[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
MInori in rete
Tratto da "La rivista del volontariato" agosto '04
I minori in rete
I pericoli, reali o presunti, i tentativi di controllo
di Nicola Rabbi
Parlare dei minori che navigano su internet significa anche parlare del
loro diritto ad essere tutelati e del loro diritto a crescere sani
psicologicamente. Ma l'argomento necessità di alcune precisazioni perché
dietro al tema della protezione dei minori si nascondono emozioni
irrazionali e/o progetti ben pensati che si risolvono in un attacco alla
libertà di comunicare in rete. Pedofilia infatti, assieme a terrorismo,
sono le due parole chiave che portano spessissimo ad una richiesta di
“regolamentazione” di internet, dove per regolamentazione si intende
controllo dei contenuti e cancellazione del diritto alla propria privacy.
E' anche bene chiarire il fatto che le violenze sui minori percentualmente
iniziano e si consumano molto più fuori dalla rete (anzi tra le mure
domestiche dello stesso bambino) e che esistono in rete pericoli reali e
pericoli possibili. I pericoli reali per un minore che naviga in internet
sono la visione di immagini e video pornografici, di violenza o la lettura
di contenuti simili. Questi sono pericoli (ad una sana crescita) concreti
perché la rete è per definizione aperta e libera e qualsiasi sito è
rintracciabile sui motori di ricerca e raggiungibile. I rischi possibili
riguardano invece l'aspetto più propriamente interattivo della rete, ovvero
l'utilizzo di chat, messenger o altri programmi per comunicare (via testo,
voce o video) in rete. In questi luoghi virtuali è possibile che un minore
venga molestato verbalmente, che fornisca dati coperti da privacy (la carta
di credito del papà ad esempio) o che venga addirittura invitato per un
incontro reale. Questo genere di pericolo (possibile) è però molto
circoscritto e se ci appare “grande” è perché sui mass media questo genere
di notizia si vende molto bene.
Tentativi di regolamentazione
In Italia si assiste ad una vertiginosa crescita dell'utenza internet e di
conseguenza crescono anche i minori che utilizzano la rete. Secondo i dati
dell'istituto di ricerca Nielsen//NetRatings nel terzo semestre del 2003
ben 1,7 milioni di minori italiani si è collegato ad internet, 548 mila dei
quali sotto i 12 anni, con un incremento del 3% rispetto allo stesso
trimestre dell'anno precedente. E' anche aumentato il tempo di connessione
che è passato da 8 ore e mezzo a 11 ore e mezzo (prendendo come riferimento
un arco di tempo un mese e la fascia d'età compresa tra i 12 e i 18 anni).
Di fronte a questa tematica emergente il Governo nella riunione del
Consiglio dei Ministri del 7 novembre 2003 ha approvato un disegno di legge
che “delinea una decisa strategia di contrasto al complesso fenomeno della
diffusione della pornografia infantile” secondo le parole del comunicato
stampa pubblicato sul sito del ministero. I punti principali del disegno di
legge prevedono:
* meccanismi che permettono di bloccare il pagamento on line, tramite
carta di credito, di materiale audiovideo di questo tipo
* la creazione di un centro di monitoraggio della rete per creare un
elenco di siti pedofili
* l'obbligo da parte dei provider di dotarsi di filtri che ostacolino
la diffusione di materiale pedofilo
Un tentativo più avanzato di affrontare il fenomeno, sempre del novembre
del 2003, è il Codice di Autoregolamentazione
“<mailto:Internet at minori>Internet at minori” varato dal governo e che ha visto
coinvolti numerosi operatori di internet. Questo Codice può essere adottato
su base volontaria da qualunque provider, manutentore di siti, o fornitore
di servizi; per farlo occorre fare una domanda di adesione ad un comitato
tecnico che verificherà l'idoneità del richiedente. Una volta accettata la
domanda si potrà ottenere un bollino di qualità che potrà essere revocato
se nei controlli successivi risulteranno delle inadempienze. Fra gli
obblighi da seguire vi è quello di conservare il numero di IP (in pratica
la possibilità di identificazione di chi si connette alla rete) e la
collaborazione con le forze dell'ordine per avere il nominativo di chi
opera in rete entro tre giorni dalla richiesta.
Accanto al principio di autoregolamentazione si introduce anche quello di
coregolamentazione “In cui - secondo le stesse parole del Ministro Stanca -
l'industria si impegna a darsi delle regole e ad adottarle, mentre un
organismo di controllo pubblico vigila sul rispetto delle stesse regole in
una sorta di autoregolamentazione regolata”.
Nel febbraio del 2004 è invece apparsa la “Carta dei diritti dei minori in
rete” varata del Consiglio Nazionale degli Utenti, un'organizzazione che
opera all'interno dell' Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni” (un
organismo di “garanzia” che ha il duplice compito di “assicurare la
corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare i
cittadini”). La Carta in questione pone invece l'accento sulle grandi
opportunità che la rete offre agli educatori e ai minori e chiede una
collaborazione a tutto campo tra i vari soggetti coinvolti (provider,
famiglie, istituzioni...) affinché mettano in primo piano la tutela dei
minori. Infine internet viene vista come una parte importante della più
vasta rete dei sistemi comunicativi (comprendendo in tal modo anche la
televisione, la telefonia fissa e mobile...).
