattutto 
nelle zone a maggioranza macedone. 
Differentemente da lui, Marc Arlond mette in 
dubbio la regolarita' del secondo turno delle 
elezioni e critica il capo della missione OSCE 
per le sue "timide critiche a questo secondo 
turno delle elezioni". Arlond, inoltre, rivela 
che gli ambasciatori occidentali a Skopje 
accettano la posizione dell'OSCE secondo cui ci 
sono state delle irregolarita', ma esse non 
hanno influito sul risultato finale del voto. 
Arlond ha dichiarato che "nessun paese ha mai 
ottenuto una prosperita' democratica facendo 
quello che gli impongono altri paesi" e che la 
stabilita' di uno stato diventa problematica "se 
la maggior parte del popolo e' convinto che la 
regolarita' delle elezioni sia stata violata non 
da una minoranza che ha votato come intendeva, 
ma dai leader politici di una minoranza" e se 
esiste "l'accusa non pronunciata secondo cui 
l'elezione del presidente e' stata manipolata 
dai potenti e dai grandi". [...] L'occidente, e' 
evidente, riconoscera' le elezioni, 
accontentandosi semplicemente della ripetizione 
del voto in alcune sezioni, magari anche in 
alcune province nel loro complesso, ma senza che 
cio' incida sul risultato finale. D'altronde, il 
Dipartimento di Stato degli USA ha gia' salutato 
l'elezione di Trajkovski come presidente, motivo 
per il quale alcuni commentatori macedoni 
ritengono che la questione sia ormai chiusa. 
Probabilmente ne e' conscia anche la sconfitta 
SDSM, che ha accusato il Dipartimento di Stato 
di immischiarsi negli affari interni della 
Macedonia dichiarando Trajkovski vincitore prima 
che la commissione elettorale avesse terminato 
il conteggio definitivo dei voti e avesse 
comunicato i risultati finali, nonche' prima che 
si fosse pronunciata in merito ai circa 294 
esposti con i quali si contesta la regolarita' 
delle elezioni in 17 distretti elettorali. [...]

Se e' vero che il lavoro a favore di Trajkovski 
e della VMRO-DPMNE e' stato opera di Arben 
Xhaferri, si pone la domanda del prezzo che i 
primi dovranno pagare. Se si dovra' pagare un 
prezzo eccessivamente alto, cio' potrebbe 
destabilizzare la Macedonia sul "lato macedone", 
se invece il prezzo non verra' pagato, la 
Macedonia verra' comunque destabilizzata, questa 
volta sul "lato albanese". Il successore di 
Gligorov dovra' dare prova di "sufficiente 
inventivita'" per giungere a rapporti concordi. 
[...] Boris Trajkovski, del quale si ritiene che 
sia di orientamento proamericano, pur non 
recando con se' macchie dalla sua breve carriera 
politica [...], ora giunge al trono 
presidenziale in presenza di grandi terremoti 
politici, e la soglia del terzo millennio, 
attraverso la quale dovra' passare la Macedonia, 
potrebbe essere anche la soglia che portera' a 
molte prove, prevedibili, ma anche 
imprevedibili, per questo paese.


GLI ALTRI
(da "Nova Makedonija" - 17 novembre 1999)

Il quotidiano macedone "Nova Makedonija" ha 
pubblicato il 17 novembre una serie di materiali 
sulle posizioni degli altri partiti, al di la' 
della VMRO-DPMNE e del DPA, sui quali sono 
puntati i riflettori di tutti.

Tupurkovski, il leader di Alternativa 
Democratica (DA), partito che attualmente fa 
parte della coalizione di governo, ha constatato 
che "sono state rilevate irregolarita', che 
devono essere corrette" e ha affermato che "noi, 
come coalizione, abbiamo perso alle elezioni 
presidenziali l'occasione di dare ai cittadini 
il diritto di decidere liberamente". Egli ha 
inoltre dichiarato che il suo partito ha messo a 
punto un nuovo patto di governo, e che se tale 
patto non verra' accettato dalla VMRO-DPMNE si 
potrebbe arrivare a uno scioglimento della 
coalizione.

Riguardo alla SDSM, il quotidiano segnala che il 
segretario del partito Crvenkovski dovrebbe fra 
breve indicare la data del congresso 
straordinario di tale forza politica. Secondo 
"Nova Makedonija" all'interno della SDSM e' 
forte l'insoddisfazione per il modo in cui il 
segretario ha impostato la campagna elettorale. 
"In particolare, Crvenkovski e' stato 
categorico, durante la campagna elettorale, 
riguardo al fatto che si dovesse giocare la 
carta nazionalistica, per ottenere voti. Bisogna 
inoltre ricordare che Crvenkovski, prima delle 
elezioni, era fortemente contrario alla 
candidatura di Tito Petkovski" e le elezioni 
avrebbero dimostrato che non controlla la base 
del partito. Da una parte, la sconfitta della 
SDSM alle presidenziali mette in causa la 
posizione del suo segretario, scrive "Nova 
Makedonija", dall'altra tale posizione e' resa 
ancora piu' fragile dal fatto che Petkovski 
abbia riscosso in fin dei conti un buon 
risultato personale, motivo per cui, secondo il 
quotidiano di Skopje, la carriera di Crvenkovski 
potrebbe essere agli sgoccioli.

Haliti, il leader dell'altro partito degli 
albanesi, il PDP, seccamente sconfitto al primo 
turno, ha avuto parole molto dure. "[Per me] non 
ha alcuna importanza chi sara' il futuro 
presidente dalla Macedonia, se sara' Trajkovski 
o Petkovski, o qualcun altro, poiche' essi 
ignorano e rifiutano le richieste degli albanesi 
e all'elettorato albanese e' diventato 
assolutamente chiaro che i due candidati hanno 
entrambi la medesima e inaccettabile posizione 
rispetto alle richieste degli albanesi", ha 
detto Haliti, chiedendo la risoluzione, 
all'interno della Costituzione del paese, delle 
richieste degli albanesi. Riguardo al secondo 
turno, egli ha affermato che "[come il primo] 
esso si e' svolto con modalita' estranee e in 
nessun modo democratiche, che hanno degradato il 
diritto dell'elettorato albanese di dare 
liberamente il proprio voto" e ha denunciato 
coloro che "al secondo turno, in modo euforico, 
ovvero plebiscitario, hanno dato il loro 
appoggio a una terza opzione, ovvero alla 
opzione macedone per una risoluzione delle 
richieste degli albanesi in Macedonia". Haliti 
ha definito il voto come un "fatto che ha dato 
legittimita' a un processo di soffocamento del 
diritto degli albanesi di votare liberamente e 
che costituisce un precedente fatale", 
affermando che in futuro bastera' che 4-5 gruppi 
di 10-15 si organizzino al fine di esercitare 
violenza sull'elettorato albanese, grazie ai 
loro mezzi e ai loro soldi, per vincere le 
elezioni e legittimarsi democraticamente.


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