Infine, per concludere questa nostra sintetica carrellata, ricordiamo il
programma della Commissione europea “Safer Internet Plus 2005-2008” che con
uno stanziamento di 50 milioni di euro si propone di tutelare i minori in
rete attraverso :
* il potenziamento della segnalazione dei contenuti illeciti sulla rete
* la messa a punto di sistemi di filtraggio di contenuti
* le campagne di sensibilizzazione per coinvolgere parenti, insegnanti...
* un comportamento basato sull'autoregolamentazione
Tra filtri, censure e autoregolamentazione
Le iniziative che abbiamo presentato hanno alcuni punti in comune ed altri
no. Tutte pongono l'attenzione sulla collaborazione tra le varie parti
coinvolte; in un sistema complesso come la rete il compito di tutela dei
minori non può essere delegato solo alle istituzioni (lo stato, la
scuola...), agli operatori delle rete (provider, produttori di contenuti,
amministratori web, aziende delle telecomunicazioni...), alle famiglie,
alle associazioni, ma deve prevedere un accordo, una cooperazione
reciproca. Certo il grado di questa collaborazione può variare molto. E'
chiaro che quando si chiede ad un provider di tenere per 5 anni le tracce
di connessioni dei propri utenti vuol dire dare maggiori possibilità di
controllo su tutti noi e non solo sui pedofili; è un discorso che abbiamo
già affrontato in puntate precedenti di questa rubrica, ma che va sempre
ripetuto: ogni nuova forma di controllo o un suo potenziamento può
significare un' ipoteca sulla nostra libertà (anche se noi non siamo
pedofili o non facciamo niente di “male”).
Altro punto in comune e la creazione di filtri che intercettino i contenuti
incriminati. Per poter essere efficienti questi filtri devono essere però
supportati da un sistema di classificazione dei contenuti valido e da un
lavoro di collaborazione tra utenti. Per quanto riguarda il secondo punto
le segnalazione dei singoli utenti (o di associazioni “specializzate”) di
siti sospetti offrono grandi prospettive date che la rete telematica è il
luogo naturale perché questo tipo di azione sia efficace.
I filtri possono essere pensati a monte (ovvero i singoli provider una
volta individuati i siti incriminati provvedono a cancellarli, se di loro
competenza) oppure a valle. In questo caso si possono utilizzare vari
strumenti software che si installano direttamente sul computer del singolo
utente; possono essere dei programmi che operano su tutta l'attività on
line, ovvero quando una chatta o manda e-mail o scarica programmi (è il
caso di Cyberpatrol o Netnanny) oppure particolari programmi come browser
adattati (in lingua italiana esiste “il Veliero” ma sul mercato ve ne sono
tantissimi).
La formazione e gli altri media
Il discorso però deve passare anche per la formazione ad un corretto uso di
internet dando degli strumenti a insegnanti, educatori e genitori. In un
paese come il nostro dove la cultura tecnologica è ancora molto scarsa e si
ferma all'uso degli SMS questo può significare un grave problema.
Molto interessante è il discorso fatto nella “Carta dei diritti dei minori
in rete” dove si parla non solo di internet ma di tutti gli altri media.
Per la televisione in particolare si può senz'altro dire che attualmente fa
i danni maggiori nei confronti dei minori. La programmazione nostrana
prevede delle trasmissioni di violenza inaudita in fasce orarie per bambini
e la diffusione del mezzo televisivo, assieme al numero di ore passato dai
minori in Italia da soli di fronte alla TV, lo dovrebbe porre al primo
posto nell'attenzione di tutte le parti coinvolte.
Infine ricordiamo che quando si parla di internet e di diritti dei minori
vi è anche quello, importantissimo e non sempre citato, del diritto
all'accesso alla rete, un diritto che viene negato ai minori di famiglie a
basso reddito o di recente immigrazione.
Sitografia
Nielsen//NetRatings
<http://www.nielsen-netratings.com/>www<http://www.nielsen-netratings.com/>.nielsen-netratings.com/
Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie
<http://www.innovazione.gov.it/ita/index.shtml>www<http://www.innovazione.gov.it/ita/index.shtml>.innovazione.gov.it/ita/index.shtml
Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
<file:///C:/Documents and Settings/Turtle2/Desktop/minori1.doc>www.agcom.it/
Safer Internet Plus
europa.eu.int/information_society/programmes/iap/index_en.htm
Cyberpatrol
<http://www.cyberpatrol.com/>www<http://www.cyberpatrol.com/>.cyberpatrol.com/
Netnanny
<http://www.netnanny.com/>www<http://www.netnanny.com/>.netnanny.com
Il Veliero
<http://www.ilveliero.info/>http<http://www.ilveliero.info/>://www.ilveliero.info/idea.htm
nicola
turtle at bandieragialla.it
www.bandieragialla.it